Connettiti con Renovato 21

Senza categoria

Hillary Clinton accoglierebbe con favore un attacco ucraino a Trump: ennesima burla telefonica rivelatrice

Pubblicato

il

L’ex Segretario di Stato americano Hillary Clinton ha manifestato il suo sostegno se l’Ucraina tentasse di trovare della sporcizia sul candidato presidenziale repubblicano Donald Trump.

 

L’ex first lady e segretario di Stato ha fatto il commento in una telefonata con l’ineffabile duo di burloni russi Vovan e Lexus, uno dei quali si è spacciato per l’ex presidente ucraino Petro Poroshenko.

 

Secondo una registrazione della conversazione resa pubblica mercoledì, la Clinton e l’uomo che lei credeva essere Poroshenko hanno discusso del panorama politico negli Stati Uniti in vista delle elezioni di novembre, nonché delle potenziali ripercussioni di una vittoria di Trump sia per Kiev che per Washington.

 

Trump ha ripetutamente criticato il modo in cui l’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha gestito il conflitto in Ucraina, affermando che avrebbe posto fine alle ostilità entro 24 ore se eletto e avrebbe smesso di inviare sostegno finanziario incondizionato a Kiev.

 

Clinton ha affermato che sta «facendo tutto» il possibile per garantire la rielezione di Biden, pur riconoscendo che tali sforzi giungono in «un momento molto difficile per questo Paese». I suoi commenti sono seguiti a un recente dibattito televisivo tra Biden e Trump, ampiamente considerato un disastro per il presidente in carica.

 


Iscriviti al canale Telegram

L’ex candidata alla presidenza, che ha perso le elezioni del 2016 contro Trump, ha descritto il suo ex rivale come «molto pericoloso», aggiungendo che «sarebbe molto dannoso per gli Stati Uniti e anche per… l’Ucraina», e che Kiev aveva ragione a essere preoccupata.

 

Più avanti nella conversazione, il falso Poroshenko ha offerto di «richiedere un’udienza al Parlamento [ucraino] per scoprire qualcosa su di lui [Trump] prima delle elezioni», ricordando che il 45° presidente sta già affrontando seri problemi legali negli Stati Uniti. «Penso che possiamo attaccarlo da diversi lati», ha suggerito il burlone.

 

Clinton sembrava apprezzare l’idea. «Bene. Tutto quello che puoi fare, attaccalo, sono tutta per questo, perché è un uomo molto pericoloso», ha risposto. Il Poroshenko fasullo ha poi proseguito con un suggerimento di «mandare la mia gente negli Stati Uniti», senza chiarire cosa intendesse, ma l’ex segretario ha ignorato questa proposta.

 

Negli scorsi mesi sono stati vittima di Vovan e Lexus, oltre il premier italiano Giorgia Meloni, anche altre alte figure di peso della scena internazionale, tra cui il presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, che credendo di parlare con Zelens’kyj ha ammesso che l’euro digitale verrà utilizzato per la sorveglianza dei cittadini.

 

È stata oltremodo interessante anche la telefonata, sempre fingendo di essere il presidente ucraino, fatta al finanziere erede del casato di banchieri ebraici Alexandre de Rothschild, che ha vantato di aver una «relazione fantastica» con i membri del governo ucraino.

 

Il duo ha messo nel sacco quantità di notabili internazionali, dall’ex presidente USA George W. Bush al ministro della Difesa di Londra Ben Wallace. Hanno fatto elogiare allo scrittore goscista Stephen King il collaboratore del nazismo Stepan Bandera, hanno messo nel sacco il cineasta David Lynch e le sue prospettive sulla pace mondiale, e sono arrivati far confessare Kissinger, gli hanno fatto ammettere come credesse che dietro all’attacco al Nord Stream ci fosse Kiev. Notevole pure quando hanno conversato con un parlamentare transessuale britannico che ha dichiarato di voler spedire preservativi e lubrificanti intimi in Ucraina.

 

Vovan e Lexus avevano già strappato delle ammissioni sui sabotaggi ucraini ai danno dei russi: fingendo di essere l’ex ambasciatore degli Stati Uniti in Russia Michael McFaul, hanno strappato una sorta di ammissione del ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba il coinvolgimento di Kiev nelle esplosioni di sabotaggio all’interno della Russia.

