Civiltà
Eugenetica, Grande Reset, Intelligenza Artificiale e transumanismo: una storia (parte I)

Vedremo la biotecnologia servire gli interessi dell’umanità sotto un paradigma multipolare che nutre la sovranità nazionale, la vita umana, la famiglia e la fede?
Per quanto ci possa causare una buona dose di dispiacere e persino mal di stomaco considerare idee come la presa che l’eugenetica ha sulla nostra epoca attualmente travagliata, credo che ignorare un argomento del genere non faccia davvero alcun favore a nessuno a lungo termine.
I preferiti del World Economic Forum costentano concetti come «la nuova classe inutile globale» ,che l’Intelligenza Artificiale, l’ingegneria genetica, l’automazione e la quarta rivoluzione industriale presumibilmente stanno introducendo… chiamano apertamente per una cittadinanza globale dotata di microchip in grado di interfacciarsi con una rete globale con un unico pensiero… promuovono i «neuralink» per «mantenere l’umanità rilevante» fondendosi con i computer in una nuova epoca di biologia evolutiva
Ciò è particolarmente grave, poiché i principali preferiti del World Economic Forum come Yuval Harari ostentano concetti come «la nuova classe inutile globale» che l’Intelligenza Artificiale, l’ingegneria genetica, l’automazione e la quarta rivoluzione industriale presumibilmente stanno introducendo. Altre creature di Davos come Klaus Schwab chiamano apertamente per una cittadinanza globale dotata di microchip in grado di interfacciarsi con una rete globale con un unico pensiero, mentre Elon Musk e Mark Zuckerberg promuovono i «neuralink» per «mantenere l’umanità rilevante» fondendosi con i computer in una nuova epoca di biologia evolutiva.
I principali genetisti darwiniani come Sir James Watson e Sir Richard Dawkins difendono apertamente l’eugenetica mentre una tecnocrazia si consolida in una stazione di governo usando un «Grande Reset» come scusa per inaugurare una nuova era post-stato nazionale.
Se c’è qualcosa di fondamentalmente malvagio in agguato dietro questi processi che ha qualche connessione con l’ascesa anglo-americana del fascismo e dell’eugenetica quasi un secolo fa, allora dobbiamo almeno avere il coraggio di esplorare questa possibilità. (…) Forse una simile dimostrazione di coraggio per pensare che l’impensabile potrebbe valga la pena per coloro che potrebbero trovarsi in una situazione simile oggi.
Cosa non è successo a Norimberga?
Settantasei anni fa, mentre gli alleati consolidavano la loro vittoria sulla macchina nazista e i «Tribunali di Norimberga» venivano rapidamente organizzati, una nuova strategia fu messa in atto dalle stesse forze che avevano investito ingenti energie, denaro e risorse l’ascesa del fascismo come «soluzione miracolosa» del caos economico del dopoguerra che si era diffuso in Europa e negli Stati Uniti.
È uno dei più grandi scandali della nostra epoca che la macchina Wall Street-City di Londra che finanziò Hitler e Mussolini come arieti per un nuovo ordine mondiale non sia mai stata effettivamente assicurata alla giustizia.
È uno dei più grandi scandali della nostra epoca che la macchina Wall Street-City di Londra che finanziò Hitler e Mussolini come arieti per un nuovo ordine mondiale non sia mai stata effettivamente assicurata alla giustizia.
Sebbene Franklin Roosevelt sia riuscito a mettere un guinzaglio a Wall Street tra il 1933-1945, mentre preparava il palcoscenico mondiale per una bella visione postbellica di una cooperazione vantaggiosa per tutti, le forze oscure dell’oligarchia finanziaria che volevano solo stabilire un sistema unipolare globale di governo non solo evitò la punizione, ma non perse tempo per riconquistare la loro perduta egemonia prima che la guerra fosse giunta al termine.
Il ruolo di Sir Julian Huxley
Uno dei grandi strateghi concettuali di questo processo fu un uomo di nome Julian Sorrel Huxley (1887-1975). Celebrato come biologo e riformatore sociale, Julian è stato un devoto membro per tutta la vita della British Eugenics Society che ha servito insieme a John Maynard Keynes come segretario e poi come presidente.
«La morale per l’UNESCO è chiara. Il compito affidatogli di promuovere la pace e la sicurezza non potrà mai essere pienamente realizzato attraverso i mezzi ad esso assegnati: educazione, scienza e cultura. Deve prevedere una qualche forma di unità politica mondiale, sia attraverso un unico governo mondiale o meno, come l’unico mezzo certo per evitare la guerra»
Julian era un uomo impegnato, che insieme a suo fratello Aldous, ha lavorato duramente per riempire le scarpe molto grandi del nonno Thomas (alias il bulldog di Darwin ).
Mentre gestiva contemporaneamente il movimento eugenetico del secondo dopoguerra, Julian si trovò a mettere in moto il moderno movimento ambientalista come fondatore dell’Unione internazionale per la Conservazione della Natura nel 1948 , co-fondando il WWF (World Wildlife Fund) nel 1961, creando il termine «transumanesimo». Egli fondò anche un organismo delle Nazioni Unite immensamente influente chiamato UNESCO (abbreviazione per «Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura») nel 1946, che diresse come Direttore Generale dal 1946 al 1948.
Il mandato per la nuova organizzazione è stato definito chiaramente da Huxley nel 1946 in UNESCO, il suo scopo e la sua filosofia:
«La morale per l’UNESCO è chiara. Il compito affidatogli di promuovere la pace e la sicurezza non potrà mai essere pienamente realizzato attraverso i mezzi ad esso assegnati: educazione, scienza e cultura. Deve prevedere una qualche forma di unità politica mondiale, sia attraverso un unico governo mondiale o meno, come l’unico mezzo certo per evitare la guerra… nel suo programma educativo può sottolineare la necessità ultima di un’unità politica mondiale e familiarizzare tutti i popoli con le implicazioni del trasferimento della piena sovranità da nazioni separate a un’organizzazione mondiale».
