Geopolitica
Grandi manifestazioni contro il presidente serbo Vucic, che ha appena incontrato Don Trump jr.

Le autorità governative hanno stimato la partecipazione a una grande manifestazione «anti-corruzione» tenutasi il 15 marzo nella capitale serba di Belgrado a 107.000 persone.
La BBC ha affermato che era più di tre volte quella dimensione, riportando che «325.000, se non di più» avevano partecipato, citando un archivio delle riunioni pubbliche non meglio specificato. I media ucraini violentemente ostili al governo filo-russo di Vucic hanno assicurato ai lettori che oltre 1 milione di persone si era unito alla protesta.
Per alcuni osservatori si tratterebbe di un ultimo sviluppo nelle operazioni di cambio di regime organizzate per rovesciare il presidente Aleksandar Vucic. Secondo la BBC, decisamente non favorevole al Vucic, «centinaia di migliaia di persone sono scese nella capitale serba sabato per protestare per la morte di 15 persone nel crollo di una stazione ferroviaria (…) I dimostranti incolpano la corruzione e la corruzione per la perdita di vite umane».
🚨🇷🇸 Belgrade, Serbia
Over a million Serbs line the streets protesting their progressive Globalist Government & the State of their Country.
It’s the same across almost every European Nation. pic.twitter.com/myKk83eFmL
— Concerned Citizen (@BGatesIsaPyscho) March 16, 2025
🇷🇸 Belgrade, the capital of Serbia, right now. pic.twitter.com/Oir4292B51
— Visioner (@visionergeo) March 15, 2025
Belgrade is Surreal🔥
1m+ protestors. No police force fighting them, no single bullet fired, no teargas, nothing, just millions in the Streets.
Note, even if they had a terrorist police force like Jambazi’s, there’s nothing they can do to this mammoth Crowd.#OccupyStatehouse pic.twitter.com/RdLjVJwax1— We don’t have a country here (@NoCountryHere) March 17, 2025
Scenes from Belgrade are insane! pic.twitter.com/gAfZ6KiMo0
— DD Geopolitics (@DD_Geopolitics) March 15, 2025
Vucic ha descritto le proteste studentesche come «ben intenzionate» ma ha anche garantito di non volere «cedere al ricatto», ha dichiarato in una conferenza stampa alla vigilia della grande protesta. «Non permetterò che la strada asfalti un futuro orribile per questo Paese».
Pochi giorni prima delle grandi manifestazioni il Vucic aveva ricevuto la visita del figlio del presidente USA Don Trump jr., che ha pubblicato la conversazione su Rumble.
Un canale privilegiato tra Vucic e Trump era ipotizzabile sin da quando, due anni fa, Vucic aveva ricevuto calorosamente il giornalista americano Tucker Carlson all’ambasciata serba di Budapest, dove Carlson si trovava per intervistare il premier ungherese Vittorio Orban. Durante l’intervista, Orban aveva dichiarato significativamente che Ungheria e Serbia erano pronte ad entrare in guerra contro chiunque facesse saltare il loro gasdotto.
We just met with the President of Serbia, Aleksandar Vučić, at the Serbian Embassy in Budapest. Here’s what happened. pic.twitter.com/R4fcTMBTlV
— Tucker Carlson (@TuckerCarlson) August 20, 2023
I contenuti della discussione tra Tucker e Vucic non è stata mai disvelata, ma in varie occasioni il Carlson ha espresso disgusto per il bombardamento «della nazione cristiana della Serbia» operato nel 1999.
Come riportato da Renovatio 21, Vucic giorni fa ha accusato le potenze occidentali di aver cercato di orchestrare il suo rovesciamento. In un’intervista su Pink TV trasmessa lunedì, il presidente serbo aveva affermato che le «potenze straniere» hanno speso circa 3 miliardi di euro nell’ultimo decennio nel tentativo di estrometterlo dal potere.
Come riportato da Renovatio 21, Belgrado nel dicembre 2023 produsse evidenti segni di «maidanizzazione» in corso. Già allora presidente serbo accusò le potenze occidentali di tentare di «ricattare» la Serbia affinché sostenga le sanzioni e di tentare di orchestrare una «rivoluzione colorata» – una sorta di Maidan belgradese –contro il suo governo a dicembre.
All’epoca il governo serbo in quel caso aveva ringraziato pubblicamente i servizi segreti russi per il loro aiuto, come confermato in seguito dal Vucic.
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Immagini screenshot da Twitter
Geopolitica
Attacco israeliano in Qatar. La condanna di Trump