 

Il duo era riuscito inoltre nell’impresa di far confessare al guru del World Economic Forum Claudio Schwab, che credeva di parlare con il guru dell’apparato di Stato francese Jaques Attali, che dietro alla distruzione del gasdotto Nord Stream 2 potrebbero esserci gli ucraini.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di Casa America via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0

 

 

 

 

Continua a leggere

Senza categoria

Il giudice supremo USA Clarence Thomas suggerisce che l’indagine del 6 gennaio su Trump è incostituzionale

Pubblicato

il

Da

Il procuratore generale degli Stati Uniti Merrick Garland non aveva l’autorità costituzionale per creare la posizione di procuratore speciale con cui Jack Smith sta attualmente processando l’ex presidente Donald Trump, ha sostenuto il giudice conservatore Clarence Thomas in un parere concorrente alla sentenza di lunedì scorso della Corte Suprema degli Stati Uniti che affermava un certo grado di immunità legale per gli atti connessi ai doveri ufficiali di un presidente.   La corte suprema della nazione ha stabilito con 6 voti contro 3 che «il Presidente non può essere perseguito per aver esercitato i suoi poteri costituzionali fondamentali e ha diritto almeno all’immunità presuntiva dall’accusa per i suoi atti ufficiali», mentre «non gode di alcuna immunità per i suoi atti non ufficiali e non tutto ciò che fa il Presidente è ufficiale». La decisione ha rinviato l’accusa federale di Trump per aver tentato di ritardare la certificazione dei risultati ufficiali delle elezioni del 2020 al giudice della Corte distrettuale federale Tanya Chutkan per stabilire quali delle azioni di Trump in questione costituissero atti ufficiali collegati ai doveri presidenziali.   Mentre la maggior parte delle reazioni alla decisione si è concentrata sulla natura e le implicazioni dell’immunità presidenziale, l’opinione concorrente di Thomas esplora una questione giuridica distinta ma non meno importante: se la Costituzione degli Stati Uniti consenta in primo luogo ai funzionari dell’esecutivo, come il procuratore generale, di creare uffici con potere di accusa.