A quale fine dovrebbe mirare questa «unità politica mondiale»? Diverse pagine dopo, la visione di Huxley è presentata in tutti i suoi dettagli contorti:
L’UNESCO «nel suo programma educativo può sottolineare la necessità ultima di un’unità politica mondiale e familiarizzare tutti i popoli con le implicazioni del trasferimento della piena sovranità da nazioni separate a un’organizzazione mondiale»
«Al momento, è probabile che l’effetto indiretto della civiltà sia disgenico anziché eugenetico, e comunque sembra probabile che il peso morto di stupidità genetica, debolezza fisica, instabilità mentale e predisposizione alle malattie, che già esistono nell’uomo specie si dimostrerà un fardello troppo grande per realizzare progressi reali. Quindi, anche se è del tutto vero che qualsiasi politica eugenetica radicale sarà per molti anni politicamente e psicologicamente impossibile, sarà importante per l’UNESCO fare in modo che il problema eugenetico sia esaminato con la massima cura e che la mente pubblica sia informata delle questioni in gioco così tanto che ciò che ora è impensabile può almeno diventare pensabile».
Dopo che il mondo ha avuto la possibilità di vedere come appariva un programma di eugenetica sotto il pieno sostegno di un ingegnere sociale fascista, non sarebbe esagerato dire che ha perso una buona dose di popolarità agli occhi di una popolazione mondiale ancora molto connessa alle istituzioni culturali tradizionali come il cristianesimo, il patriottismo e il rispetto della sacralità della vita.
Anche se trenta Stati degli Stati Uniti e due province canadesi avevano legalizzato le politiche eugenetiche (compresa la sterilizzazione forzata degli inadatti) tra il 1907 e il 1945, la scienza statistica e l’applicazione politica dell’eugenetica si fermarono bruscamente alla fine della seconda guerra mondiale e come ripeté Huxley nel suo manifesto bisognava fare qualcosa di nuovo.
Una parola sul Tavistock
Huxley ha anche lavorato a stretto contatto con la Clinica Tavistock di Londra che ha ricevuto finanziamenti sia dalla Rockefeller che dalla Macy Foundation negli anni ’30 e ’50.
Guidato da uno psichiatra di nome brigadiere generale John Rawlings Rees, l’Istituto Tavistock può essere meglio compreso come il «ramo psichiatrico dell’Impero britannico» fondato nel 1921 che ha innovato le tecniche psichiatriche usando miscele di comportamentismo pavloviano e teorie freudiane per influenzare il comportamento di gruppo in vari modi.
«Anche se è del tutto vero che qualsiasi politica eugenetica radicale sarà per molti anni politicamente e psicologicamente impossibile, sarà importante per l’UNESCO fare in modo che il problema eugenetico sia esaminato con la massima cura e che la mente pubblica sia informata delle questioni in gioco così tanto che ciò che ora è impensabile può almeno diventare pensabile»
Nella fase iniziale, la clinica ha esplorato le condizioni mentali estreme delle vittime belliche di stress post-traumatico da combattimento che hanno subito casi di decostruzione psicologica durante il terrore nelle guerre di trincea riconoscendo l’alto grado di malleabilità in questi soggetti.
Come delineato da un brillante rapporto EIR del 1996 di L. Wolfe , l’idea alla base di Tavistock è sempre stata guidata dall’obiettivo di capire come il cervello potesse essere «demodellato» e decostruito per essere ricostruito di nuovo come una tabula rasa con la speranza che questa visione degli individui potrebbe essere replicata in seguito tra gruppi sociali più ampi e persino intere nazioni.
Molte di queste ricerche sono state applicate sotto forma di MK Ultra negli Stati Uniti e saranno oggetto di un futuro articolo.
G. Brock Chrisholm: Zar di Tavistockian della sanità mondiale
Un eminente psichiatra che ha trascorso anni a lavorare con Rees alla Tavistock era un canadese di nome G. Brock Chrisolm.
Nel 1948, Christolm ha fondato un organismo affiliato alle Nazioni Unite chiamato Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) con l’obiettivo di promuovere la salute mentale e fisica del mondo. Un’impresa nobile che porta molta responsabilità e potere che richiede un leader con una visione eccezionale della natura della malattia e della salute. Purtroppo, in base alle sue visioni malate della natura dell’umanità e della società, Chrisholm era certamente l’uomo sbagliato per il lavoro.
l’Istituto Tavistock può essere meglio compreso come il «ramo psichiatrico dell’Impero britannico» fondato nel 1921 che ha innovato le tecniche psichiatriche usando miscele di comportamentismo pavloviano e teorie freudiane per influenzare il comportamento di gruppo in vari modi
Tra le maggiori cause di guerra e malattia mentale nella mente di Chrisholm non c’erano l’imperialismo o l’ingiustizia economica, ma piuttosto la fede della società nel bene e nel male. Scrivendo nel 1946 Chrisholm espose lo scopo della «buona» psicoterapia ed educazione dicendo: «la reinterpretazione e l’eventuale sradicamento del concetto di giusto e sbagliato che è stato alla base dell’educazione dei bambini, la sostituzione del pensiero intelligente e razionale alla fede nella certezze degli anziani: sono questi gli obiettivi tardivi di quasi tutte le psicoterapie efficaci».
Ma non era solo il «concetto di giusto e sbagliato» o «la fede nelle certezze dei vecchi» che doveva essere sradicato, ma la religione monoteista, la famiglia e il patriottismo. Parlando otto anni dopo, Chrisholm disse: «Per ottenere il governo mondiale, è necessario rimuovere dalla mente degli uomini il loro individualismo, lealtà alla tradizione familiare, patriottismo nazionale e dogmi religiosi».
Il mondo diventa mentale
Una volta che l’UNESCO e l’OMS sono stati saldamente al loro posto, è stata creata una terza organizzazione per guidare i finanziamenti e la pratica della salute mentale globale.
«La reinterpretazione e l’eventuale sradicamento del concetto di giusto e sbagliato che è stato alla base dell’educazione dei bambini, la sostituzione del pensiero intelligente e razionale alla fede nella certezze degli anziani: sono questi gli obiettivi tardivi di quasi tutte le psicoterapie efficaci»
Come delineato dallo storico Anton Chaitkin , finanziata principalmente dalla Macy Foundation, la World Federation of Mental Health (WFMH) è stata creata nel 1948. La stessa Macy Foundation è stata creata nel 1930 sotto la guida del generale Marlborough Churchill (cugino di Winston) che era stato responsabile dell’intelligence militare segreta dal 1919-1929 sotto forma di «Camera Nera». La sua nuova fondazione era una parte della macchina Rockefeller e usata come canale per versare denaro nelle «scienze della salute» con un focus sull’eugenetica.
