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Immigrazione

Francoforte diventa la prima città tedesca ad installare le luminarie del Ramadan

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Francoforte è diventata la prima città tedesca ad appendere le luminarie per celebrare la ricorrenza islamica del Ramadan al costo di oltre 50.000 euro per onorare il fatto che il 15% della sua popolazione è ora musulmana.

 

Lunedì mattina, i camion hanno cominciato ad arrivare per conto del governo della città per scaricare le stelle e le mezzelune, collegandole alla rete elettrica della città per onorare la festività islamica, che si svolge dal 10 marzo al 9 aprile.

 

Le luminarie maomettane sono il risultato delle pressioni dei Verdi, dell’SPD e del «Dipartimento Verde per la Diversità e l’Antidiscriminazione», che ha approvato una mozione al Parlamento tedesca l’anno scorso.

 

 

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«Dopo la proposta, che non ha avuto molta pubblicità, anche in municipio la situazione è tornata tranquilla. Molti politici di Francoforte sono quindi completamente sorpresi dalla costruzione», riferisce Bild.

 

Il sindaco di Francoforte Nargess Eskandari-Grünberg ha detto che si tratta di «luci di unione, contro le riserve, contro la discriminazione, contro il razzismo anti-musulmano e anche contro l’antisemitismo». L’antisemitismo è un’aggiunta che vorremmo spiegassero meglio, ma una spruzzatina forse ci sta sempre bene, non si sa mai, in ispecie in terra di Germania.

 

Secondo quanto riportato le luminarie hanno avuto un costo che oscilla tra i 50.000 e i 100.000 euro, e ci si chiede a questo punto se non costino anche più delle luci natalizie annuali.

 

Grazie all’immigrazione di massa, Francoforte, capitale finanziaria del primo Paese d’Europa, ora ha una popolazione musulmana compresa tra 100.000 e 150.000 persone, che costituiscono quasi il 15% della popolazione totale.

 

Già nel 2015, il 51,2% della popolazione di Francoforte aveva un background di immigrazione.

 

Solo per pura coincidenza, le statistiche del governo federale mostrano che nel 2018 a Francoforte si sono verificati 14.864 crimini ogni 100.000 cittadini, rendendo la città la più pericolosa della Germania.

 

La città è occasionalmente teatro di rivolte, come quella del 2020, quando centinaia di uomini migranti lanciarono bottiglie e pietre contro gli agenti di polizia.

 

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Come riportato da Renovatio 21, l’anno scorso il primo cartello stradale in lingua araba della Germania è apparso nella città di Düsseldorf, con le solite associazioni islamiche e il Partito dei Verdi a lodare il nuovo sviluppo.

 

«I segnali stradali bilingue sono anche un’espressione simbolica di inclusione sociale. Mostrano che le persone si identificano con il loro distretto e la diversità del loro distretto», aveva scritto in un comunicato il Partito dei Verdi della città. «Per diverse generazioni, molte persone, famiglie e commercianti di origine marocchina e maghrebina che hanno contribuito a costruire la Germania» hanno vissuto nel distretto, hanno scritto i Verdi, aggiungendo che «meritano rispetto, ammirazione e rappresentanza».

 

Anche per i goscisti tedeschi, tuttavia, già si consuma una grottesca eterogenesi del fini.

 

Come riportato da Renovatio 21, il Gay Pride tedesco della scorsa estata è stato attaccato da quelli che i giornali chiamarono pudicamente «uomini di origine meridionale».

 

La Germania è ciclicamente interessata dal dramma dei capodanni di Berlino, con devastazioni perpetrate da immigrati nella più totale sfida alle forze dell’ordine.

 

Vi sono stati casi ridicoli, come quello dell’attacco terroristico a Wuerzburg, che suscitò nel sindaco la preoccupazione che si sarebbero discriminati gli immigrati. Si ricorda anche la vicenda del politico verde di origine cingalese Manoj Subramamian, che si inventò molestie e attacchi nazisti contro di lui.

 

Come riportato da Renovatio 21, nella città di Hanau abbiamo visto invece parcheggi riservati solo a immigrati e LGBT.

 

I casi di violenza perpetrata dalla massa di immigrati importati dall’ultimo governo Merkel oramai non si contano, tra continue violenze e molestie sui treni, nelle piscine, per strada e cittadine, anche di piccole dimensioni, che stanno assistendo all’emergere di no-go zone.

 

Nel frattempo, il partito AfD – che chiede il rimpatrio di «milioni» di immigratista crescendo ovunque, ma i servizi di sicurezza tedeschi ne stanno operando la repressione in quanto «estremista», arrivando a perseguire un ex-capo del servizio stesso. Il leader di AfD intanto vengono debancarizzati ed attaccati per strada.

