Vaccini
Feti nei barili: una storia che sparirà immediatamente
Avrete sentito la storia dei feti trovati ieri in un barile a Granarolo, in provincia di Bologna.
Un ragazzo che recupera ferro vecchio e altri materiali nelle industrie si reca presso un capannone per eseguire una raccolta. Gli viene detto di portare via anche dei bidoni gialli, sono una quarantina, tutti accatastati lungo un muro, tra altri rifiuti. Il suo compito sarebbe di «smaltirli da qualche parte». Lui ne apre uno: è pieno di un liquido di colore verde. Dentro vi galleggia un feto umano.
Il ragazzo si spaventa. Filma la situazione, poi chiama la polizia.
Lo scoop è de Il Resto del Carlino. Il procuratore capo parla di storia «tutta da verificare». Il sindaco non commenta.
«La formaldeide viene utilizzata solo nei casi, molto rari e peraltro non previsti nelle strutture bolognesi, in cui i corpi vengano donati alla scienza per scopi di ricerca»
La notizia si diffonde. Si aggancia anche l’edizione bolognese di Repubblica che racconta che «sono stati ascoltati alcuni dipendenti del policlinico Sant’Orsola, per esempio, per capire come funzioni lo smaltimento dei rifiuti biologici provenienti dagli ospedali».
Al Sant’Orsola del resto di feti ed embrioni se ne intendono, c’è un bel servizio di Fisiopatologia della Riproduzione, cioè procreazione medicalmente assistita, cioè riproduzione artificiale, cioè bambini in provetta – ricordiamo anche il record mondiale, quando il dottor Flamigni creò nel 1987 sperimentò la prima gravidanza extracorporea, facendo attecchire un embrione in un utero asportato e tenuto in vita… ma stiamo divagando.
«Tuttavia, è emerso che solitamente i resti umani vengono cremati, e che nel caso di bimbi che non sono nati vivi il corpo viene messo a disposizione delle famiglie per l’eventuale inumazione». Non siamo sicuri che qui il giornale parli di feti abortiti, però pazienza.
E così il mistero rimane: «La formaldeide viene utilizzata solo nei casi, molto rari e peraltro non previsti nelle strutture bolognesi, in cui i corpi vengano donati alla scienza per scopi di ricerca. Tra l’altro, esistono registri specifici in cui vengono annotate tutte le operazioni di questo genere. E ovviamente, di questi resti non c’è traccia» continua Repubblica.
Insomma, un bell’enigma, anzi, un vero giallo – perché di mezzo ci sono dei morti.
Più tardi Il Resto del Carlino torna alla carica con più informazioni: «la polizia prova a risalire agli anelli di questo percorso: i feti – conservati all’interno di una dozzina di bidoni gialli con l’etichetta del simbolo dei rifiuti biologici speciali – proverrebbero da una struttura universitaria, una biblioteca di anatomia, che con ogni probabilità li conservava per motivi di studio e di ricerca».
Ci si può quindi tenere dei feti per ricerca? C’è un qualche registro da compilare? È possibile smaltirli così?
Ah sì? Ci si può quindi tenere dei feti per ricerca? C’è un qualche registro da compilare? È possibile smaltirli così?
Comincia a prendere forma una storia: un’azienda di traslochi anni fa avrebbe fatto un sgombero, e dimenticato in quel capannone i bidoni contenenti piccoli esseri umani… Il rettore dichiara subito che stanno «conducendo le opportune verifiche interne », offre il pieno sostegno alle forze dell’ordine.
Al TG regionale Emilia-Romagna, secondo sempre il Carlino, sarebbe andata in onda anche la testimonianza del titolare, «è tutto regolare, è roba di un museo, non c’è nulla di nascosto… Sono lì in magazzino da non so quanti anni e se avessi voluto liberarmene lo avrei fatto da tempo».
Esistono musei con feti in formaldeide? Sarebbe strano, perché sappiamo esservi polemiche infuocate per quelle mostre che mostrano cadaveri plastinati, in Italia è all’estero.
Museo, università… non è dato sapere. Forse non importa nemmeno.
Perché «l’ipotesi di reato per cui si procede sarebbe lo smaltimento illegale di rifiuti biologici». Per lo meno al momento.
Dov’è la dignità di quegli esseri umani finiti in un barile, e prima ancora umiliati chissà in che modo?