Il coordinatore tecnico statunitense della conferenza che ha creato la WFMH ha reso note le origini della nuova organizzazione. Nina Ridnour ha scritto che «la Federazione mondiale per la salute mentale… era stata creata su raccomandazione dell’Organizzazione mondiale della sanità delle Nazioni Unite e dell’UNESCO perché avevano bisogno di un’organizzazione non governativa per la salute mentale con cui poter collaborare».
E proprio chi sarebbe diventato il primo Direttore Generale della WFMH?
Mentre era ancora a capo della Tavistock Clinic di Londra, il generale di brigata John Rawlings Rees fu messo a capo del nuovo organismo nientemeno che dall’arcirazzista Montagu Norman (capo della Banca d’Inghilterra) che aveva creato l’operazione dal suo National L’Associazione per la salute mentale ha lasciato la sua casa londinese di Thorpe Lodge.
«Per ottenere il governo mondiale, è necessario rimuovere dalla mente degli uomini il loro individualismo, lealtà alla tradizione familiare, patriottismo nazionale e dogmi religiosi»
Descrivendo questo piano di battaglia strategico per riformare la società, Rees disse:
«Se ci prepariamo a uscire allo scoperto e ad attaccare i problemi sociali e nazionali dei nostri giorni, allora dobbiamo avere le truppe d’assalto, e queste non possono essere fornite dalla psichiatria basata interamente nelle istituzioni. Dobbiamo avere squadre mobili di psichiatri che siano libere di muoversi e prendere contatti con il territorio».
L’idea di squadre mobili di truppe d’urto psichiatriche era un’idea avanzata dal grande stratega Lord Bertrand Russell che aveva scritto ne L’Impatto della Scienza sulla società del 1952 :
«Se ci prepariamo a uscire allo scoperto e ad attaccare i problemi sociali e nazionali dei nostri giorni, allora dobbiamo avere le truppe d’assalto, e queste non possono essere fornite dalla psichiatria basata interamente nelle istituzioni. Dobbiamo avere squadre mobili di psichiatri che siano libere di muoversi e prendere contatti con il territorio»
«Penso che l’argomento che sarà di maggiore importanza politicamente sia la psicologia di massa… La sua importanza è stata enormemente accresciuta dalla crescita dei moderni metodi di propaganda. Di questi il più influente è quello che viene chiamato “educazione”. La religione ha un ruolo, anche se in diminuzione; la stampa, il cinema e la radio giocano un ruolo sempre più importante…. Si può sperare che col tempo qualcuno sarà in grado di persuadere qualcuno di qualcosa se riuscirà a catturare il paziente giovane e se lo Stato gli fornirà denaro e attrezzature».
La guerra fredda bipolare e un nuovo paradigma globale
Negli anni successivi, l’UNESCO, l’OMS e il WFMH hanno lavorato in tandem per coordinare centinaia di influenti organizzazioni secondarie, università, laboratori di ricerca e scienze segrete, tra cui l’MK Ultra della CIA, al fine di realizzare la società «mentalmente sana» desiderata, ripulita dai suoi collegamenti al cristianesimo, fede nella veridicità, patriottismo nazionale o famiglia.
Nel 1971, il mondo era maturo per un grande cambiamento.
Gli obiettivi del baby boom di questo vasto esperimento di ingegneria sociale erano stati inondati da un vasto arsenale di guerre culturali ad ogni livello.
«Penso che l’argomento che sarà di maggiore importanza politicamente sia la psicologia di massa… La sua importanza è stata enormemente accresciuta dalla crescita dei moderni metodi di propaganda. Di questi il più influente è quello che viene chiamato “educazione”»
Mentre l’LSD si diffondeva nei campus d’America e gli omicidi di leader occidentali che resistevano alla nuova era di guerre nel sud-ovest asiatico diventavano la norma, i baby boomer guardavano i loro cari tornare dal Vietnam in sacchi per cadaveri. «Non fidarsi di nessuno con più di 30 anni» divenne la nuova saggezza poiché l’amore per la patria erasoffocato dalla diffusione innaturale dell’imperialismo anglo-americano all’estero e dalle operazioni in stile COINTEL PRO in patria.
Quando il CFR e la Commissione Trilaterale hanno svincolato il dollaro USA dalla riserva aurea, è stata inaugurata una nuova era di deregolamentazione, consumismo e materialismo radicale che ha portato la generazione del baby boom a trasformarsi rapidamente nella generazione iper-materialista del «me» degli anni ’80.
A livello ecologico, una nuova etica del «conservazionismo» aveva cominciato a muoversi dai margini al mainstream sostituendo l’ex etica pro-industriale della società produttrice-creatrice che aveva storicamente governato il meglio della civiltà occidentale.
Il principale tra i creatori di questa nuova etica della conservazione che ha sostituito l’idea di «proteggere l’umanità dall’impero» con «proteggere la natura dall’umanità», era nientemeno che lo stesso Julian Huxley.
Nello stesso anno in cui ha co-fondato il WWF, Huxley ha redatto il Manifesto di Morges (1961) come manifesto organizzativo per il moderno movimento ecologista che contrappone la civiltà umana al presunto equilibrio matematico chiuso della natura.
«Al Regime Planetario potrebbe essere affidata la responsabilità di determinare la popolazione ottimale per il mondo e per ciascuna regione e di arbitrare le quote dei vari paesi entro i loro limiti regionali»
Huxley ha co-fondato il WWF con l’arcimalthusian principe Filippo «Voglio-reincarnarmi-come-virus-mortale» Mountbatten e il principe Bernhard dei Paesi Bassi.
