Militaria
Gli USA forniranno bombe a grappolo all’Ucraina e non si vergognano
Il presidente americano Joe Biden ha difeso ieri quella che ha definito una «decisione difficile» per fornire munizioni a grappolo all’Ucraina, una mossa che l’amministrazione ha definito fondamentale per la lotta e sostenuta dalla promessa dell’Ucraina di «usare con attenzione» (qualunque cosa voglia dire») le controverse bombe, che sono messe al bando da una convenzione ONU del 2010.
La decisione arriva alla vigilia del vertice NATO in Lituania, dove è probabile che Biden debba affrontare le domande degli alleati sul perché gli Stati Uniti manderebbero un’arma in Ucraina che più di due terzi dei membri dell’alleanza hanno vietato perché ha precedenti per causando molte vittime civili.
«Mi ci è voluto un po’ per convincermi a farlo», ha detto Biden in un’intervista alla CNN. Ha aggiunto che alla fine ha accettato la raccomandazione del Dipartimento della Difesa di fornire le cluster bombs e ha discusso la questione con gli alleati e con i legislatori sulla collina, dicendo che «gli ucraini stanno finendo le munizioni» e le bombe a grappolo forniranno una soluzione temporanea per aiutare a fermare i carri armati russi.
La decisione americana è stata salutata su Twitter dal presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj, che ha ringraziato Biden per «un pacchetto di aiuti alla difesa tempestivo, ampio e tanto necessario» che «avvicinerà l’Ucraina alla vittoria sul nemico e la democrazia alla vittoria sulla dittatura».
A timely, broad and much-needed defense aid package from the United States. We are grateful to the American people and President Joseph Biden @POTUS for decisive steps that bring Ukraine closer to victory over the enemy, and democracy to victory over dictatorship. The expansion…
— Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) July 7, 2023
Jake Sullivan, advisor presidenziale ritenuto deus ex machina della politica estera americana (inclusa la distruzione del gasdotto Nord Stream), in una conferenza stampa ha rivendicato l’invio di bombe a grappolo a Kiev introducendo un nuovo pacchetto di armamenti che sarà presentato dal Pentagono, che includerà anche veicoli corazzati Bradley e Stryker e una serie di munizioni, come proiettili per obici e il sistema missilistico di artiglieria ad alta mobilità.
BREAKING: President @JoeBiden National Security Advisor Jake Sullivan appears @WhiteHouse and defends decision to provide banned weapons to #Ukraine to fight #Russia. WATCH pic.twitter.com/mhETUFfOIh
— Simon Ateba (@simonateba) July 7, 2023
Il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg non vede problema con le munizioni a grappolo vietate a livello internazionale: «La NATO non ha una posizione su di esse», ha detto parlando ancora una volta di una possibile adesione accelerata dell’Ucraina alla NATO. Va notato che membri NATO hanno firmato per proibirne l’uso e altri no.
Secondo l’agenzia AP, le bombe a grappolo dovrebbero essere annunciate come parte del prossimo pacchetto di armi da 800 milioni di dollari.
Le cluster bombs – che sono bombe che si aprono nell’aria e rilasciano decine di bombe più piccole – sono viste dagli Stati Uniti come un modo per ottenere a Kiev le munizioni di cui ha bisogno in modo critico per aiutare a rafforzare la sua offensiva e spingere attraverso le linee del fronte russe. «I leader statunitensi hanno discusso la spinosa questione per mesi, prima che Biden prendesse la decisione finale questa settimana» scrive il Washington Post.
Sullivan ha affermato che gli Stati Uniti invieranno una versione delle munizioni che ha un «tasso di distruzione» ridotto, il che significa che meno bombe più piccole non riescono a esplodere.
I proiettili inesplosi, che spesso ricoprono i campi di battaglia e popolano le aree civili, causano morti involontarie e mutilazioni di ogni tipo fra le popolazioni. I funzionari statunitensi hanno affermato che Washington fornirà migliaia di proiettili, ma non ha fornito numeri specifici.
Colin Kahl, il sottosegretario alla difesa per la politica, ha affermato che gli Stati Uniti forniranno all’Ucraina le più moderne munizioni a grappolo con tassi di danno molto più bassi, dicendo che le bombe sono state testate cinque volte tra il 1998 e il 2020 e gli Stati Uniti sono fiduciosi che il tasso di bombe inesplose sia inferiore al 2,35%. Anche se ha rifiutato di dire quante ne invieranno ora gli Stati Uniti, ha affermato che gli Stati Uniti hanno «centinaia di migliaia» di munizioni a grappolo disponibili per l’Ucraina a basso «dud rate», cioè tasso di mancata esplosione.
