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Terrorismo

I talebani uccidono la mente della strage all’aeroporto di Kabul

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Un attacco a terra effettuato dalle forze talebane ha ucciso il militante dello Stato Islamico che si ritiene abbia ideato l’attentato suicida all’aeroporto di Kabul che ha ucciso 183 persone, tra cui 13 militari statunitensi, hanno annunciato martedì funzionari statunitensi.

 

L’assalto da parte degli uomini dell’Emirato dell’Afghanistan è avvenuto all’inizio di questo mese, ed è stato solo negli ultimi giorni che gli analisti dell’Intelligence statunitense hanno concluso «con grande sicurezza» che l’uomo considerato come la mente dell’eccidio fosse stato eliminato.

 

Il nome dell’alto dirigente della provincia dello Stato Islamico del Khorasan (ISIS-K) è ancora segretato e non sono stati forniti ulteriori dettagli sulle circostanze della sua morte.

 

Il Dipartimento della Difesa USA ha affermato che gli Stati Uniti non si sono coordinati con i talebani né hanno aiutato in altro modo l’assalto che ha ucciso il terrorista del ramo locale dello Stato Islamico.

 

L’ISIS-K è il principale nemico dei talebani e ha perpetrato una serie continua di attacchi terroristici. Si ritiene che il gruppo sia composto da 4.000 persone in Afghanistan.

 

All’inizio di questo mese, la Casa Bianca ha pubblicato un rapporto del Consiglio di sicurezza nazionale che incolpava l’amministrazione Trump per la disastrosa uscita.

 

Oltre agli orribili bombardamenti aeroportuali, quell’uscita includeva afghani che cadevano mortalmente dagli aerei cargo in partenza dell’aeronautica militare e i contribuenti americani abbandonavano 22.000 Hummer, quasi un migliaio di veicoli corazzati, 64.000 mitragliatrici, 358.000 fucili e quasi 200 pezzi di artiglieria.

 

In pratica, la precipitosa ritirata degli USA dall’Afghanistan ha fatto dei talebani la più grande forza militare dell’area, con un numero di elicotteri da combattimento perfino maggiore di quello dell’Australia. La situazione è grottesca al punto tale da attirare gli impietosi sfottò del ministero degli Esteri cinese.

 

L’idea di lasciare lì l’immane quantità di armamenti pare sia stata portata avanti dal generale Mark Milley, che avrebbe detto all’allora presidente Trump, agli sgoccioli del suo mandato, che era più costoso portare a casa tutte quelle forniture militari. «È stato allora che ho capito che era un’idiota» ha confidato The Donald in un incontro pubblico l’anno scorso.

 

Dopo la pubblicazione del rapporto, il portavoce della Casa Bianca John Kirby ha affermato che Biden è «molto orgoglioso» di come è stato effettuato il ritiro e ha incredibilmente negato che il ritiro sia stato «caotico»: eppure le immagini delle persone attaccate ai carrelli degli aerei da cargo che poi cadono congelati in volo sono ancora negli occhi di tutti.

 

L’attentato dell’agosto 2021 è avvenuto quando migliaia di afgani hanno assalito l’aeroporto internazionale Hamid Karzai, nel disperato tentativo di andarsene prima che i talebani ristabilissero il pieno controllo del Paese.

 

L’ignominioso ritiro americano da Kabul ha coronato un’inutile guerra di 20 anni che ha ucciso 2.400 militari statunitensi e ne ha feriti più di 20.000. In due decenni, i soldati USA hanno combattuto i nemici creati dal loro stesso governo, è stato ordinato loro di ignorare la pedofilia perpetrata dagli ufficiali afgani, hanno respirato fumi cancerogeni dalle fosse di combustione dei rifiuti e hanno subito danni psicologici di lunga durata, sopportato le menzogne dei vertici militari sulle stragi di droni, il tutto mentre i loro padroni militari e civili mentivano sul andamento della guerra, e il Paese centrasiatico andava verso il collasso, con morti di freddo, carestia di cibo con decine di migliaia di neonati morti, povertà tale da vedere l’orrido fiorire di commercio di organi e di spose-bambine e schiave sessuali anche piccolissime.

