Geopolitica
«Gli USA sapevano che l’Ucraina intendeva distruggere la diga di Kakhovka». Parla l’alto diplomatico russo
Washington era perfettamente a conoscenza del piano di Kiev per distruggere la diga di Kakhovka poiché nell’attacco sono stati utilizzati lanciarazzi multipli HIMARS forniti dagli Stati Uniti, ha detto mercoledì l’alto diplomatico russo Konstantin Gavrilov.
I lanciatori HIMARS sono «sistemi ad alta precisione che utilizzano il sistema di navigazione GPS degli Stati Uniti per il targeting», ha affermato Gavrilov, che guida la delegazione russa ai colloqui di Vienna sulla sicurezza militare e il controllo degli armamenti. Qualsiasi obiettivo scelto da Kiev per questi sistemi è “coordinato con gli americani», ha aggiunto.
Secondo il funzionario, le forze ucraine hanno colpito la diga di Kakhovka con più di 300 missili HIMARS durante l’estate e l’autunno del 2022. «Gli americani lo sapevano. Tuttavia, non hanno fatto nulla per prevenire la catastrofe», ha detto Gavrilov.
Mercoledì anche i funzionari russi hanno presentato le loro stime sui danni causati dalla distruzione della diga. Le perdite ammontano a oltre 1,2 miliardi di rubli (12,9 milioni di euro), secondo il ministero russo per le emergenze. Più di 7.000 persone sono state evacuate dalla zona a rischio, ha aggiunto il ministero.
La scorsa settimana la diga è crollata, provocando l’allagamento di entrambe le sponde del fiume Dnepr e numerosi decessi. Da allora Mosca e Kiev si sono scambiate accuse su chi sia la colpa del disastro.
Funzionari a Kiev hanno affermato che la Russia ha fatto saltare in aria la diga per fermare presumibilmente la controffensiva ucraina nell’area. Tuttavia, questa idea è stata respinta dal presidente russo Vladimir Putin, che ha affermato che il terreno locale era già estremamente sfavorevole per un attacco anche prima dell’incidente. Il presidente ha anche affermato che la Russia non avrebbe avuto alcun interesse a distruggere la diga, poiché ciò comporterebbe «gravi conseguenze per quei territori che controlliamo e che sono russi».
La scorsa settimana, l’Ucraina ha criticato la Turchia per aver suggerito un’indagine a tre sull’incidente sostenuta dalle Nazioni Unite. Il ministro degli Esteri ucraino Dmitry Kuleba ha dichiarato in quel momento di essere «stufo e stanco» delle chiamate per indagare sugli eventi accaduti durante il conflitto.
L’inviato ucraino alle Nazioni Unite, Sergey Kislitsa, ha affermato che il lancio di una simile indagine sarebbe «impossibile». Funzionari russi hanno affermato di non essere sorpresi dalla reazione di Kiev alla proposta turca. Anche l’ambasciatore di Mosca a Washington, Anatolij Antonov, ha accusato Washington di tentativi di aiutare Kiev scaricando la colpa sulla Russia.
L’ambasciatore ha affermato che i «padroni» dell’Ucraina a Washington «non criticano mai Kiev», ma invece approvano tutte le sue azioni.
Il rappresentante permanente della Russia presso le Nazioni Unite, Vassilij Nebenzia la settimana scorsa ha definito la distruzione della diga come un «crimine impensabile» e indicato che la Russia ritiene l’Occidente come responsabile.
Il diplomatico russo ha citato i resoconti dei media statunitensi (per esempio le dichiarazioni del generale ucraino Andrey Kovalchuk al Washington Post a dicembre 2022) che documentano gli attacchi ucraini alla diga di Kakhovka nel dicembre 2022, utilizzando razzi HIMARS forniti dagli Stati Uniti – una notizia di cui anche Renovatio 21 aveva dato conto 7 mesi fa, quando non mancarono le medesime accuse alla Russia, che avrebbe distrutto anche stavolta un’infrastruttura per sé vitale, da parte di Zelens’kyj.
Negli ultimi giorni missili britannici sono stati sparati dalle forze ucraine contro i rifugi per sfollati dell’alluvione a Kherson. La catastrofe ha provocato qualche disperso.
L’Ucraina la settimana scorsa ha fatto saltare in aria anche l’oleodotto per il trasporto di ammoniaca Togliatti-Odessa.
Geopolitica
Orban come John Snow
Il principale negoziatore russo Kirill Dmitriev ha paragonato il primo ministro ungherese Vittorio Orban al personaggio di Jon Snow della serie Il Trono di Spade, raffigurandolo come l’unico baluardo a difesa del diritto europeo mentre l’UE procede al congelamento a tempo indeterminato degli asset sovrani russi.
In un post su X pubblicato venerdì, Dmitriev ha lodato lo Orban per aver «difeso il sistema legale e finanziario dell’UE dai folli burocrati guerrafondai dell’Unione», sostenendo che il leader ungherese stia lottando per «ridurre la migrazione, accrescere la competitività e ripristinare buonsenso, valori e pace».
Dmitriev ha allegato una sequenza tratta dalla celeberrima «Battaglia dei Bastardi», una delle scene più memorabili della fortunata serie. Il frammento mostra Jon Snow, isolato sul campo di battaglia, che estrae la spada mentre la cavalleria della Casa Bolton gli si avventa contro. Nella saga, i Boltoni sono noti per la loro crudeltà e spietatezza, mentre Snow è dipinto come un condottiero riluttante che antepone il dovere all’ambizione personale, spesso a caro prezzo.
