Intelligence
I servizi tedeschi spiano il loro ex capo per presunti legami con l’«estremismo di destra»
L’agenzia di Intelligence nazionale tedesca chiamata Bundesamt für Verfassungsschutz – l’Ufficio federale per la protezione della Costituzione, meglio nota come BfV – ha messo sotto sorveglianza il suo ex presidente Hans-Georg Maaßen, sospettandolo di legami con l’estrema destra del paese, hanno riferito i media locali.
Secondo il sito web T-online e l’emittente pubblica nazionale ARD, l’agenzia conserva ora un ampio dossier sul suo ex direttore, che è stato al timone tra il 2012 e il 2018. La BfV lo ha reso un «caso di osservazione» a causa di sospetti su è possibili legami con l’«estremismo di destra».
Maaßen è stato costretto a dimettersi dal BfV dopo una serie di scandali, tra cui il suo porre questioni riguardo le denunce di violenza di estrema destra contro gli stranieri. Diversi media hanno anche affermato che avrebbe consegnato informazioni sensibili al partito populista di destra Alternativa per la Germania (AfD), riporta RT.
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Maassen è ora il leader dell’Unione dei Valori, un partito di destra che recentemente si è separato dall’Unione Cristiano-Democratica della Germania (CDU). Creata inizialmente nel 2017, l’Unione si presentava originariamente come un’associazione conservatrice all’interno della CDU, ma le due fazioni hanno avuto un grave dissidio ideologico che alla fine ha portato alla rottura.
Alcuni critici hanno anche accusato l’Unione dei Valori di essere troppo vicina all’AfD, che ha costantemente criticato le politiche di immigrazione di Berlino.
Come riportato da Renovatio 21, il Maaßen due mesi fa aveva dichiarato in un’intervista che l’Europa sta affrontando una crisi senza precedenti a causa dell’immigrazione di massa, che l’Islam è ben pronto a conquistare l’Europa e che la Germania e l’Austria potrebbero fare molto per fermare la crisi ma stanno scegliendo di non farlo.
La decisione del BfV di mettere il Maaßen sotto sorveglianza è stata confermata dallo stesso politico, che ha pubblicato la relativa comunicazione dell’agenzia. Tra le ragioni è citato il fatto che i membri del movimento Reichsburger – che nega l’esistenza di un moderno Stato tedesco e crede che i cittadini del Paese vivano ancora nel Reich tedesco secondo la Costituzione del 1871 – hanno condiviso il suo video sui social media.
Nel dicembre dello scorso anno, le autorità tedesche hanno accusato 27 persone, sospettate di appartenere al movimento Reichsburger, di aver pianificato di rovesciare l’ordine costituzionale del paese.
I rapporti affermano anche che Maaßen avrebbe descritto le azioni delle autorità contro i membri del Reichsburger come «sproporzionate», aggiungendo che alcune figure di destra hanno descritto Maaßen come un “repubblicano convinto”.
Mercoledì in un’intervista alla rivista Tichys Einblick l’ex presidente del BfV ha definito le accuse di estremismo di destra «prive di fondamento e ingiustificate», suggerendo che il suo ex ufficio stava abusando dei suoi poteri per dare la caccia agli oppositori politici.
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«Questo è un attacco all’ordine democratico fondamentale da parte del ministro federale degli Interni, la signora Faeser», ha aggiunto. La ministro degli Interni Faeser è nota per aver dichiarato di voler combattere l’estremismo di destra sin dall’asilo .Il concetto di estremismo, di fatto, viene ora allargato dalle istituzioni tedesche: in un’intervista con ZDF, il direttore del servizio di Intelligence del Land della Turinga Stephan Kramer ha ammonito riguardo al fatto che le proteste «legittime» per la crisi energetica potrebbero essere «dirottate dagli estremisti».
Secondo un articolo comparso due anni fa sul quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung, le agenzie di Intelligence interne tedesche gestirebbero centinaia di account falsi di estremisti di destra sui social media. Tali agents provocateurs telematici possono incitare sia all’odio che alla violenza. È emerso lo scorso agosto che i servizi segreti tedeschi sarebbero pronti a criminalizzare chi critica lo Stato: e l’ufficio attivo in questo tipo di repressione è proprio il BfV.
Come riportato da Renovatio 21, lo scorso aprile aprile era emerso che i servizi avevano etichettato l’organizzazione giovanile AfD come «estrema destra» in modo da poter sorvegliarne i membri.