Il regime planetario di Holdren
A metà degli anni ’70, uno dei principali neo-malthusiani di quell’epoca, Paul Ehrlich ha fatto da mentore a un giovane protetto di nome John Holdren e insieme hanno prodotto nel 1977 un manuale sconvolgente chiamato Ecoscience, in cui la coppia ha scritto:
«Forse quelle agenzie, combinate con l’UNEP e le agenzie delle Nazioni Unite per la popolazione, potrebbero alla fine essere sviluppate in un Regime Planetario di una superagenzia internazionale per la popolazione, le risorse e l’ambiente. Un Regime Planetario così completo potrebbe controllare lo sviluppo, l’amministrazione, la conservazione e la distribuzione di tutte le risorse naturali, rinnovabili o non rinnovabili, almeno nella misura in cui esistono implicazioni internazionali. Pertanto, il regime potrebbe avere il potere di controllare l’inquinamento non solo nell’atmosfera e negli oceani, ma anche in corpi d’acqua dolce come fiumi e laghi che attraversano i confini internazionali o che scaricano negli oceani. Il Regime potrebbe anche essere un’agenzia centrale logica per regolare tutto il commercio internazionale, forse includendo l’assistenza dai DC ai LDC, e includendo tutto il cibo sul mercato internazionale. Al Regime Planetario potrebbe essere affidata la responsabilità di determinare la popolazione ottimale per il mondo e per ciascuna regione e di arbitrare le quote dei vari paesi entro i loro limiti regionali. Il controllo delle dimensioni della popolazione potrebbe rimanere responsabilità di ciascun governo, ma il regime avrebbe il potere di far rispettare i limiti concordati».
«Mi chiedo se, circa 60 anni dopo la morte di Hitler, potremmo almeno azzardare a chiederci quale sia la differenza morale tra la riproduzione per abilità musicali e il costringere un bambino a prendere lezioni di musica. O perché è accettabile allenare corridori veloci e saltatori in alto ma non riprodurli»
Considerando che queste parole furono scritte appena tre anni dopo il rapporto NSSM-200 di Henry Kissinger che trasformò la dottrina della politica estera statunitense da pro-sviluppo a pro-riduzione della popolazione, le parole di Holdren del 1977 non dovrebbero essere prese alla leggera.
Il progetto del genoma umano fa rivivere i mostri dormienti
Durante i decenni successivi Holdren divenne amico intimo di un Rhodes Scholar e matematico di Harvard di nome Eric Lander che guidò il Progetto Genoma Umano dal 1995 al 2002. Lander ha annunciato il successo della presentazione del genoma umano completamente sequenziato nel 2003 dicendo : «Il Progetto Genoma Umano rappresenta uno dei notevoli risultati nella storia della scienza. Il suo culmine questo mese segna l’inizio di una nuova era nella ricerca biomedica. La biologia si sta trasformando in una scienza dell’informazione».
Commentando il potenziale per guidare l’evoluzione umana reso possibile dal Progetto Genoma Umano di Lander e dai nuovi sviluppi nella tecnologia CRISPR dell’mRNA che si stavano sviluppando, Sir Richard Dawkins scriveva nel 2006:
«Nel corso degli anni, l’impensabile è diventato concepibile. Siamo all’apice di una nuova era nella storia umana»
«Negli anni ’20 e ’30, scienziati sia di sinistra che di destra non avrebbero trovato particolarmente pericolosa l’idea dei designer baby, anche se ovviamente non avrebbero usato quella frase. Oggi sospetto che l’idea sia troppo pericolosa per una discussione comoda, e la mia congettura è che Adolf Hitler sia responsabile del cambiamento… Mi chiedo se, circa 60 anni dopo la morte di Hitler, potremmo almeno azzardare a chiederci quale sia la differenza morale tra la riproduzione per abilità musicali e il costringere un bambino a prendere lezioni di musica. O perché è accettabile allenare corridori veloci e saltatori in alto ma non riprodurli. Mi vengono in mente alcune risposte, e sono buone, che probabilmente finirebbero per persuadermi. Ma non è giunto il momento in cui dovremmo smettere di avere paura anche solo per porre la domanda?».
Non passò molto tempo prima che Holdren si trovasse a godere di un potere maggiore di quanto avesse mai immaginato come zar della scienza e architetto del programma di governance «basato sull’evidenza» di Obama che prevedeva la massimizzazione dei finanziamenti per la tecnologia verde per decarbonizzare l’umanità sotto nuovi sistemi di governance globale. Lander ha lavorato a stretto contatto con Holdren come co-presidente del consiglio scientifico di Obama e anche con il presidente del Whitehead Institute David Baltimore alla creazione del Broad Institute of MIT e Harvard.
Insieme, Lander e Baltimore hanno supervisionato un’importante conferenza del 2015 sulla «nuova era della ricerca biomedica» che ha svelato una nuova tecnologia di modificazione genetica nota come CRISPR che prevede l’uso di enzimi e RNA trovati nell’escherichia coli che si è scoperto avere la capacità di indirizzare sequenze di DNA e indurre varie mutazioni. (…). L’incredibile potere di CRISPR di alterare radicalmente il DNA umano per sempre può causare danni inimmaginabili se messo nelle mani sbagliate.
La tecnologia CRISPR è già stata acclamata come una chiave per risolvere i nuovi ceppi mutanti di COVID-19 e viene utilizzata come «vaccino» per alcune malattie tropicali
Al vertice internazionale «storico» sull’editing genetico umano nel dicembre 2015, il presidente della conferenza David Baltimore ha fatto eco alle parole raccapriccianti di Julian Huxley durante il suo discorso programmatico: «Nel corso degli anni, l’impensabile è diventato concepibile. Siamo all’apice di una nuova era nella storia umana».
Nel gennaio 2021, John Holdren si è congratulato con Erik Lander per essere stato nominato Science Czar (Direttore della politica scientifica e tecnologica della Casa Bianca) di Joe Biden, posizione precedentemente ricoperta da Holdren.
In questa posizione, Lander ha supervisionato la riattivazione di ogni politica scientifica dell’era Obama come parte di una revisione tecnocratica del governo degli Stati Uniti in conformità con l’agenda del Great Reset del World Economic Forum.
