Intelligenza Artificiale
«Fabbrica di assassinii di massa»: Israele utilizza l’Intelligenza Artificiale per individuare gli obiettivi e gli effetti collaterali
Secondo quanto riportato in diversi organi di stampa internazionali, Israele sta utilizzando uno strumento segreto di Intelligenza Artificiale per identificare gli obiettivi – e i relativi danni collaterali – da colpire nel corso della guerra in corso con Hamas che ha quasi raso al suolo il nord di Gaza.
Come riportato dal Guardian e dalla rivista israelo-palestinese +972, funzionari militari hanno confermato, in condizione di anonimato, l’esistenza di un programma noto come «Habsora», che tradotto significa «Il Vangelo».
Il software, che le Forze di difesa israeliane (IDF) annunciato brevemente all’inizio di novembre, dovrebbe generare informazioni su «attacchi precisi» alle infrastrutture associate ad Hamas, infliggendo ingenti danni al nemico e danni minimi ai non combattenti».
Le interviste con fonti note, tuttavia, suggeriscono esattamente il contrario: i diffusi danni collaterali, sotto forma di migliaia e migliaia di civili morti che hanno portato a una crisi umanitaria e a una protesta globale, non sono solo note alle unità di intelligence dell’IDF, ma sono anche una tattica intenzionale.
Secondo fonti anonime che hanno parlato con +972, l’intensificazione dei bombardamenti contro «obiettivi di potere» non militari è un fatto grave. Residenze private, edifici pubblici, importanti infrastrutture e grattacieli, hanno lo scopo di «creare uno shock» nella società civile palestinese e «indurre i civili a fare pressione su Hamas».
Sostieni Renovatio 21
Israele avrebbe inoltre utilizzato la propria tecnologia e altre capacità di raccolta di informazioni sotto l’egida della cosiddetta «divisione target» stimare quanti civili verrebbero uccisi in potenziali attacchi. Questi numeri, dicono le fonti +972, vengono calcolati e trasmessi in anticipo ai militari.
«Niente accade per caso» ha spiegato una delle gole profonde della rivista. «Quando una bambina di 3 anni viene uccisa in una casa a Gaza, è perché qualcuno nell’esercito ha deciso che non era un grosso problema per lei essere uccisa e che era un prezzo che valeva la pena pagare per colpire un altro bersaglio».
Sebbene non sia chiaro quali tecnologie siano utilizzate per generare il database degli obiettivi dell’IDF, sembra abbastanza chiaro che programma «Vangelo» gioca un ruolo nella nuova strategia generale dell’esercito israeliano, che un ex funzionario operativo ha definito parte della «fabbrica di assassinii di massa» dell’esercito dove «l’enfasi è sulla quantità e non sulla qualità».
«Lavoriamo velocemente e non c’è tempo per approfondire l’obiettivo», ha detto un’altra fonte ex divisione target a +972. «Il punto di vista è che veniamo giudicati in base a quanti obiettivi riusciamo a generare.»
«Prepariamo gli obiettivi automaticamente e lavoriamo secondo una lista di controllo» ha detto l’ex funzionario dell’intelligence. «È davvero come una fabbrica».
Come riportato da Renovatio 21, prima della guerra era emerso che le forze israeliani utilizzano l’AI negli attacchi aerei e nella gestione della pianificazione logistica dei raid.
L’Intelligenza Artificiale era usata con abbondanza in Israele per produrre quello che Amnesty International ha definito «apartheid automatizzata» frutto dell’uso estensivo di software di riconoscimento facciale e telecamere di sorveglianza.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Intelligenza Artificiale
La superintelligenza artificiale potrebbe porre fine all’umanità
Sostieni Renovatio 21
Aiuta Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Intelligenza Artificiale
Bezos vede data center nello spazio e prevede che la «bolla» dell’AI darà i suoi frutti come le dot-com
In una visione futuristica che sembra uscita da un romanzo di fantascienza, il fondatore ed executive chairman di Amazon, Jeff Bezos, ha previsto che entro i prossimi 10-20 anni verranno costruiti nello spazio data center «su scala gigawatt», alimentati da energia solare illimitata e destinati, nel tempo, a superare in prestazioni le loro controparti terrestri.
L’intervento di Bezos si è tenuto all’Italian Tech Week di Torino, dove l’imprenditore ha delineato quello che considera il prossimo grande salto tecnologico: l’orbital computing, ossia il calcolo in orbita. Un’evoluzione che, secondo lui, avrà un impatto paragonabile a quello dell’esplosione di Internet negli anni Novanta — con tutto il suo carico di entusiasmo, bolle speculative e inevitabili vincitori.
«Questi giganteschi centri di addestramento saranno meglio costruiti nello spazio, perché lì abbiamo energia solare, 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Non ci sono nuvole, né pioggia, né maltempo», ha dichiarato Bezos in un’intervista pubblica con l’erede Agnelli John Elkann. «Saremo in grado di battere i costi dei data center terrestri nello spazio nei prossimi due decenni».
L’imprenditore americano ha spiegato che questa trasformazione rappresenta una tappa naturale nella migrazione dell’umanità verso infrastrutture spaziali. «È già successo con i satelliti meteorologici. È già successo con i satelliti per le comunicazioni. Il prossimo passo saranno i data center e poi altri tipi di produzione», ha affermato.
Jeff Bezos called AI an “industrial bubble” at Italian Tech Week:
“Investors don’t usually give a team of six people a couple billion dollars with no product, and that’s happening today.”
He added that while bubbles fund both good and bad ideas, society benefits when the… pic.twitter.com/7QTSgT0gh3
— Wall St Engine (@wallstengine) October 3, 2025
