Geopolitica
Gli Houthi attaccano il principale aeroporto israeliano con missili ipersonici. Lo Stato Ebraico promette la rappresaglia
L’aeroporto principale di Israele è stato colpito domenica mattina da un missile balistico lanciato dai ribelli Houthi dello Yemen. Il missile ha colpito un boschetto vicino a una strada di accesso all’interno del perimetro dell’aeroporto Ben Gurion, vicino a Tel Aviv.
Secondo quanto riportato dai media, almeno sei persone sono rimaste ferite.
Le Forze di difesa israeliane (IDF) hanno confermato di non essere riuscite ad intercettare il missile nonostante diversi tentativi. «È stato identificato un impatto nell’area dell’aeroporto Ben Gurion», ha dichiarato l’IDF in un post su Telegram. L’Aeronautica Militare israeliana sta indagando sul fallimento del sistema difensivo.
Yemen Armed Forces successfully breach billion dollar U.S. air defense and lands missile in Ben Gurion Airport
Yemen: “We will not abandon our duty until the aggression against Gaza stops and the siege is lifted.” pic.twitter.com/MAp9h4EFi9
— COMBATE |🇵🇷 (@upholdreality) May 4, 2025
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Gli Houthi, che controllano lo Yemen occidentale, compresa la capitale e il porto di Hodeidah, hanno lanciato numerosi droni e missili contro navi commerciali in transito nel Mar Rosso e contro obiettivi in Israele nell’ultimo anno, con l’obiettivo di esercitare pressioni sullo Stato degli ebrei per la sua operazione militare a Gaza.
Israele ha lanciato la campagna in seguito a un raid mortale del gruppo militante palestinese Hamas nell’ottobre 2023. Gli Houthi hanno dichiarato che avrebbero cessato gli attacchi se Israele avesse interrotto le sue operazioni a Gaza.
Gli Stati Uniti hanno avviato attacchi aerei e navali contro obiettivi Houthi a marzo, citando minacce alla navigazione nel Mar Rosso. Attacchi contro il porto di Ras Isa, centrale per i rifornimenti, sono stati ordinati solo due settimane fa da Donald Trump.
La scorsa settimana, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ordinato al Pentagono di intensificare gli attacchi in Yemen e ha avvertito che gli Houthi sarebbero stati «completamente annientati» se avessero continuato i loro attacchi. Anche la Gran Bretagna ha preso parte agli attacchi, con il ministero della Difesa che ha dichiarato che l’obiettivo era una struttura controllata dagli Houthi.
BREAKING 🚨 Yemen just struck Israel Ben Gurion airport with a missile, in an attempt to stop the genocide in Gaza.
This comes after the US bombed Yemen and killed civilians. The Houthis are the only real ones.pic.twitter.com/OHmGGZ1MC2
— Syrian Girl (@Partisangirl) May 4, 2025
BREAKING: SOMEHOW, A Missile Evaded @USNavy Missile Defense In The Red Sea & Gulf Of Aiden & Israel’s “Iron Dome” To Hit Israel’s Ben Gurion Airport, Tel Aviv.
The IDF Claims Its A Houthi Ballistic Missile From Yemen Backed By Iran’s Govt.
Israel Is Desperate To Attack Iran! pic.twitter.com/fP7atm0QlO— John Basham (@JohnBasham) May 4, 2025
Il segretario alla Difesa statunitense Pete Hegseth ha accusato l’Iran di aver armato gli Houthi e ha avvertito che ci sarebbero state conseguenze. Teheran ha negato le accuse. Gli Stati Uniti, tuttavia, hanno annunciato giovedì ampie sanzioni contro i paesi che acquistano petrolio o prodotti petrolchimici iraniani, citando, tra le altre cose, il presunto ruolo di Teheran nell’alimentare il conflitto in Medio Oriente.
La Russia ha esortato Washington a cessare i suoi attacchi contro lo Yemen. In una telefonata a marzo con il segretario di Stato americano Marco Rubio, il Ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha chiesto la cessazione immediata dell’uso della forza e ha esortato tutte le parti a impegnarsi nel dialogo politico.
