Armi biologiche
I misteri del laboratorio di Wuhan

Questo sito è stato messo in un elenco di diffusori di fake news per aver parlato di un laboratorio come possibile del Coronavirus che sta devastando il pianeta.
Se vi chiedete perché ci sia nei grandi media di Stato e pure in quelli privati una corsa a dimenticarci degli esperimenti al laboratorio di Wuhan (l’unico in Cina certificato BSL-4, massimo livello di protezione per esperimenti con virus terrificanti come Ebola e SARS) la risposta che possiamo ipotizzare è puramente politica, e geopolitica.
«Non ci sono prove che il coronavirus sia fuggito accidentalmente da un laboratorio, ma non possiamo prendere per vere le smentite del governo cinese» scrive Jim Geraghty sul National Review.
Perché media e politici non vi parleranno mai di laboratori cinesi
Se venisse provato che il virus viene da quel laboratorio, la Repubblica Popolare Cinese sarebbe inchiodata alle sue responsabilità. Cosa che molti politici, molti industriali, enti, partiti, agenti dell’establishment non possono permettere
Se si sono dati da fare immediatamente per smentire il vecchio servizio del TG3 Leonardo sui rischi della manipolazione cinese del virus SARS (servizio che riprendeva un articolo di Nature) è perché qualora risultasse che è proprio uno di quei virus artificialmente manipolato ad essere scappato dal laboratorio (e non portato dal pipistrello a ferro di cavallo, che vive in caverne a 900 chilometri da Wuhan) scoppierebbe un pandemonio totale.
Se venisse provato che il virus viene da quel laboratorio, la Repubblica Popolare Cinese sarebbe inchiodata alle sue responsabilità. Cosa che molti politici, molti industriali, enti, partiti, agenti dell’establishment non possono permettere.
L’élite da decenni ha imposto al mondo di andare a letto con la Cina, per dar vita a quel lupanare distruttivo chiamato «Globalizzazione». Distruttivo perché in tutto l’Occidente esso ha comportato, tra le varie devastazioni, l’estinzione dolorosa della classe media.
L’élite da decenni ha imposto al mondo di andare a letto con la Cina, per dar vita a quel lupanare distruttivo chiamato «Globalizzazione». Distruttivo perché in tutto l’Occidente esso ha comportato, tra le varie devastazioni, l’estinzione dolorosa della classe media.
E la Cina, dal canto suo, non può in alcun modo permettere che il mondo la inchiodi ad una responsabilità del genere. Di qui, la de-sinizzazione del virus, con circolari passate ai propri agenti di influenza del mondo (diplomatici e non solo) affinché si parlasse di un «virus italiano». Di qui, la polemica terminologica (i cinesi ci tengono alle apparenze: guardate i numeri che ci hanno dato), con minaccia davvero esplosiva a Trump di non fornire più i farmaci di base – che le multinazionali Big Pharma, che appartengono a quel establishment maledetto che ha voluto l’orgia globalista cinese, fanno produrre in toto in Cina! – qualora il presidente USA continuasse a chiamarlo «Chinese virus», come sta facendo alle conferenze stampa della Casa Bianca.
Immaginate se qualcuno dimostrasse che l’origine è quel laboratorio maledetto. Nazioni di tutto il mondo sarebbero pronte a chiedere i danni a Pechino, come in una guerra. E quindi, quella crisi che ai cinesi sembra una opportunità per vendere i loro modelli, i loro software, i loro farmaci, il loro 5G, i loro vaccini, il loro sistema integrato di totalitarismo elettronico, diverrebbe un incubo. La Repubblica Popolare sprofonderebbe in uno stato di caos e povertà.
Immaginate se qualcuno dimostrasse che l’origine è quel laboratorio maledetto. Nazioni di tutto il mondo sarebbero pronte a chiedere i danni a Pechino, come in una guerra. E quindi, quella crisi che ai cinesi sembra una opportunità per vendere i loro modelli, i loro software, i loro farmaci, il loro 5G, i loro vaccini, il loro sistema integrato di totalitarismo elettronico, diverrebbe un incubo. La Repubblica Popolare sprofonderebbe in uno stato di caos e povertà.
A differenza dei tempi di Mao con la politica industriale fallita del «Grande Balzo Avanti» (con la sua carestia da milioni di morti), è difficile che il Partito Comunista Cinese possa sopravvivere ad un tale disordine interno. Non sarebbe più solo Piazza Tian’An Men, esploderebbe il malcontento in tutto il Paese, e non ci sono carri armati a sufficienza per schiacciare il miliardo e mezzo di cittadini, che – credeteci – sanno perfettamente delle nefandezze del regime, e hanno tollerato per anni in nome di un equilibrio confuciano.
Insomma: l’élite cinese gioca per la sopravvivenza. Facile pensare che i suoi maggiordomi politici in giro per il mondo (ce ne sono in Italia, ce ne sono in USA) usino ogni mezzo per scongiurare ogni prospettiva di una responsabilità dello Stato cinese in questo disastro.
È questo il motivo per cui la storia del virus da laboratorio, sui grandi media non la sentirete mai. Sentirete solo censure, talvolta pure balle pretestuose, toppe peggio del buco.
