Connettiti con Renovato 21

Geopolitica

Gli Stati Uniti premono sulla Romania contro le restrizioni di viaggio per i fratelli Tate: fondi USAID usati contro di loro?

Pubblicato

il

L’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha intensificato gli sforzi per convincere le autorità rumene a revocare le restrizioni di viaggio per Andrew e Tristan Tate, noti influencer dei social media che devono affrontare accuse penali a Bucarest. Lo riporta il Financial Times.

 

I fratelli, che sono cittadini statunitensi e britannici, sono stati arrestati in Romania nel 2022 con accuse tra cui tratta di esseri umani, molestie sessuali e formazione di un gruppo criminale organizzato. I due hanno sempre negato ogni illecito.

 

I funzionari statunitensi hanno inizialmente sollevato la questione durante una telefonata con il governo rumeno la scorsa settimana, hanno riferito diverse fonti al FT. Successivamente, l’inviato speciale del presidente Trump, Richard Grenell, avrebbe incontrato il ministro degli Esteri rumeno Emil Hurezeanu alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, tenutasi dal 14 al 16 febbraio, per sostenere la restituzione dei passaporti dei fratelli, consentendo loro di viaggiare in attesa della conclusione dei procedimenti legali.

Sostieni Renovatio 21

Il ministro Hurezeanu avrebbe rifiutato di commentare i dettagli dell’incontro, ma ha sottolineato l’indipendenza della magistratura rumena, affermando che i tribunali operano in base alla legge e al giusto processo.

 

Il Grenell, pur riconoscendo il suo sostegno ai Tate, ha dichiarato a FT di non aver avuto «alcuna conversazione sostanziale» con Hurezeanu durante il loro incontro a Monaco.

 

Il funzionario statunitense ha precedentemente espresso preoccupazione per l’assegnazione di fondi da parte dell’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID) in Romania. In un post su X all’inizio di questo mese, Grenell ha suggerito che l’organizzazione era stata «armata contro persone e politici che non erano woke».

 

«I conservatori di tutto il mondo sono stati presi di mira. La Romania è l’ultimo esempio» aveva scritto il Grenell su X in risposta a chi notava, in merito al caso Tate, che dopo il 2022 USAID stava finanziando programmi sul sistema giudiziario romeno.

 


I commenti del Grenello sono in linea con il più ampio sforzo dell’amministrazione Trump di ridurre le spese dell’USAID e rivalutare i suoi impegni globali.

 

Oltre alle accuse in Romania, il Regno Unito sta cercando l’estradizione dei fratelli come parte di un’indagine sulle accuse di stupro e tratta di esseri umani. Un tribunale rumeno ha dichiarato che qualsiasi procedimento di estradizione sarà affrontato dopo la risoluzione del caso attuale.

 

I fratelli Tate hanno ottenuto una vittoria legale a gennaio dopo che una corte d’appello rumena ha restituito il loro caso ai procuratori. Sebbene siano stati rilasciati dagli arresti domiciliari, è ancora loro vietato lasciare il paese.

 

In una dichiarazione scritta, citata dal FT, i fratelli hanno sottolineato il loro impegno a collaborare con il loro team legale per perseguire tutte le opzioni legali disponibili.

 

«Il loro unico obiettivo è garantire che venga seguito il giusto processo e che la loro innocenza venga stabilita in un tribunale», si legge nella dichiarazione.

 

Andrew Tate, ex campione mondiale di kickboxing per quattro volte, detto dai suoi seguaci «Top G» è diventato famoso dopo essere apparso nella versione britannica della trasmissione TV Grande Fratello nel 2016, ma venne espulso quando emerse un video che lo mostrava mentre aveva un rapporto sessuale apparentemente violento: sia lui che la donna implicata dissero che si trattava di una dinamica consensuale. In seguito, prima di arrivare all’assoluta celebrità in rete con le sue idee su donne ed esistenza maschile (e i corsi a pagamento con i quali promette l’indipendenza economica agli iscritti), avrebbe intrapreso un’attività di «webcam girl».

Acquista la t-shirt DONALD KRAKEN

Il kickboxeur divenuto celebrità internet coltivato una presenza audace e controversa sui social media, ostentando spesso la sua ricchezza – orologi e magioni costosissime, più un’impressionante collezione di auto sportive – e promuovendo corsi che affermano di aiutare i giovani uomini a raggiungere il successo finanziario e personale – una sorta di edonismo marziale, dove grande importanza è assegnata all’impegno, al sacrificio e alla responsabilità.

 

Tra il 2021 e il 2022 varie piattaforme social lo bandirono, ma per un periodo risultò comunque la persona al mondo con più ricerche Google.

 

Nel Regno Unito è accusato di promuovere la misoginia (accusa che lui nega con fermezza) e di avere un’influenza negativa su tanti giovani studenti. In varie occasioni, in interviste anche di livello come quella con Tucker Carlson, ha spiegato come secondo lui le accuse siano completamente infondate.