Usando il vasto potere dell’Emergency Authorization Act per aggirare la FDA e lo schiacciassassi di tecnologie di terapia genica spacciate per «vaccini», è iniziato un nuovo esperimento sociale. La tecnologia CRISPR è già stata acclamata come una chiave per risolvere i nuovi ceppi mutanti di COVID-19 e viene utilizzata come «vaccino» per alcune malattie tropicali al momento della stesura di questo documento. L’ovvia connessione tra le organizzazioni di eugenetica di ieri e l’ascesa delle moderne operazioni mRNA associate a GAVI e all’Astra Zeneca di Oxford, svelata dalla giornalista investigativa Whitney Webb all’inizio di quest’anno, dovrebbe essere tenuta ben presente.
L’ovvia connessione tra le organizzazioni di eugenetica di ieri e l’ascesa delle moderne operazioni mRNA associate a GAVI e all’Astra Zeneca di Oxford dovrebbe essere tenuta ben presente
Questa tecnologia sarà utilizzata dai moderni eredi degli eugenetisti che sponsorizzano i nazisti nel tentativo di riprendere da dove il dottor Mengele ha interrotto? Oppure vedremo questa biotecnologia servire gli interessi dell’umanità sotto un paradigma multipolare che custodisce la sovranità nazionale, la vita umana, la famiglia e la fede?
Le puntate future di questa serie esploreranno le radici eugenetiche del Transumanesimo, dell’Intelligenza Artificiale e del Grande Reset. Affronteremo anche la Scuola di Francoforte, l’ascesa della Cibernetica di Wiener e il programma delineato da Bertrand Russell e David Hilbert nel 1900 per rinchiudere l’intero universo in una stagnante gabbia morta.
Matthew Ehret
Articolo pubblicato su gentile concessione dell’autore.
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Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
Civiltà
La Civiltà è amare i nostri nonni

Francesco Rondolini è collaboratore e «complice» di Renovatio 21 da tantissimi anni. Francesco in questi giorni ha perso la nonna – a lui vanno le nostre più sentite condoglianze. Ci ha mandato questo testo sull’importanza dei nostri vecchi. Lo ripubblichiamo pensando a quanto sia vero, e giusto: il valore dei nonni – loro che hanno curato noi, noi che ora curiamo loro – non va dimenticato. Mai. Perché la Civiltà stessa dipende dall’amore che abbiamo per loro, e loro per noi.
Da sempre ho vissuto con i nonni e i genitori accompagnandoli fino all’ultimo giorno nelle loro rispettive sofferenze. Oggi siamo rimasti io e mia mamma.
Mia nonna, ultima rimasta, all’alba dei quasi cento anni se n’è andata serenamente. D’ora in poi mancherà quella routine giornaliera fatta di faccende domestiche in compagnia dei miei cari fino all’ultimo dei loro giorni, di concerto con il mio lavoro. Accudire e coccolare una persona anziana e bisognosa, è stato un privilegio raro che mi obbliga a ringraziare Dio ogni giorno per il miracolo che mi ha concesso di poterci convivere per oltre quarant’anni.
Un tempo speso per accumulare tradizione, sapienza, affetto, amore, coccole, gioie, ma anche dolori e difficoltà. La missione che mi sono trovato è stata senza apparente scelta: rimanere al fianco delle persone a me più care.
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Dopo la perdita di mia nonna, molte cose sono cambiate in un attimo, primo fra tutte, la fine di un’era della vita. Gli scherzi, i dialoghi mattutini dicendosi sempre le stesse cose, il prendersi cura, l’affetto reciproco, davano quello che è l’essenza stessa della vita, ossia la vicinanza sentimentale, la presenza, la condivisione di un qualcosa che con altri è impossibile condividere.
Una ricorrenza edificata dagli stessi gesti che dettano le giornate e danno un senso profondo alla quotidianità. Il valore prezioso dei nonni, tanto più se vivono nella stessa casa, è incommensurabile. La crescita, l’educazione impartita, in taluni casi persino il lavoro in condivisione, sono tasselli che si aggiungono ad una crescita formativa e spirituale.
In una società utilitaristica come quella in cui viviamo, troppe volte gli anziani appaiono come un peso, un ostacolo ai nostri desideri, un impiccio alla soddisfazione dei nostri effimeri egoismi. L’egoismo come ragion d’essere; «io voglio vivere la mia vita», «pretendo di vivere la mia vita», oscurati da qualsiasi afflato di bontà e carità verso il prossimo.
La disumanità che ci vede lasciare «i fragili» abbandonati a loro stessi, senza una telefonata, senza una visita, senza una carezza, senza una parola di conforto. Tutto questo in una società «moderna e inclusiva» è del tutto inaccettabile, ma evidentemente l’inclusività non deve ledere la mia libertà personale, le mie abitudini, la mia palestra, i miei aperitivi, le mie notti in discoteca, perché «ho bisogno dei miei spazi e devo godermi la vita».
L’effimero che sovrasta il sacrificio della sostanza, un vizio perverso di questo secolo.
Nella «demenza pandemica» dei distanziamenti sociali ci hanno detto che per preservare i nostri nonni dovevamo stargli lontano, isolarli, come dichiarò il capo della sanità dello Stato australiano del Queensland ha detto ai nonni di «non avvicinarsi ai propri nipoti».
Come aveva riportato questo sito, in Giappone uno studio accademico aveva registrato un omicidio ogni otto giorni, spesso accompagnato dal suicidio dal coniuge o del figlio che forniva assistenza domiciliare all’anziano. L’isolamento da COVID portò all’esplosione del problema. Il nodo della carenza di personale qualificato in grado di offrire sostegno, ha sottolineato la difficoltà nel reperire badanti o personale disposto ad aiutarci nella gestione dei nostri cari.
Mi aveva impressionato, sempre su Renovatio 21, la storia di Yusuke Narita, assistente professore di economia a Yale , che ha lanciato una sua proposta per risolvere il problema dell’invecchiamento della popolazione giapponese: bassissimo tasso di nascite (come l’Italia) e il più alto debito pubblico nel mondo sviluppato portano il Paese alla prospettiva di non poter reggere il peso delle pensioni. «Sento che l’unica soluzione è abbastanza chiara. Alla fine, non può essere il suicidio di massa e il seppuku di massa degli anziani?»
