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I russi dicono che soldati ucraini attaccono i civili in auto nella regione di Kursk

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Un drammatico filmato ripreso da una telecamera di bordo appena fuori dalla città russa di Sudzha, nella regione di Kursk, mostra un’auto che schiva le mine anticarro ucraine e poi il fuoco delle armi leggere, mentre un guidatore esasperato e il suo passeggero fuggono per salvarsi la vita.

 

Da martedì mattina, le truppe di Kiev si sono scontrate con l’esercito russo e le guardie di frontiera nel tentativo di inoltrarsi ulteriormente nella regione di confine.

 

Secondo un’analisi del sito governativo russo RT, il filmato sarebbe stato girato dall’interno di un veicolo mentre si avvicinava a Sudzha da Nord-Est. Mostra una rotonda a tre vie appena a nord della città e altre caratteristiche, tra cui un cartello che indica l’ingresso della città.

 

Mentre il veicolo si avvicina all’incrocio, si sente una raffica di colpi d’arma da fuoco e le due persone all’interno dell’auto si preoccupano. Pochi secondi dopo superano un’auto abbandonata, con il finestrino lato guida apparentemente crivellato di proiettili e quella che sembra essere una mina anticarro che punteggia la strada.

 

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Il filmato mostra quindi altri spari e l’autista che fa disperatamente manovre ad alta velocità per sfuggire al pericolo. Prima prova a guidare verso Sudzha, ma poi cambia idea e fa un’inversione a U per sfrecciare attraverso la parte pericolosa dell’autostrada che hanno appena superato per fuggire nella direzione opposta. A quanto pare, alcuni proiettili hanno colpito il veicolo nel processo, a giudicare dai commenti fatti da autista e il suo passeggero.

 

Il video è stato apparentemente registrato da un telefono usato come dashcam ed è stato pubblicato lo scorso giovedì. Gli eventi sarebbero avvenuti prima nel corso della giornata.

 

Della scena sono stati pubblicati altri video, tra cui uno apparentemente girato nella stessa posizione generale.

 

 

Quest’altro gruppo di persone che viaggiava in auto ha dovuto evitare le mine quando ha lasciato Sudzha. Stavano discutendo della minaccia dei droni ucraini e avevano visto persone morte per strada. La loro auto ha superato diversi veicoli civili danneggiati, alcuni bruciati, ma non sono stati attaccati direttamente.

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Ulteriori video finiti in rete mostrano l’arrivo di mezzi russi nell’area.

 


RT ricorda che Mikhail Podoliak, consigliere di Volodymyr Zelensky, aveva dichiarato in un’intervista di giovedì che l’obiettivo di Kiev era quello di incutere timore nella popolazione russa, sperando che ciò avrebbe minato il sostegno al governo. «Rispondono a qualcosa che non sia la paura? No, e tutti dovrebbero rendersene conto alla fine», aveva detto.

 

Sparare a civili privi di connotazione militare può rientrare nel novero dei crimini di guerra.

 

Il Protocollo addizionale I delle Convenzioni di Ginevra proibisce tutti gli attacchi intenzionali contro «la popolazione civile e i beni civili» e definisce «attacchi indiscriminati» come «perdita accidentale di vite civili, lesioni a civili, danni a beni civili, o una combinazione di questi, che sarebbe eccessiva rispetto al vantaggio militare concreto e diretto previsto».

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L’esercito russo dice di aver circondato oltre 10 mila soldati ucraini

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Circa 10.000 militari ucraini sono stati accerchiati dalle truppe russe nelle zone di Kupjansk e Krasnoarmeysk, ha dichiarato domenica il presidente Vladimir Putin in occasione di una visita a un centro di comando dell’esercito russo.   Secondo il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov, Putin ha incontrato il capo di stato maggiore ValerijGerasimov e alti ufficiali militari, ricevendo aggiornamenti sulla situazione lungo il fronte.   «Sono stati segnalati circa 5.000 soldati ucraini circondati nella direzione di Kupyansk e intorno a 5.500 in quella di Krasnoarmeysk», ha precisato Peskov.   Kupyansk è una località nella regione di Kharkov, in Ucraina, situata a circa 100 km a est del capoluogo. Krasnoarmeysk, invece, si trova nella Repubblica Popolare di Donetsk, al momento sotto il controllo delle forze ucraine.

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L’esercito ha comunicato che le unità russe hanno inoltre conquistato un passaggio sul fiume Oskol, interrompendo i movimenti delle truppe ucraine. Al presente, stanno ultimando la liberazione di Yampol, mentre Volchansk, nelle vicinanze, sarebbe stata liberata al 70%.   In totale, 31 battaglioni ucraini risultano accerchiati nelle aree di Krasnoarmeysk e Dimitrov. Peskov ha riferito che Putin ha elogiato le truppe per i successi a Kupyansk e per i risultati ottenuti in altre operazioni di combattimento.   Nel corso dell’incontro, Putin ha disposto l’adozione di iniziative per favorire la capitolazione delle unità ucraine isolate e limitare al massimo le perdite. Ha rilevato che l’esercito russo ha sempre dimostrato clemenza nei confronti dei nemici e ha insistito affinché tale approccio prosegua.   Il presidente russo ha inoltre invitato i comandanti a «fare tutto il possibile» per tutelare la sicurezza dei civili nelle zone accerchiate, che, a suo avviso, le forze ucraine stanno utilizzando come scudi umani.   Putin ha quindi spronato l’esercito a proseguire l’«operazione militare speciale» «in linea con il piano delineato dallo Stato Maggiore», ribadendo che la protezione dei soldati russi debba costituire la priorità assoluta.    