Interessanti annunci professionali
Guardando oltre la coltre della propaganda, qualcosa però emerge. Uno Youtuber poco più che trentenne, Matthew Tye, ha trovato qualcosa di interessante. Tye è un sinologo che ha fatto documentari sul Regno di Mezzo, e ha sposato una ragazza dal cognome cinese.
Il documentarista ha fatto un po’ di ricerche in rete. Ha così scoperto che l’Istituto di Virologia di Wuhan ha pubblicato un annuncio professionale il 18 novembre 2019, in cui chiedeva agli scienziati «di venire a cercare le relazioni tra il coronavirus e i pipistrelli».
L’annuncio parlava di pipistrelli come oggetto di ricerca, di ricerca sul meccanismo molecolare, di Ebola e coronavirus associato alla SARS. «Virologia, immunologia, biologia cellulare e omiche [discipline di Biologia Molecolare come proteomica, genomica, etc., ndr] multiple sono usate per confrontare le differenze tra umani e altri mammiferi».
Il 24 dicembre 2019, l’Istituto di virologia di Wuhan ha pubblicato un secondo annuncio di lavoro. La traduzione di tale pubblicazione include la dichiarazione, «una ricerca a lungo termine sulla biologia patogena dei pipistrelli che trasportano virus importanti ha confermato l’origine nei pipistrelli di nuove importanti malattie infettive per l’uomo e il bestiame come SARS e SADS».
L’élite cinese gioca per la sopravvivenza. Facile pensare che i suoi maggiordomi politici in giro per il mondo (ce ne sono in Italia, ce ne sono in USA) usino ogni mezzo per scongiurare ogni prospettiva di una responsabilità dello Stato cinese in questo disastro
Tye sostiene che quella pubblicazione significhi qualcosa come «abbiamo scoperto un nuovo e terribile virus e vorremmo reclutare persone per venire a occuparsene».
I medici di Wuhan sapevano di avere a che fare con un gruppo di casi di polmonite con l’avanzare di dicembre, ma è esatto affermare che un numero molto limitato di persone era a conoscenza di questo particolare ceppo di coronavirus e della sua gravità.
Entro il 31 dicembre, circa tre settimane dopo che i medici avevano notato per la prima volta i casi di questa nuova SARS super-aggressiva, il governo cinese informava l’Organizzazione Mondiale della Sanità e apparivano sui media mondiali i primi resoconti su una «polmonite misteriosa» in atto in Cina.
I dubbi di Batwoman
l’Istituto di Virologia di Wuhan ha pubblicato un annuncio professionale il 18 novembre 2019, in cui chiedeva agli scienziati «di venire a cercare le relazioni tra il coronavirus e i pipistrelli»
Tye menziona nella sua ricerca una virologa di Wuhan, Shi Zhengli, chiamata «Batwoman» per la sua specializzazione nei virus dei chirotteri.
«I suoi studi hanno dimostrato che le aree subtropicali meridionali del Guangdong, del Guangxi e dello Yunnan hanno il maggior rischio di coronavirus che salta sull’uomo dagli animali – in particolare i pipistrelli, un serbatoio noto per molti virus», dice Scientific American in un articolo in cui raccontava le gesta della dottoressa.
Allo scoppio dell’epidemia la ricercatrice reagì con uno strano pensiero: «Se i coronavirus fossero i colpevoli, ricorda di aver pensato: “potrebbero essere venuti dal nostro laboratorio?”». Una domanda proibita che si pongono gli stessi scienziati cinesi.
In questa storia però eroi ed eroine, perfino batwoman, dopo essersi posti qualche dilemma tornano all’ovile immediatamente.
Allo scoppio dell’epidemia la virologa Shi Zhengli reagì con uno strano pensiero: «Se i coronavirus fossero i colpevoli, ricorda di aver pensato: “potrebbero essere venuti dal nostro laboratorio?”»
Il 4 febbraio – una settimana prima che l’Organizzazione Mondiale della Sanità decidesse di nominare ufficialmente questo virus «COVID-19» – la rivista Cell Research pubblicava un avviso scritto dagli scienziati dell’Istituto di Virologia di Wuhan, che scriveva: «i nostri risultati rivelano che Remdesivir e clorochina sono altamente efficaci nel controllo dell’infezione 2019-nCoV in vitro.
«Poiché questi composti sono stati utilizzati in pazienti umani con un track-record di sicurezza e hanno dimostrato di essere efficaci contro vari disturbi, quindi suggeriamo che dovrebbero essere valutati in pazienti umani affetti dalla nuova malattia di coronavirus».
Uno degli autori di quell’avviso era la dottoressa Shi Zhengli. Batwoman torna nei ranghi. Fenomeno non raro, nella Cina odierna. Almeno non è desaparecida.
Dov’è la dottoressa Huang?
Nel suo video di YouTube, Tye concentra la sua attenzione su una ricercatrice dell’Istituto di virologia di Wuhan di nome Huang Yanling: «La maggior parte delle persone crede che lei sia il paziente zero, e molte persone credono che sia morta». In Cina si è molto discusso online riguardo alle voci su Huang Yanling, tanto da stimolare una smentita ufficiale.
