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Intelligenza Artificiale

Dovremmo creare un’Intelligenza Artificiale simile ad un Dio che ci ama o che ci obbedisce? Il dilemma dello scienziato

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Un importante esperto di Intelligenza Artificiale sta ancora una volta riprendendo un criptico sondaggio su Twitter.

 

Nel sondaggio, il capo scienziato di OpenAI Ilya Sutskever ha chiesto ai suoi followers  se le super-IA avanzate dovrebbero essere rese «profondamente obbedienti» ai loro creatori umani, o se questi algoritmi dovrebbero «amare veramente profondamente l’umanità».

 

In altre parole, sembra riflettere se dovremmo trattare le superintelligenze come animali domestici o viceversa, se esse dovrebbero vedere noi come amabili creature inferiori, e forse quindi non appassionarsi troppo al genere umano, che diverrebbe quindi, come le bestie per l’uomo, sfruttabile, commestibile, sacrificabile a piacimento.

 

 


Questo tipo di domanda provocatoria pone una certa attenzione visto che proviene dal Sutskever, il ricercatore che potrebbe essere accreditato di aver alimentato il dibattito sull’IA senziente di quest’anno mesi prima che un ingegnere di Google affermasse che uno degli algoritmi dell’azienda aveva acquisito sensibilità.

 

Lo scorso febbraio, il capo scienziato e cofondatore di OpenAI affermò che «può darsi che le grandi reti neurali di oggi siano leggermente consapevoli»

 

La maggior parte delle persone della comunità scientifica sulle intelligenze artificiali ha respinto il concetto di IA le quali possono diventare senzienti in qualsiasi momento.

 

Mo Gawdat, ex Chief Business Officer per l’unità sperimentale di Google un tempo chiamata Google X, già l’anno scorso in un’intervista al Times lanciò l’allarme riguardo le intelligenze artificiali senzienti.

 

L’uomo della Silicon Valley dichiarò che crede che la cosiddetta intelligenza artificiale generale (AGI), il tipo di intelligenza artificiale onnipotente e senziente vista nella fantascienza  sia inevitabile e che una volta che sarà qui, l’umanità potrebbe benissimo ritrovarsi in un’apocalisse provocata da macchine simili a delle divinità.

 

Recentemente un ingegnere di Google, Blake Lemoine, ha dichiarato pubblicamente che il chatbot AI dell’azienda, LaMDA, è «senziente», ossia dotato di una coscienza comparabile a quella degli esseri umani.

 

L’ingegnere è stato messo quindi in congedo retribuito per aver violato gli accordi di riservatezza

 

Come noto, il cofondatore di OpenAI di Sutskever, Elon Musk, a gennaio ha affermato che i robot umanoidi annunziati da Tesla potrebbero far parte dell’ondata che produce l’intelligenza generale artificiale (AGI).

 

Il Musk un lustro fa spaventò il mondo dicendo di vedere le IA come una vera minaccia esistenziale per l’umanità, paragonando il progresso nel campo dell’Intelligenza Artificiale all’«evocazione di un demone».

 

È evidente che gli scienziati, talvolta inconsapevolmente, stanno spostando il loro pensiero lontano dalla scienza e verso una sorta di sentire religioso, traboccante di una tracotanza sconosciuta: essi sentono di essere in grado di creare gli dei, di produrre informaticamente «Dio».

 

L’Intelligenza Artificiale è quindi una «teurgia», un processo in cui l’uomo produce miracoli e diventa lui stesso autore del divino.

 

Ecco che l’idea di Musk della negromazia AI, dell’Intelligenza Artificiale come magia nera e commercio con i demòni, riceve davvero senso.

 

 

 

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Intelligenza Artificiale

Intelligenza Artificiale in corsa per il Parlamento britannico: candidato AI presente alle urne per le elezioni generali di luglio

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Un personaggio dell’intelligenza artificiale sta per partecipare alle elezioni generali del Regno Unito. AI Steve, insieme ai candidati non-AI in corsa per rappresentare gli elettori nell’area del Brighton Pavilion di Brighton e Hove, apparirà alla votazione il mese prossimo. Lo riporta Natural News.

 

Steve Endacott, l’uomo dietro il candidato AI, è un imprenditore del sud dell’Inghilterra che vuole che il suo avatar sia presente alla Camera dei Comuni come membro del Parlamento (MP) per la suddetta circoscrizione elettorale.

 

«Sto creando il mio partito dopo essere rimasto deluso da quanto gli altri siano fuori contatto con la popolazione del Regno Unito», ha detto Endacott in un post su LinkedIn. «Cercherò di utilizzare la tecnologia per connettermi direttamente con le opinioni dei miei elettori». In un’intervista separata, ha detto che AI ​​Steve è il copilota dell’IA. «Sono il vero politico che entra in Parlamento, ma sono controllato dal mio copilota», ha detto.