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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0) 
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Ex comandante NATO afferma che l’Irlanda unita potrebbe aiutare Russia e Cina

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Un ex comandante della NATO ha messo in guardia sul fatto che l’eventuale unificazione dell’Irlanda potrebbe rappresentare un grave colpo alla sicurezza occidentale, aprendo la strada a un’espansione dell’influenza di Russia e Cina nell’Atlantico settentrionale.

 

Parlando mercoledì durante un briefing per membri del Parlamento e della Camera dei Lord, il contrammiraglio britannico in pensione Chris Parry ha sostenuto che la perdita della posizione del Regno Unito nell’Irlanda del Nord offrirebbe un’importante opportunità strategica a Mosca e Pechino.

 

Il Parry ha evidenziato l’importanza delle acque tra l’Irlanda del Nord e la Scozia per i sottomarini nucleari britannici, definendole «essenziali per il nostro deterrente strategico».

 

«Con un’Irlanda unita, non vi è alcuna garanzia che potremmo schierare i nostri missili balistici», ha dichiarato il contrammiraglio, suggerendo che l’unificazione irlandese potrebbe consentire agli avversari della NATO di minacciare i cavi sottomarini cruciali.

 

«Il Regno Unito deve valutare la minaccia che una Repubblica d’Irlanda neutrale rappresenta per sé stesso. Credo che il modo migliore per sostenere l’Irlanda ora sia incrementare l’attività della NATO e degli Alleati nelle acque della sua zona economica esclusiva», ha affermato l’ex militare.

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Il Parry ha persino proposto che la NATO conduca esercitazioni nelle acque sotto il controllo irlandese «indipendentemente dall’approvazione di Dublino», sottolineando che il blocco deve essere pronto a «contrastare i nostri potenziali avversari nelle acque irlandesi». Ha aggiunto che la Repubblica dovrebbe avvicinarsi a una cooperazione militare più stretta con la NATO e abbandonare la sua neutralità.

 

«Se qualcuno attacca la Gran Bretagna, attaccherà anche l’Irlanda… La neutralità non può più essere vista come un’obiezione di coscienza. Se fai parte del mondo libero, devi essere pronto a difenderlo. La Repubblica deve ridurre le sue vulnerabilità», ha dichiarato.

 

L’Irlanda mantiene una neutralità militare dall’indipendenza nel 1921 e non è membro della NATO, pur collaborando con l’alleanza.

 

L’idea della riunificazione irlandese – l’unione della Repubblica d’Irlanda con l’Irlanda del Nord, parte del Regno Unito – è contemplata dall’Accordo del Venerdì Santo del 1998. Questo accordo ha posto fine a tre decenni di conflitto tra nazionalisti irlandesi e unionisti filo-britannici, istituendo un governo di condivisione del potere a Belfast e stabilendo che lo status dell’Irlanda del Nord può essere modificato solo con il consenso della maggioranza tramite un voto.

 

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Immagine di Mike Weston ABIPP/MOD via Wikimedia pubblicata su licenza Open Government Licence version 1.0

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Zelens’kyj elogia il successo del test del «Flamingo», missile da crociera che può colpire Mosca

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj ha proclamato il successo del test del Flamingo, un missile-drone con una portata di circa 3.000 km.   Secondo la stampa ucraina il missile da crociera Flamingo FP-5 sarebbe in grado di trasportare una testata nucleare e una carica esplosiva quasi tre volte superiore a quella del Tomahawk statunitense, sebbene con una precisione inferiore.   Le prime versioni di prova del missile sono già state impiegate in combattimento. Secondo fonti ufficiali di Kiev, la produzione di massa inizierà presto, ed entro la metà del 2026 l’Ucraina dovrebbe disporre di un arsenale capace di colpire qualsiasi obiettivo entro 3.000 km in Russia con una testata convenzionale da mezza tonnellata.   Immagini del razzo erano apparse sui social ancora un mese fa.

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Il Flamingo rappresenta il sostituto dei missili da crociera Kh-55, abbandonati dall’Ucraina negli anni ’90 (alcuni dei quali usati dalla Russia contro l’Ucraina nel 2022). Durante lo sviluppo, una copia di prova del missile è stata accidentalmente dipinta di rosa, un problema risolto, ma il soprannome è rimasto, come riferito da Zelens’kyj e dal suo staff.   Con una portata che include facilmente Mosca, un eventuale attacco alla capitale russa con questi missili potrebbe spingere Putin a ordinare rappresaglie più dure su Kiev. Nonostante oltre tre anni di guerra, l’esercito russo non ha ancora colpito direttamente gli edifici governativi di alto livello o i quartieri generali militari e di intelligence a Kiev, ma la situazione potrebbe presto cambiare.   La Casa Bianca auspica un accordo di pace per evitare un’escalation, ma il processo è in stallo, soprattutto dopo le nuove sanzioni di Trump contro il petrolio russo questa settimana. Nessuna delle due parti sembra disposta a compromessi, e con la Russia in vantaggio sul campo di battaglia, Mosca ha pochi incentivi a rinunciare alle condizioni massimaliste di Putin e agli obiettivi della sua «operazione militare speciale».  

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