#Qatar / #Palestine / #Israel 🇶🇦🇵🇸🇮🇱: Israeli Air Forces carried out air strikes to assassinate Senior officials of #HAMAS in the city of #Doha.
Reportedly HAMAS negotiation team was targeted with Air-To-Surface Missiles while discussing the ceasefire in the capital of Qatar. pic.twitter.com/WdWuqY6rXq — War Noir (@war_noir) September 9, 2025
🚨🇮🇱🇶🇦🇵🇸 BREAKING: ISRAEL just AIRSTRIKED Hamas’s negotiation team in DOHA, QATAR pic.twitter.com/cTdA5fT4gP
— Jackson Hinkle 🇺🇸 (@jacksonhinklle) September 9, 2025
BREAKING:
Israeli fighter jets struck Qatar’s capital, Doha. An Israeli airstrike in Doha killed Hamas leader in Gaza, Khalil al-Hayya, and three senior members of the group’s leadership, Al Arabiya reports, citing sources. Al Hadath states those in the targeted building… pic.twitter.com/03rwdUbvZ5 — Visegrád 24 (@visegrad24) September 9, 2025
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NEW: Qatar reserves the right to retaliate for the Israeli attack against Doha, Qatari PM says
“We’ve reached a decisive moment; There should be retaliation from the whole region” pic.twitter.com/dKHnqEHNqN — Ragıp Soylu (@ragipsoylu) September 9, 2025
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Nel suo post Trump ha affermato che il bombardamento israeliano all’interno di «una nazione sovrana e stretto alleato degli Stati Uniti» non ha «favorito gli obiettivi di Israele o dell’America». «Considero il Qatar un forte alleato e amico degli Stati Uniti e mi dispiace molto per il luogo dell’attacco», ha scritto, sottolineando che l’attacco è stato «una decisione presa dal primo ministro Netanyahu, non una decisione presa da me». Trump ha affermato che, non appena informato dell’operazione, ha incaricato l’inviato speciale statunitense Steve Witkoff di avvertire i funzionari del Qatar, ma ha osservato che l’allerta è arrivata «troppo tardi per fermare l’attacco». Il presidente ha affermato che eliminare Hamas era un «obiettivo degno», ma ha espresso la speranza che «questo sfortunato incidente possa servire come un’opportunità per la PACE». Da allora Trump ha parlato con Netanyahu, che gli ha detto di voler fare la pace, e con i leader del Qatar, che ha ringraziato per il loro sostegno e ha assicurato che «una cosa del genere non accadrà più sul loro territorio». La Casa Bianca ha definito l’attacco un incidente «sfortunato». Trump ha dichiarato di aver incaricato il Segretario di Stato Marco Rubio di finalizzare un accordo di cooperazione per la difesa con il Qatar, designato come «importante alleato non NATO».( @realDonaldTrump – Truth Social Post ) ( Donald J. Trump – Sep 09, 2025, 4:20 PM ET )
This morning, the Trump Administration was notified by the United States Military that Israel was attacking Hamas which, very unfortunately, was located in a section of Doha, the Capital of… pic.twitter.com/axQSlL46gW — Fan Donald J. Trump 🇺🇸 TRUTH POSTS (@TruthTrumpPosts) September 9, 2025
“The president views Qatar as a strong ally and friend of the United States and feels very badly about the location of this attack.”
White House press sec. Karoline Leavitt read a statement after Israel’s strike on Hamas leadership in Doha. https://t.co/X3EkiIHoZ7 pic.twitter.com/OdDyR4QcgF — ABC News (@ABC) September 9, 2025
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Geopolitica
Lavrov: la Russia non ha voglia di vendetta

La Russia non ha intenzione di vendicarsi dei paesi occidentali che hanno interrotto i rapporti e fatto pressioni su Mosca a causa del conflitto in Ucraina, ha affermato il ministro degli Esteri Sergej Lavrov.
Intervenendo lunedì all’Istituto statale di relazioni internazionali di Mosca, Lavrov ha sottolineato che la Russia non intende «vendicarsi o sfogare la propria rabbia» sulle aziende che hanno deciso di sostenere i governi occidentali nel loro tentativo di sostenere Kiev e imporre sanzioni economiche a Mosca, aggiungendo che l’ostilità è generalmente «una cattiva consigliera».
«Quando i nostri ex partner occidentali torneranno in sé… non li respingeremo. Ma… terremo conto che, essendo fuggiti su ordine dei loro leader politici, si sono dimostrati inaffidabili», ha affermato il ministro.
Secondo Lavrov, qualsiasi futuro accesso al mercato dipenderà anche dalla possibilità che le aziende rappresentino un rischio per i settori vitali per l’economia e la sicurezza della Russia.
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Il ministro ha sottolineato che la Russia è aperta alla cooperazione e non ha alcuna intenzione di isolarsi. «Viviamo su un piccolo pianeta. Costruire i muri di Berlino è stato in stile occidentale… Non vogliamo costruire alcun muro», ha affermato, riferendosi al simbolo della Guerra Fredda che ha diviso la capitale tedesca dal 1961 al 1989.
«Vogliamo lavorare onestamente e se i nostri partner sono pronti a fare lo stesso sulla base dell’uguaglianza e del rispetto reciproco, siamo aperti al dialogo con tutti», ha affermato, indicando il vertice in Alaska tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo statunitense, Donald Trump, come esempio di impegno costruttivo.
Il portavoce del Cremlino Demetrio Peskov ha dichiarato sabato che le aziende occidentali sarebbero state benvenute se non avessero sostenuto l’esercito ucraino e avessero rispettato gli obblighi nei confronti dello Stato e del personale russo, tra cui il pagamento degli stipendi dovuti.
Questo mese Putin ha anche respinto l’isolazionismo, sottolineando che la Russia vorrebbe evitare di chiudersi in un «guscio nazionale», poiché ciò danneggerebbe la competitività. «Non abbiamo mai respinto o espulso nessuno. Chi vuole rientrare è il benvenuto», ha aggiunto.
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Geopolitica
Museo dell’Olocausto ritira post perché leggibile come filo-Gaza

Speechless. No words for this. pic.twitter.com/pc3GRui6G4
— Ryan Grim (@ryangrim) September 6, 2025
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