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Il concetto di data center orbitali sta guadagnando consensi tra i giganti della tecnologia, preoccupati per l’enorme impatto ambientale delle strutture terrestri, che richiedono grandi quantità di elettricità e acqua per il raffreddamento dei server. In orbita, la disponibilità costante di energia solare e l’assenza di condizioni atmosferiche rendono lo spazio una prospettiva sempre più attraente, almeno sul piano teorico.
Bezos ha però riconosciuto che il percorso non sarà privo di ostacoli: manutenzione e aggiornamenti sarebbero molto più difficili in orbita, i lanci di razzi rimangono costosi e qualsiasi guasto potrebbe comportare la perdita di miliardi di dollari in hardware.
Nonostante ciò, il fondatore di Amazon è convinto che l’abbassamento dei costi di lancio e il rapido progresso tecnologico cambieranno presto l’equilibrio economico, rendendo lo spazio una scelta sempre più conveniente per l’elaborazione dei dati.
Bezos ha quindi affrontato il tema dell’Intelligenza Artificiale, definendola una forza di cambiamento da accogliere con ottimismo, pur riconoscendo l’attuale clima di euforia e incertezza.
«Dovremmo essere estremamente ottimisti sul fatto che le conseguenze sociali e benefiche dell’intelligenza artificiale, come quelle che abbiamo avuto con Internet 25 anni fa, siano reali e destinate a durare», ha affermato. «È importante distinguere le potenziali bolle e le conseguenze del loro scoppio, che potrebbero verificarsi o meno, dalla realtà effettiva».
Secondo il Bezos, anche se gli investimenti nel settore sembrano eccessivi, si tratta di una «bolla positiva», una fase di espansione industriale che favorisce l’innovazione piuttosto che la distruzione finanziaria.
«Si tratta di una sorta di bolla industriale, a differenza delle bolle finanziarie. Quelle industriali non sono poi così negative, anzi, possono essere addirittura positive. La società trae beneficio da queste invenzioni», ha affermato, aggiungendo: «Gli investitori di solito non danno a un team di sei persone un paio di miliardi di dollari senza alcun prodotto, e questo sta accadendo oggi».
Amazon non è nuova a progetti che riguardano il cielo e oltre.
Come scoperto anni fa da brevetti di Amazon, l’azienda vuole creare magazzini volanti, montati su dirigibili.
Un nuovo corso dei progetti spaziali del fu annunciato nel 2019 durante una presentazione tenuta personalmente da Jeff Bezos per Blue Origin, la sua compagnia aerospaziale fondata nel 2000, specializzata in razzi riutilizzabili.
Iscriviti al canale Telegram ![]()
I cinquanta minuti di discorso, che culminano con la rivelazione del modulo lunare Blue Moon, intrecciano ambizioni industriali e visioni filosofiche sullo spazio. Per chi non lo sapesse, Bezos trae ispirazione dal fisico Gerard K. O’Neill (1927-1992), contrario alla colonizzazione di Marte o altri pianeti (un obiettivo oggi perseguito con determinazione da Elon Musk). O’Neill riteneva che tali sforzi potessero al massimo raddoppiare la capacità di ospitare la popolazione umana, un tema cruciale negli anni Settanta.
In alternativa, O’Neill proponeva colonie spaziali orbitanti, enormi strutture tubolari posizionate nei punti di Lagrange, zone del cosmo stabili grazie ai campi gravitazionali di Terra e Luna.
Queste colonie, dove la gravità sarebbe generata dalla rotazione, potrebbero ospitare città a misura d’uomo, parchi naturali e complessi residenziali capaci di accogliere miliardi di persone.
Durante la presentazione, Bezos ha riproposto le illustrazioni originali di O’Neill, che oltre trent’anni fa ispirarono anche il regista giapponese Yoshiyuki Tomino per il celebre anime Gundam.
In sostanza, l’obiettivo è trasferire l’umanità nello spazio per «salvare il pianeta», preservando la Terra come un luogo «blu». Bezos sottolinea che non esiste un piano B per il nostro pianeta, poiché mantenere l’umanità in un unico luogo rappresenta, in termini informatici, un single point of failure.
Di più: nello spazio l’assenza di gravità rende i lavori pesanti (assemblare un’automobile, una petroliera) molto più semplici e meno dispendioso. Non è improbabile che quindi chi ha i mezzi stia ipotizzando uno spostamento della manifattura nello spazio. Il rientro delle merci spaziali sulla terra sarà in effetti un tema.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine generata artificialmente
Intelligenza Artificiale
Sempre più esperti esperti cominciano a parlare di «psicosi da ChatGPT»
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Aiuta Renovatio 21
Iscriviti al canale Telegram ![]()
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
-



Pensiero1 settimana faCi risiamo: il papa loda Don Milani. Torna l’ombra della pedofilia sulla Chiesa e sul futuro del mondo
-



Sanità1 settimana faUn nuovo sindacato per le prossime pandemie. Intervista al segretario di Di.Co.Si
-



Necrocultura5 giorni fa«L’ideologia ambientalista e neomalthusiana» di Vaticano e anglicani: Mons. Viganò sulla nomina del re britannico da parte di Leone
-



Salute1 settimana faI malori della 42ª settimana 2025
-



Oligarcato6 giorni faPapa Leone conferisce a Carlo III, capo della Chiesa d’Inghilterra, la cattedra permanente nella basilica papale
-



Autismo2 settimane faTutti addosso a Kennedy che collega la circoncisione all’autismo. Quando finirà la barbarie della mutilazione genitale infantile?
-



Politica1 settimana faI vaccini, l’euro, l’OMS e le proteste pro-Palestina. Renovatio 21 intervista il senatore Borghi
-



Bioetica2 settimane faMorte cerebrale, trapianti, predazione degli organi, eutanasia: dai criteri di Harvard alla nostra carta d’identità