Non si fa menzione, almeno per il momento, della quantità di leggi che l’ordinamento ha riguardo ai cadaveri: per esempio, l’articolo 410 Codice Penale, il «vilipendio di cadavere». Oppure l’art. 412, l’Occultamento di cadavere». Art. 413, «uso illegittimo di cadavere». Interessante, quest’ultimo: «Chiunque disseziona o altrimenti adopera un cadavere, o una parte di esso, a scopi scientifici o didattici, in casi non consentiti dalla legge, è punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa fino a lire cinquemila». Sembrebbe il caso, sperando che la multa non sia fatta con il cambio euro-lira del 2002, sarebbero circa €2,50.
È possibile evitare di pensare a questi reati forse perché un feto non è un cadavere? Forse perché un feto non è un essere umano? Forse perché il feto non è un cittadino? Forse. Tuttavia da qualche parte anche il feto è tutelato dalla nostre legge: ecco il curator ventris, colui che può essere nominato per tutelare gli interessi di un concepito (art. 643 Codice Civile, «Amministrazione in caso di eredi nascituri»)
«Chiunque disseziona o altrimenti adopera un cadavere, o una parte di esso, a scopi scientifici o didattici, in casi non consentiti dalla legge, è punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa fino a lire cinquemila» Art. 413 C. P., «uso illegittimo di cadavere»
E poi, non ci dimentichiamo la carta dei diritti UE: art. 1, «Dignità umana»: «La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata».
Troviamo eco anche nella nostra Costituzione, già più bella del mondo, all’art. 2: «La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo».
Dov’è la dignità di quegli esseri umani finiti in un barile, e prima ancora umiliati chissà in che modo?
Non ci stupiamo: le costituzioni, leggi potrebbero non valere più nulla, lo abbiamo imparato. Soprattutto, non vale più nulla la legge naturale. Quella legge inviolabile iscritta nel cuore di ogni essere umano, che in natura reagisce dinanzi alla visione di un feto abbandonato in un barile come ha fatto il ragazzo di questa storia: con choc e orrore.
Qualcuno, tuttavia, vuole che a questo orrore noi ci abituiamo
Qualcuno, tuttavia, vuole che a questo orrore noi ci abituiamo, come del resto ci sono abituati gli «scienziati» (fidati della scienza!) che con i feti lavorano tutti i giorni, più o meno legalmente squartandoli per esperimenti o per altri scopi, come la produzione di linee cellulare per uso scientifico e farmaceutico: le cellule HEK-293, usate praticamente in tutti i vaccini COVID in circolazione (incluso quello russo), sono state create così.
Fu un grosso scandalo, anni fa, quando David Daleiden, un’attivista pro-life, fece scoprire al mondo, grazie a delle telecamere nascoste, che la multinazionale dell’aborto Planned Parenthood si rivendeva i feti abortiti per enti e società che li utilizzavano per esperimenti ed altro. Una ragazza che divenne informatrice di Daleiden raccontò che al primo giorno di lavoro svenne – e in effetti le immagini che portò con sé sono sconvolgenti. Il collega più esperto le disse di non preoccuparsi, si sarebbe abituata. Doveva semplicemente continuare a sezionare piccoli cervelli, occhi, reni, gambette, polmoni, etc.
Ab assuetis non fit passio. Dalle cose abituali non nasce la passione. Ci si può abituare anche allo squartamento di bambini innocenti.
Solo che, al momento, non è possibile. Anzi: considerate quanta fatica hanno fatto media, pharma, politica e chiesa cattolica per allontanarvi dall’idea che questo vaccino avesse a che fare con l’aborto. Per la stragrande maggioranza, si tratta di una fake news: né questo né nessun altro vaccino c’entra qualcosa con l’aborto. Una campagna massiva, martellante. Certo, una delle menzogne più plateali mai raccontate, alla faccia dei bugiardini.
Facile capire perché: se si scoperchia il barile, come ha fatto il povero ragazzo, è facile che molti restino scioccati. E, magari, cambino idea. Una parte consistente della narrazione pandemica si incrinerebbe. Potrebbe addirittura nascere qualche sospetto: ma se fanno i vaccini con i sacrifici dei feti… cos’altro ci fanno? Cosa? Davvero Biden ha ripristinato l’uso di utilizzo dei feti per «umanizzare» i topo con organi umani?
