Economia
Guru del «Grande Reset» suggerisce «scansioni cerebrali» prima di permettervi di viaggiare

La mente del «Grande Reset» Klaus Schwab suggerisce una serie di misure draconiane per il controllo della popolazione sotto l’ombrello della «IV rivoluzione industriale». Tra di esse troviamo le scansioni cerebrali al fine di valutare il rischio posto in essere dai cittadini che intendono attraversare i confini.
Tale idea, come già scritto da Renovatio 21, va di pari passo con la teoria dei chip impiantabili cher per Schwab saranno in grado di leggere i pensieri delle persone.
Il fondatore del World Economic Forum Schwab ha ripetutamente sottolineato come i tecnocrati debbano trarre vantaggio dalla pandemia di coronavirus per attuare il «Grande Reset», un concetto che è stato ripreso con entusiasmo dal primo ministro canadese Justin Trudeau durante una recente videoconferenza delle Nazioni Unite.
La mente del «Grande Reset» Klaus Schwab suggerisce una serie di misure draconiane per il controllo della popolazione sotto l’ombrello della «IV rivoluzione industriale». Tra di esse troviamo le scansioni cerebrali al fine di valutare il rischio posto in essere dai cittadini che intendono attraversare i confini
Ma il «Grande Reset» non riguarda solo la ristrutturazione del sistema economico, l’attuazione di un «Green New Deal», la creazione di più posti di lavoro completamente automatizzati e la riduzione del consumo di energia e del tenore di vita. C’è anche un aspetto di policy nell’agenda, nota Summit News.
Questo programma è esplicitamente dettagliato nei tre libri di Schwab, La quarta rivoluzione industriale, e il più recente COVID-19: The Great Reset, quest’ultimo non ancora tradotto in italiano.
Schwab osserva che l’uso di tale tecnologia per condurre la sorveglianza di massa e il monitoraggio della popolazione «è in contrasto con società sane e aperte», ma continua comunque a presentarlo sotto una luce positiva.
«Man mano che le capacità in questo settore migliorano, la tentazione per le forze dell’ordine e i tribunali di utilizzare tecniche per determinare la probabilità di attività criminale, valutare la colpa o anche eventualmente recuperare i ricordi direttamente dal cervello delle persone aumenterà», scrive, suggerendo programmi pre-criminalità in stile Minority Report.
La tentazione per le forze dell’ordine e i tribunali di utilizzare tecniche per determinare la probabilità di attività criminale, valutare la colpa o anche eventualmente recuperare i ricordi direttamente dal cervello delle persone aumenterà»
Il globalista va anche oltre il semplice obbligo di viaggiare con i certificati di vaccino, suggerendo che «anche attraversare un confine nazionale potrebbe un giorno richiedere una scansione cerebrale dettagliata per valutare il rischio per la sicurezza di un individuo».
Ha anche chiarito che i microchip impiantabili saranno la pietra angolare di un programma transumanista che fonderà l’uomo con la macchina.
«I dispositivi esterni di oggi, dai computer indossabili alle cuffie per la realtà virtuale, diventeranno quasi certamente impiantabili nel nostro corpo e nel nostro cervello», scrive.
«Anche attraversare un confine nazionale potrebbe un giorno richiedere una scansione cerebrale dettagliata per valutare il rischio per la sicurezza di un individuo»
«I microchip impiantabili attivi che rompono la barriera cutanea del nostro corpo» cambieranno il modo in cui ci interfacciamo con il mondo «e ci costringeranno a chiederci «cosa significhi essere umani», sostiene Schwab.
Tale tecnologia potrebbe anche facilitare l’espressione di «pensieri o stati d’animo potenzialmente inespressi leggendo le onde cerebrali e altri segnali», ribadisce il Guru del Grande Reset.
Schwab suggerisce che la popolazione potrebbe essere incoraggiata ad adottare chip per la lettura del cervello come parte di un modello di business che coinvolge qualcuno che «scambia l’accesso ai propri pensieri con l’opzione che fa risparmiare tempo digitando un post sui social media solo con il pensiero».
«I dispositivi esterni di oggi, dai computer indossabili alle cuffie per la realtà virtuale, diventeranno quasi certamente impiantabili nel nostro corpo e nel nostro cervello»
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Immagine di Robert Scoble via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)
Economia
Il debito francese è un pericolo per tutta l’Eurozona