Il Seppuku è un atto di sventramento rituale che era un codice tra i samurai disonorati nel XIX secolo. Per qualche ragione, in occidente lo chiamiamo harakiri, parola che è scritta con gli stessi ideogrammi ma è di letta in altro modo: il significato è lo stesso, il taglio della pancia, l’autosbudellamento rituale, quello che un po’ in tutto il mondo si conosce come peculiarità del Giappone con i suoi infiniti sensi del dovere.
Sempre qui abbiamo parlato degli abusi e delle violenze tanto che secondo una ricerca dell’Australian Institute of Family Studies (AIFS), quasi un anziano australiano su sei (14,8%) riferisce di aver subito abusi negli ultimi 12 mesi e solo circa un terzo di loro ha cercato aiuto.
L’utilitarismo nel tempo pandemico è arrivato al punto da sostenere che a fronte di un lieve aumento dei casi COVID, in Svizzera – in cui il suicidio assistito è cosa possibile – si tornò a parlare del protocollo medico per affrontare un eventuale sovraffollamento delle terapie intensive. Tale procedura avrebbe provveduto, in caso di scarsità di posti letto, che il medico competente poteva decidere di non accogliere «persone che avevano un’età superiore agli 85 anni» e persone con un’età superiore ai 75 anni che presentavano una di queste patologie: cirrosi epatica, insufficienza renale cronica al 3º stadio, insufficienza cardiaca di classe NYHA superiore a 1 e un tempo di sopravvivenza stimato meno di 24 mesi.
La solitudine e l’abbandono degli anziani è un altro annoso problema. I dati ufficiali del governo canadese mostrano che circa la metà delle persone che non sono malati terminali, desideravano porre fine alla propria vita tramite il suicidio assistito di Stato.
L’Europa, l’ex culla della civiltà e della cristianità, per bocca del presidente del più grande fondo sanitario belga, Christian Mutualities (CM), ha chiesto una soluzione radicale al problema dell’invecchiamento della popolazione. Il politico Luc Van Gorp dichiarò ai media belgi che alle persone stanche della vita dovrebbe essere permesso di porvi fine.
La chiesa, la quale dovrebbe difendere e diffondere certi valori che inneggiano alla vita, spesso è assente e conforme allo spirito del tempo, anzi, a volte pare complice di certe «pratiche necroculturali» tanto che il Vaticano sembra aver spalancato definitivamente le porte all’eutanasia.
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Fortunatamente non tutti i porporati sono silenti su tali argomenti. L’arcivescovo Nikola Eterovic, nunzio apostolico in Germania, ha messo in guardia dal «suicidio» dell’Europa dovuto alla promozione dell’aborto, dell’eutanasia e dell’ideologia di genere. Monsignor Eterovic ha lanciato l’allarme durante un sermone nel suo paese d’origine, la Croazia, in merito alla grave crisi demografica che sta attraversando la civiltà occidentale, aggiungendo che l’Europa è afflitta da una «Cultura della morte» dovuta all’aborto e all’eutanasia. Vede il crollo demografico nella maggior parte dei paesi europei come un «segno di suicidio».
«La morte, preceduta dai dolori della malattia e dagli spasimi dell’agonia, è la separazione dell’anima dal corpo. Con la morte cessa il tempo della prova e comincia l’eternità», ci ricorda il bellissimo catechismo di San Pio X.
La vita è anche sofferenza e dolore. Non lasciamo i nostri anziani nel dolore dell’animo e della solitudine, non macchiamoci del peccato dell’indifferenza e dell’abbandono.
Io, con la mia nonna, ho fatto quanto dovevo – e non è stato nemmeno un sacrificio. Perché, in ultima, è facile capirlo: la civiltà si fonda davvero sull’amore. Anche quello per i nostri nonni.
Francesco Rondolini
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Civiltà
Professore universitario mette in guardia dall’«imperialismo cristiano europeo» nello spazio

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Civiltà
L’anarco-tirannia uccide: ieri ad Udine, domani sotto casa vostra

È morto Shinpei Tominaga, l’imprenditore giapponese – ma italiano d’adozione – colpito da un pugno a Udine mentre tentava di sedare una rissa.
L’uomo è mancato in ospedale dove era tenuto in vita dalle macchine. Il giapponese, che tentava di mettere fine ad un pestaggio che si stava consumando davanti ai suoi occhi, sarebbe stato colpito da un pugno sferrato da un 19enne veneto. Secondo quanto riportato, il ragazzo avrebbe confessato.
Il giovane veneto si sarebbe accompagnato da due amici, uno con un nome apparentemente nordafricano, un altro con un cognome che pare ghanese. Si tratta, secondo una TV locale, di una «banda ben nota», che «all’inizio era una baby gang che ora non è più così baby, anzi, ed è di una grande pericolosità per tutti i cittadini». Il trio si sarebbe scontrato «con due ucraini residenti a Pescara, in città per lavoro in un cantiere edile».
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Secondo RaiNews, il GIP «ha convalidato l’arresto per rissa aggravata di tutti e cinque i partecipanti».
La dinamica dei fatti sarebbe stata ricostruita dalla Questura «grazie ai testimoni e alle telecamere, pubbliche e private», scrive il sito della radiotelevisione pubblica italiana.
«Poco dopo le 3, due dei ragazzi veneti fumano per strada, conversando tranquillamente con i due ucraini. Sopraggiunge il terzo amico e cerca subito uno scontro fisico. Seguono degli spintoni». Uno degli ucraini «viene colpito con un pugno, rovina a terra, dove viene picchiato con pugni, calci e con la sedia di un bar».
«Uno dei tre corre a prendere un coltello da cucina nel bed and breakfast in cui alloggiavano, poco distante».
«Interviene una donna di passaggio, termina la prima fase dell’aggressione. I due ucraini si rifugiano nel vicino ristorante kebab. Vengono inseguiti dai tre ventenni».
È qui che avviene l’incontro fatale con l’imprenditore giapponese.
«Tominaga chiede loro di stare tranquilli, lasciar perdere. Un pugno al volto, e il 56enne cade per terra e sbatte violentemente la testa, finendo in arresto cardiaco». Non basta: sarebbero stati «aggrediti – anche con uno sgabello – i due amici che erano con Tominaga».
«I tre avevano già precedenti, a vario titolo, per rapina, lesioni e minacce».
Per quanto riguarda invece gli ucraini, «niente misura cautelare in carcere. Per uno di loro disposto il divieto di dimora in Friuli Venezia Giulia».