Magari salterebbe fuori la storia delle creme di bellezza, registrata in alcuni libri come «leggenda metropolitana», tuttavia raccontata a chi scrive anche da ricercatori di staminali stranieri.
E guardando quel piccolo essere umano morto che galleggia nel liquido, non è che qualcuno può cominciare a pensare che sia legittimo non aver a che fare con niente che sia legato anche solo lontanamente a questa cosa orrenda? Farmaci, prodotti vari, pratiche mediche… trasfusioni di sangue? A Bologna quest’ultimo problema lo hanno affrontato di recente. Mai che la visione del feto che galleggi faccia segnare qualche punto ai maledetti no vax.
No, non è possibile, al barile va rimesso il coperchio.
Non è tempo di scandalizzare la gente, come faceva un tempo una celebre politica italiana che si vantava di mettere i feti in un barattolo.
È tempo di rasserenare il pubblico. Va tutto bene, rimettete il coperchio, presto. Non pensateci. Si tratta di roba scientifica, dell’università. Fidatevi della scienza. Non bisogna fare tante domande.
E poi erano davvero esseri umani?
In un Paese che garantisce l’aborto come un diritto, non lo erano. Quindi, secondo una logica utilitaristica (ed ecologica: gli scarti si riutilizzano!), sarebbero tranquillamente utilizzabili per ogni sorta di esperimento. Non essendo umani, non sono coperti dalle leggi che tutelano la dignità umana. In realtà, non sono neppure cadaveri.
Voi capite: nessuno ha davvero voglia di cominciare a fare questo discorso, soprattutto ora. Davvero nessuno: nemmeno le femministe e gli abortisti più radicali. Anche perché lo schifo organolettico di questa storia è enorme.
Nel 2017 si correva il rischio che il vaccino ritirasse fuori la questione dei feti morti. Nel 2022 si rischia che i feti morti ritirino fuori la questione dei vaccini
Soprattutto, è l’autorità che non ha intenzione di dover discutere di questa cosa. Né lo Stato, né la Chiesa hanno intenzione di riaprire questa pagina, che dovettero affrontare già nel 2017 con la legge Lorenzin che implica un vaccino che contiene (sì, contiene, materialmente, non c’entra l’uso nei test: è nelle fiale e poi nei corpi dei vostri figli) cellule di feto abortito, le MRC-5. Noi c’eravamo, e ricordiamo bene con che fatica tentarono di chiudere il discorso, con quante balle, con che insistenza.
Nel 2017 si correva il rischio che il vaccino ritirasse fuori la questione dei feti morti. Nel 2022 si rischia che i feti morti ritirino fuori la questione dei vaccini.
Per cui facciamo una scommessa: questa storia sparirà con velocità impressionante. Si inabisserà, non ne sapremo più niente, puf. Coperchio, coperchio.
Già un po’ lo presentiamo nell’aria: nessuno si sta ponendo le vere domande – a cosa servivano quei feti? Perché venivano conservati? Dove sono nati? Perché sono stati abbandonati? Perché sono stati smaltiti? Quanti erano? Quali pratiche hanno subito? L’uso dei feti sta continuando anche oggi nelle stesse strutture da cui provengono i bidoni?
Non so, non percepiamo, a leggere i primi articoli, questa voglia di grande inchiesta, con rivelazioni sconvolgenti almeno quanto la scena descritta in apertura.
Perché a questo punto nemmeno voi, come il feto nel barile, siete esseri umani.
Niente da vedere. Circolare.
Una storia che sparirà in fretta, verrà accantonata e dimenticata come il feto nel barile. O forse anche peggio: la storia potrebbe fare la fine dei feti abortiti con la pillola RU486, che in genere, invece che nella formaldeide, finiscono nel gabinetto di casa, e di qui alle fogne, dove saranno i festosi banchetti di ratti, pesci e anfibi della situazione.
Schifo vero? È la realtà, è il fondamento di prodotti che definiscono la nostra vita – qualche estremista potrebbe dirvi che il vostro green pass certifica che siete passati sopra al problema.