Iscriviti al canale Telegram

«Prevedendo che il Congresso crei uffici federali “per legge”, la Costituzione impone un importante controllo al Presidente: non può creare uffici a suo piacimento», scrive Thomas. «Se non esiste una legge che stabilisca l’ufficio che ricopre il Procuratore speciale, allora non può procedere con questa azione penale. Un privato cittadino non può perseguire penalmente nessuno, per non parlare di un ex presidente. Nessun ex presidente ha affrontato un’azione penale per i suoi atti mentre era in carica negli oltre 200 anni dalla fondazione del nostro Paese. E questo nonostante numerosi presidenti passati abbiano intrapreso azioni che molti direbbero costituiscano reati. Se questa azione penale senza precedenti deve procedere, deve essere condotta da qualcuno debitamente autorizzato a farlo dal popolo americano».   Thomas spiega che la maggior parte degli «Ufficiali degli Stati Uniti» può essere insediata solo dal presidente stesso, con l’approvazione del Senato, in cariche create appositamente dal Congresso. La Costituzione crea un’eccezione limitata consentendo al Congresso di «affidare per legge la nomina di ufficiali inferiori, come ritengono opportuno, al solo Presidente, alle Corti di Giustizia o ai Capi Dipartimento». Tuttavia, anche queste eccezioni possono essere solo per ricoprire cariche create dal Congresso.   «La limitazione del potere del Presidente di creare cariche è nata dall’esperienza dei padri fondatori con la monarchia inglese», ha continuato il Thomas. «Il Re poteva esercitare un potere significativo sia creando che ricoprendo cariche come riteneva opportuno. Era ‘enfaticamente e veramente definito la fonte dell’onore. Non solo nominava tutti gli uffici, ma [poteva] creare cariche […] Tenendo la capacità di creare cariche fuori dalle mani del Presidente, i Fondatori hanno assicurato che nessun Presidente potesse creare unilateralmente un esercito di posizioni di ufficiale da riempire poi con i suoi sostenitori. Invece, la nostra Costituzione lascia nelle mani dei rappresentanti eletti dal popolo la decisione se debbano esistere nuove cariche esecutive».   Sebbene il Congresso abbia talvolta creato nel corso della storia posizioni paragonabili all’ufficio del Procuratore speciale, Thomas nota che non ha formalmente riautorizzato tale posizione dopo lo scandalo di corruzione Teapot Dome degli anni Venti.   Inoltre, «nessuno degli statuti citati» da Garland nella sua nomina di Smith nel novembre 2022 «sembra creare un ufficio per il Procuratore speciale, e soprattutto non con la chiarezza tipica degli statuti passati utilizzati a tale scopo».   «Vi sono seri dubbi sul fatto che il Procuratore generale abbia violato quella struttura creando un ufficio del Procuratore speciale che non è stato istituito dalla legge», conclude Thomas. «Queste domande devono trovare risposta prima che questa azione penale possa procedere. Dobbiamo rispettare la separazione dei poteri della Costituzione in tutte le sue forme, altrimenti rischiamo di rendere la sua protezione della libertà una garanzia su pergamena».   Nessun altro giudice ha sottoscritto l’opinione concorrente di Thomas, il che significa che, in pratica, è improbabile che la Corte invalidi le azioni penali di Smith nel loro complesso in tempi brevi. Tuttavia, l’opinione di una delle autorità legali più rispettate nei circoli conservatori fornisce agli avvocati di Trump un nuovo argomento potenzialmente potente su cui concentrarsi per rispondere a qualsiasi accusa correlata alle elezioni che sopravviva sulla scia della decisione della maggioranza di lunedì, nonché per contestare la sua azione penale per aver conservato documenti classificati nella sua casa di Mar-a-Lago, che Smith sta anche perseguendo.   Come riportato da Renovatio 21, il giudice Thomas – un nero conservatore, aderente alla teoria della legge naturale, e forse con qualche conto aperto con Joe Biden – tre anni fa ipotizzò che Facebook e Twitter potrebbero essere regolamentati come enti pubblici.   Il Thomas ha altresì ricordato in udienza, due anni fa, che i vaccini COVID sono fatti utilizzando linee cellulari di feto abortito.   Il giudice è stato protagonista anche nel caso della sentenza di de-federalizzazione dell’aborto Dobbs v. Jackson, arrivando a lasciar intendere che forse anche la contraccezione, la sodomia e il matrimonio omosessuale potrebbero subire la stessa sorte della legge federale sull’aborto.   Thomas aveva dissentito riguardo al caso sulle elezioni 2020 capitato alla Corte suprema tre anni fa.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
  Immagine di McConnel Center via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0    
Continua a leggere

Senza categoria

«L’ho fatto per la Madre di Dio!»: parla il cattolico che ha distrutto la statua blasfema della «Madonna» nella cattedrale austriaca

Pubblicato

il

Da

Un fedele cattolico anonimo ha distrutto una raffigurazione blasfema e indecente della «Nostra Signora» in una cattedrale cattolica in Austria dopo che la scultura aveva suscitato indignazione.

 

Ora l’autore del gesto pare aver rilasciato delle dichiarazioni.

 

«L’ho fatto prima di tutto per la Madre di Dio!», ha detto il cattolico che desidera rimanere anonimo al suo connazionale austriaco Alexander Tschugguel, riporta LifeSite.

 

Lo Tschugguel ha riportato la conversazione su X.

 


Iscriviti al canale Telegram

Nel contesto di un «progetto artistico», una scultura che avrebbe dovuto raffigurare la Beata Vergine Maria è stata esposta nella Cattedrale di Santa Maria a Linz, in Austria. La statua, progettata dall’artista Esther Strauss, raffigurava la Vergine Maria in modo osceno ed eretico.

 

La statua è stata trovata decapitata lunedì 1 luglio. In una dichiarazione, l’uomo che ha rivendicato la responsabilità della distruzione della statua blasfema ha spiegato perché l’ha distrutta.

 

«Sebbene avessi iniziato segando il torso, il livello di rumore e il tempo limitato hanno fatto sì che non fossi in grado di portare a termine questo piano iniziale, quindi è stata segata solo la testa», ha scritto. «Ma senza la testa e l’aureola, non poteva più essere vista come una caricatura della nostra Vergine Maria».