Il mistero della ricercatrice dell’Istituto di virologia di Wuhan di nome Huang Yanling: «La maggior parte delle persone crede che lei sia il paziente zero, e molte persone credono che sia morta»
Il 16 febbraio, l’Istituto di Virologia di Wuhan ha negato che il paziente zero fosse uno dei loro dipendenti, e in modo interessante ha nominata specificamente la dottoressa Huang: «Recentemente ci sono state informazioni false su Huang Yanling, una laureata del nostro istituto, sostenendo che era il paziente zero nel nuovo coronavirus». L’informazione è stata fatta circolare sui giornali, che citano direttamente l’Istituto dicendo: «Huang è stata una studentessa laureata presso l’Istituto fino al 2015, quando ha lasciato la provincia e da allora non è più tornata. Huang era in buona salute e non le era stata diagnosticata la malattia». Nessuno dei suoi articoli di ricerca disponibili al pubblico è datato dopo il 2015.
La pagina web del Laboratorio di microbiologia diagnostica dell’Istituto di Virologia di Wuhan ha ancora una Huang Yanling elencata come studentessa laureata del 2012, e la sua foto e biografia sembrano essere state rimosse di recente – come quelle di altri due studenti laureati del 2013 , Wang Mengyue e Wei Cuihua.
Il suo nome ha ancora un collegamento ipertestuale, ma la pagina collegata è vuota. Anche le pagine per Wang Mengyue e Wei Cuihua sono vuote.
Il 17 febbraio, Zhen Shuji, corrispondente di Hong Kong del servizio radiofonico pubblico francese Radio France Internationale, riferiva: «Quando un giornalista del Beijing News ha chiesto all’Istituto voci sul paziente zero, l’istituto ha prima negato che lì vi fosse una ricercatrice di nome Huang Yanling, ma dopo aver appreso che il nome della persona su Internet esisteva, ha riconosciuto che la persona aveva lavorato nell’azienda, ma aveva poi lasciato l’ufficio e quindi non veniva considerata».
Un’apparizione pubblica di Huang Yanling dissiperebbe molte delle voci, ed è il genere di cose che il governo cinese sistemerebbe rapidamente in circostanze normali
Tye afferma che «tutti su Internet cinese stanno cercando [Huang Yanling] ma molti credono che il suo corpo sia stato rapidamente cremato e che le persone che lavorano al crematorio siano state forse infettate perché non hanno ricevuto alcuna informazione sul virus».
Come osserva Tye, un’apparizione pubblica di Huang Yanling dissiperebbe molte delle voci, ed è il genere di cose che il governo cinese sistemerebbe rapidamente in circostanze normali. Diversi funzionari dell’Istituto di Virologia di Wuhan hanno rilasciato dichiarazioni pubbliche secondo cui Huang è in buona salute e nessuno nell’Istituto è stato infettato dal COVID-19.
Il 17 febbraio, un utente di Weibo (un social cinese: in Cina sono praticamente proibiti tutti i social popolari all’estero) che dichiarava di chiamarsi Chen Quanjiao, una ricercatrice dell’Istituto di virologia di Wuhan, riferì al pubblico che il direttore dell’Istituto era responsabile della fuoriuscita del nuovo Coronavirus.
Il cyberspazio cinese rimase scioccato. Presto Chen stessa uscì e dichiarò di non aver mai rilasciato alcuna informazione sul rapporto e di aver espresso grande indignazione per tale frode di identità su Weibo. È stato confermato che quel particolare account Weibo è stato chiuso più volte a causa della diffusione di informazioni errate su COVID-19.
La versione del dottor Xiao
Il rapporto di Radio France Internationale del 17 febbraio menzionava anche di tale Botao Xiao, uno studioso della South China University of Technology, che avrebbe pubblicato un rapporto secondo cui i ricercatori del laboratorio virologico di Wuhan sono stati spruzzati con sangue ed orina di pipistrello e quindi messi in quarantena per 14 giorni. HK01, un altro sito di notizie con sede a Hong Kong, ha riportato la stessa notizia.
Sempre lo scorso febbraio, il dottor Xiao ha pubblicato un articolo di ricerca su ResearchGate.net, «The Possible Origins of 2019-nCoV coronavirus».
È elencato come autore insieme a Lei, Xiao dell’Ospedale Tian You, affiliato all’Università di Scienza e Tecnologia di Wuhan. Il documento è stato rimosso poco dopo la sua pubblicazione, ma le immagini archiviate delle sue pagine sono ancora disponibili.
La prima conclusione del documento dello scienziato Xiao Botao è che sia molto improbabile che i pipistrelli sospettati di trasportare il virus si trovino naturalmente in città, nonostante le storie di «zuppa di pipistrelli». I ricercatori concludono che i pipistrelli non sono stati venduti al mercato ed era improbabile che fossero deliberatamente ingeriti.
La prima conclusione del documento di Xiao Botao è che sia molto improbabile che i pipistrelli sospettati di trasportare il virus si trovino naturalmente in città, nonostante le storie di «zuppa di pipistrelli». I ricercatori concludono che i pipistrelli non sono stati venduti al mercato ed era improbabile che fossero deliberatamente ingeriti.
«I pipistrelli che trasportavano CoV ZC45 furono originariamente trovati nella provincia di Yunnan o Zhejiang, entrambi a più di 900 chilometri dal mercato del pesce. Normalmente i pipistrelli vivevano in caverne e alberi. Ma il mercato del pesce si trova in un distretto densamente popolato di Wuhan, un’area metropolitana di circa 15 milioni di persone. La probabilità era molto bassa per i pipistrelli di volare sul mercato. Secondo i rapporti comunali e le testimonianze di 31 residenti e 28 visitatori, il pipistrello non è mai stato una fonte di cibo in città e nessun pipistrello è stato commercializzato sul mercato».