Quei bambini morti sono la concrezione della «libertà» assicurata dalla legge, protetta da quelle stesse persone che vi hanno impedito di uscire di casa per mesi e che ora non vi permettono di andare a lavoro, dove i cani magari possono entrare e voi no.
Perché a questo punto nemmeno voi, come il feto nel barile, siete esseri umani.
Roberto Dal Bosco
Vaccini
Il comitato consultivo del CDC vota per porre fine alla raccomandazione di vaccinare i neonati contro l’epatite B
Il Comitato consultivo sulle pratiche di immunizzazione (ACIP) ha deliberato per revocare la raccomandazione storica che imponeva la vaccinazione contro l’epatite B a tutti i neonati subito dopo la nascita. Questa decisione rappresenta un trionfo significativo per la campagna «Make America Healthy Again» promossa dal segretario alla Salute Robert F. Kennedy Jr., mirata a una revisione del calendario vaccinale pediatrico, in un’epoca di crescenti interrogativi sull’impennata dei casi di autismo tra i bambini.
Con 8 voti a favore e 3 contrari, l’ACIP ha indicato che le madri risultate negative al test per l’epatite B possano concordare con il proprio pediatra «quando o se» somministrare il vaccino ai loro neonati. Le direttive per i piccoli nati da madri positive o con status ignoto al virus restano immutate.
Si prevedono ulteriori revisioni alla politica vaccinale nei mesi a venire, mentre il panel valuta l’intero protocollo di immunizzazioni infantili. Diversi oratori intervenuti all’assemblea, e almeno parte degli esperti consultati, sono noti per le loro riserve sul tema dei vaccini.
Kennedy si definisce «pro-sicurezza», non «anti-vaccini», ma i media mainstream – pesantemente influenzati dai contributi pubblicitari delle multinazionali farmaceutiche – hanno ritratto il titolare dell’HHS come un «anti-vaccinista». Tale immagine è lontana dalla realtà, come ha ribadito di recente lo stesso Kennedy: «Credo che i vaccini abbiano salvato milioni di vite e svolgano un ruolo fondamentale nell’assistenza sanitaria».
Sostieni Renovatio 21
Il Ssegretario sta esaminando un potenziale nesso tra il vaccino e l’aumento dei disturbi autistici, evidenziando come il piano vaccinale per l’infanzia sia passato da poche somministrazioni a un ventaglio di decine di dosi.
Il vaccino contro l’epatite B ha provocato danni così estesi nella popolazione americana che nel 1999 ABC News gli dedicò un’inchiesta e il Congresso indisse un’audizione. Eppure, gli specialisti allineati alla narrazione ufficiale hanno negato l’esistenza di legami provati. È sufficiente rammentare che le contestazioni più accese alla riforma vaccinale di RFK Jr. proverranno dai media corporate e dai parlamentari, che dipendono in misura preponderante dai finanziamenti dell’industria farmaceutica.
L’Italia è stata il primo Paese europeo a rendere obbligatoria la vaccinazione per i nuovi nati e per gli adolescenti di 12 anni con la legge 27 maggio 1991, n. 165, entrata in vigore dal 1992.
I giornali riportano che la decisione fu presa dal ministero dove direttore generale e ministro della Sanità stesso ricevettero una tangente di 600 milioni di lire da GlaxoSmihKline, produttrice del vaccino Engerix B contro l’epatite B per i neonati.
In Italia l’obbligo è rimasto per i nati dal 1992 in poi (coorti 1981-2000 anche per la dose adolescenti) fino al 2017, quando la legge Lorenzin (119/2017) lo ha confermato estendendolo a 10 vaccinazioni. Oggi resta obbligatorio 0-15 anni.
Va ricordato che l’epatite B si trasmette per via sessuale o scambio di siringhe tra tossicodipendenti: perché, quindi, vaccinare un neonato per tale morbo?