A dicembre 2023, il presidente della sezione sassone dell’Ufficio per la protezione della Costituzione (BfV), Dirk-Martin Christian, ha annunciato che l’AfD era stato ufficialmente ritenuto estremista per la sua «agenda anticostituzionale». Tale status giuridico consente al BfV di utilizzare mezzi di sorveglianza e di intelligence per raccogliere informazioni senza restrizioni sulle attività del partito di destra.
La Grundgesetz, la «legge di base» e cioè la Costituzione tedesca sulla quale il BfV dovrebbe vigilare, è stata umiliata durante la pandemia (il suo primo articolo recita: «La dignità dell’uomo è intangibile. È dovere di ogni potere statale rispettarla e proteggerla») è successivamente modificata per poter aumentare la spesa militare, che con l’Ucraine (e non solo) sta gonfiandosi senza requie, segno di una effettiva rimilitarizzazione della Germania.
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Immagine di Bundesministerium des Innern/Sandy Thieme via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Germany
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Il capo dei servizi segreti di Mosca: l’Europa occidentale si «prepara al conflitto» con la Russia
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Trump conferma l’autorizzazione delle operazioni della CIA in Venezuela
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha confermato di aver autorizzato operazioni della CIA in territorio venezuelano. Lo riporta il New York Times.
Secondo il quotidiano neoeboraceno, la decisione consentirebbe agli agenti dell’intelligence di condurre operazioni letali contro il presidente venezuelano Nicolas Maduro, accusato dall’amministrazione Trump di gestire cartelli «narco-terroristici» e di inondare gli Stati Uniti con cocaina e fentanyl.
Durante un incontro nello Studio Ovale, un giornalista ha chiesto a Trump: «Perché hai autorizzato la CIA a operare in Venezuela?»
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«Ho dato il via libera per due ragioni, in realtà», ha risposto Trump. «Primo, loro [il Venezuela] hanno svuotato le loro carceri mandando i detenuti negli Stati Uniti».
«L’altro problema sono le droghe. Dal Venezuela arriva una grande quantità di droga, molta della quale via mare, ma la fermeremo anche via terra», ha aggiunto.
Trump ha evitato di specificare se la CIA abbia l’autorizzazione a «eliminare Maduro».
«Non voglio rispondere a una domanda simile. Non sarebbe assurdo per me farlo?», ha dichiarato. Durante il suo primo mandato, Trump ha imposto dure sanzioni al Venezuela e di recente ha aumentato a 50 milioni di dollari la ricompensa per informazioni che portino all’arresto di Maduro.
Come riportato da Renovatio 21, Stati Uniti hanno schierato una flotta navale nei Caraibi orientali e, da settembre, hanno distrutto almeno cinque imbarcazioni sospettate di contrabbandare droga dal Venezuela.
Maduro ha smentito le accuse di collaborare con i cartelli e ha accusato gli Stati Uniti di volerlo destituire, sottolineando che l’esercito venezuelano è pronto a contrastare un’eventuale invasione.
Come riportato da Renovatio 21, l’amministrazione washingtoniana ha rotto le relazioni diplomatiche con Caracas, che a sua volta ha avvertito della possibilità di attacchi da parte di estremisti contro l’ambasciata.
Secondo il NYT negli scorsi mesi Maduro avrebbe fatto ampie concessioni economiche agli USA, che epperò sarebbero fermi sull’idea che il presidente venezuelano lasci l’incarico.
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Il Venezuela ha denunziato voli «illegali» di caccia F-35 americani nei suoi spazi aerei negli ultimi giorni. Si moltiplicano intanto le notizie di preparativi di ulteriore attacchi al narcotraffico venezuelano, con minaccia diretta di Trump agli aerei di Caracas che avevano sorvolato una nave da guerra USA mandata nell’area.
Come riportato da Renovatio 21, negli scorsi giorni Trump ha dichiarato che «gli attacchi degli Stati Uniti alle imbarcazioni venezuelane sono un atto di gentilezza» e che il Paese è in «conflitto armato» con i cartelli della droga.
Secondo alcuni analisti, la nuova «guerra alla droga» altro non è che una copertura della riattivata Dottrina Monroe, che prevede l’egemonia assoluta degli USA sul suo emisfero – qualcosa del resto di detto apertamente quando si parla della cosiddetta «difesa emisferica» dell’amministrazione Trump, con varie opzioni di annessioni di Panama, Groenlandia, Canada, e perfino il Messico.
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Immagine screenshot da Twitter
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Il vertice del KGB bielorusso parla dei colloqui con gli USA
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