«Abbiamo esaminato l’area intorno al mercato del pesce e identificato due laboratori che conducono ricerche sul coronavirus dei pipistrelli. A circa 280 metri dal mercato, c’era il Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie di Wuhan». Xiao passa quindi a descrivere il caso di un ricercatore «che una volta è stato attaccato da pipistrelli, e del sangue di pipistrello è finito sulla sua pelle. Conoscendo l’estremo pericolo dell’infezione, si era messo in quarantena per 14 giorni. In un altro incidente, si era nuovamente messo in quarantena perché i pipistrelli avevano orinato su di lui».
«Abbiamo esaminato l’area intorno al mercato del pesce e identificato due laboratori che conducono ricerche sul coronavirus dei pipistrelli. A circa 280 metri dal mercato, c’era il Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie di Wuhan. Il secondo laboratorio si trovava a circa 12 chilometri dal mercato del pesce e apparteneva all’Istituto di Virologia di Wuhan»
«Ci sono solo circa 280 metri dal mercato del pesce. Il Centro per le malattie e la prevenzione di Wuhan era anche adiacente all’Union Hospital dove il primo gruppo di medici fu infettato durante l’epidemia. È plausibile che il virus sia trapelato e che alcuni di essi abbiano contaminato i pazienti iniziali in questa epidemia, sebbene in studi futuri siano necessarie prove concrete».
«Il secondo laboratorio si trovava a circa 12 chilometri dal mercato del pesce e apparteneva all’Istituto di Virologia di Wuhan, della Accademia cinese delle Scienza».
Le conclusioni ci sembrano logiche: «In sintesi, qualcuno è stato coinvolto nell’evoluzione del coronavirus 2019-nCoV. Oltre alle origini della ricombinazione naturale e dell’ospite intermedio, il coronavirus killer probabilmente proviene da un laboratorio di Wuhan. Potrebbe essere necessario rafforzare il livello di sicurezza nei laboratori a rischio biologico ad alto rischio. Potrebbero essere adottate norme per trasferire questi laboratori lontano dal centro città e da altri luoghi densamente popolati» scriveva Xiao.
Tuttavia, il dottor Botao ha confermato al Wall Street Journal di aver ritirato il suo documento. «La speculazione sulle possibili origini nel post era basata su articoli e media pubblicati e non era supportata da prove dirette», scrive in una breve email il 26 febbraio.
Il monito dello scienziato pisciato dai pipistrelli
Il ricercatore di pipistrelli a cui fa riferimento il rapporto del dottor Xiao è il virologo Tian Junhua, che lavora presso il Centro Wuhan per il controllo delle malattie. Nel 2004, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito che un focolaio del virus SARS era stato causato da due perdite separate presso l’Istituto cinese di virologia di Pechino
«Puoi trovare la maggior parte dei virus responsabili di malattie umane, come il virus della rabbia, la SARS e l’Ebola. Di conseguenza, le grotte frequentate dai pipistrelli sono diventate i nostri principali campi di battaglia» dice il virologo Tian Junhua
Il governo cinese aveva affermato che le perdite sono state il risultato di “negligenza” e che i funzionari responsabili sono stati puniti.
Nel 2017 lo Shanghai Media Group, di proprietà statale cinese, ha realizzato un documentario di sette minuti su Tian Junhua, intitolato «Giovani nelle terre selvagge: il difensore invisibile». Una troupe cinetelevisiva seguiva Tian Junhua mentre viaggiava in profondità nelle grotte per raccogliere i pipistrelli.
«Tra tutte le creature conosciute, i pipistrelli sono tra i più ricchi di virus» diceva in cinese il dottor Tian.
«Puoi trovare la maggior parte dei virus responsabili di malattie umane, come il virus della rabbia, la SARS e l’Ebola. Di conseguenza, le grotte frequentate dai pipistrelli sono diventate i nostri principali campi di battaglia».
«Negli ultimi dieci anni abbiamo visitato ogni angolo della provincia di Hubei. Abbiamo esplorato dozzine di grotte non sviluppate e studiato più di 300 tipi di vettori di virus. Ma spero che questi campioni di virus vengano conservati solo per la ricerca scientifica e non verranno mai utilizzati nella vita reale. Perché gli esseri umani hanno bisogno non solo dei vaccini, ma anche della protezione dalla natura»
Il dottor Tian sottolineava come «i pipistrelli abitualmente vivono in grotte che gli umani non riescono a raggiungere. Solo in questi luoghi possiamo trovare i campioni più ideali dei vettori di virus».
Il video si concludeva con un pesante ammonimento dello scienziato: «negli ultimi dieci anni abbiamo visitato ogni angolo della provincia di Hubei. Abbiamo esplorato dozzine di grotte non sviluppate e studiato più di 300 tipi di vettori di virus. Ma spero che questi campioni di virus vengano conservati solo per la ricerca scientifica e non verranno mai utilizzati nella vita reale. Perché gli esseri umani hanno bisogno non solo dei vaccini, ma anche della protezione dalla natura».
