Intelligence
I servizi segreti angloidi vogliono un nuovo cloud
Secondo quanto riportato martedì dal quotidiano Breaking Defense, il gruppo di Intelligence Five Eyes starebbe valutando la creazione di un ambiente cloud top secret che consentirebbe ai suoi membri di condividere i dati più facilmente.
Secondo quanto riferito, i funzionari di tutti i Paesi membri del gruppo, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Nuova Zelanda e Australia, hanno concordato in una recente conferenza sul sistema informativo di intelligence del Dipartimento della Difesa (DODIIS) che tale tecnologia «trasformerebbe l’interoperabilità delle tecnologie dell’informazione in una realtà», ha affermato l’agenzia.
Si prevede inoltre che le informazioni archiviate sul cloud possano essere «taggate» con metadati che aiuterebbero a identificare la provenienza dell’Intelligence, secondo il Brig. Gen. Eric Vandenberg, che dirige l’impresa di intelligence generale per il Dipartimento della Difesa Nazionale canadese.
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«Non solo questo cloud sarebbe un cloud Top Secret, ma sarebbe anche agnostico in termini di classificazione, perché i dati sono tutti taggati, perché tutti i miei utenti hanno le identità digitali corrette, posso archiviare tutti i dati nel cloud. Tutti possono accedere a ciò a cui sono autorizzati ad accedere quando sono autorizzati ad accedervi. Ciò consentirebbe l’interoperabilità», ha detto il Vandenberg al pubblico alla conferenza DODIIS questa settimana.
Jack Maxton, responsabile delle informazioni per l’Intelligence della difesa presso il ministero della Difesa britannico, ha anche espresso la speranza per la creazione di una rete del genere e ha anche chiesto di ridurre la «burocrazia non necessaria» all’interno del gruppo di condivisione delle informazioni.
Le restrizioni burocratiche «stanno aggiungendo ben poco valore, sia alla nostra sicurezza che alla nostra missione di intelligence, ma poiché sono lì da così tanto tempo, ci siamo semplicemente sentiti davvero, davvero a nostro agio», ha detto il Maxton.
Tuttavia, Breaking Defense ha citato il Brig. Andrew McBaron, direttore generale dei dati di Intelligence e del targeting per il Dipartimento della Difesa australiano, che ha affermato che la creazione di un tale cloud è ancora solo in fase di valutazione ed è un obiettivo ambizioso e ambizioso per il momento.
Nessun funzionario dei Five Eyes ha suggerito quando potrebbe essere lanciata una rete del genere; tuttavia, a quanto si dice, credono che «trasformerebbe» il modo in cui le agenzie membri lavorano insieme.
I Five Eyes (FVEY) sono un’alleanza di Intelligence di Paesi anglofoni a componente etnica anglosassone che comprende Australia, Canada, Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti. Tali Paesi sono parte dell’accordo multilaterale UK-USA, un trattato per la cooperazione congiunta nell’Intelligence dei segnali stipulato negli anni.
Diversi Paesi sono stati potenziali membri dei Five Eyes. Israele, Singapore, Corea del Sud, e Giappone hanno collaborato o continuano a collaborare con l’alleanza, sebbene nessuno ne sia formalmente membro.
Secondo la testata francese L’Obs, nel 2009, gli Stati Uniti hanno proposto alla Francia di aderire al trattato e formare una successiva alleanza «Six Eyes». Il presidente francese dell’epoca, Nicolas Sarkozy, ha richiesto che la Francia avesse lo stesso status degli altri membri, inclusa la firma di un «accordo anti-spionaggio».
Questa proposta è stata approvata dal direttore della NSA, ma respinta dal direttore della CIA e dal presidente Barack Obama, con conseguente rifiuto da parte della Francia. La rivista New York ha riferito nel 2013 che la Germania era interessata ad aderire all’alleanza Five Eyes. All’epoca, diversi membri del Congresso degli Stati Uniti, tra cui Tim Ryan e Charles Dent, spingevano per l’ingresso della Germania nell’alleanza Five Eyes.