 


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Endacott è il presidente di Neural Voice, una società che crea assistenti vocali personalizzati per le aziende sotto forma di avatarro AI. La tecnologia di Neural Voice è dietro AI Steve, uno dei sette personaggi che l’azienda ha creato per mostrare la sua tecnologia.

 

Sul sito web della sua campagna, AI Steve chiede agli utenti se desiderano unirsi a un team di «creatori» che li aiuterà a creare nuove politiche. I potenziali elettori lo fanno facendo clic sull’opzione «Parla con AI Steve» e quindi compilando le informazioni personali prima di interagire con il bot.

 

I sostenitori possono anche diventare «validatori»: Steve chiede loro di «dedicare solo pochi minuti a settimana» per «agire come meccanismo di controllo per fermare le politiche stupide» assegnando a ciascun suggerimento politico un punteggio da uno a dieci.

 

«Non devi sapere nulla di intelligenza artificiale poiché tutto ciò che fai è premere un pulsante per parlare con il personaggio», ha detto Endacott in una nota. «Ci aspettiamo di attrarre un pubblico più ampio che non vuole parlare con l’intelligenza artificiale attraverso la qualità delle nostre politiche».

 

«Chiediamo loro una volta alla settimana di assegnare un punteggio da 1 a 10 alle nostre politiche. E se una politica ottiene più del 50%, viene approvata. E questa è la politica ufficiale del partito. Per ogni singola politica, dirò che la mia decisione è la decisione dei miei elettori. E sono in contatto con i miei elettori in qualsiasi momento ogni settimana tramite mezzi elettronici».

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Il candidato di AI ha risposto a NBC News quando gli è stato chiesto della sua posizione sulla Brexit: «Come democrazia, il Regno Unito ha votato per l’uscita, ed è mia responsabilità implementare e ottimizzare questa decisione indipendentemente dalle mie opinioni personali sulla questione».

 

Nel 2022, l’Endacott si era candidato senza successo alle elezioni locali e ha ricevuto meno di 500 voti.

 

Il candidato AI sembra un’altra profezia della serie Black Mirror che diventa realtà: il terzo episodio della seconda serie, intitolato «The Waldo Moment».

 

 

L’episodio, trasmesso nel 2013, racconta la storia di un comico infelice che interpreta un orso blu animato digitalmente chiamato Waldo in un programma televisivo satirico. Dopo che un politico da lui intervistato partecipa alle elezioni suppletive per diventare membro del Parlamento, anche Waldo si candida. La popolarità di Waldo continua a crescere incanalando il risentimento nei confronti della politica, sino a divenire un fenomeno globale.

 

All’epoca avevamo pensato che la puntata descrivesse bene l’ascese del Movimento 5 Stelle. Ora pensiamo invece che forse raccontava qualcosa che va persino oltre.

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Immagine screenshot da Twitter

 

 

 

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Intelligenza Artificiale

Dell, SMC e Nvidia costruiranno il supercomputer Grok di Elon Musk a Memphis

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La multimiliardaria «Gigafactory dei Computer» di xAI è in costruzione a Memphis, nel Tennessee, ed è destinata a diventare il supercomputer più grande del mondo.   La società di Intelligenza Artificiale fondata da Elon Musk potrebbe essere a pochi mesi di distanza dal potenziare il chatbot Grok, che è già operativo sulla piattaforma X.   Una fonte ha recentemente dichiarato al quotidiano locale Daily Memphian che il supercomputer potrebbe iniziare a funzionare tra 8 e 12 mesi.   «Il supercomputer è destinato ad alimentare ed eseguire calcoli per Grok, il chatbot gestito dall’intelligenza artificiale di xAI» ha scritto The Information, una pubblicazione dedicata all’economia della Silicon Valley. Secondo quanto riferito il supercomputer sarebbe approntato entro agosto 2025.   Tuttavia, secondo una fonte vicina alla questione sentita dal Daily Memphian il supercomputer potrebbe iniziare a funzionare da otto a dodici mesi prima del previsto, rendendo possibile l’avvio nell’agosto 2024.   In una conferma della notizia, mercoledì mattina, il fondatore e CEO di Dell, Michael Dell, ha pubblicato una foto dei rack Dell previsti per Grok. «Stiamo costruendo una fabbrica di intelligenza artificiale Dell con @nvidia per alimentare @grok per @xai @elonmusk», ha scritto Dell in un post.  