La descrizione dell’isolamento di Tian Junhua del maggio 2017, quando fu colpito da sangue e urina di pipistrello, proviene da un rapporto dell’agenzia di stampa di Stato Xinhua. Altri media cinesi ne conservano ancora traccia.
La posta in gioco è il XXI secolo
Si chiede il National Review: «L’urina e il sangue di pipistrello possono trasportare virus. Quanto è probabile che l’urina o il sangue di pipistrello si siano imbattuti in un ricercatore presso il Centro di Controllo e Prevenzione delle Malattie di Wuhan o l’Istituto di virologia di Wuhan?»
«In alternativa, quali sono le probabilità che una sorta di rifiuto medico o altro materiale proveniente dai pipistrelli non sia stato correttamente smaltito e che fosse il vettore di trasmissione iniziale a un essere umano?».
Perché la posta in gioco stavolta è altissima: è il XXI secolo intero. Un secolo che doveva essere il secolo cinese, ma il programma può deragliare in maniera definitiva.
«Ma è una coincidenza notevole che l’Istituto di Virologia di Wuhan stava studiando i coronavirus associati all’Ebola e alla SARS nei pipistrelli prima dell’epidemia di pandemia» con annunci professionali che parlavano di «un gran numero di nuovi virus da pipistrelli e roditori scoperti e identificati».
«E il fatto che il governo cinese abbia trascorso sei settimane insistendo sul fatto che COVID-19 non poteva essere diffuso da persona a persona significa che i suoi dinieghi sui laboratori di Wuhan non possono essere accettati senza una verifica indipendente» conclude Geraghty.
«Così conoscerete la Verità, e la Verità vi farà liberi». Liberi dalla quarantena, liberi dalla menzogna, liberi dal totalitarismo elettro-sanitario che bussa alle nostre porte.
Già. Perché la posta in gioco stavolta è altissima: è il XXI secolo intero. Un secolo che doveva essere il secolo cinese, ma il programma può deragliare in maniera definitiva.
In gioco c’è la Verità, quindi la libertà. «Così conoscerete la Verità, e la Verità vi farà liberi» (Giovanni 8, 31). Mai come oggi le parole del Vangelo ci paiono fondamentali.
Liberi dalla quarantena, liberi dalla menzogna, liberi dal totalitarismo elettro-sanitario che bussa alle nostre porte.
Armi biologiche
I vaccini COVID «sono armi biologiche» che «hanno provocato danni profondi»: nuovo studio

Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Lo studio, condotto da 11 esperti scientifici e legali, ha rilevato che le caratteristiche artificiali del virus SARS-CoV-2 e dei vaccini mRNA contro il COVID-19 sono probabilmente il risultato di una controversa ricerca sul gain-of-function. L’articolo è stato pubblicato sul Journal of American Physicians and Surgeons.
Un nuovo studio sottoposto a revisione paritaria suggerisce che il virus SARS-CoV-2 responsabile del COVID-19 mostra segni di «ingegneria deliberata» e che queste caratteristiche, tra cui la proteina spike presente anche nei vaccini mRNA contro il COVID-19, sono responsabili di danni alla salute diffusi a livello globale.
Lo studio, redatto da 11 esperti scientifici e legali, è stato pubblicato nell’edizione autunnale del Journal of American Physicians and Surgeons.
Gli autori sostengono che le caratteristiche artificiali del SARS-CoV-2 e dei vaccini mRNA contro il COVID-19 siano probabilmente il risultato di una controversa ricerca sull’acquisizione di funzione, in violazione della Convenzione delle Nazioni Unite sulle armi biologiche.
La ricerca sul guadagno di funzione, che aumenta la trasmissibilità o la virulenza dei virus, è spesso utilizzata nello sviluppo dei vaccini.
Secondo il documento, la diffusione del COVID-19, seguita dalla distribuzione dei vaccini a mRNA, ha provocato danni alla salute senza precedenti, che vanno da «malattie autoimmuni e catastrofi cardiovascolari a complicazioni della gravidanza e tumori aggressivi».
«Lungi dall’essere benigni, questi vaccini hanno provocato danni profondi, sconvolgendo quasi tutti gli apparati del corpo umano e contribuendo a livelli di morbilità e mortalità senza precedenti», afferma il documento.
Il dottor Andrew Zywiec, primario presso Zywiec & Porter, è l’autore principale dello studio. Ha affermato che lo studio rivela un «modello di danno troppo costante e pervasivo per essere liquidato come casuale».
«La tossicità sistemica scatenata da questi interventi, che si manifesta sotto forma di malattie autoimmuni, devastazioni cardiovascolari, tumori aggressivi e danni riproduttivi catastrofici, rappresenta non solo un fallimento della salute pubblica, ma un profondo tradimento della fiducia» ha aggiunto.
Joseph Sansone, Ph.D., uno psicoterapeuta che ha intentato una causa per vietare i vaccini a mRNA in Florida, ha affermato che l’articolo è «estremamente significativo» in quanto è «il primo articolo di una rivista peer-reviewed che afferma che sia il COVID che le iniezioni di COVID violano la Convenzione sulle armi biologiche e che sia il COVID-19 che le iniezioni di COVID sono armi biologiche».