 


Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

«Alla fine, la scultura era solo una statua immorale e di cattivo gusto senza testa, che ha effettivamente posto fine alla bestemmia e alla diffamazione della nostra Beata Madre», ha continuato. «Così come la Beata Madre fa tutto per noi con amore, noi dobbiamo fare tutto per Lei senza esitazione. Questo inizia con le preghiere e finisce, se necessario, con il dono della nostra vita».

 

L’«opera d’arte» blasfema situata nella cattedrale di Santa Maria è stata approvata dal vescovo della diocesi di Linz, Manfred Scheuer.

 

«Essendo un semplice cattolico e peccatore, non spetta certo a me impedire le azioni dei nostri vescovi», ha scritto l’anonimo distruttore di statue. «Ma è mio e nostro compito impedire qualsiasi diffamazione di Dio e della Sua santissima Madre».

 

«Come la Vergine Maria ci protegge ogni giorno ed è lì per noi, anche noi dobbiamo essere lì per Lei, la Madre di Dio, nelle afflizioni più gravi, perché questo è ciò che ci definisce come Chiesa».

 

Spiegando perché ha preso in mano la situazione, l’anonimo ha dichiarato che «purtroppo, le e-mail della diocesi di Linz vengono ignorate, le telefonate vengono bruscamente interrotte quando vengono criticate e non c’è alcuno sbocco per le critiche o anche per un intervento. Pertanto, in vista di questa caricatura abominevole e blasfema, era necessaria un’azione urgente e decisa!»

 

In precedenza, 8.000 persone avevano firmato una petizione chiedendo alla diocesi di rimuovere la «scultura pagana».

 

Il vicario episcopale per l’istruzione, padre Johann Hintermaier, si è scusato se i «sentimenti religiosi» di alcune persone sono stati feriti, ma ha condannato la distruzione della statua scandalosa e oscena.

 

«Eravamo consapevoli che stavamo anche provocando un dibattito con questa installazione», ha detto Hintermaier. «Se abbiamo ferito i sentimenti religiosi delle persone, ci dispiace, ma condanno fermamente questo violento atto di distruzione e il rifiuto di impegnarsi nel dialogo, così come l’attacco alla libertà dell’arte».

Sostieni Renovatio 21

La scultrice Theresa Limberger, che ha creato la statua, ha ammesso di aver volutamente raffigurato la Vergine Maria in contrasto con la fede cattolica, scrive LifeSite.

 

«L’intolleranza, l’arretratezza e la mancanza di illuminazione nella Chiesa cattolica sono scioccanti», ha affermato Limberger al notiziario locale Oberösterreichische Nachrichten.

 

La Strauss, che ha progettato la statua e incaricò Limberger di realizzarla, disse: «Chiunque abbia rimosso la testa dalla scultura è stato molto brutale». Ripetendo i tipici punti di vista femministi e pro-aborto, ha aggiunto che «questa violenza è l’espressione del fatto che ci sono ancora persone che mettono in discussione il diritto delle donne al proprio corpo».

 

Secondo LifeSite, una delle opere di performance art della Strauss, pubblicata sul suo sito web, ha scavato la tomba del nonno a mani nude, si è spogliata e si è «lavata» nella terra, che ha descritto come la «casa del nonno dal 1993».

 

Il caso di Linz può ricordare da vicino quello di Carpi, dove un quadro definito da alcuni fedeli come osceno e sacrilego era stato esposto ella chiesa di Sant’Ignazio, chiesa del museo diocesano di Carpi, per poi essere attaccato da uno sconosciuto che avrebbe ferito anche l’artista lì presente. Anche in quel caso, la mostra era stata verosimilmente approvata dalla gerarchia.