A parte il ragazzo che avrebbe sferrato il cazzotto fatale, parrebbe quindi una rissa tra immigrati. Una delle tante che si consumano, finendo al massimo in un trafiletto di cronaca locale (ma spesso neanche quello), in aree urbane oramai divenute preda della prepotenza dei «migranti» – le zone, in cui, generalmente, abbondano di kebabbari.
Stavolta però la notizia sta avendo eco nazionale, perché c’è scappato il morto, sul quale vogliamo dire due parole.
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Con Shinpei – che i giornali chiamano Shimpei, con la «m»: nella lingua giapponese il suono «mp» non esiste, ma non è escluso che se lo fosse italianizzato lui stesso – il nostro Paese non perde poco.
Innanzitutto, ricordiamo il suo lavoro: export di mobili verso il Giappone. Il mobile, in particolare la sedia, trova in Friuli un distretto di eccellenza, distrutto negli ultimi due decenni dalla concorrenza cinese. Tuttavia chi cerca la qualità della manifattura non si può far incantare dalla merce a buon mercato dei mandarini: il popolo del Sol Levante è noto per la sua appassionata pignoleria, da cui proviene il suo rispetto per l’Italia.
Shinpei, quindi, per l’Italia faceva un lavoro inestimabile: teneva in vita l’economia del prodotto di qualità, di per sé una vera resistenza alla globalizzazione, cioè alla cinesizzazione, che ha devastato la piccola e media impresa dell”Alta Italia consegnandoci all’incubo di disintegrazione della classe media e di deindustrializzante che stiamo vivendo.
Di più: Shinpei, che aveva la famiglia in Giappone, in realtà l’Italia la conosceva bene, e con probabilità l’amava davvero. Era cresciuto a Roma, dove il padre Kenichi Tominaga commercializzava i cartoni giapponesi divenuti centrali per l’infanzia di tanti italiani: con Orlando Corradi aveva fondato una casa di distribuzione chiamata Doro TV Merchandising, la cui sigla con il cagnolino è nei ricordi di moltissimi, che vendeva gli anime ai network televisivi pubblici e privati italiani. Goldrake e Conan li ha portati da noi il babbo di Shinpei.
Pezzi di storia, pezzi di relazioni vere, e profonde, tra due Paesi sviluppati, l’Italia e il Giappone, terminati dalla barbarie presente, che ora tocca senza problemi anche le città di provincia.
No, non si è al sicuro anche nella tranquilla cittadina a statuto speciale, nemmeno se sei con tre amici per strada, nemmeno se ti offri di aiutare un ragazzo insanguinato. Quello che ti aspetta, uscito di casa nell’Italia contemporanea, è la morte – un sacrificio gratuito sorto dalla fine della civiltà in Europa.
Su Renovatio 21 abbiamo adottato il concetto, introdotto nei primi anni Duemila dallo scrittore statunitense Samuel Todd Francis (1947-2005), chiamato «anarco-tirannia», cioè quella sorta di sintesi hegeliana in cui lo Stato moderno regola tirannicamente o oppressivamente la vita dei cittadini – tasse, multe, burocrazia – ma non è in grado, o non è disposto, a far rispettare le leggi fondamentali a protezione degli stessi. La rivolta etnica delle banlieue francesi della scorsa estate ne sono l’esempio lampante, lo è anche, se vogliamo, il grottesco e drammatico video in cui il poliziotto tedesco attacca il connazionale che stava tentando di contrastare un immigrato armato di coltello, il quale per ringraziamento pugnala e uccide lo stesso poliziotto.
C’èst à dire: nella condizione anarco-tirannica, il fisco ti insegue ovunque, la giustizia ti trascina in tribunale perché non portavi la mascherina o perché hai espresso idee dissonanti, ma se si tratta di fermare il ladro, il rapinatore, etc., non sembra che nessuno, viste le percentuali di reati rimasti impuniti, faccia davvero qualcosa. E qualora prenda il criminale, ben poco viene fatto perché il crimine non sia ripetuto. Nel caso presente, i tre fermati, ribadiamo, «avevano già precedenti, a vario titolo, per rapina, lesioni e minacce».
La legge, le forze dell’ordine, lo Stato non sembrano aver fatto moltissimo per fermare il crimine, e convertire il criminale, che prosegue ad agire come in assenza di un potere superiore a lui – appunto, l’anarchia. Anarchia per i criminali, tirannide per i cittadini comuni, incensurati, onesti, contribuenti. Va così.
Al di là dell’amarezza, è il caso di comprendere cosa significa materialmente – cioè, biologicamente – l’avvio dell’anarco-tirannia per le vostre vite. L’anarco-tirannide produce giocoforza la vostra insicurezza, perché minaccia direttamente i vostri corpi. Lo stato di anarchia è quello in cui, non valendo alcuna autorità, la violenza non può essere fermata.
Se ci fate caso, in tanti teorici dell’anarchia spunta ad un certo punto quest’idea del mondo che va portato verso il baccanale dionisiaco, con l’orgia e la violenza come grottesco strumento per testimoniare la supposta libertà dell’essere umano, slegato da ogni legge anche morale. Non è il caso che gli scritti di uno massimi teorici dell’anarchismo odierno, siano stati accusati di essere pedofili.
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E quindi, uscire di casa, per un bicchiere con gli amici, è di per sé un’azione pericolosa. La strada, la vita quotidiana stessa, diventa una minaccia. È già così in tante aree cittadini: circolarvi di notte è qualcosa di pericoloso. Ecco la formazione delle no-go zones, che sono – se mai ce n’era ulteriore bisogno – la dimostrazione fisica della possibilità di lasciare che si neghi la Costituzione, la nel suo articolo 16 prevede la libera circolazione dei cittadini su tutto il suolo nazionale.
Qui, nel contesto di aggressioni continue e randomatiche, non vi è solo la vostra incolumità fisica, in gioco: c’è la vostra natura morale ad essere pervertita, perché – come nella tragedia di Udine – le virtù cristiane, come tentare di terminare un conflitto o aiutare qualcuno in difficoltà, viene punita con il sangue.