 

Come riportato da Renovatio 21, quattro mesi fa l’ISIS-K ha bombardato un hotel cinese a Kabul. Lo Stato Islamico poche settimane prima aveva rivendicato un altro attacco terroristico fuori dall’ambasciata russa nella capitale afghana.

 

Gli USA hanno dichiarato negli scorsi mesi di aver ucciso un certo numero di leader ISIS, per esempio un comandante dello Stato Islamico sarebbe stato eliminato dalle forze speciali statunitensi in Somalia tre mesi fa.

 

Gli USA hanno assassinato un supposto leader dell’ISIS, Maher al-Agal in Siria sette mesi fa. Cinque mesi prima aveva ucciso un altro supposto leader ISIS nell’area della Siria occupata da Turchia e forze di al-Qaeda.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’amministrazione Biden a metà 2022 aveva sanzionato una rete di cinque mediatori finanziari dell’ISIS accusati di assistere il gruppo terroristico nel traffico di bambini dai campi profughi per il reclutamento come combattenti

 

Il presidente siriano Bashar Assad ha tuttavia accusato la base militare (illegale) degli USA in Siria – recentemente oggetto di una visita lampo del generale Milley – di addestrarvi islamisti da mandare al fronte ucraino contro i russi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Terrorismo

Jihadisti francesi attaccano le forze governative siriane

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Le nuove autorità siriane hanno lanciato un’ampia operazione militare contro le forze jihadiste straniere rimaste nella provincia nord-occidentale di Idlib, con particolare attenzione ai militanti di origine francese.

 

Il governo damasceno ha dichiarato che questi gruppi, che in passato hanno contribuito a rovesciare l’ex presidente Bashar Assad, costituiscono ora una minaccia alla sicurezza.

 

Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani (SOHR), con sede nel Regno Unito, gli scontri sono scoppiati durante un assalto notturno delle forze governative a un campo noto come «campo francese» nella città di Harem, a ovest di Idlib. Entrambe le parti avrebbero subito perdite, ma il numero esatto di vittime non è stato confermato. Almeno due jihadisti sono stati catturati. Secondo le autorità, il campo sarebbe gestito da combattenti stranieri guidati da Omar Omsen, un cittadino francese di origini senegalesi.

 

Il Servizio di Sicurezza Generale siriano ha specificato che l’obiettivo era arrestare Omsen e ripristinare la stabilità nella regione. Un canale Telegram legato ai jihadisti ha diffuso una dichiarazione del loro leader, che accusava il governo di collaborare con gli Stati Uniti e una «coalizione internazionale» per eliminare i militanti stranieri in Siria, minacciando Damasco di rappresaglie jihadiste e citando il supporto di altri gruppi militanti stranieri.

 

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Un articolo del Washington Post dello scorso maggio riferisce che il governo del presidente ad interim Ahmed al-Sharaa, precedentemente conosciuto come il terrorista jihadista al-Jolani, legato ad al-Qaeda e ISIS, sta affrontando minacce dalle stesse forze che lo hanno insediato al potere a novembre.

 

Secondo un rapporto di Le Monde del 2023, circa 200 cittadini francesi, tra combattenti e loro familiari, si sono stabiliti a Idlib dopo il collasso dello Stato Islamico nel 2019, descritti come «jihadisti francesi irriducibili».

 

Il WaPo a maggio riportava che «militanti sunniti estremisti» hanno compiuto stragi di alawiti sulla costa siriana a marzo, causando almeno 1.300 morti, con altre migliaia morti nei mesi successivi.

 

Come noto, anche i cristiani sono oggetto di continue violenze assassine e genocide da parte dei takfiri jihadisti che perseverano nella loro opera di cruenta persecuzione, tra esecuzioni di donne cristiane e bombe nelle chiese, mentre diviene sempre più chiaro che la sharia è l’unica legge del Paese un tempo laico.

