Geopolitica
Gli ebrei francesi nascondono i loro nomi
La brutale ritorsione di Israele contro Gaza in seguito al mortale attacco di Hamas del 7 ottobre ha provocato un’ondata di antisemitismo in tutta la Francia, costringendo molti ebrei a nascondere la propria identità mentre affrontano discriminazioni, minacce e violenza nella loro vita quotidiana.
Un’inchiesta pubblicata mercoledì dal quotidiano Le Figaro ha riportato numerosi episodi di ebrei che hanno incontrato un nuovo risentimento mentre svolgevano le loro attività quotidiane in Francia, dove circa il 10% della popolazione è musulmana. Secondo le interviste condotte dalla nota testata, tale risentimento contro i giudei è ovunque, dai taxi ai barbieri.
Agli ebrei vengono negati i servizi commerciali, scrive il giornale citando un rabbino di 60 anni che ha affermato di aver ricevuto un messaggio da Uber che lo avvisava che il suo account era stato chiuso a causa delle basse valutazioni dategli dagli autisti. L’uomo ha appreso il motivo della sua sospensione solo quando un autista musulmano gli ha detto che la sua scarsa valutazione era dovuta al fatto che è ebreo, aggiungendo che alcuni suoi colleghi avevano valutato male il passeggero perché indossava uno zucchetto tradizionale, la kippah.
In un altro episodio riportato da Le Figaro, una donna di 31 anni ha dichiarato di aver intrapreso un’azione legale contro un barbiere parigino dove frequentava da tre anni dopo che le avevano rifiutato un appuntamento perché era ebrea. «Non ti pettinerò i capelli, perché sostengo la Palestina e tu sei ebrea!» le ha detto una parrucchiera quando è arrivata per un appuntamento.
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Molti degli intervistati da Le Figaro lamentano che anche il servizio postale nazionale è diventato una fonte di vetriolo antisemita. I pacchi inviati in Israele vengono spesso consegnati in ritardo e talvolta in pessime condizioni, con la dicitura «Israele» barrata e sostituita con «Palestina».
In risposta, secondo i rapporti, gli ebrei stanno cercando di mantenere un basso profilo rimuovendo i tradizionali cartelli ebraici dalle loro porte, nascondendo la loro kippah sotto i berretti e rimuovendo i nomi ebraici dalle cassette postali e dalle app mobili.
Dall’inizio della guerra sono stati registrati più di 1.500 atti antisemiti, ha dichiarato all’inizio di novembre il ministro degli Interni francese Gérald Darmanin in un’intervista all’emittente televisiva Europe 1. La cifra rappresenta un aumento di tre volte rispetto all’intero 2022. Gli episodi di antisemitismo sono in aumento anche in Germania e nel Regno Unito, scrive RT.
All’inizio di questo mese, più di 180.000 persone in tutta la Francia, tra cui decine di migliaia a Parigi, si sono unite in marce di protesta contro l’ondata di antisemitismo nel Paese.
La situazione ricorda da vicino un romanzo di Michel Houellebecq, Sottomissione (2015), che dipinge una Francia sul punto di essere islamizzata, dalle università alle strade. Nel racconto, gli ebrei – che sono un elemento del tutto secondario del libro, che tratta precipuamente della fine dei cristiani – sono praticamente tutti tornati in Israele, dove montano l’ultima disperata difesa della loro specie.
Il libro di Houellebecq ha il merito di mostrare un processo islamizzazione che procede, oltre che dall’immigrazione, anche dai grandi capitali dei regni del Golfo, che comprano università e quant’altro, ottenendo quindi la conversione delle élite intellettuali e amministrative, sempre più rintanate nelle loro case a causa dell’anarco-tirannia a base di violenza islamica che domina le strade (vanno alla cassetta delle lettere solo per raccogliere gli ordini Amazon) e quindi portate al punto di buttar via integralmente la loro tradizione civile, letteraria, spirituale.
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Immagine di Olevy via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Geopolitica
Attacco aereo pakistano uccide nove bambini afghani
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Geopolitica
Trump pronto a parlare con Maduro
Il presidente statunitense Donald Trump intende avviare un dialogo diretto con il presidente venezuelano Nicolás Maduro, nonostante la recente designazione di quest’ultimo come capo di un’organizzazione terroristica straniera da parte di Washington. Lo riporta Axios citando fonti dell’amministrazione.
Gli USA hanno ufficialmente etichettato il «Cartel de los Soles» – una presunta rete criminale operante all’interno dei servizi segreti venezuelani – come entità terroristica straniera, equiparandolo ad Al-Qaeda e all’ISIS. L’annuncio è arrivato lunedì dal Dipartimento del Tesoro, che ha ribadito le accuse di lunga data secondo cui Maduro – la cui legittimità è contestata da Washington – dirigerebbe il gruppo.
Sempre secondo Axios, questa mossa di Trump segna un’inversione di rotta nella sua «diplomazia delle cannoniere» verso il Venezuela e potrebbe segnalare che, nel breve termine, sono improbabili attacchi missilistici o operazioni terrestri americane.
«Nessuno ha intenzione di sparargli o rapirlo, a questo punto. Non lo escluderei mai, ma non è il piano attuale», ha confidato ad Axios un funzionario anonimo al corrente dei fatti. «Nel frattempo, faremo saltare in aria le imbarcazioni che trasportano droga. Fermeremo il traffico di stupefacenti», ha aggiunto.
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Non è ancora stata fissata una data per la possibile telefonata tra Trump e Maduro, che è «in fase di pianificazione», ha precisato un’altra fonte USA.
La decisione giunge dopo quasi due mesi di raid aerei americani su piccole navi al largo delle coste venezuelane, che il Pentagono descrive come operazioni contro il «narcoterrorismo» e che hanno causato circa 80 morti.
Il termine «Cartello dei Soli» è emerso negli anni Nonvanta per la presunta corruzione tra ufficiali venezuelani che ostentavano spalline a forma di sole. Nel 2020, durante il primo mandato di Trump, gli USA hanno incriminato Maduro e 14 alti funzionari (attuali o ex) per narcotraffico e criminalità organizzata, accusandoli di gestire collettivamente la rete. Maduro ha sempre smentito le imputazioni e ha avvertito Washington contro una «guerra folle».
Secondo indiscrezioni, Trump ha anche autorizzato una serie di misure per incalzare Caracas e prepararsi a un’eventuale campagna militare su scala più ampia, inclusi operazioni clandestine della CIA contro il regime di Maduro.
Caracas ha denunciato l’accrescimento della presenza militare USA come un’aggressione alla sovranità nazionale e un tentativo di golpe, ponendo le sue forze in allerta massima. Maduro, dal canto suo, ha dichiarato che il Venezuela è pronto a negoziati «faccia a faccia» con Washington.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
Candace Owens afferma che il governo francese ha dato il «via libera» al suo assassinio
🚨 URGENT Two days ago I was contacted by a high-ranking employee of the French Government. After determining this person’s position and proximity to the French couple, I have deemed the information they gave me to be credible enough to share publicly in the event that something…
— Candace Owens (@RealCandaceO) November 22, 2025
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