«Riconosciamo che le munizioni a grappolo creano un rischio di danno civile a causa di ordigni inesplosi», ha detto Sullivan durante un briefing alla Casa Bianca. «Questo è il motivo per cui abbiamo rimandato la decisione il più a lungo possibile. Ma c’è anche un enorme rischio di danni civili se truppe e carri armati russi dovessero rovesciare le posizioni ucraine e prendere più territorio ucraino e soggiogare più civili ucraini, perché l’Ucraina non ha abbastanza artiglieria. Per noi è intollerabile». Il discorso manca completamente di logica, ma oramai ci siamo abituati.
Sullivan è nella cabala angloamericana e che, spingendo per la guerra anche quando a un mese dal conflitto era stato firmato un accordo di pace (fatto saltare definitivamente con la repentina visita a Kiev di Boris Johnson), sta sacrificando ulteriormente la popolazione ucraina: né bombe a grappolo né carri armati vi sarebbero stati se non avessero premuto per la continuazione della guerra – a costo delle vite del popolo ucraino.
Il vice portavoce delle Nazioni Unite Farhan Haq ha affermato che il segretario generale Antonio Guterres «vuole che i Paesi rispettino i termini di tale convenzione e quindi, di conseguenza, ovviamente, non vuole che ci sia un uso continuato di munizioni a grappolo sul campo di battaglia». Non esattamente parole tonanti, considerando che 120 Stati ONU hanno siglato il documento per la messa al bando di queste armi.
L’ultimo uso americano su larga scala di bombe a grappolo è stato durante l’invasione dell’Iraq del 2003, secondo il Pentagono. Le forze statunitensi li consideravano un’arma chiave durante l’invasione dell’Afghanistan nel 2001, secondo Human Rights Watch (HRW). Nei primi tre anni di quel conflitto, si stima che la coalizione guidata dagli Stati Uniti abbia sganciato più di 1.500 bombe a grappolo in Afghanistan.
Lo stesso giorno in cui è stato riferito che l’amministrazione statunitense era pronta a fornire a Kiev le bombe a grappolo, HRW ha pubblicato un rapporto in cui concludeva che: le forze ucraine hanno utilizzato munizioni a grappolo che hanno causato morti e feriti gravi tra i civili; le forze russe hanno ampiamente utilizzato munizioni a grappolo, causando molte morti civili e feriti gravi; le munizioni a grappolo utilizzate dalla Russia e dall’Ucraina stanno danneggiando i civili ora e lasceranno dietro di sé bombe che continueranno a farlo per molti anni.
Ad esempio, l’MK-20, che è una delle armi sulla lista dei desideri dell’Ucraina, disperde 240 sottomunizioni simili a dardi o bombe dopo essere stato lanciato. «Gli Stati Uniti producevano e vendevano bombe a grappolo ai loro alleati fino a pochi anni fa», ha recentemente segnalato Antiwar.com. «Nel 2016, Textron Systems Corporation ha smesso di produrre MK-20 quando gli Stati Uniti hanno smesso di venderli all’Arabia Saudita. Ma c’è ancora circa un milione delle scorte di bombe del Pentagono».
Nonostante alcuni senatori del Partito Democratico USA siano insorti contro la decisione, pare non esserci nessuna vergogna da parte dell’amministrazione Biden, che oramai le cose oscene non le fa più di nascosto, ma nella hybris più allucinante procede scatenata alla luce del sole.
Quello degli USA, a tutti gli effetti, è un governo demente, un governo drogato.
Militaria
Ex comandante NATO afferma che l’Irlanda unita potrebbe aiutare Russia e Cina
Un ex comandante della NATO ha messo in guardia sul fatto che l’eventuale unificazione dell’Irlanda potrebbe rappresentare un grave colpo alla sicurezza occidentale, aprendo la strada a un’espansione dell’influenza di Russia e Cina nell’Atlantico settentrionale.
Parlando mercoledì durante un briefing per membri del Parlamento e della Camera dei Lord, il contrammiraglio britannico in pensione Chris Parry ha sostenuto che la perdita della posizione del Regno Unito nell’Irlanda del Nord offrirebbe un’importante opportunità strategica a Mosca e Pechino.
Il Parry ha evidenziato l’importanza delle acque tra l’Irlanda del Nord e la Scozia per i sottomarini nucleari britannici, definendole «essenziali per il nostro deterrente strategico».
«Con un’Irlanda unita, non vi è alcuna garanzia che potremmo schierare i nostri missili balistici», ha dichiarato il contrammiraglio, suggerendo che l’unificazione irlandese potrebbe consentire agli avversari della NATO di minacciare i cavi sottomarini cruciali.