 

Al momento non è chiaro se le indagini da parte delle forze dell’ordine abbiano portato da qualche parte.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

 

Immagine da Twitter

 

 

Continua a leggere

Geopolitica

Il Cremlino si oppone alla Kallas come capo diplomatico UE: « è una russofoba rabbiosa »

Pubblicato

il

Da

Il primo ministro estone Kaja Kallas, nominato responsabile della politica estera dell’UE, ha una storia di dichiarazioni ostili nei confronti della Russia, ha affermato il portavoce del Cremlino Demetrio Peskov.   La Kallas, falco antirusso dichiarato, è stata ufficialmente nominata per sostituire Josep Borrell venerdì. La sua candidatura deve essere approvata dal neoeletto Parlamento europeo, che si riunirà per la prima volta il mese prossimo, una procedura ampiamente considerata una formalità.   In Russia la «Kallas è ben nota per le sue dichiarazioni russofobe assolutamente intransigenti e talvolta persino rabbiose», ha detto Peskov in un incontro con i giornalisti venerdì.

Iscriviti al canale Telegram

Il portavoce presidenziale russo ha aggiunto che Ursula von der Leyen, nominata presidente della Commissione europea per un terzo mandato, «non è una sostenitrice della normalizzazione delle relazioni tra UE e Russia».   «Questo è ciò per cui la conosciamo ed è così che la ricordiamo. In questo senso non è cambiato nulla», ha detto Peskov.   Diversi funzionari russi hanno suggerito che le politiche sostenute da Kallas porteranno solo ad un’ulteriore escalation. La portavoce del Ministero degli Esteri Maria Zakharova ha detto questa settimana che la nomina di Kallas «aumenterebbe il livello di follia» a Bruxelles.   La Kallas ha costantemente fatto pressioni per sanzioni più severe contro la Russia e maggiori aiuti militari per l’Ucraina. Sotto la sua guida, l’Estonia è diventata il primo Paese dell’UE ad approvare un meccanismo per confiscare i beni russi congelati e usarli come «compensazione» per Kiev.   In un editoriale pubblicato sul New York Times nel 2022, la Kallas ha chiesto «una politica a lungo termine di contenimento intelligente» di Mosca, che includa il fermo sostegno all’Ucraina, sanzioni sulle esportazioni russe di petrolio e gas e un aumento delle forze armate. spesa tra i membri dell’UE.   La politica estone è pronta ad assumere la guida del servizio diplomatico dell’UE mentre il blocco fatica a procurare armi sufficienti per l’Ucraina e l’esito delle elezioni presidenziali americane del 2024 è tutt’altro che certo. Bruxelles dovrà anche fare i conti con le ribelli Ungheria e Slovacchia, i cui governi hanno criticato l’approccio dell’UE al conflitto in Ucraina.   Come riportato da Renovatio 21, la Kallas aveva dichiarato un mese fa che Paesi NATO stanno già addestrando truppe in Ucraina.   La Kallas è una delle poche figure europee a schierarsi apertamente con il presidente francese Emmanuel Macron, il quale in questi mesi ha enigmaticamente iniziato a dire che non si può escludere un dispiegamento formale di truppe NATO in Ucraina per impedire una vittoria russa nel conflitto, affermando oscuramente che questa politica mantiene Mosca nel dubbio sulle intenzioni del blocco.

Sostieni Renovatio 21

La bionda figura politica ha guidato vari governi estoni avvicendatisi negli ultimi anni. Un precedente governo della Kallas era caduto due anni fa. Il governo Kallas II durò dal 18 luglio 2022 al 17 aprile 2023; il governo Kallas III è in carica dal 17 aprile 2023. La coalizione al potere comprende il partito della presidente Reformierakond (Il Partito Riformatore Estone, di orientamento liberale), i liberaldemocratici di Eesti 2000 («Estonia 2000») e il Partito Socialdemocratico Estone (PSE).   Come riportato da Renovatio 21, l’anno passato la Kallas è stata investita da uno grave scandalo che ha coinvolto suo marito, con media estoni che hanno riferito come l’azienda di logistica del consorte presidenziale abbia continuato ad operare in Russia dopo lo scoppio del conflitto tra Kiev e Mosca lo scorso febbraio. La presidente, nota come falco-anti russo inflessibile, aveva insistito pubblicamente sul fatto che «tutti gli affari con la Russia devono cessare» finché i combattimenti continuano.   Nonostante la tempesta mediatica la Kallas disse che non aveva intenzioni di dimettersi.  

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di EU2017EE Estonian Presidency via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0
Continua a leggere

Più popolari