È la fine dello stato di diritto, e al contempo della legge naturale, della fibra morale che unisce la società. È l’instaurazione del regime del più forte, trionfo ideale del nazismo, dove il debole deve accettare di essere sacrificato dall’aggressore vittorioso. È un’espressione che forse avete sentito dire a qualche bullo delle medie quando, oltre che l’obbiettivo, finiva per picchiare qualcun altro: «si è messo in mezzo».
Nel mondo nuovo, decristianizzato dall’immigrazione, dallo Stato e dal papato stesso, chi fa da paciere può finire ucciso. Quindi, meglio farsi gli affari propri, non intromettersi…
«Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinunzino all’azione», è un aforisma falsamente attribuito al filosofo settecentesco Edmund Burke, che tuttavia contiene una verità incontrovertibile. In una situazione di rischio fatale, chi mai ha voglia di fare la cosa giusta, e aiutare il prossimo?
Ecco raggiunto il vero scopo del processo dell’anarco-tirannide. Una società atomizzata, dove la paura costante del prossimo, dove l’ansia primaria per la sopravvivenza previene la possibilità della coesione sociale, così da lasciar liberi i padroni del vapore di far quel che vogliono senza timore di resistenza popolare.
Una società divenuta preda del malvagio è una società che può essere manipolata a piacimento. Nessun gruppo umano si oppone ai comandi del vertice, per quanto soverchianti e contraddittori: e lo abbiamo visto in pandemia. Quindi l’anarco-tirannia è, diciamo, una fase del Regno Sociale di Satana.
E quindi, cosa dobbiamo fare?
Quale politica per prevenire che le nostre vite divengano incubi?
Facciamo qualche semplice proposta.
Innanzitutto, si deve andare oltre al rifiuto più assoluto l’immigrazione: si deve chiedere, secondo una parola sempre più usata nel mondo germanofono, la remigrazione. Milioni e milioni di migranti, portati qui per infliggerci questa ingegneria sociale del male, vanno espulsi dal Paese, e questo a costo di svuotare interni quartieri.
Secondo: si deve istituire una forma di punizione dura al punto da essere considerata un vero deterrente: la galera, al momento, non lo è. Ricordiamo che, per quanto possano aver detto preti e papi postconciliari, la pena di morte non è contraria alla dottrina cattolica. E ricordiamo che i lavori forzati, che aiuterebbero economicamente il Paese, darebbero finalmente un senso all’esistenza dei carcerati: in passato si è detto che non è possibile farli lavorare davvero perché nella Costituzione, segnata dalla mentalità sovietica dei padri costituenti PCI permessa dai padri costituenti DC – c’è scritto che il lavoro va retribuito. Noi qui rammentiamo che anche quel tabù lo abbiamo perso: la Costituzione, negli ultimi anni, è stata violata in ogni modo.
Terzo: è necessario che qualcuno si intesti davvero il discorso politico sul porto d’armi inteso come nel concetto americano di carry: vi sono stati americani in cui si ha l’open carry, ossia la possibilità di circolare per strada visibilmente armati, in altri si ha il concealed carry, dove l’arma può essere portata seco quando nascosta. È inutile evitare il pensiero, nella giungla anarco-tirannica, l’unica deterrenza, e oltre l’unica forma di difesa, potrebbe divenire l’essere armati sempre ed ovunque – cosa triste ed orrenda, forse, ma anche qui, va così.
Purtroppo, causa di recenti incresciosi episodi consumatisi nel capodanno di parlamentari di Fratelli d’Italia, è difficile che il governo Meloni voglia avventurarsi in questa direzione, che pure dovrebbe essere la sua. C’è da ringraziare chi, secondo quanto ricostruito, avrebbe avuto l’idea geniale di tirare fuori una pistola in pubblico…
Quanto ai tempi che ci aspettano, abbiamo iniziato a scriverne un paio di anni fa. Quando terminerà la guerra ucraina, una quantità di veterani di Kiev, tra cui i molti tatuati neonazisti, potrebbero finire da noi. Forse esiliati, forse solo in tour a trovare la mamma, la zia, la sorella badante. Difficile che, a questo punto, quei ragazzi non si raggrupperanno in bande amalgamate da lingua, storia, esperienza (chi ha fatto la guerra insieme, non si molla mai) e credenza fanatico-religiosa nell’ideale ucronazista.
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C’è da dire che forse arriveranno anche armati, perché la quantità di armi inviate da USA e Paesi NATO – già finite a mafie in Finlandia, in Spagna, ai narcos in Messico, ai terroristi in Siria – è talmente vasta che qualcosa resterà con loro. A differenza del tranquillo contribuente italiano, la futura banda post-bellica – fenomeno cui abbiamo assistito negli anni Novanta con i gruppi di veterani della guerra di Bosnia che assaltavano le ville – sarà armata fino ai denti.
La situazione che si ingenererà per la giungla fuori da casa vostra ha un nome: gli strateghi dell’ISIS, nel loro mirabile manuale, la chiamavano Idarat at-Tawahhus, cioè «gestione della barbarie», o «gestione della ferocia».
I jihadisti teorici dello Stato Islamico concepivano il crollo di uno Stato come l’apertura di possibilità immani: dopo una prima fase che definivano «vessazione e potenziamento» – dove si estenua la popolazione di un territorio con estrema violenza e paura – si fa partire una seconda fase, dove, sulla scia del crollo dell’ordine dello Stato e l’instaurazione di una «legge della giungla» sempre più belluina, prevale tra i sopravvissuti pronti ad «accettare qualsiasi organizzazione, indipendentemente dal fatto che sia composta da persone buone o cattive».
Appunto: «fatti gli affari tuoi». «Non ti immischiare».
Siamo davvero disposti ad accettare la trasformazione della società in un incubo satanico?
Davvero vogliamo assistere alla fine della civiltà guardando inani dalla finestra, e pregando che il caos non arrivi a trucidare anche noi ed i nostri cari?
Quali gruppi umani possono davvero opporsi a questo processo di morte e distruzione?
Domande a cui bisogna rispondere quanto prima. Nel frattempo, le brave persone, gli innocenti, i virtuosi, vengono ammazzati, sacrificati all’altare dell’anarco-tirannide progettata per sottomettervi.
Roberto Dal Bosco
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