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Come riportato da Renovatio 21, a marzo Forze l’IDF aveva dichiarato di aver intercettato un missile balistico lanciato dagli Houthi. Nei mesi scorsi il gruppo sciita aveva attaccato diverse volte lo Stato Ebraico, dichiarando talvolta l’uso di tecnologia ipersonica. La domanda che alcuni si pongono, quindi, è se il sistema antiaereo israeliani Iron Dome, molto celebrato sui media, sia in realtà ora inutile ai fini della difesa dello Stato Ebraico.
Gli Houthi stanno continuando a rivendicare attacchi a una portaerei USA a seguito di raid ordinati da Trump in territorio yemenita, nonché l’abbattimento di vari droni USA MQ-9 Reaper. Quattro mesi fa un F-18 statunitense sarebbe stato abbattuto dal fuoco amico.
L’anno passato erano stati riportati raid israeliani contro gli yemeniti, che avevano sconvolto il mondo con il sequestro di navi considerate affiliate allo Stato Ebraico.
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Immagine screenshot da Twitter
Geopolitica
Russia e USA in trattative per un possibile nuovo scambio di prigionieri
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Geopolitica
Orban: finanziare la «mafia di guerra» di Kiev è come la vodka per un alcolizzato
Il primo ministro ungherese Vittorio Orban ha aspramente censurato la Commissione europea per aver invitato gli Stati membri dell’UE a incrementare gli apporti finanziari all’Ucraina, in piena luce del macroscopico scandalo corruttivo, sostenendo che la «mafia della guerra» di Kiev sta deviando i fondi dei contribuenti europei.
Lunedì, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha recapitato una missiva alle capitali europee, incalzando un’intesa celere per far fronte alle esigenze militari e monetarie di Kiev per il biennio venturo. Nella lettera, ripresa dalla stampa, il deficit di bilancio in espansione dell’Ucraina viene stimato in circa 135,7 miliardi di euro. Von der Leyen ha delineato tre opzioni di finanziamento: versamenti bilaterali opzionali da parte dei membri UE, mutui collettivi a livello europeo e un prestito risarcitorio ancorato ai beni russi congelati.
Orban ha postato su X di aver ricevuto la nota, in cui si descrive il gap finanziario ucraino come «considerevole» e si sollecita l’invio di ulteriori risorse da parte dei Paesi UE.
I received a letter today from President @vonderleyen. She writes that Ukraine’s financing gap is significant and asks member states to send more money. It’s astonishing. At a time when it has become clear that a war mafia is siphoning off European taxpayers’ money, instead of…
— Orbán Viktor (@PM_ViktorOrban) November 17, 2025
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«È stupefacente. Proprio quando è emerso che una mafia della guerra sta svuotando le tasche dei contribuenti europei, anziché pretendere verifiche reali o bloccare i flussi, la presidente della Commissione propone di mandarne ancora di più», ha scritto, alludendo palesemente al recente scandalo corruttivo in Ucraina. Orban ha equiparato tale strategia al «tentativo di soccorrere un ubriaco spedendogli un’altra cassa di vodka», chiosando che «l’Ungheria non ha smarrito il buonsenso».
All’inizio del mese, le autorità anticorruzione ucraine hanno smascherato un presunto schema illecito capitanato da Timur Mindich, storico partner d’affari di Volodymyr Zelens’kyj, che ha distolto circa 100 milioni di dollari in mazzette dai contratti con l’operatore nucleare nazionale Energoatom, fortemente dipendente dagli aiuti esteri.
La vicenda corruttiva è esplosa mentre Kiev preme sui donatori per un finanziamento da 140 miliardi di euro, garantito dai beni della banca centrale russa bloccati dall’Occidente – un progetto ostacolato dal Belgio, custode della fetta maggiore di quei fondi. Mosca qualifica qualunque impiego di tali asset come «furto» e ha minacciato contromisure giudiziarie.
Il caso potrebbe armare i politici europei di argomenti solidi per invocare un ridimensionamento degli aiuti a Kiev, ha osservato Le Monde.
Come riportato da Renovatio 21, intanto con il megascandalo sulla corruzione Kiev sta incontrando ostacoli nel reperire un nuovo prestito dal FMI.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Geopolitica
Mearsheimer: l’Occidente vuole distruggere la Russia come grande potenza
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