Guerra cibernetica
Hacker dal divano di casa distrugge tutta l’internet della Corea del Nord
Un hacker americano è riuscito a interrompere la connessione Internet di un intero Paese, mentre se ne stava rilassato in casa in pigiama, mangiando patatine e guardando il film Alien, secondo quanto scritto da Wired.
L’hacker, che si fa chiamare P4x, è riuscito a mettere in ginocchio la rete Internet della Corea del Nord nelle ultime settimane, rendendo quasi impossibile la connessione al mondo esterno.
L’hacking sembra essere una vendetta, dal momento che P4x ha detto a Wired di essere stato lui stesso vittima dell’hacking delle spie nordcoreane poco più di un anno fa. Ma dice di non aver mai ricevuto alcun sostegno dal governo degli Stati Uniti, anche dopo aver contattato l’FBI.
«Vista la situazione ha deciso di prendere in mano la situazione e di agire per conto proprio» scrive Futurism.
«Sembrava la cosa giusta da fare», ha detto a Wired. «Se non vedono che abbiamo i denti, continueranno a venire».
P4x ha sfruttato una serie di vulnerabilità, portando molti dei server e router centrali del paese a eseguire una ricerca per indicizzazione attraverso attacchi denial-of-service. Gran parte del software utilizzato dal governo nordcoreano è estremamente obsoleto, il che lo rende un facile bersaglio, secondo l’hacker.
«È piuttosto interessante quanto sia stato facile avere effettivamente qualche effetto lì dentro», ha detto alla rivista.
Gli sforzi dell’hacker hanno fatto crollare la maggior parte dei servizi online del Paese, ma non è ancora chiaro che tipo di conseguenze vi saranno, dal momento che la maggior parte dei nordcoreani non ha nemmeno accesso alla rete.
Inoltre, la maggior parte delle reti che operano nel paese vengono comunque utilizzate solo per diffondere propaganda.
Le azioni di P4x potrebbero violare diverse leggi statunitensi, ma date le «folli violazioni dei diritti umani e il controllo completo sulla loro popolazione», la sua «coscienza è a posto», dice.
Strano mondo, quello degli hacker.
La settimana scorsa un hacker ha bucato la rete del sito di crowdfunding GiveSendGo che stava distribuendo 8 milioni di dollari ai camionisti canadesi affinché continuassero la protesta.
L’hacker ha bloccato il sito e rubato la lista dei donatori rendendola pubblica. Alcuni giornali hanno pubblicato l’elenco dei nomi e mandando messaggi a ciascuno di loro. Il risultato sono stati attacchi a negozi di persone che hanno contribuito anche per pochi dollari al Convoy for Freedom.
Ci sono hacker che ideano grandi colpi per combattere uno Stato (versione classica) e poi ci sono hacker che lavorano con lo Stato (remix 2022) per schiacciare i suoi nemici.
È il caso anche del sistema ferroviario bielorusso, hackerato da un gruppo di sedicenti dissidenti con portavoce a Nuova York, proprio mentre salgono le tensioni in Ucraina.
La Corea del Nord è stata accusata nel 2014 di aver attaccato ciberneticamente il ramo cinematografico della Sony a Los Angeles prima dell’uscita di The Interview, un film satirico in cui il leader Kim Jong un viene ucciso in maniera truculenta.
I nordcoreani sono stati altresì sospettati di aver tentato di rubare grosse somme di danaro dal sistema bancario mondiale.
Guerra cibernetica
Il blackout di Amazon mette offline importanti siti web
Un guasto ad Amazon Web Services (AWS) ha provocato disagi generalizzati a siti web e servizi online, colpendo piattaforme che includono streaming, servizi bancari, comunicazioni e media.
Il problema, verificatosi lunedì, ha coinvolto diverse grandi aziende, tra cui la piattaforma di Amazon, la piattaforma di intrattenimento in streaming Disney+, Lloyds Bank, l’app di trasporto Lyft, il New York Times, il forum Reddit e il celeberrimo (dopo la pandemia) servizio di teleconferenze Zoom.
AWS ha comunicato di aver rilevato «un incremento dei tassi di errore e delle latenze» su vari servizi, sottolineando di essere al lavoro «su più fronti paralleli per accelerare il ripristino». L’azienda ha successivamente riportato «progressi significativi» e promesso ulteriori aggiornamenti.
