Geopolitica
Soldati tedeschi a bordo dei carri armati Leopard sui campi di battaglia dell’Ucraina?
Una squadra di ricognizione russa ha distrutto un carro armato Leopard dell’esercito ucraino, fornito dai tedeschi, con un equipaggio composto da soldati della Bunderswehr – l’esercito della Repubblica Federale Tedesca – in direzione di Zaporiggia. Lo riporta il sito governativo russo Sputnik che cita come fonte il capo della squadra, soprannominato «Legend».
«Quando abbiamo frenato un’altra offensiva e distrutto con un ATGM [con un missile guidato anticarro] il Leopard, ci siamo spostati sul veicolo bruciato (…). Poi abbiamo visto che l’autista-meccanico dell’equipaggio era gravemente ferito e gli altri erano morti. Quando si è svegliato, il meccanico ha iniziato a gridare “nicht schießen” [non sparare” in tedesco]», ha detto il capo della squadra di ricognizione russa.
«Il meccanico ha ripetutamente affermato di non essere un mercenario, ma un militare della Bundeswehr, e che lui e il resto dell’equipaggio erano membri della stessa unità dell’esercito tedesco», ha detto il combattente russo, aggiungendo che mentre riceveva assistenza medica, il soldato tedesco avrebbe dato un nome alla sua brigata e al luogo della dislocazione.
Impossibile verificare quanto riportato dal militare russo a Sputnik, per la testata stessa e per chiunque: l’autista del carro armato è morto per le ferite pochi minuti dopo essere stato trovato, nonostante gli sforzi per salvarlo.
La storia, se confermata, avrebbe ovviamente un’importanza fondamentale, in quanto dimostrerebbe il coinvolgimento diretto di uno Stato NATO in territorio ucraino nella guerra contro la Russia non più solo con l’invio di armi ed addestratori, ma di combattenti in carne ed ossa.
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L’incredibile episodio finirebbe quindi per realizzare quello che si pensava fosse un lapsus del ministro tedesco Annalena Baerbock al Consiglio d’Europa ad inizio anno, quando dichiarò che la Germania e l’Europa erano in guerra contro la Russia.
L’ipotesi di piloti occidentali per i mezzi occidentali forniti a Kiev era balenata presso alcuni commentatori anche riguardo agli F-16 che l’Ucraina chiede a gran voce e che qualche Paese NATO sarebbe intenzionato a regalare al regime Zelens’kyj: non essendovi il tempo materiale per addestrare i piloti ucraini all’uso del caccia occidentale, qualcuno ha immaginato che i piloti degli F-16 potrebbero essere militari del blocco atlantico sotto copertura, passati al massimo, in caso di cattura, come «mercenari» – definizione che il meccanico del Leopard avrebbe però, prima di morire, rifiutato.
Una delle personalità a ipotizzare la teoria degli F-16 pilotati dagli occidentali è stato lo scrittore e videoblogger cileno-statunitense residente in Ucraina Gonzalo Lira.
Come noto, per ciò che diceva, Lira è stato arrestato tre volte e torturato in carcere, dove ha subito anche una grande estorsione di danaro. Preso dalle forze Ucraine mentre cercava di attraversare il confine e chiedere asilo politico in Ungheria, ad oggi non si sa quali siano davvero le sue condizioni, e il dipartimento di Stato USA rifiuta di parlarne.
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Immagine screenshot da Telegram
Geopolitica
Putin: la Russia raggiungerà tutti i suoi obiettivi nel conflitto ucraino
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Geopolitica
Lavrov elogia la comprensione di Trump delle cause del conflitto in Ucraina
Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha dichiarato che il presidente statunitense Donald Trump rappresenta l’unico leader occidentale in grado di cogliere le vere motivazioni alla base del conflitto ucraino.
Parlando mercoledì al Consiglio della Federazione, la camera alta del parlamento russo, Lavrov ha spiegato che, mentre gli Stati Uniti manifestano una «crescente impazienza» verso il percorso diplomatico mirato a cessare le ostilità, Trump è tra i pochissimi esponenti occidentali a comprendere le dinamiche che hanno originato la crisi.
«Il presidente Trump… è l’unico tra tutti i leader occidentali che, subito dopo il suo arrivo alla Casa Bianca nel gennaio di quest’anno, ha iniziato a dimostrare di aver compreso le ragioni per cui la guerra in Ucraina era stata inevitabile», ha dichiarato.
Lavrov ha proseguito sottolineando che Trump possiede una «chiara comprensione» delle dinamiche che hanno forgiato le politiche ostili nei confronti della Russia da parte dell’Occidente e dell’ex presidente statunitense Joe Biden, strategie che, a suo dire, «erano state coltivate per molti anni».
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Il ministro ha indicato che «si sta avvicinando il culmine dell’intera saga» ucraina, affermando che Trump ha sostanzialmente ammesso che «le cause profonde identificate dalla Russia devono essere eliminate».
Il vertice della diplomazia russa ha menzionato in modo specifico le storiche riserve di Mosca sull’aspirazione ucraina all’adesione alla NATO e la persistente violazione dei diritti della popolazione locale.
Lavrov ha poi precisato che Trump resta «l’unico leader occidentale a cui stanno a cuore i diritti umani in questa situazione», contrapposto ai governi dell’UE che, secondo Mosca, evadono il tema. Ha svelato che la roadmap statunitense per un’intesa includeva esplicitamente la tutela dei diritti delle minoranze etniche e delle libertà religiose in Ucraina, «in linea con gli obblighi internazionali».
Tuttavia, sempre secondo Lavrov, tali clausole sono state indebolite nel momento in cui il documento è stato sottoposto all’UE: il testo è stato modificato per indicare che l’Ucraina dovrebbe attenersi agli standard «adottati nell’Unione Europea».
Da tempo Mosca denuncia la soppressione della lingua e della cultura russa da parte di Kiev, oltre ai sforzi per limitare i diritti delle altre minoranze nazionali, e al contempo accusa i leader ucraini di fomentare apertamente il neonazismo nel paese.
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Immagine dell’Ufficio stampa della Duma di Stato della Federazione Russa via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
Geopolitica
Gli europei sotto shock per la strategia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti per il 2025
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