 

Il procuratore che indaga sui Tate è molto noto in Romania, una sorta di giudice star del Paese. Il caso ha occupato ed occupa tuttora le prime pagine dei giornali romeni.

 

Durante i mesi di carcere Tate, convertitosi negli anni precedenti all’islam (il fratello Tristan invece pare essersi avvicinato alla fede cristiana tramite la famiglia della madre della figlia, che è ortodossa) ha lamentato l’assenza totale di sostegno da parte delle autorità britanniche.

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine screenshot da Youtube

Continua a leggere

Geopolitica

Orban: il piano dell’UE per rubare i beni russi costituisce una «dichiarazione di guerra»

Pubblicato

il

Da

Qualsiasi tentativo da parte dell’Unione Europea di confiscare i fondi russi congelati senza l’approvazione di Budapest e in contrasto con il diritto europeo rappresenterebbe una «dichiarazione di guerra», ha dichiarato il primo ministro ungherese Viktor Orban.   La settimana scorsa, l’UE ha approvato il mantenimento a tempo indeterminato del congelamento dei beni della banca centrale russa, ricorrendo a poteri di emergenza per bypassare il requisito di unanimità, nonostante le opposizioni di alcuni Stati membri.   La Commissione Europea, guidata dalla presidente Ursula von der Leyen, intende impiegare i circa 210 miliardi di euro per finanziare un «prestito per riparazioni» destinato a Kiev, un’iniziativa contrastata da vari Paesi, inclusi Ungheria e Slovacchia. La Russia ha definito illegale il congelamento e ha qualificato come «furto» qualsiasi impiego dei fondi, minacciando ripercussioni economiche e legali.   In un post sui social media, Orban ha affermato sabato che i responsabili UE stanno tentando di appropriarsi dei beni russi congelati «aggirando l’Ungheria» e «violando il diritto europeo alla luce del sole», un’azione che, secondo lui, equivarrebbe a una «dichiarazione di guerra», accusando Bruxelles di protrarre il conflitto, precisando che l’Ungheria «non parteciperà» a quello che ha descritto come uno schema «contorto».

Aiuta Renovatio 21

«Non ho mai visto un sequestro di 200-300 miliardi di euro da parte di un Paese che non abbia provocato qualche tipo di reazione», ha aggiunto lo Orban.   Secondo il premier ungherese, «sono tre i tedeschi a comandare». Ha puntato il dito contro il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il capogruppo del Partito Popolare Europeo Manfred Weber e von der Leyen, rei di aver guidato l’UE «in un vicolo cieco» o «dritta contro un muro».   La proposta di voto avanzata da von der Leyen ha riqualificato la gestione dei beni russi congelati come emergenza economica anziché politica sanzionatoria, permettendo alla Commissione di applicare l’articolo 122 dei trattati UE per decidere a maggioranza qualificata invece che all’unanimità, eludendo così possibili veti.   Anche il Belgio, dove è custodita la maggior parte dei fondi, ha espresso riserve per i potenziali rischi legali e finanziari. Il congelamento indefinito è concepito in parte per esercitare pressione su Bruxelles e ottenere il suo appoggio al piano UE di utilizzo dei fondi russi.    

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di Elekes Andor via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
Continua a leggere

Geopolitica

Trump annuncia attacchi terrestri in Venezuela «presto»

Pubblicato

il

Da

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che gli USA potrebbero avviare «molto presto» operazioni terrestri contro presunte reti di narcotraffico collegate al Venezuela, dopo aver quasi completamente interrotto i flussi di stupefacenti via mare. Caracas ha respinto con forza ogni accusa di legami con i cartelli della droga.

 

Parlando venerdì con i giornalisti alla Casa Bianca, Trump ha annunciato che il traffico di droga marittimo legato al Venezuela è calato del 92%, sostenendo che le forze americane stanno «eliminando la droga a livelli mai visti prima». «Abbiamo bloccato il 96% degli stupefacenti che arrivavano via mare», ha precisato, per poi aggiungere: «Presto le operazioni inizieranno anche sulla terraferma».

 

Il presidente statunitense non ha tuttavia fornito indicazioni su eventuali obiettivi o sull’estensione di tali azioni.

 

Da settembre le forze USA hanno intensificato sensibilmente la presenza militare nei Caraibi e nel Pacifico orientale, conducendo oltre 20 interventi contro imbarcazioni sospette di traffico di droga e causando la morte di decine di persone. Trump ha affermato che queste operazioni hanno salvato decine di migliaia di vite americane, impedendo l’ingresso di narcotici nel Paese.

 

Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha sempre rigettato le accuse di Trump su presunti rapporti tra Caracas e i narcocartelli, sostenendo che Washington utilizzi la campagna antidroga come pretesto per destabilizzare e rovesciare il suo governo.

 

Come riportato da Renovatio 21, Maduro, che avrebbe offerto ampie concessioni economiche agli USA per restare al potere, sarebbe stato oggetto di un tentativo di rapimento tramite il suo pilota personale.