«Il Regno Unito deve valutare la minaccia che una Repubblica d’Irlanda neutrale rappresenta per sé stesso. Credo che il modo migliore per sostenere l’Irlanda ora sia incrementare l’attività della NATO e degli Alleati nelle acque della sua zona economica esclusiva», ha affermato l’ex militare.
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Il Parry ha persino proposto che la NATO conduca esercitazioni nelle acque sotto il controllo irlandese «indipendentemente dall’approvazione di Dublino», sottolineando che il blocco deve essere pronto a «contrastare i nostri potenziali avversari nelle acque irlandesi». Ha aggiunto che la Repubblica dovrebbe avvicinarsi a una cooperazione militare più stretta con la NATO e abbandonare la sua neutralità.
«Se qualcuno attacca la Gran Bretagna, attaccherà anche l’Irlanda… La neutralità non può più essere vista come un’obiezione di coscienza. Se fai parte del mondo libero, devi essere pronto a difenderlo. La Repubblica deve ridurre le sue vulnerabilità», ha dichiarato.
L’Irlanda mantiene una neutralità militare dall’indipendenza nel 1921 e non è membro della NATO, pur collaborando con l’alleanza.
L’idea della riunificazione irlandese – l’unione della Repubblica d’Irlanda con l’Irlanda del Nord, parte del Regno Unito – è contemplata dall’Accordo del Venerdì Santo del 1998. Questo accordo ha posto fine a tre decenni di conflitto tra nazionalisti irlandesi e unionisti filo-britannici, istituendo un governo di condivisione del potere a Belfast e stabilendo che lo status dell’Irlanda del Nord può essere modificato solo con il consenso della maggioranza tramite un voto.
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Immagine di Mike Weston ABIPP/MOD via Wikimedia pubblicata su licenza Open Government Licence version 1.0
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Zelens’kyj elogia il successo del test del «Flamingo», missile da crociera che può colpire Mosca
War in Ukraine 🇺🇦🇷🇺 FIRST COMBAT USE. Ukraine’s new Flamingo cruise missiles strike deep into Russian territory! These domestically-produced weapons carry 2.5x the warhead of a Tomahawk and have a 3000km range. Game changer? #Ukraine #Flamingo #Russia pic.twitter.com/2qBrbT4NgF
— Skënderbej_ (@AncientAlien01) September 1, 2025
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Militaria
Due bombardieri statunitensi sorvolano di nuovo il Venezuela, scatenando speculazioni su un attacco imminente
Per la seconda volta in meno di una settimana, l’aeronautica militare statunitense sembra aver condotto un volo di bombardieri vicino alla costa del Venezuela, in una chiara dimostrazione di forza.
La notizia segue la conferma, giorni fa, da parte del Comando Sud degli Stati Uniti di una «missione dimostrativa di attacco con bombardieri» nei cieli dei Caraibi meridionali. Secondo i dati di tracciamento dei voli open source, un episodio simile si è verificato nuovamente giovedì.
Il Wall Street Journal ha confermato giovedì pomeriggio: «Due B-1 Lancer sono decollati dalla base aerea di Dyess in Texas e hanno volato vicino al Venezuela, rimanendo però nello spazio aereo internazionale», come riferito da un funzionario statunitense e dai dati di tracciamento dei voli.
Il Pentagono ha ribadito che, secondo i tracciatori di volo, gli aerei sono rimasti sempre nello spazio aereo internazionale prima di invertire la rotta.
In un contesto di crescente presenza militare nei Caraibi, questi nuovi voli di bombardieri hanno alimentato speculazioni, riportate dal WSJ, su una possibile azione militare imminente del presidente Trump contro il governo Maduro.
Negli ultimi decenni, gli Stati Uniti hanno raramente impiegato bombardieri vicino al Sud America, limitandosi di solito a una missione di addestramento annuale programmata. Tuttavia, secondo due funzionari della Difesa, ulteriori missioni con bombardieri potrebbero essere condotte a breve.
I voli di giovedì rappresentano un segnale di «serietà e determinazione», ha dichiarato David Deptula, generale in pensione dell’Aeronautica Militare e preside del Mitchell Institute for Aerospace Studies, un think tank aerospaziale. «Si sta mostrando un’impressionante combinazione di capacità: resistenza, carico utile, autonomia e precisione», ha aggiunto.
Diversi osservatori dei tracciati di volo hanno rilevato che il sorvolo sembrava configurare una «simulazione di attacco», probabilmente supportata da aerei cisterna per il rifornimento in volo.
Riguardo alla possibilità di un’azione militare statunitense contro il Venezuela questa notte, o nelle prossime 24-48 ore, appare altamente improbabile, a causa della presenza nella regione della tempesta tropicale Melissa, che sembra evolvere in un uragano e sta colpendo i Caraibi.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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