Il virus SARS-CoV-2 è «indicativo di manipolazione di laboratorio»
Secondo l’articolo, il virus SARS-CoV-2 «presenta molteplici caratteristiche genomiche indicative di manipolazione di laboratorio», tra cui il sito di scissione della furina, che «aumenta l’infettività» e che è «assente nei virus simili alla SARS presenti in natura».
Diverse altre caratteristiche del virus SARS-CoV-2 «migliorano l’evasione immunologica e la trasmissibilità tramite aerosol», rendendo il virus «insolitamente resistente… e cinque volte più stabile nell’aria» rispetto ad altri virus respiratori.
«Queste caratteristiche combinate, insieme ai modelli di mutazione del virus, sono una forte prova che il SARS-CoV-2 non avrebbe potuto evolversi naturalmente», afferma il documento.
L’articolo cita due articoli di riviste scientifiche sottoposte a revisione paritaria, redatti da scienziati militari, che affermano che il SARS-CoV-2 contiene «prove di manipolazione» che rendono il virus un «patogeno attraente» per le sue caratteristiche, che ricordano quelle di un’arma biologica.
Queste manipolazioni «rappresentano una violazione della Convenzione sulle armi biologiche», sostiene il documento.
Promulgata nel 1975, la convenzione «proibisce di fatto lo sviluppo, la produzione, l’acquisizione, il trasferimento, lo stoccaggio e l’uso di armi biologiche e tossiche». È stata firmata da quasi 200 Paesi.
Un articolo accusa Fauci di aver deliberatamente nascosto le origini del SARS-CoV-2
Secondo il documento, la ricerca sull’acquisizione di funzione implica «tecniche di manipolazione virale» che possono portare allo sviluppo di agenti patogeni vietati dalla convenzione.
Tuttavia, il governo degli Stati Uniti, in particolare il National Institute of Allergy and Infectious Diseases, guidato dal dottor Anthony Fauci fino al 2022, è da tempo coinvolto nella ricerca sul guadagno di funzione, «inclusa una collaborazione di lunga data tra istituzioni finanziate dagli Stati Uniti e il Wuhan Institute of Virology» in Cina.
I sostenitori della «teoria della fuga dal laboratorio» sulle origini del SARS-CoV-2 sostengono che la ricerca sul guadagno di funzione nel laboratorio di Wuhan e una successiva fuga di notizie abbiano portato allo scoppio dell’epidemia globale di COVID-19, che è stata insabbiata.
Ad aprile, l’amministrazione Trump ha lanciato una nuova versione del sito web ufficiale del governo dedicato al COVID-19, presentando prove che il COVID-19 sia emerso a causa di una fuga di notizie dal laboratorio di Wuhan. La CIA, l’FBI, il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, il Congresso degli Stati Uniti e diverse agenzie di Intelligence straniere hanno avallato questa teoria.
Il documento fa riferimento al Progetto DEFUSE, una proposta presentata dall’EcoHealth Alliance e dagli scienziati di Wuhan alla Defense Advanced Research Projects Agency degli Stati Uniti nel 2018. Sebbene la proposta sia stata respinta, descriveva la creazione di coronavirus con caratteristiche che ne aumentavano l’infettività, tra cui il sito di scissione della furina.
EcoHealth Alliance e il suo ex presidente, il dottor Peter Daszak, hanno collaborato con i ricercatori di Wuhan. L’anno scorso, il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti (HHS) ha sospeso tutti i finanziamenti per EcoHealth Alliance dopo aver scoperto che l’organizzazione non aveva monitorato adeguatamente gli esperimenti rischiosi sul coronavirus.
Il documento afferma che Fauci e l’intelligence statunitense non hanno mai rivelato l’esistenza della ricerca. Al contrario, «hanno oscurato quella che è, di fatto, la prova dell’intenzione di produrre un virus molto simile a quello che ha causato la pandemia di COVID-19».
L’articolo cita una teleconferenza del 1° febbraio 2020 con Fauci e importanti virologi, tra cui diversi coautori dell’ormai famigerato articolo «The proximal origin of SARS-CoV-2». L’articolo, che promuoveva l’origine naturale del COVID-19, è stato pubblicato su Nature Medicine nel marzo 2020.
Sebbene diversi coautori di «Proximal Origin» abbiano espresso dubbi sul fatto che il SARS-CoV-2 si sia sviluppato naturalmente, Fauci «ha cercato di sopprimere» tali preoccupazioni durante la chiamata del 1° febbraio 2020.
«Proximal Origin» è diventato uno degli articoli più citati del 2020, con oltre 6 milioni di accessi. Nel 2023, The Nation ha riportato che oltre 2.000 testate giornalistiche hanno citato l’articolo.
Successivamente, il governo degli Stati Uniti, la comunità scientifica e i media hanno utilizzato il termine «origine prossimale» per promuovere la teoria «zoonotica» – o dell’origine naturale – dell’origine del SARS-CoV-2 e per screditare i sostenitori della «teoria della fuga di laboratorio».
«L’occultamento deliberato di caratteristiche genomiche critiche ha ritardato la consapevolezza pubblica e gli sforzi di mitigazione della pandemia, consentendo potenzialmente una diffusione più ampia e un maggior numero di decessi», afferma il documento.
A maggio, il presidente Donald Trump ha emesso un ordine esecutivo che ha sospeso la ricerca sul guadagno di funzione negli Stati Uniti per 120 giorni, in attesa dello sviluppo di un nuovo quadro normativo. Ha inoltre interrotto i finanziamenti statunitensi per tale ricerca in alcuni Paesi.