 

Il Venezuela ha stigmatizzato il rinforzo militare come violazione della sovranità e tentativo di golpe. Il governo venezuelano starebbe cercando appoggio da Russia, Cina e Iran. Mosca ha di recente riaffermato la sua alleanza con Caracas, esprimendo pieno sostegno alla leadership del Paese nella difesa della propria integrità. Mosca ha accusato il mese scorso Washington di preparare il golpe in Venezuela.

 

Questa settimana le autorità statunitensi hanno sequestrato anche la petroliera Skipper al largo delle coste venezuelane, una nave cargo che secondo gli USA trasportava petrolio dal Venezuela e dall’Iran. Le autorità di Caracas hanno condannato l’operazione definendola «furto manifesto» e «pirateria navale criminale».

 

Come riportato da Renovatio 21, nel frattempo, la Russia – da tempo alleata stretta del Venezuela – ha rinnovato pubblicamente il suo sostegno a Maduro. Secondo il Cremlino, il presidente Vladimir Putin «ha espresso solidarietà al popolo venezuelano e ha ribadito il proprio appoggio alla ferma determinazione del governo Maduro nel difendere la sovranità nazionale e gli interessi del Paese dalle ingerenze esterne». I due leader hanno inoltre confermato l’impegno a dare piena attuazione al trattato di partenariato strategico siglato a maggio.

 

Trump nelle scorse settimane ha ammesso di aver autorizzato le operazioni CIA in Venezuela. Di piani CIA per uccidere il presidente venezuelano il ministro degli Interni del Paese aveva parlato lo scorso anno.

 

Come riportato da Renovatio 21, Maduro aveva denunciato l’anno scorso la presenza di mercenari americani e ucraini in Venezuela. «Gli UA finanziano Sodoma e Gomorra» aveva detto.

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr

Continua a leggere

Geopolitica

La Slovacchia «non sosterrà nulla» che contribuisca a prolungare il conflitto in Ucraina

Pubblicato

il

Da

Il primo ministro slovacco Robert Fico ha annunciato che la Slovacchia si opporrà a qualsiasi misura che permetta di impiegare i beni russi congelati per fornire armi all’Ucraina, mettendo in guardia sul fatto che ulteriori sostegni militari non farebbero che protrarre l’«insensata uccisione quotidiana di centinaia di migliaia di russi e ucraini».   In seguito all’escalation del conflitto nel 2022, gli alleati occidentali di Kiev hanno bloccato circa 300 miliardi di dollari di asset della banca centrale russa, in gran parte depositati nell’UE. Da quel momento è divampata una disputa tra i Paesi intenzionati a usare tali fondi come collaterale per un «prestito di riparazione» a favore di Kiev e quelli che si oppongono fermamente. La decisione finale spetterà ai membri dell’UE nel voto previsto per la prossima settimana.   Fico, da sempre critico del piano, ha illustrato la propria posizione in dettaglio in una lettera inviata all’inizio della settimana al Presidente del Consiglio europeo António Costa. In un post su X pubblicato venerdì, ha riferito di aver poi avuto un colloquio telefonico con Costa, durante il quale ha ribadito il suo rifiuto all’invio di armi a Kiev. Fico ha dichiarato di aver avvertito che proseguire con i finanziamenti prolungherebbe le ostilità e accrescerebbe le vittime, mentre Costa «ha parlato solo di soldi per la guerra».   «Se per l’Europa occidentale la vita di un russo o di un ucraino non vale un cazzo, non voglio far parte di un’Europa occidentale del genere», ha affermato Fico. «Non appoggerò nulla, anche se dovessimo restare a Bruxelles fino al nuovo anno, che comporti il sostegno alle spese militari dell’Ucraina».  

Iscriviti al canale Telegram

Vari Stati membri dell’UE hanno manifestato riserve sul programma di prestiti, evidenziando rischi di natura legale e finanziaria. Secondo Politico, venerdì Italia, Belgio, Bulgaria e Malta hanno sollecitato la Commissione europea a considerare opzioni alternative al sequestro degli asset, quali un meccanismo di prestito comunitario o soluzioni temporanee. Obiezioni sono arrivate anche da Ungheria, Germania e Francia.   Venerdì la Commissione Europea ha dato il via libera a una norma controversa che potrebbe prorogare indefinitamente il congelamento dei beni russi, qualificando la materia come emergenza economica e non come misura sanzionatoria. Questo passaggio è interpretato come propedeutico all’attuazione del «prestito di riparazione», in quanto permette decisioni a maggioranza qualificata invece che all’unanimità, eludendo così i veti dei Paesi dissidenti.   Mosca ha stigmatizzato come illegittimo ogni tentativo di appropriarsi dei suoi asset. La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha affermato questa settimana che, con il programma di «prestiti di riparazione», l’Europa sta adottando un comportamento «suicida». Riferendosi al voto di venerdì, ha etichettato l’UE come «truffatori».

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
Continua a leggere

Più popolari