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Immigrazione

Trump sull’immigrazione: l’Europa occidentale è stata invasa e «andrà all’inferno»

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha avvertito che le politiche di frontiere aperte e le «idee suicide in materia di energia» porteranno alla «morte dell’Europa occidentale», sottolineando l’urgenza di intervenire per cambiare direzione.   «Questo non può essere sostenuto», ha dichiarato Trump martedì all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, definendo la crisi delle migrazioni incontrollate «la questione politica numero uno del nostro tempo».   «I vostri Paesi sono in rovina», ha affermato, accusando l’ONU di finanziare un «assalto ai paesi occidentali e ai loro confini», citando i 372 milioni di dollari spesi dall’organizzazione nel 2024 per sostenere circa 624.000 persone che migrano negli Stati Uniti.   Il presidente americano poi sostenuto che l’Europa è in «gravi guai» ed è stata «invasa» da una «forza di immigrati clandestini» senza precedenti che si sta «riversando» nel continente. Ha criticato i leader europei per la loro inattività, attribuita al politicamente corretto.  

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Trump ha fatto riferimento a Londra e al suo «terribile sindaco», Sadiq Khan, sostenendo che la città è cambiata in modo irriconoscibile e si sta muovendo verso la legge islamica della sharia.   «Ciò che rende il mondo così bello è che ogni Paese è unico. Ma per rimanere tale, ogni nazione sovrana deve avere il diritto di controllare i propri confini e di limitare il numero di migranti che entrano nel proprio Paese», ha affermato, sottolineando che, sebbene gli Stati Uniti continuino a mostrare compassione verso le persone che hanno realmente sofferto nei loro paesi d’origine, è fondamentale «risolvere i problemi nei loro paesi, non crearne di nuovi nei nostri» importando persone provenienti da contesti culturali e religiosi diversi che violano la legge e presentano false richieste di asilo.   «Lo fate perché volete essere gentili», ha detto Trump, rivolgendosi ai leader europei. «Volete essere politicamente corretti e state distruggendo la vostra tradizione», ha aggiunto, chiedendo la fine del «fallito esperimento delle frontiere aperte».   «Nel 2024, quasi il 50% dei detenuti nelle carceri tedesche erano cittadini stranieri o migranti… In Svizzera, la percentuale è del 72%… Quando le vostre carceri saranno piene di cosiddetti richiedenti asilo che hanno ricambiato la gentilezza con il crimine, sarà il momento di porre fine al fallito esperimento delle frontiere aperte» ha continuato il presidente americano.   Trump ha quindi attaccato frontalmente l’ONU, e proprio dallo scranno dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.   «Non solo l’ONU non risolve i problemi che dovrebbe risolvere, ma troppo spesso crea nuovi problemi… Le Nazioni Unite stanno finanziando un attacco ai paesi occidentali e ai loro confini… L’ONU dovrebbe fermare le invasioni, non crearle e non finanziarle».   «Il nostro messaggio è molto semplice: se entri illegalmente negli Stati Uniti, finirai in prigione, o tornerai da dove sei venuto, o forse anche più lontano» ha detto Trump. «Qualsiasi sistema che porti al traffico di massa di bambini è intrinsecamente malvagio, eppure è esattamente ciò che ha fatto l’agenda migratoria globalista… In America, quei giorni sono finiti. L’amministrazione Trump sta lavorando per scovare i criminali che stanno causando questo problema».  

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Scontri tra polizia e protesta anti-immigrazione all’Aia

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Nel fine settimana, una protesta contro l’immigrazione all’Aia si è trasformata in scontri violenti, con i manifestanti che hanno affrontato la polizia e incendiato un’auto. Le autorità locali hanno riferito che almeno 30 persone sono state arrestate e due agenti sono rimasti feriti.

 

Dalla fine dell’estate, nei Paesi Bassi si sono susseguite proteste di massa contro le politiche migratorie del governo.

 

I disordini sono stati scatenati dall’omicidio di Lisa, una ragazza di 17 anni il cui corpo è stato ritrovato in un fosso vicino ad Amsterdam. Un richiedente asilo di 22 anni è stato arrestato con l’accusa di omicidio, oltre che di stupro e tentato stupro ai danni di un’altra donna all’inizio di agosto.

 

Sabato, migliaia di persone si sono radunate nel centro della capitale politica olandese per protestare contro l’immigrazione, scontrandosi con la polizia e causando danni significativi, secondo la stampa locale. I manifestanti, molti dei quali sventolavano bandiere olandesi e alcuni legati a gruppi di estrema destra, hanno scagliato pietre e bottiglie contro le forze dell’ordine.