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Il fornitore di servizi cloud ha individuato l’origine del problema in una specifica parte della sua infrastruttura che serve la costa orientale degli Stati Uniti, senza però chiarire immediatamente le cause.
Un’interruzione simile su vasta scala si era verificata a luglio 2024, quando un aggiornamento software dell’azienda di sicurezza informatica CrowdStrike aveva causato crash globali dei sistemi Microsoft Windows.
Elon Musk si è vantato del fatto che la sua piattaforma social, X, è invece resistita al blackouto. «X funziona» ha twittato laconicamente ed ironicamente il miliardario, che con Jeff Bezos di Amazon ha una rivalità anche sul lato di industria spaziale.
𝕏 works
— Elon Musk (@elonmusk) October 20, 2025
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La scorsa primavera a subire un’interruzione delle comunicazioni, un mese dopo aver visto un enorme blackout elettrico, fu il Regno di Spagna.
Un collasso delle grandi piattaforme internet di Meta si registrò nel marzo 2024, con alcuni che dettero la colpa ai miliziani Houthi che avrebbero tagliato i cavi del Mar Rosso.
Come riportato da Renovatio 21, già tre anni fa si era registrato un aumento delle interruzioni dell’internet in tutto il globo.
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Cina
La Cina accusa gli Stati Uniti di un grave attacco informatico
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Guerra cibernetica
Aeroporti nordamericani hackerati con messaggi pro-Hamas
Messaggi che elogiavano Hamas e attaccavano alti funzionari americani e israeliani sono stati trasmessi tramite sistemi di diffusione sonora e visualizzati su schermi digitali in tre aeroporti canadesi e uno statunitense lo scorso martedì. Lo ha riportato la stampa locale.
Le autorità hanno avviato indagini su quello che appare come un attacco informatico coordinato.
L’attacco hacker avrebbe colpito i display informativi e i sistemi audio di due aeroporti nella Columbia Britannica, l’aeroporto internazionale di Windsor in Ontario e l’aeroporto internazionale di Harrisburg in Pennsylvania.
Dear @realDonaldTrump,
Canada’s Kelowna airport had a serious security breach. Hacked with Hаmаs propaganda.
Mark Carney won’t stand up to the Muslim Brotherhood, but will stand up for them.
🇨🇦 is a security threat to the world.
Thank you for your attention to this matter. pic.twitter.com/hm0DyMd3Nx
— dahlia kurtz ✡︎ דליה קורץ (@DahliaKurtz) October 15, 2025
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Le immagini dei display aeroportuali, diffuse dai notiziari locali, mostravano il messaggio «Israele ha perso la guerra, Hamas ha vinto con onore», insieme a una dichiarazione offensiva contro il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Sullo schermo è apparsa anche la firma digitale «Hackerato da Mutarrif Siberislam». Le trasmissioni audio includevano, secondo quanto riferito, slogan pro-palestinesi come «Palestina libera» e insulti rivolti sia a Trump che al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
Le autorità dell’aeroporto di Kelowna hanno confermato l’incidente, spiegando che una terza parte aveva avuto accesso sia agli schermi informativi sui voli sia al sistema di diffusione sonora. Un portavoce dell’aeroporto internazionale di Victoria ha precisato che solo il sistema audio dell’aeroporto era stato compromesso.
Transport Canada ha dichiarato di essere a conoscenza degli attacchi, incluso un ulteriore incidente all’aeroporto internazionale di Windsor.
Le autorità di Harrisburg hanno confermato che l’episodio è sotto indagine da parte di funzionari locali, statali e federali.
Come riportato da Renovatio 21, due anni fa il sistema dell’aviazione canadese fu oggetto di un misterioso attacco hacker che lo paralizzò totalmente, poco dopo che uno stop fosse dato agli aerei delle Filippine e un «problema tecnico» (questa la versione ufficiale) mettesse a terra tutti gli aerei USA, evento che non ha avuto precedenti se non nelle ore dopo l’attentato dell’11 settembre 2001. In quel caso, alcuni ipotizzarono un attacco di hacking di tipo ransomware, con riscatto pagato in bitcoin, il cui valore, in quelle ore, di fatto aumentò.
Come riportato da Renovatio 21, un attacco hacker ha colpito il mese scorso anche grandi aeroporti europei.
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Immagine screenshot da Twitter
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