 

Alcuni di questi gruppi jihadisti hanno poi rivolto la loro ostilità contro al-Jolani, specialmente dopo il suo incontro con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha portato alla rimozione delle sanzioni contro la Siria, ma lo ha fatto apparire come un «infedele» agli occhi dei radicali.

 

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Terrorismo

Episodio di terrorismo a Belgrado

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Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha descritto la sparatoria di mercoledì vicino all’Assemblea nazionale di Belgrado come un «terribile attacco terroristico». Un uomo di 70 anni avrebbe aperto il fuoco nella capitale serba e dato fuoco a una tenda.   L’autore, identificato come Vladan Andelkovic, è stato arrestato. Secondo i resoconti, ha ferito un uomo di 57 anni, Milan Bogdanovic, sparandogli e ha poi incendiato una tenda dei sostenitori del presidente Vucić davanti all’Assemblea nazionale. Kurir ha riportato che il sospettato ha anche gettato munizioni tra le fiamme.   La vittima, colpita alla coscia, non ha subito ferite gravi. I vigili del fuoco hanno domato l’incendio, mentre la polizia ha isolato l’area e avviato un’indagine.  

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In un discorso televisivo, Vucic ha condannato l’episodio come un «attacco terroristico contro persone e proprietà», dichiarando che il sospettato aveva acquistato benzina per appiccare intenzionalmente il fuoco alla tenda, con l’obiettivo di seminare paura. Vučić ha mostrato un video in cui Andelkovic afferma di aver agito con intenti suicidi: «L’occupazione del centro città mi infastidisce. Ho dato fuoco alla tenda con la benzina», si sente nella registrazione.   «Volevo che mi uccideste perché non posso più vivere», ha aggiunto l’uomo.   Tuttavia, Vucic ha suggerito che l’uomo potrebbe aver «finto di essere pazzo», sottolineando che il suo passato nelle forze di sicurezza indica una piena consapevolezza delle sue azioni. «Questa persona e i suoi eventuali complici saranno puniti severamente», ha promesso.   Il presidente ha poi invitato a evitare reazioni impulsive: «Ho visto la rabbia causata da questo episodio, alcuni oppositori dei bloccanti vogliono radunarsi, ma chiedo loro di non farlo. La vendetta non porta a nulla di buono. Non deve esserci vendetta, e metto in guardia tutti dal cercarla».     SOSTIENI RENOVATIO 21
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Terrorismo

Preparavano un altro attentato a Trump?

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Il direttore dell’FBI Kash Patel ha dichiarato domenica 19 ottobre a Fox News che i Servizi Segreti (USSS) hanno individuato una «postazione di caccia» con vista diretta sull’uscita dell’Air Force One del presidente Donald Trump presso l’aeroporto internazionale di Palm Beach. L’FBI sta collaborando con l’USSS e le forze dell’ordine della contea di Palm Beach per le indagini.

 

Il Patel ha riferito che, fino a ieri, nessuna persona è stata vista o associata alla postazione sopraelevata. Secondo una fonte anonima delle forze dell’ordine citata da Fox, la postazione, situata su un ramo d’albero, sembra essere stata preparata «mesi fa».

 

 

Tuttavia, il capo delle comunicazioni dell’USSS, Anthony Guglielmi, ha precisato che gli agenti hanno scoperto la postazione giovedì 16 ottobre durante i «preparativi di sicurezza avanzati» per l’arrivo di Trump a Palm Beach. «Non ci sono state ripercussioni sui movimenti e nessuna persona era presente o coinvolta nel luogo», ha dichiarato Guglielmi a Fox News.

 

«Sebbene non possiamo fornire dettagli sugli oggetti specifici o sul loro scopo, questo incidente evidenzia l’importanza delle nostre misure di sicurezza a più livelli», ha aggiunto.

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