Il crescente debito sovrano della Francia, unito alle lotte politiche interne, potrebbe minacciare la stabilità fiscale dell’Eurozona. Lo riporta l’emittente pubblica tedesca Deutsche Welle, citando un esperto.
La Francia ha uno dei debiti nazionali più elevati dell’UE, attualmente pari a 3,35 trilioni di euro (3,9 trilioni di dollari), pari a circa il 113% del PIL. Si prevede che il rapporto salirà al 125% entro il 2030. Il deficit di bilancio è previsto al 5,4-5,8% quest’anno, ben al di sopra del limite del 3% previsto dall’Unione.
Friedrich Heinemann del Centro Leibniz per la Ricerca Economica Europea ZEW di Mannheim, in Germania, ha dichiarato alla testata in un articolo pubblicato sabato: «dovremmo essere preoccupati. L’eurozona non è stabile in questo momento».
Un drastico piano di austerità proposto dal primo ministro francese François Bayrou, membro del governo di minoranza, ha innescato un voto di sfiducia, che ha perso lunedì sera, portando al collasso il governo francese.
Il piano del Bayrou prevedeva tagli ai posti di lavoro nel settore pubblico, una riduzione della spesa sociale e la soppressione di due festività. Il Rassemblement National di Marina Le Pen, i Socialisti e il partito di sinistra La France Insoumise si sono opposti con veemenza alla proposta.
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Anche un sondaggio Elabe condotto prima del voto ha mostrato che la maggior parte degli intervistati era contraria alle misure.
Lo Heinemann ha dichiarato a DW di dubitare che la Francia troverà presto una via d’uscita, visti gli aspri scontri politici.
A luglio, Bloomberg, citando gli esperti di ING Groep NV, ha affermato in modo analogo che il crescente debito della Francia potrebbe rappresentare una «bomba a orologeria» per la stabilità finanziaria dell’UE.
Nonostante il considerevole deficit di bilancio, la Francia prevede di aumentare la spesa militare a 64 miliardi di euro nel 2027, il doppio di quanto speso nel 2017.
Il presidente Emmanuel Macron ha ripetutamente citato una presunta minaccia russa. Il Cremlino ha costantemente liquidato le accuse come «assurdità», accusando l’UE di una rapida militarizzazione.
A maggio, gli Stati membri hanno approvato un programma di debito da 150 miliardi di euro per l’approvvigionamento di armi.
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Immagine di Philippe Druesne via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
Economia
Trump porge il ramoscello d’ulivo a Musk. Cui Tesla prepara un possibile pagamento da un trilione

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Economia
La Turchia interrompe totalmente gli scambi commerciali con Israele

La Turchia ha interrotto tutti i legami commerciali ed economici con Israele, chiudendo il suo spazio aereo ad alcuni voli israeliani, ha annunciato il Ministro degli Esteri Hakan Fidan. I due Paesi sono in conflitto da mesi a causa della campagna militare israeliana a Gaza, con la Turchia che accusa il Paese di aver commesso un genocidio.
In un discorso al parlamento nazionale di venerdì, il Fidan ha affermato che la Turchia ha «completamente interrotto i nostri scambi commerciali con Israele» e «chiuso i nostri porti alle navi israeliane».
«Non permettiamo alle navi portacontainers che trasportano armi e munizioni verso Israele di entrare nei nostri porti e agli aerei di entrare nel nostro spazio aereo», ha aggiunto il ministro di Ankara, affermando che alle navi battenti bandiera turca è vietato fare scalo nei porti israeliani e che alle imbarcazioni israeliane è vietato entrare nei porti turchi.
Come riportato da Renovatio 21, la guerra commerciale con Israele era partita un anno fa con la sospensione degli scambi.
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Una fonte diplomatica turca ha dichiarato all’agenzia Reuters che le restrizioni ai voli riguardano solo i voli ufficiali israeliani e gli aerei con armi o munizioni, non il transito di routine dei vettori commerciali.
L’agenzia ha inoltre riferito che le autorità portuali turche stanno ora richiedendo informalmente agli agenti marittimi di attestare che le navi non sono collegate a Israele e non trasportano carichi militari o pericolosi diretti nel Paese.
Tuttavia, un funzionario israeliano ha dichiarato al Jerusalem Post che la Turchia aveva «già annunciato in passato la rottura delle relazioni economiche con Israele, e che tali relazioni sono continuate», riferendosi apparentemente alla sospensione delle importazioni ed esportazioni da parte di Ankara a maggio.
I commenti del ministro sono l’ultimo segnale del deterioramento delle relazioni tra Turchia e Israele, rese ancora più tese dalla guerra a Gaza. La Turchia, unendosi agli altri Paesi che hanno portato il caso al tribunale dell’Aia, ha accusato Israele di aver commesso un genocidio a Gaza. Il presidente Recep Tayyip Erdogan in precedenza aveva definito il primo ministro Benjamin Netanyahu «il macellaio di Gaza», suggerendo a un certo punto – in una reductio ad Hitlerum che è andata in crescendo, con contagio internazionale – che la portata dei suoi crimini di guerra superasse quelli commessi dal cancelliere della Germania nazionalsocialista Adolfo Hitlerro.
Nel 2023 la Turchia ha richiamato il suo ambasciatore da Israele e nel 2024 ha interrotto tutti i rapporti diplomatici. Mesi fa Ankara aveva dichiarato che Israele costituisce una «minaccia per la pace in Siria». Erdogan ha più volte chiesto un’alleanza dei Paesi islamici contro Israele.
Come riportato da Renovatio 21, in settimana i turchi hanno guidato gli sforzi per far sospendere Israele all’Assemblea generale ONU. L’anno scorso il presidente turco aveva dichiarato che le Nazioni Unite dovrebbero consentire l’uso della forza contro lo Stato degli ebrei.
Un anno fa Erdogan aveva ventilato l’ipotesi che la Turchia potesse invadere Israele.
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Immagine di Rob Schleiffert via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC 4.0
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