Geopolitica
Elon Musk: «Odessa cadrà»
Elon Musk, ha ribadito la sua convinzione che la posizione dell’Ucraina si sta indebolendo ogni giorno che passa di ostilità, avvertendo che la «vera domanda» è quanto territorio Kiev perderà e quante vite sprecherà prima di sedersi per colloqui con Mosca.
Sabato l’imprenditore ha affermato in un post sulla sua piattaforma X che «qualsiasi sciocco avrebbe potuto prevedere» che la tanto pubblicizzata controffensiva dell’Ucraina lo scorso anno sarebbe fallita, aggiungendo che anche se Kiev avesse seguito la sua raccomandazione di «radicarsi e applicare tutte le risorse alla difesa», sarebbe difficile mantenere un territorio che non abbia forti barriere naturali.
«È stato un tragico spreco di vite umane per l’Ucraina attaccare un esercito più grande che disponeva di difese in profondità, campi minati e artiglieria più potente quando l’Ucraina non aveva mezzi corazzati o superiorità aerea!», ha scritto Musk.
It was a tragic waste of life for Ukraine to attack a larger army that had defense in depth, minefields and stronger artillery when Ukraine lacked armor or air superiority! Any fool could have predicted that.
My recommendation a year ago was for Ukraine to entrench and apply all…
— Elon Musk (@elonmusk) March 30, 2024
Secondo le stime del mese scorso del Ministero della Difesa russo, l’esercito ucraino ha registrato oltre 444.000 vittime militari nel corso del conflitto in corso, di cui oltre 166.000 durante la controffensiva dello scorso anno. Tuttavia, il presidente Volodymyr Zelens’kyj ha affermato a febbraio che solo 31.000 soldati del suo Paese erano stati uccisi dal 24 febbraio 2022.
Il miliardario ha continuato sostenendo che «più a lungo va avanti la guerra, più territorio la Russia guadagnerà fino a quando non raggiungerà il Dnepr, che è difficile da superare».
«Tuttavia, se la guerra dura abbastanza a lungo, anche Odessa cadrà… Se l’Ucraina perderà o meno l’accesso al Mar Nero è, a mio avviso, la vera questione rimasta. Raccomanderei una soluzione negoziata prima che ciò accada».
Elon Musk ha cambiato più volte la sua posizione sull’Ucraina dall’inizio del conflitto all’inizio del 2022. Inizialmente ha fornito a Kiev terminali Internet Starlink gratuiti e l’accesso alla rete satellitare (con stazioni di comunicazioni distrutte dalle forze russe a Bakhmut), ma ha rifiutato di attivare il servizio vicino alla Crimea per paura che l’Ucraina usasse per guidare gli attacchi dei droni contro la flotta russa del Mar Nero.
Se ciò fosse accaduto, ha spiegato l’anno scorso, SpaceX sarebbe stata «complice di un grave atto di guerra e di escalation del conflitto». Per questo, il regime di Zelens’kyj lo definì «malvagio». Musk avrebbe poi spiegato di paventare una guerra termonucleare.
Come riportato da Renovatio 21, ora l’accusa si è rovesciata: SpaceX sarebbe indagata per il presunto uso dei suoi satelliti dai parte dei russi – i quali peraltro avevano annunciato di poterli distruggere. Incapace di non far notizia almeno quattro o cinque volte al giorno, il Musk pochi giorni fa è stato accusato pure della costruzione di una costellazione di satelliti spia per conto delle forze americane.
Musk ha anche utilizzato il suo account X per parlare ampiamente della traiettoria del conflitto. Più di un anno fa, ha proposto che Kiev abbandoni le sue pretese sulla Crimea, dichiari la neutralità e consenta alle quattro nuove regioni russe (Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporiggia) di indire nuovi referendum sull’adesione alla Federazione Russa. Questa proposta è simile ai termini offerti dalla Russia a Kiev e alle potenze occidentali prima dell’inizio del conflitto, tranne che Mosca inizialmente chiedeva solo l’autonomia a Donetsk e Lugansk.
Mosca ha sottolineato di rimanere aperta a colloqui significativi con Kiev e ha attribuito la mancanza di una svolta diplomatica alle autorità ucraine, che rifiutano di accettare la «realtà sul terreno».
L’Ucraina deve tenere conto del fatto che i suoi confini sono cambiati drasticamente dal 2022, ha detto sabato il portavoce del Cremlino Demetrio Peskov, commentando il suggerimento dello Zelens’kyj secondo cui il ritorno ai confini del 1991 non era più una precondizione per i negoziati.
La mancata conquista da parte dei russi di Odessa – una città russa per lingua e storia – ha stupito molti osservatori. La situazione potrebbe indurre a pensare che la questione della città sul Mar Nero sarà intavolata quando emergerà una soluzione di Mosca anche per la limitrofa Transnistria, che costituisce de facto una sorta di enclave russo in Moldavia, il cui governo è ritenuto dalla sua stessa opposizione come «controllato dall’estero», cioè dall’Occidente.
La Transnistria ha chiesto l’aiuto di Mosca il mese scorso.
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Orban: l’UE annega nella corruzione
L’UE continua a rivendicare la sua «superiorità morale» nonostante sia «annegata» nella corruzione, ha affermato il primo ministro ungherese Viktor Orban, accusando Bruxelles e Kiev di proteggersi a vicenda dagli scandali di corruzione.
Venerdì Orban ha attaccato duramente la leadership dell’UE in un’intervista a Kossuth Radio, evocando l’ultimo scandalo di corruzione che ha colpito l’Unione all’inizio di questa settimana. La Procura europea (EPPO) ha formalmente accusato tre sospettati di alto profilo, tra cui l’ex responsabile della politica estera dell’Unione e vicepresidente della Commissione europea, Federica Mogherini, di frode, corruzione, conflitto di interessi e violazione del segreto professionale.
Il primo ministro ungherese ha tracciato parallelismi tra la vicenda e la serie di scandali di corruzione che hanno colpito l’Ucraina, tra cui il sistema di tangenti da 100 milioni di dollari legato alla cerchia ristretta di Volodymyr Zelens’kjy. Nonostante lo scandalo, Bruxelles ha cercato di ottenere 135 miliardi di euro per sostenere Kiev nel corso del prossimo anno.
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L’UE non è riuscita a fornire una risposta adeguata allo scandalo di corruzione in Ucraina, ha affermato Orban, accusando la leadership dell’Unione di voler coprire Kiev. «L’UE sta annegando nella corruzione. I commissari sono accusati di gravi reati, la Commissione e il Parlamento sono travolti dallo scandalo, eppure Bruxelles continua a rivendicare la superiorità morale. La corruzione in Ucraina dovrebbe essere denunciata dall’UE, ma ancora una volta è la solita vecchia storia: Bruxelles e Kiev si proteggono a vicenda invece di affrontare la verità», ha scritto Orban su X, condividendo un estratto dell’intervista.
Le sue osservazioni seguono le dichiarazioni rilasciate all’inizio di questa settimana dal ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto, che ha accusato l’UE di essere riluttante a denunciare la corruzione ucraina «perché anche Bruxelles è costellata da una rete di corruzione simile».
«Nessuno ha chiesto conto agli ucraini delle centinaia di miliardi di euro di aiuti dell’UE dopo che è stato rivelato che in Ucraina si stava verificando corruzione ai massimi livelli statali», ha detto lo Szijjarto ai giornalisti, aggiungendo che il denaro dei contribuenti europei finisce in ultima analisi nelle «mani di una mafia di guerra».
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Immagine di European People’s Party via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
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