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Vaccini
Uno studio minimizza il rischio di miocardite nei bambini a causa del vaccino COVID
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Il riassunto dell’articolo ometteva prove del rischio del vaccino
Il disegno dello studio è profondamente compromesso perché i 22 autori hanno costruito un modello complicato per evitare di effettuare un confronto diretto (solo vaccino contro solo malattia). E anche dopo aver falsificato i conti, anche dopo aver preso i dati di quasi 14 milioni di bambini e adolescenti sotto i 18 anni in Inghilterra, hanno ottenuto un risultato che è appena statisticamente significativo, con barre di errore sovrapposte per il rischio da COVID-19 e il rischio da vaccinazione. La situazione peggiora. I risultati, che favorivano marginalmente la vaccinazione, furono annunciati in un riassunto in cima al documento e annunciati alla stampa. Ma nascosta nell’appendice, pubblicata separatamente online, c’è una tabella che mostra una versione più pertinente del confronto. La versione riportata nel riassunto si riferisce a un periodo iniziale in cui il vaccino non era disponibile. L’appendice mostra dati comparabili per il periodo in cui il vaccino era disponibile, limitatamente alle fasce d’età per le quali il vaccino era offerto. Nell’appendice, il rischio di miocardite dovuto alla malattia è la metà di quello associato al vaccino. Ciò contraddice palesemente il riassunto e i titoli dell’articolo – e questa era una risposta alla versione ingannevole della domanda, non a quella più diretta a cui i ricercatori hanno scelto di non rispondere.Sostieni Renovatio 21
Gli autori dello studio hanno posto la domanda sbagliata
La domanda più pertinente è semplice: i bambini vaccinati hanno avuto un’incidenza di miocardite più alta rispetto ai bambini non vaccinati? È una domanda a cui è facile rispondere, dati i dati a cui questi autori (ma non il pubblico) avevano accesso. In pochi minuti, avrebbero potuto calcolare il tasso di miocardite tra i bambini vaccinati e non vaccinati. Tuttavia, se hanno fatto il calcolo, non ne hanno riportato i risultati. Immagino che abbiano fatto il calcolo, ma non gli sia piaciuto quello che hanno visto, quindi non l’abbiano incluso nell’articolo pubblicato. Come ho affermato sopra, credo che gli autori dello studio abbiano «posto la domanda sbagliata». Ciò che intendo dire è che l’articolo confronta il rischio di miocardite da COVID con il rischio derivante dalla vaccinazione. Ma questa non è la domanda più rilevante. Perché? Poiché molte persone si sono vaccinate e poi hanno comunque contratto il COVID, sono state inutilmente esposte a entrambi i rischi. Al contrario, molti bambini che non hanno ricevuto il vaccino non hanno contratto il COVID. Oppure, la loro forma è così lieve che non se ne accorgono nemmeno. Questi bambini hanno evitato entrambi i rischi. Ecco perché confrontare il rischio di miocardite da COVID con il rischio derivante dal vaccino COVID non è la questione pertinente. Non è una questione di «o l’uno o l’altro».Iscriviti al canale Telegram ![]()
Aiuta Renovatio 21
- Gli autori hanno posto una domanda complicata quando una semplice era più pertinente.
- Data questa domanda errata, non hanno effettuato l’analisi più diretta per rispondere.
- Ciononostante, hanno scoperto che il vaccino presentava un rischio di miocardite quasi doppio rispetto alla malattia. Questo risultato era riportato solo nella Tabella S16 dell’Appendice Supplementare, ma non era menzionato da nessuna parte nel corpo dell’articolo, né tantomeno nel riassunto in cima.
- E nonostante ciò hanno fatto annunci importanti al pubblico, sostenendo che il loro studio conferma che i bambini stanno meglio con il vaccino che senza.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Vaccini
Il vaccino antinfluenzale a mRNA di Pfizer associato a gravi effetti collaterali, soprattutto negli anziani
I recenti titoli che decantano la superiore efficacia del vaccino antinfluenzale a mRNA della Pfizer ignorano le scoperte della stessa Pfizer secondo cui, per le persone con più di 65 anni, il loro prodotto a mRNA è più pericoloso dei vaccini antinfluenzali standard, che sono già inefficaci e dannosi. Lo riporta LifeSite.
Il motivo della falsa informazione da parte dei media tradizionali e del prestigioso New England Journal of Medicine (NEJM) è che Pfizer ha occultato i risultati dei test del suo prodotto sugli anziani, che hanno evidenziato effetti avversi più accentuati del farmaco.
«I risultati sono così pessimi che non è chiaro se la Food and Drug Administration potrebbe o vorrebbe approvare un vaccino a mRNA sulla base di questi dati», ha scritto il giornalista Alex Berenson, noto per le sue inchieste durante la pandemia. «Pfizer sembra sapere benissimo che questi risultati sono disastrosi».
