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Arte

I misteriosi monoliti del 2020 sono tornati

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Gli enigmatici monoliti stile 2001 Odissea nello Spazio apparsi per la prima volta nell’anno fatale 2020 paiono esser tornati.

 

Nel 2020, al culmine della pandemia di COVID, fu scoperto un monolite di metallo in una zona remota del deserto dello Utah.

 

La reazione, all’epoca, fu di stupore ed ironia. Molti hanno pensato che si potesse trattare di una burla, o di un’operazione di arte contemporanea (che è anche quella una burla, con la speculazione finanziaria e fiscale aggiunta).

 

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Il monolito utahano fu quindi rimosso, in modo piuttosto bizzarro, da un gruppo di escursionisti, uno dei quali, secondo quanto riferito, avrebbe dichiarato la sua intenzione di «non lasciare la spazzatura nel deserto». Nel caso si fosse trattato di arte contemporanea, l’uomo ci avrebbe avuto ragionissima.

 

Alcuni, tuttavia, nutrono sospetti sullo stesso gruppo di escursionisti anti-monolite nel deserto.

 

Pochi giorni dopo un oggetto quasi identico al monumento a quello rinvenuto in Utah è stato scoperto in Romania vicino a un’antica fortezza e sito archeologico nella città di Piatra Neamt.

 

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Sparì anche il monolite romeno. Apparve, quindi, il monolite californiano. Anche qui, «escursionisti» trovarono il misterioso oggetto ad Atascadero, località dello Stato della California.

 

Si disse che aveva una struttura simile a quello dello Utah.

 

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Ecco quindi che il parallelepipedo appare a Oudehorne, uno sperduto villaggio tra i boschi della provincia di Friesland, nei Paesi Bassi.

 

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La frenesia monolitica non si è fermata tra la boscaglia neerlandese. Nel 2021, ne è stato trovato un altro vicino a Gobeklitepe, un tempio di 12.000 anni in Turchia.

 

 

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Notate dalle immagini che invece degli escursionisti Erdogan ha mandato soldati armati di mitragliatore – e mascherina chirurgica d’ordinanza, era il 2021, chissà mai che il monolito non fosse infetto dal COVID-19.

 

Poi però, il fenomeno pare essere cessato. Almeno fino a poco fa.

 

Un monolite a base triangolare (simile ad un Toblerone, dicono) alto più di tre metri sarebbe apparso in Galles.

 

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Anche nel deserto americano vi sarebbe stato il grande ritorno: ecco che appare in una zona di trekking fuori Las Vegas.

 

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Il monolite del Nevada è finito segnalato dalla polizia della città del vizio creata dalla mafia ebraica.

 

 

Di cosa si tratti non sappiamo nulla. Tuttavia, urge che la politica adotti, in ogni caso, legislazioni draconiane contro l’arte contemporanea, bandendo con pene severissime il concettualismo, la performance art, la land art e qualsiasi altra forma di bassezza estetica mista a riciclaggio di danaro proveniente dalla periferia esistenziale delle élite decadenti.

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Immagine screenshot da Twitter
 

 

 

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Consiglio musicale: miele pallido per una notte d’estate

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Ci è venuta voglia di dare al lettore un consiglio musicale. In passata, quando abbiamo dispensato segnalazioni di questo tipo, abbiamo ricevuto più reazioni di quanto immaginassimo.   È bello, perché condividere una musica è più di condividere un concetto. È trasmettere un sentimento, è immergere in una sensazione, grande e complessa. La musica risuona: nella testa, nelle ossa, nella carne. Nell’anima, soprattutto.   Quindi, il consiglio musicale di questa sera di estate che sembra estate, è una canzone emotiva e un po’ languida, ovviamente retta da una voce femminile, come piace a noi.

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Il gruppo si chiama Pale Honey, cioè «miele pallido». Sono due ragazze di Goteborg classe 1992, che suonano insieme dai tempi della scuola. Va detto che nel gruppo c’è anche un ragazzo, ma la cifra femminea dell’opera sovrasta ogni cosa.   Il pezzo è uscito come singolo nel 2017, si intitola Why Do I Always Feel This Way («Perché mi sento sempre così?»). È contenuto in un album dal nome semplice e bellissimo, Devotion.   Il video, genuino e minimale, si lascia guardare: come il loro conterraneo Ingmar Bergman, si parva licet, non hanno paura di un primo piano strettissimo e continuato. Perché la quantità di cose che possono uscire da un volto umano, se visto da vicino, è semplicemente incalcolabile.     A volte vivere sembra noioso Continuo a lavorare Mi sta turbando la mente Sono mai io quella giusta? Puoi aprire il tuo cuore e lasciarla sola? Saresti il ​​mio amore se cambiassi?   Era tutto per lei? L’ho desiderato per me Non imparerò mai Perché non sei per me   Attraverso le tempeste più pesanti so di poter sopportare Il peso del tuo mondo Se solo tu me lo permettessi Puoi chiudere a chiave il tuo cuore? Dimmi che ho vinto Allora puoi essere il mio amore Non vedo l’ora   Era tutto per lei L’ho desiderato per me Non imparerò mai Perché non sei per me Era tutto per lei E niente per me Non imparerò mai Perché non sei con me

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Perché mi sento sempre così? Perché non imparo mai? Perché mi sento sempre così? Perché non può mai funzionare?   Era tutto per lei? L’ho desiderato per me Non imparerò mai Perché non sei per me Era tutto per lei? E niente per me Non capisco Perché non sei con me Era tutto per lei? E allora che dire di me? Non imparerò mai Non posso competere.   Perché mi sento sempre così? Perché non imparo mai? Perché mi sento sempre così? Perché non può mai funzionare?   Il gruppo è attivo dal 2014 e nel 2020 ha pubblicato il suo ultimo albo. Un altro singolo uscito nel 2017 che è andato forte è Get these things out of my head.   Fateci sapere se questo tipo di rubrica sognante-musicante vi va bene o se preferite che parliamo sempre di abissi e apocalissi.   Buonanotte.