La proteina Spike potrebbe causare danni irreversibili
Secondo gli autori dello studio, lo sviluppo del SARS-CoV-2 e delle caratteristiche del COVID-19 che presentano proprietà di acquisizione di funzione simili hanno causato danni significativi alla salute pubblica globale.
Il documento fa riferimento alle statistiche del Defense Medical Epidemiology Database che mostrano un aumento significativo dell’incidenza di miocardite (151,4%), embolia polmonare (43,6%), disfunzione ovarica (34,9%), malattia ipertensiva (22,9%), sindrome di Guillain-Barré (14,9%), cancro esofageo (12,5%) e cancro al seno (7%) nel 2021, l’anno in cui i vaccini contro il COVID-19 sono stati distribuiti a livello globale.
Ulteriori dati militari statunitensi citati nel documento mostrano «aumenti persistenti» di miocardite, cancro agli organi digestivi, cancro al cervello e altre lesioni tra il 2022 e il 2025.
Anche i danni riproduttivi sono aumentati significativamente in seguito alla distribuzione dei vaccini contro il COVID-19, sostiene il documento. Cita dati provenienti da fonti quali il Vaccine Adverse Event Reporting System ( VAERS ), gestito dal governo statunitense, il rapporto di sorveglianza post-marketing di Pfizer del 2021 e i dati degli studi clinici di fase 2/3 per il suo vaccino contro il COVID-19, che mostrano un aumento di aborti spontanei, nati morti e decessi neonatali.
Lo studio cita la proteina spike nei vaccini mRNA contro il COVID-19 come uno dei probabili fattori responsabili dell’aumento dell’incidenza di tumori e altre patologie negli ultimi anni.
«L’espressione proteica prolungata, esemplificata dal rilevamento della proteina spike S1 oltre 700 giorni dopo la vaccinazione contro il COVID, sottolinea il potenziale di danni irreversibili», afferma il documento.
Il documento sostiene che la soppressione di «trattamenti comprovati o promettenti» come l’idrossiclorochina a favore dell’obbligo vaccinale universale contro il COVID-19 – e la decisione politica di implementare la vaccinazione di massa durante la pandemia – hanno ulteriormente aggravato la salute pubblica globale e hanno avuto «effetti dannosi sulla fiducia del pubblico».
Il documento è stato pubblicato proprio mentre la Food and Drug Administration statunitense, all’inizio di questa settimana, ha interrotto l’ampia autorizzazione dei vaccini contro il COVID-19, limitando le iniezioni alle persone ad alto rischio di contrarre la malattia grave.
All’inizio di questo mese, l’HHS ha annunciato di aver cancellato quasi 500 milioni di dollari in contratti e sovvenzioni per lo sviluppo di vaccini a mRNA.
Un numero crescente di scienziati ha chiesto la sospensione o il ritiro dei vaccini a mRNA. Gli autori dello studio hanno affermato che i loro risultati rafforzano queste richieste.
«L’aumento delle malattie autoimmuni, dei tumori aggressivi, delle interruzioni di gravidanza, dei decessi cardiovascolari, della frammentazione sociale e dei rischi incombenti delle piattaforme avanzate di mRNA richiedono un’immediata sospensione dell’uso di vaccini a mRNA e di prodotti biologici, indagini approfondite sui motivi alla base di questa violazione senza precedenti della fiducia pubblica e misure robuste per ripristinare terapie sicure e pratiche etiche di salute pubblica» hanno affermato.
La dottoressa Irene Mavrakakis, una delle coautrici dell’articolo e professoressa associata presso il dipartimento di Chirurgia del Philadelphia College of Osteopathic Medicine, ha affermato che l’articolo sostiene le richieste di «ritiro completo di tutti i vaccini e farmaci biologici contro il COVID-19 e di una moratoria su tutti i farmaci biologici a mRNA».
La Mavrakakis ha anche chiesto che vengano «perseguiti penalmente i decisori che sono stati penalmente negligenti e hanno mancato ai loro doveri». Ha affermato che i produttori di vaccini dovrebbero essere privati dell’immunità di cui godono ai sensi del National Childhood Vaccine Injury Act del 1986 e del Public Readiness and Emergency Preparedness Act ( PREP Act ) del 2005.
Karl Jablonowski, Ph.D., ricercatore senior presso Children’s Health Defense, concorda. Ha affermato che la ricerca sul guadagno di funzione «avrà sempre i suoi sostenitori», ma l’umanità si trova ad affrontare «rischi estremi e inevitabilmente paga un prezzo elevato per tale ricerca».
«I laboratori possono avere perdite, e lo fanno», ha affermato. «Un singolo evento al Wuhan Institute of Virology alla fine del 2019 ha causato innumerevoli sofferenze e morti. Finché non saremo in grado di costruire un laboratorio a prova di perdite, non dovremmo assemblare virus che potrebbero devastare il mondo al suo interno».
Michael Nevradakis
Ph.D.