 

 

Un’auto della polizia è stata data alle fiamme, e alcuni dimostranti si sono separati dal gruppo principale, bloccando un’autostrada. La polizia ha risposto utilizzando gas lacrimogeni e idranti per disperdere la folla.

 

È stata segnalata la confluenza di ultras di diverse squadra calcistiche, divisi da decenni ci conflitto ma uniti sul tema dell’immigrazione.

 

 

Gli scontri sono avvenuti a un mese dalle elezioni legislative previste per il 29 ottobre, in un contesto in cui il dibattito sull’immigrazione e le politiche di asilo domina la campagna elettorale. Partiti come il Partito per la Libertà (PVV) di Geert Wilders spingono per misure migratorie più restrittive, mentre altri partiti e organizzazioni della società civile esprimono preoccupazione per l’aumento della polarizzazione.

 

La crisi migratoria nei Paesi Bassi è stata ulteriormente aggravata dall’arrivo continuo di richiedenti asilo dall’Ucraina. All’inizio del mese, l’Associazione dei Comuni Olandesi (VNG) ha segnalato che i centri di accoglienza sono al collasso, con quasi tutti i 97.000 posti disponibili occupati e circa 300 ucraini che arrivano ogni settimana, molti dei quali vengono respinti.

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Immigrazione

Agenti di polizia francesi terrorizzati da una serie di brutali attacchi

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La Francia sta assistendo a un’ondata di attacchi estremamente violenti contro gli agenti di polizia francesi, con due incidenti che dimostrano i rischi a cui vanno incontro le forze dell’ordine. Lo riporta Remix News.   Secondo quanto riportato dal quotidiano L’Union, sei agenti di polizia fuori servizio sono stati aggrediti violentemente da circa 10 individui mentre erano a cena con i colleghi. L’incidente è stato filmato e mostra diverse persone che circondano e picchiano gli agenti.   Il pestaggio è avvenuto il 13 e 14 settembre nella città di Reims.  

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Il procuratore François Schneider ha descritto l’attacco come un «linciaggio». Due sospettati, di 26 e 27 anni, originari della Maiotta, un’isola al largo della costa africana nell’Oceano Indiano che costituisce un territorio d’oltremare francese, sono stati arrestati il ​​15 settembre e saranno incriminati.   Gli inquirenti sostengono che gli autori sapevano chi stavano aggredendo e che stessero deliberatamente prendendo di mira gli agenti di polizia. Le ferite riportate dagli agenti vanno dai 4 ai 28 giorni di temporanea inabilità al lavoro, tra cui una caviglia rotta, una frattura del naso e colpi inferti con la fibbia di una cintura.   I due sospettati, già noti ai tribunali, sono recidivi per violenza. Uno di loro era appena uscito di prigione quattro giorni prima. La procura ha chiesto la custodia cautelare in carcere.   Il sindacato UN1TÉ ha descritto la zona di Reims, nota come Promenades, come una «zona senza legge» e «spietata» di notte. Il sindacato di polizia chiede più personale. L’Alleanza Nazionale di Polizia chiede una condanna «esemplare e rapida».   In un altro attacco, un agente anticrimine francese è rimasto sfigurato. Durante questo episodio, l’unico agente è stato circondato da un branco che lo ha picchiato senza sosta. Da allora sono stati arrestati diversi sospettati, tutti cittadini francesi: Islam S., Sofiane B., Gebril S., Aissa S. e Khadija S.   Il pestaggio è stato così brutale che il ministro degli Interni del Paese è stato costretto a rilasciare una dichiarazione.  

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Due degli adolescenti sono in custodia cautelare, mentre altri tre sono sotto sorveglianza giudiziaria. È stato inoltre vietato loro di circolare su strade pubbliche senza la dovuta autorizzazione legale tra le 19:00 e le 7:00.   Anche il neopremier Sébastien Lecornu ha contattato l’ufficiale, dichiarando di avergli offerto «il suo pieno sostegno». Il pestaggio è avvenuto l’11 settembre a Tourcoing, secondo CNEWS.   L’agente, agente della squadra anticrimine (BAC), ha riportato la frattura del naso durante il pestaggio. Era intervenuto giovedì pomeriggio durante un «furto di scooter».   Secondo la polizia, il caso «riguardava il ricatto e le molestie ai danni di un ragazzo, un ragazzo povero, che era stato terrorizzato da una piccola gang», ha affermato il ministro uscente della Giustizia Gérald Darmanin. In altre parole, l’agente stava cercando di aiutare un giovane preso di mira da una gang. Darmanin ha affermato che l’ufficiale ha riportato la frattura del «setto nasale, per la quale probabilmente dovrà essere operato».   Non si tratta di episodi isolati: secondo i dati del 2021, negli ultimi due decenni gli atti di violenza contro la polizia francese sono già raddoppiati.

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