Politica
Elezioni americane, Trump verso il 95% di possibilità di vittoria: Kamala non parlerà al suo party elettorale

Mentre scriviamo lo spoglio elettorale delle elezioni USA è in corso.
Pochi secondi fa il co-presidente della campagna di Kamala Harris Cedric Richmond ha confermato che la candidata non parlerà stasera alla sua festa elettorale ufficiale alla Howard University, dove si attendeva il suo discorso di vittoria.
Il Richmondo ha esordito ringraziando tutti quanti hanno lavorato per la campagna, mandando subito un sinistro presagio per i fan della politica di origini indo-giamaicane.
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Poi ha dichiarato che La Harris non parlerà ora, ma domani – cioè tra qualche ora.
«La scena solleva lo spettro di John Podesta nel 2016, quando disse ai fan in lacrime di Hillary Clinton che non si sarebbe rivolta a loro» nota un commentatore su X.
Breaking: Kamala Harris’ campaign co-chair confirms she will not be speaking tonight at her official election party at Howard U. The scene raises the specter of John Podesta in 2016 telling crying Hillary Clinton fans that she would not be addressing them. pic.twitter.com/oYndG7PNM4
— Andy Ngo 🏳️🌈 (@MrAndyNgo) November 6, 2024
Un’ora fa circa era emerso che lo staff della campagna della Harris aveva smesso di rispondere alla stampa optando per un repentino silenzio elettorale.
Indiscrezioni che circolavano su X sostenevano che il team stesse parlando un discorso di concessione, il segnale che in genere significa la fine del processo elettorale con la certezza riguardo chi è il vincitore.
Nel frattempo, Trump e la sua squadra sono a Mar-a-Lago in attesa.
Secondo il New York Times, vi sarebbe in questo momento il 95% di possibilità di vittoria per Donald Trump.
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Politica
L’editore ritira il libro in cui si sostiene che Epstein abbia presentato Melania a Trump

— MELANIA TRUMP (@MELANIATRUMP) October 7, 2025
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Politica
Trump non vince il Nobel. Premiato pure lo scrittore nemico di Orban

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato escluso dalla lista dei candidati al Premio Nobel per la Pace 2025, assegnato venerdì alla politica dell’opposizione venezuelana Maria Corina Machado.
Trump ha più volte dichiarato di meritare il premio per aver, a suo dire, risolto numerosi conflitti internazionali da quando è entrato in carica a gennaio, incluso il più recente a Gaza.
Il direttore delle comunicazioni della Casa Bianca, Steven Cheung, ha commentato la notizia affermando che il comitato «ha dimostrato di anteporre la politica alla pace» e ha aggiunto che Trump «continuerà a stipulare accordi di pace, a porre fine alle guerre e a salvare vite umane».
Il Comitato norvegese per il Nobel ha lodato la Machado, nota critica del presidente venezuelano Nicolas Maduro, «per la sua instancabile difesa delle libertà democratiche in Venezuela e il suo impegno nel realizzare una transizione pacifica dalla dittatura alla democrazia». Maduro ha accusato Machado di aver convogliato fondi americani verso gruppi antigovernativi «fascisti», definendola una pedina per l’ingerenza di Washington negli affari venezuelani.
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La Machado ha mantenuto stretti legami con il governo statunitense per decenni. Nel 2005, fu ricevuta nello Studio Ovale dall’allora presidente George W. Bush.
Durante il primo mandato di Trump, gli Stati Uniti e diverse nazioni occidentali riconobbero il rappresentante dell’opposizione venezuelana Juan Guaidó come «presidente ad interim» del Paese, sebbene i tentativi di Guaidó di prendere il potere attraverso proteste e colpi di stato siano falliti.
Da quando è tornato al potere a gennaio, Trump ha intensificato la pressione su Caracas con sanzioni e operazioni militari, descritte dalla sua amministrazione come azioni antidroga.
Critici, tra cui il senatore repubblicano Rand Paul e Juan Gonzalez, ex diplomatico di alto livello nell’amministrazione di Joe Biden, sostengono che la Casa Bianca stia perseguendo una strategia di cambio di regime già sperimentata. Il Segretario di Stato di Trump, Marco Rubio, noto oppositore di Maduro, è considerato il principale promotore di questa linea.
All’inizio di questa settimana, il Comitato per il Nobel ha assegnato il Premio per la Letteratura allo scrittore ungherese Laszlo Krasznahorkai, critico del primo ministro ungherese Viktor Orban, uno dei più fedeli alleati di Trump in Europa.
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Immagine da Twitter
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La Le Pen promette di bloccare qualsiasi nuovo governo francese

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