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A partire dal 2018, attraverso un’iniziativa a volte definita «Five Eyes Plus 3», Five Eyes ha accordi con Francia, Germania e Giappone per introdurre un quadro di condivisione delle informazioni per contrastare Cina e Russia. Five Eyes più Francia, Giappone e Corea del Sud condividono informazioni sulle attività militari della Corea del Nord, compresi i missili balistici, in un accordo a volte definito «Five Eyes Plus».
I Nine Eyes sono un gruppo diverso che comprende i membri dei Five Eyes, così come Danimarca, Francia, Paesi Bassi e Norvegia.
Secondo un documento trapelato da Edward Snowden, esiste un altro accordo di lavoro tra 14 nazioni ufficialmente noto come «SIGINT Seniors Europe», o «SSEUR». Il gruppo «14 Eyes» è composto dai membri dei Nine Eyes più Belgio, Germania, Italia, Spagna e Svezia.
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Breve storia dei fratelli Dulles, tra nazismo e CIA
Quanto il peso dei fratelli Dulles nelle scelte di politica estera americana fosse dominante lo si può capire leggendo la prefazione del libro di David Talbot The Devil’s Chessboard.
Il futuro direttore della CIA Allen Dulles (1893-1961), il minore dei due fratelli, durante la Seconda Guerra Mondiale, venne arruolato nell’OSS di William Donovan (1883-1959) e venne mandato a gestire l’ufficio di Berna. In quella stessa città aveva passato il periodo della prima guerra mondiale, dove aveva instaurato un ottimo rapporto con il clima internazionale della città svizzera e con i suoi frequentatori, soprattutto tedeschi con interessi nell’industria americana.
Tra le due guerre il fratello maggiore John Foster Dulles (1888-1959) aveva nel frattempo guadagnato un importante ruolo nella Sullivan & Cromwell, il più importante studio legale americano e forse al mondo in quel momento. Seguendo suo zio Robert Lansing (1864-1928) allora segretario di stato del presidente Woodrow Wilson (1856-1924), in un viaggio in Centro America attraverso alcuni suoi interventi si guadagnò la fiducia del Presidente e venne mandato alla conferenza di pace di Versailles come consigliere legale.
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Durante la conferenza fece sentire la sua voce perché fosse lasciata una possibilità di recupero alla Germania senza che le imposizioni diventassero troppo pesanti e che fosse data una possibilità di ripagare il debito diluendolo in un numero maggiore di anni. Attraverso il presidente Wilson ricevette anche il mandato di membro del comitato di riparazione di guerra. Successivamente giocò un ruolo fondamentale nell’applicazione del piano Dawes che prevedeva la diminuzione dei pagamenti tedeschi e la presa in carico da parte di società private americane del debito di guerra.
Nel momento in cui anche Allen divenne associato allo studio legale attraverso il fratello, già uomo di punta della firm, venne incaricato di seguire i clienti europei e in particolare quelli tedeschi, avendo maturato ottimi contatti durante il suo periodo a Berna. I fratelli attraverso il loro studio legale crearono un importante flusso di affari con la Germania del primo dopo guerra. I loro interessi personali si fusero totalmente con il piano americano per la ricostruzione della Germania.
John Foster mantenne la rappresentanza di colossi della chimica come IG Farben o dell’acciaio come i Krupp anche durante l’ascesa di Hitler al potere e dichiarò sempre apertamente il suo appoggio alla causa nazista. Il ruolo fondamentale dei Dulles prevedeva che loro mantenessero aperto il canale di approvvigionamento dei colossi industriali tedeschi alle materie prime americane. Il suo appoggio non cambiò nemmeno dopo le leggi antisemite naziste del 1935 e i successivi maltrattamenti riservati alla popolazione ebraica in Germania prima dello scoppio della guerra.
Il fratello Allen, mandato con il compito di raccogliere informazioni dal presidente Franklin Delano Roosevelt (1882-1945), ebbe modo di incontrare Adolf Hitler (1889-1945) di persona nel 1933 nel suo ufficio di Berlino. L’incontro, voluto anche e soprattutto con l’obiettivo di capire quali altre possibilità ci fossero per lo studio legale, lasciò inoltre ai posteri un commento memorabile di Allen sul Führer che suonò pressapoco come «affatto allarmante». Anzi, le fonti dicono che rimase positivamente colpito dalla franchezza e dalla sincerità del capo della propaganda nazista Joseph Goebbels (1897-1945).