© 29 agosto 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
SAN GIACOMO BIANCA
Armi biologiche
Mosca: Kiev prepara il terreno per il disastro chimico

Sostieni Renovatio 21
Aiuta Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Armi biologiche
«Agroterrorismo»: cittadini cinesi sorpresi a introdurre illegalmente un fungo nocivo per il grano americano

Due cittadini della Repubblica Popolare Cinese, sono stati accusati di cospirazione e di aver introdotto illegalmente negli Stati Uniti un fungo classificato come arma biologica. Lo riporta la testata Daily Caller.
La letteratura scientifica identifica il fungo Fusarium graminearum come una potenziale arma di agroterrorismo – cioè terrorismo con obbiettivolo le coltivazioni – perché provoca la «carie della testa» (detta anche anche detta «carie del legno» o «mal dell’esca»), una malattia distruttiva delle piante, secondo un annuncio diffuso martedì dall’ufficio del procuratore degli Stati Uniti (USAO) nel distretto orientale del Michigan.
La dichiarazione aggiunge che la malattia colpisce «grano, orzo, mais e riso, ed è responsabile di miliardi di dollari di perdite economiche in tutto il mondo ogni anno». Inoltre, il fungo nocivo produce tossine che «causano vomito, danni al fegato e difetti riproduttivi negli esseri umani e nel bestiame».
Sostieni Renovatio 21
Secondo l’USAO, l’FBI (Federal Bureau of Investigation) ha arrestato Jian in relazione alle accuse relative alle sue attività di contrabbando e a quelle di Liu.
Le presunte azioni dei due cinesi, tra cui un membro fedele del Partito Comunista Cinese (PCC), rappresentano una delle più gravi preoccupazioni per la sicurezza nazionale.
«I due cittadini cinesi sono stati accusati di aver introdotto clandestinamente un fungo, descritto come una «potenziale arma agroterroristica», nel cuore degli Stati Uniti, dove apparentemente intendevano utilizzare un laboratorio dell’Università del Michigan per portare avanti il loro piano», ha dichiarato Jerome F. Gorgon, Jr., Procuratore degli Stati Uniti.
Secondo la denuncia, Jian avrebbe ricevuto finanziamenti dal governo cinese per condurre ricerche su questo agente patogeno in Cina, si legge nel comunicato stampa.
Secondo la denuncia ottenuta dall’USAO, i suoi dispositivi elettronici conterrebbero prove della sua affiliazione e lealtà al PCC.
La denuncia sostiene inoltre che il fidanzato della signora del duo sia un ricercatore presso un’università cinese che studia lo stesso patogeno. Nella denuncia si sostiene che inizialmente l’uomo abbia negato e poi ammesso di aver introdotto clandestinamente il fungo negli Stati Uniti attraverso l’aeroporto metropolitano di Detroit per condurre ricerche presso il laboratorio dell’Università del Michigan, dove lavorava Jian, si legge nel comunicato stampa.
«Le accuse penali mosse oggi a Yunqing Jian e Zunyong Liu sono indicative del ruolo cruciale della CBP nel proteggere il popolo americano dalle minacce biologiche che potrebbero devastare la nostra economia agricola e causare danni agli esseri umani; soprattutto quando si tratta di un ricercatore di una grande università che tenta di introdurre clandestinamente materiali biologici potenzialmente dannosi negli Stati Uniti», ha affermato Marty C. Raybon, direttore delle operazioni sul campo per la US Customs and Border Protection (CBP).
«Si è trattato di un’indagine complessa che ha coinvolto gli uffici del CBP di tutto il paese, insieme ai nostri partner federali. Sono grato per il loro instancabile impegno, che ha garantito la sicurezza dei nostri confini da ogni tipo di minaccia, tutelando al contempo gli interessi di sicurezza nazionale degli Stati Uniti», ha aggiunto Raybon.
Secondo l’USAO, Jian comparirà martedì davanti al tribunale federale di Detroit per la sua prima udienza sulla denuncia. Il caso è oggetto di indagine da parte dell’FBI e della CBP.
La vicenda insegna che la guerra biologica del XXI secolo potrebbe seguire vie che non interessano solo i patogeni diretti al corpo umano come il SARS-nCov-2, comunemente noto come COVID, creato in un laboratorio biologico di Wuhano con collegamenti militari, e finanziato da programmi dello Stato profondo statunitense.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di International Maize and Wheat Improvement Center via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-SA 2.0
-
Spirito2 settimane fa
Vescovo messicano «concelebra» la messa con una «sacerdotessa» lesbica anglicana «sposata» che ha ricevuto l’Eucaristia
-
Armi biologiche1 settimana fa
I vaccini COVID «sono armi biologiche» che «hanno provocato danni profondi»: nuovo studio
-
Spirito1 settimana fa
Leone punisca l’omoeresia: mons. Viganò sull’udienza papale concessa a padre Martin
-
Vaccini7 giorni fa
Vaccino COVID, mentre Reuters faceva «fact-cheking sulla «disinformazione» il suo CEO faceva anche parte del CdA di Pfizer
-
Spirito1 settimana fa
Don Giussani, errori ed misteri di Comunione e Liberazione. Una vecchia intervista con Don Ennio Innocenti
-
Gender2 settimane fa
Transessuale fa strage in chiesa in una scuola cattolica: nichilismo, psicofarmaci o possessione demoniaca?
-
Salute2 settimane fa
I malori della 35ª settimana 2025
-
Geopolitica2 settimane fa
Mosca conferma attacchi missilistici ipersonici contro l’Ucraina