Sostieni Renovatio 21
«Pfizer non ha mai annunciato i risultati, tenendoli nascosti per anni», ha scritto Berenson sul suo Substack. «Dimostrano che gli anziani che hanno ricevuto l’mRNA hanno avuto PIÙ infezioni influenzali, decessi ed effetti collaterali rispetto a coloro che hanno ricevuto il vaccino antinfluenzale standard».
Pertanto, è improbabile che il vaccino antinfluenzale a mRNA della Pfizer venga approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) di Trump.
«Un vaccino antinfluenzale a mRNA non ha funzionato negli anziani», ha dichiarato il commissario della FDA, il dottor Marty Makary, a Fox News nel fine settimana. «La sperimentazione non ha mostrato alcun beneficio».
«Non ci limiteremo ad approvare automaticamente nuovi prodotti che non funzionano, che falliscono in una sperimentazione clinica. Sarebbe una presa in giro della scienza se approvassimo automaticamente prodotti senza dati», ha affermato Makary. «Questo era il modus operandi dell’amministrazione Biden», ha aggiunto.
I risultati nascosti sono oltremodo sconvolgenti per gli anziani. Secondo Berenson:
«Gli anziani sottoposti a vaccinazione con mRNA avevano circa il 6% di probabilità in più di contrarre l’influenza rispetto a quelli sottoposti a vaccinazione standard. E 49 anziani sottoposti a vaccinazione con mRNA sono deceduti, rispetto ai 46 sottoposti a vaccinazione antinfluenzale».
«Lo studio ha anche rivelato un significativo segnale di sicurezza per gli mRNA sul danno renale. A ventidue pazienti anziani che hanno ricevuto l’iniezione di mRNA è stata diagnosticata una lesione renale acuta, una malattia renale cronica o una malattia renale allo stadio terminale, rispetto ai nove che hanno ricevuto l’iniezione standard».
«Un altro dato preoccupante è che 17 anziani a cui è stato somministrato mRNA hanno sofferto di “insufficienza respiratoria acuta”, rispetto ai soli sei che hanno ricevuto il vaccino antinfluenzale standard».
Aiuta Renovatio 21
«Anche i pazienti trattati con mRNA avevano una probabilità molto maggiore di manifestare effetti collaterali meno gravi. Ad esempio, circa il 69% ha segnalato gonfiore nel sito di iniezione o altri effetti collaterali locali dopo la vaccinazione, rispetto al 26% di coloro che hanno ricevuto il vaccino antinfluenzale».
«Ritengo che questo rappresenti una grave mancanza di integrità nel processo di revisione paritaria. Il comitato editoriale del NEJM dovrebbe fornire una spiegazione chiara di come si sia verificato questo errore e… richiedere agli autori di correggere gli articoli attuali e di riferire sui risultati completi dello studio», ha dichiarato alla testata Epoch Times Retsef Levi, professore al Massachusetts Institute of Technology (MIT) .
«Ancora una volta, quando vengono condotti studi adeguati, si scopre che i vaccini a base di mRNA per persone sane non sono ancora pronti per il grande pubblico e probabilmente non lo saranno mai», conclude il Berensone.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
-



Bioetica2 settimane faMons. Viganò loda Alberto di Monaco, sovrano cattolico che non ha ratificato la legge sull’aborto
-



Cremazione2 settimane faDonna trovata viva nella bara a pochi istanti dalla cremazione
-



Morte cerebrale2 settimane faLe ridefinizioni della morte da parte dell’industria della donazione di organi minacciano le persone viventi
-



Vaccini2 settimane faUn nuovo sondaggio rivela che 1 adulto su 10 è rimasto vittima di un grave danno da vaccino COVID
-



Salute2 settimane faI malori della 48ª settimana 2025
-



Spirito1 settimana fa«Rimarrà solo la Chiesa Trionfante su Satana»: omelia di mons. Viganò
-



Politica1 settimana faIl «Nuovo Movimento Repubblicano» minaccia i politici irlandesi per l’immigrazione e la sessualizzazione dei bambini
-



Persecuzioni1 settimana faFamosa suora croata accoltellata: possibile attacco a sfondo religioso