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La Corea del Sud vieta canzone virale di TikTok che elogia Kim Jong-un

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La Commissione per gli standard di comunicazione della Corea del Sud ha affermato che vieterà i video di TikTok che contengono una canzone virale che sembra idolatrare il leader nordcoreano Kim Jong-un, descrivendo le clip come «guerra psicologica» e una violazione delle leggi nazionali.

 

Il brano, intitolato Friendly Father e descritto da Seoul come propaganda nordcoreana, è diventato virale sulla piattaforma di proprietà cinese ad aprile.

 

Il testo del brano uptempo è stato tradotto come: «Cantiamo di Kim Jong-un, il nostro grande leader; Vantiamoci di Kim Jong-un, il nostro padre amichevole; Tutti noi confidiamo e lo seguiamo con tutto il cuore, il nostro padre amichevole».

 

@that.concert.fella Kim Jong Un releases new song praising himself as North Korea’s ‘friendly father’ #kimjongun #northkorea #kpop #hitsong #friendlyfather #taylorswift #entertainment #fyp #fypシ #fypシ゚viral ♬ original sound – that.concert.fella

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In un comunicato stampa di lunedì, l’autorità di regolamentazione sudcoreana ha affermato che bloccherà 29 versioni del video Friendly Father su richiesta del servizio di intelligence nazionale del paese. Non è spiegato come verrà applicato il divieto.

 

La commissione ha sottolineato che i video violano la legge sulla sicurezza nazionale che vieta l’accesso ai siti web e ai media del governo nordcoreano e penalizza comportamenti e discorsi a favore della leadership di Pyongyang.

 

L’autorità di regolamentazione ha spiegato nella sua dichiarazione che il video Friendly Father è un «contenuto tipico» legato alla «guerra psicologica di Pyongyang contro la Corea del Sud», poiché è stato pubblicato su un canale «focalizzato sul collegamento della Corea del Nord con il mondo esterno attraverso l’idolatria unilaterale e glorificando Kim».

 

Gli utenti sudcoreani di TikTok, tuttavia, hanno chiesto alle autorità di non bloccare il video virale, suggerendo che nessuno in realtà prende sul serio il testo della canzone e che dovrebbe essere lasciato disponibile in modo che «più persone possano godersi lo scherzo».

 

Molti utenti hanno anche ammesso di trovare la melodia orecchiabile e che ricorda la vecchia musica pop europea.

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Immagine di Cheongwadae / Blue House via Wikimedia pubblicata su licenza Korea Open Government License Type I: Attribution

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Medvedev paragona la «Conferenza di pace» svizzera alla Fattoria degli animali di Orwell

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L’attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev ha scritto domenica su Telegram riguardo la falsa «conferenza di pace» tenutasi in Isvizzera paragonando il vertice al libro di George Orwell La fattoria degli animali, con tanto di paragoni con gli animali subdoli del romanzo di Orwell.   Secondo l’ex presidente russo l’evento svizzero è «puro surrealismo» e «nessuno dei partecipanti al ‘forum della pace’ sa cosa stanno facendo lì e quale è il loro ruolo».   In una selva di simboli di non facile decrittazione, Medvedev ha detto che i «pastori» svizzeri hanno invitato solo «animali fidati», tra cui un «pazzo e gracile maiale» e il suo aiutante, e anche «un gregge di ottuse pecore delle Alpi occidentali che belavano allegramente in nome della pace, così come un branco di cani europei legati alla catena per custodire il bestiame».   Medvedev, ex presidente russo e anche primo ministro (2012-2020), ha scritto che i «cani» «abbaiano e sputano saliva velenosa» per mantenere l’ordine, cosa che secondo lui è giustificata dal momento che «le pecore spesso belano fuori posto e confondono le dichiarazioni memorizzate».

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In un apparente riferimento al presidente degli Stati Uniti Joe Biden, ha detto che il gregge è guidato da «un proprietario anziano e debole di mente» che soffre di «demenza progressiva».   Il falco del Cremlino ha quindi aggiunto che gli Stati Uniti, invece di inviare Biden, hanno inviato «un deputato dalla testa morbida che… ha detto una frase imparata a memoria ed è tornato rapidamente a casa», riferendosi con probabilità al vicepresidente Kamala Harris.   «In sintesi, il pascolo del bestiame sulle Alpi è solo un triste mucchio di cacca che sta bruciando i soldi dei contribuenti», ha concluso l’allegorico Medvedev.   Come riportato da Renovatio 21, ben dodici Paesi si rifiutano di firmare la dichiarazione di Zelens’kyj sulla «conferenza di pace».   Nelle scorse settimane, il politologo John Mearsheimer aveva definito «ridicolo» l’incontro. Putin aveva respinto la formula di Kiev e sollevato dubbi sulla legittimità di Zelens’kyj, il cui mandato è scaduto. Il presidente russo in passato ha ripetuto che la Russia «non ha mai rinunciato ai colloqui di pace con l’Ucraina».   Pochi giorni fa Putin aveva chiarito le sue condizioni per dei veri colloqui di pace, subito respinte da Zelens’kyj e dagli USA, come detto a chiare lettere nel bizzarro discorso del segretario della Difesa Lloyd Austin all’incontro dei ministri della guerra NATO a Bruxelles della settimana scorsa.

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