Nonostante l’idea di Allen sulla Germania nazista cominciò a mutare verso la fine degli anni Trenta, per deferenza verso il fratello maggiore non la dichiarò mai pubblicamente. Continuò infatti a occuparsi di finanza e industria tedesca senza sosta. Nel momento in cui venne arruolato dal’OSS, molte sue frequentazioni stridevano tanto che venne messo sotto sorveglianza speciale dal leggendario agente segreto canadese, al soldo dei britannici, William Stephenson (1897-1989).
In seguito al trasferimento a Berna, dove la sua carriera da spia ebbe inizio durante la Grande guerra, e con essa i suoi rapporti con il mondo tedesco, in molti storsero il naso. La scelta di Roosevelt suscitò non poche perplessità nel suo gruppo di governo, Dulles rappresentava concretamente il mondo conservatore che voleva farlo fuori. Il piano del presidente però lo avrebbe messo nella condizione di coltivare strettamente i suoi contatti e in questo modo portandoli alla luce. O almeno queste erano le intenzioni di Roosevelt.
Uni dei contatti fondamentali di Allen Dulles a Berna era Thomas McKittrick (1889-1970), un vecchio amico di Wall Street. McKittrick in quel momento si era recato a Berna come neoeletto presidente della BIS, Bank for International Settlement. La banca era stata creata come organo sovranazionale per mettere in comunicazione le varie banche centrali e amministrare i pagamenti verso le nazioni perdenti, leggasi Germania. In poco tempo la BIS si trasformò nel pilastro centrale delle movimentazioni finanziarie sovranazionali.
Quando McKittrick arrivò per ricoprire il suo incarico nel 1940, la banca era di fatto già sotto controllo nazista da molto tempo. Cinque dei suoi direttori in quel momento vennero accusati di crimini di guerra dopo il 1945, tra questi, Hermann Schmitz (1881-1960) proprietario della IG Farben e produttore del Zyklon B, gas che verrà utilizzato nei campi di concentramento nazisti. Schmitz era uno dei tanti imprenditori coinvolti con lo studio legale dei fratelli Dulles e con la BIS che divenne sottotraccia uno dei principali finanziatori del regime nazista di Hitler e delle sue volontà belligeranti. La BIS, inoltre, venne utilizzata dai nazisti per riciclare le centinaia di milioni di dollari di oro sottratto durante i saccheggi e le requisizioni.
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Anche McKittrick era inviso a Roosevelt e ai suoi uomini, in particolar modo a Henry Morgenthau Jr. (1891-1967) che fece di tutto per limitare il suo operato ma con scarsi risultati. I contatti tra Dulles e il presidente della BIS continuarono per tutta la guerra e si concentrarono particolarmente su come riuscire a mantenere in sicurezza gli investimenti dei loro clienti. Quando Roosevelt lanciò l’operazione Safehaven, con l’obiettivo di confiscare i patrimoni nazisti nascosti nelle nazioni neutrali, Dulles e McKittrick di pari passo si industriarono per ostacolarne la realizzazione.
Dulles, al contrario di Morgenthau, preferiva strategicamente che le ricche famiglie tedesche si riprendessero i loro patrimoni e riformassero una Germania forte per contribuire a mettere in atto un solido baluardo contro la potenza sovietica. Resosi conto che non avrebbe mai ottenuto questo da Morgenthau preferì agire nell’ombra sabotando l’operazione fin da subito e lo stesso fece McKittrick. John Foster da New York si dedicò invece ad aiutare i suoi clienti tedeschi a nascondere le loro fortune.
Secondo il giudice della Corte Suprema Arthur Goldberg che all’epoca era un giovane avvocato al soldo dell’OSS, i fratelli Dulles sarebbero dovuti essere accusati di tradimento. Con la morte di Roosevelt nel aprile del 1945, dal lato del mondo democratico non rimaneva la sufficiente forza e volontà a scoperchiare il vaso di Pandora per attaccare due colonne portanti dello stato americano. Allen, consapevole del potere derivante dalla conoscenza, continuò ad operare nel mondo dell’Intelligence durante tutto il dopoguerra, monitorando e indirizzando le informazioni riguardanti lui e suo fratello.
Marco Dolcetta Capuzzo
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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Il potere della vittima
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