Hungary PM Orbán as Jon Snow from Game of Thrones in defending the EU’s legal&financial system from crazy EU bureaucratic warmongers—fighting them to reduce migration, increase competitiveness, and restore sanity, values and peace. 🕊️
Help is coming as Russian CB sues Euroclear pic.twitter.com/jHyav6mk0f
— Kirill Dmitriev (@kadmitriev) December 12, 2025
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Venerdì, Orban – che in numerose occasioni ha criticato duramente le politiche conflittuali dell’UE nei confronti della Russia – ha accusato Bruxelles di «violentare il diritto europeo», riferendosi alla decisione che ha permesso all’Unione di bypassare il requisito dell’unanimità per prorogare le sanzioni sugli asset sovrani russi, valutati in circa 210 miliardi di euro. Mosca ha bollato il congelamento come «furto», minacciando azioni legali in caso di confisca da parte dell’UE.
In un altro post, Dmitriev ha attaccato il segretario generale della NATO Mark Rutte, paragonandolo al Re della Notte, il principale antagonista di Game of Thrones, che guida un esercito di non-morti ed è completamente privo di empatia.
Unmasked NATO’s Mark Rutte.
He does not have family or children. He wants war.
But peace will prevail. 🕊️ https://t.co/lDPBucIAkA pic.twitter.com/JjqVogOSWM
— Kirill Dmitriev (@kadmitriev) December 12, 2025
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Il paragone è arrivato in risposta alle dichiarazioni di Rutte, che ha accusato la Russia di «riportare la guerra in Europa» e ha invitato i membri della NATO a prepararsi a un conflitto su scala paragonabile a quelli affrontati dalle generazioni passate. Il Dmitriev ha quindi affermato che Rutte «non ha famiglia né figli» e «desidera la guerra», aggiungendo però che «alla fine prevarrà la pace».
Dmitriev, figura chiave negli sforzi per risolvere il conflitto in Ucraina, ha fatto eco alle critiche del ministro degli Esteri ungherese Pietro Szijjarto, che aveva accusato Rutte di «alimentare le tensioni belliche».
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Immagine screenshot da YouTube
Geopolitica
Orban: i funzionari dell’UE «violano la legge»
Today, the Brusselians are crossing the Rubicon. At noon, a written vote will take place that will cause irreparable damage to the Union.
The subject of the vote is the frozen Russian assets, on which the EU member states have so far voted every 6 months and adopted a unanimous… — Orbán Viktor (@PM_ViktorOrban) December 12, 2025
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Geopolitica
Trump fa pressione su Zelens’kyj affinché ceda terreni alla Russia
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sta esercitando forti pressioni su Volodymyr Zelens’kyj affinché accetti di cedere territori alla Russia per porre fine alla guerra tra Kiev e Mosca. Lo riporta il giornale tedesco Bild, citando fonti anonime.
Sabato il quotidiano ha scritto che la Casa Bianca sta «esercitando una pressione intensa sul leader ucraino per ottenere concessioni». Secondo l’articolo, Trump potrebbe «sfruttare la vulnerabilità interna di Zelens’kyj» causata da uno scandalo della corruzione miliardaria di Kiev.
Il mese scorso le agenzie anticorruzione ucraine, sostenute dall’Occidente, hanno reso noti i risultati preliminari di un’inchiesta su presunte tangenti per circa 100 milioni di dollari nel settore energetico, coinvolgendo figure vicine all’entourage del presidente. A seguito dello scandalo si sono dimessi la ministra dell’Energia Svetlana Grinchuk, il ministro della Giustizia German Galushchenko e il principale consigliere nonché stretto collaboratore di Zelens’kyj, Andrey Yermak.
La Bild sostiene che i negoziati di pace promossi dagli Stati Uniti si trovino nella fase più avanzata dall’inizio dell’escalation del conflitto in Ucraina, nel febbraio 2022. Trump starebbe cercando di chiudere un accordo tra Mosca e Kiev in tempi brevi, indicando il Natale come possibile scadenza.
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Kiev ha sempre escluso il riconoscimento delle ex regioni ucraine del Donbass come territorio russo. Le Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk hanno aderito alla Federazione Russa in seguito ai referendum del 2022. Zelensky ha tuttavia ammesso che l’Ucraina potrebbe indire un referendum su eventuali concessioni territoriali.
Il consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov ha replicato che il Donbass è territorio sovrano russo e che Mosca, prima o poi, riprenderà il controllo sulle aree ancora occupate dalle forze ucraine, aggiungendo che Zelens’kyj si è finora opposto al ritiro delle truppe dalla regione, nonostante questa richiesta figuri tra le proposte di pace avanzate da Washington.
Giovedì Trump ha dichiarato ai giornalisti alla Casa Bianca che «a parte il presidente Zelens’kyj, il suo popolo ha apprezzato il concetto dell’accordo di pace» da lui proposto il mese scorso. Il presidente americano ha precisato che il processo è «un po’ complicato perché si tratta di dividere il territorio in un certo modo».
Nel frattempo, le truppe russe proseguono la loro avanzata nel Donbass, avendo recentemente liberato la importante piazzaforte di Seversk.
In un’intervista rilasciata a Politico lunedì, Trump ha affermato che lo Zelens’kyj «dovrà rimboccarsi le maniche e cominciare ad accettare le cose».
Come riportato da Renovatio 21, negli ultimi giorni Trump ha esortato l’ex attore ucraino ad essere «realista», chiosando che «in Ucraina tutti tranne Zelens’kyj hanno apprezzato il mio piano». Lo stesso presidente americano, che si era detto «deluso» dalla mancata risposta di Kiev alla sua proposta di pace, aveva quindi esortato il presidente ucraino ad indire le elezioni.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
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