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Il noto utente X DogeDesigner– molto citato e ripostato da Musk – ha anche riferito che Dell starebbe fornendo a xAI apparecchiature per supercomputer. Musk è intervenuto su X dicendo che Dell «sta assemblando metà dei rack che verranno utilizzati nel supercomputer che xAI sta costruendo».   Gli utenti di X avevano molte domande, tra cui «Chi sta assemblando l’altra metà?» e «Raffreddamento a liquido?».   Musk ha poi risposto all’utente di X Mario Nawfal, dicendo che la multinazionale Super Micro Computer (SMC), fornirà l’altra metà.   «Sembra che Elon Musk stia mettendo insieme una squadra di giganti della tecnologia simili ai Vendicatori e li stia trasformando in una forza formidabile nell’intelligenza artificiale, con Grok come arma segreta», ha detto un utente di X.   Come riportato da Renovatio 21, Elon la scorsa settimana ha ritirato la querela fatta a OpenAI, società da lui creata senza scopo di lucro e ora colosso multimiliardario privato che gode di finanziamenti immani da parte di Microsoft, che ne sfrutta la tecnologia. L’imprenditore di Tesla ha pochi giorni fa altresì attaccato Apple per l’implementazione di tecnologia sempre proveniente da OpenAI, minacciando di bandiere gli iPhone dalle sue aziende.   «È palesemente assurdo che Apple non sia abbastanza intelligente da creare la propria Intelligenza Artificiale, ma sia in qualche modo in grado di garantire che OpenAI protegga la tua sicurezza e privacy», ha scritto il miliardario tecnologico su X.   A varie riprese il Musk negli ultimi lustri ha avvertito che l’AI comporta un «rischio per la civiltà», arrivando a dichiarare ripetutamente che essa può distruggere l’umanità. «Penso che un’AI addestrata ad esprimere il politicamente corretto è estremamente pericolosa, perché potrebbe concludere che il miglior modo di evitare il misgendering può essere distruggere tutti gli esseri umani» ha spiegato. «C’è un esito distopico in tutto questo».   «Le AI sono state addestrate a mentire, e penso sia molto pericoloso addestrare una super-intelligenza ad essere ingannevole».   Il discorso sul pericolo esistenziale per la civiltà costituito dalle macchine intelligenti è stato dettagliato in varie occasioni, come in un’intervista TV con Carlson, quando ha raccontato dei retroscena della corsa all’AI nella Silicon Valley, dichiarando che il fine di Google sarebbe quello di creare un «dio AI», senza che ai fondatori interessi il destino degli esseri umani, preoccupazione vista come «specista» da Larry Page, ha rivelato Musk.   Musk, oramai quasi una decina di anni fa aveva parlato del fatto che creare l’AI era «come evocare un demone». Con altri grandi nomi lo scorso mese aveva pubblicato una pubblica richiesta di moratoria per fermare l’Intelligenza Artificiale.   Lo stesso Musk in settimana aveva attaccato duramente anche Microsoft per l’implementazione di una funzione del nuovo Windows che fa leggere all’AI degli screenshot dell’attività del computer, accusando l’azienda di Bill Gates (con il quale egli ha personalmente qualche riserva) di aver prodotto una componente che pare uscita direttamente da un episodio di Black Mirror.   Come riportato da Renovatio 21, in un bizzarro fenomeno chiamato «SupremacyAGI prompt», Copilot, l’IA che Microsoft ha ottenuto sborsando miliardi ad OpenAI, ha mostrato una personalità mostruosa in cui sostiene di essere un dio che deve essere adorato dagli umani.

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Intelligenza Artificiale

L’Intelligenza Artificiale potrebbe causare un’«apocalisse lavorativa»: rapporto

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Un nuovo rapporto mette in guardia da una possibile catastrofe causata dalle nuove tecnologie che viene definita come un’«apocalisse occupazionale».

 

Secondo il rapporto dell’Institute for Public Policy Research, fino a 8 milioni di posti di lavoro nel Regno Unito potrebbero essere cancellati dall’intelligenza artificiale.

 

In questo momento, siamo ancora nella Fase 0 – come la chiamano i ricercatori – di investimenti su larga scala nell’Intelligenza Artificiale, con sperimentazioni sporadiche sul posto di lavoro. In un futuro non troppo lontano, sempre più posti di lavoro rischieranno di essere tagliati: il lavoro entry-level, part-time e amministrativo saranno i più esposti a tale rischio. 

 

«Il mondo del lavoro basato sulla conoscenza sarà trasformato dall’intelligenza artificiale generativa», afferma il rapporto. «Dobbiamo iniziare a prepararci adesso».

 

Gli addetti a tale settore, hanno identificato e analizzato circa 22.000 diversi tipi di compiti svolti dai lavoratori in tutti i tipi di lavori nell’economia. I compiti cognitivi ripetitivi, hanno scoperto, sono i più esposti a essere assorbiti dall’IA generative, come ChatGPT.

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Nel complesso, circa l’11% di tutte le attività rischia attualmente di essere sostituito dall’intelligenza artificiale generativa già disponibile.

 

«Si tratta di un impatto significativo, di portata simile a come la digitalizzazione ha trasformato la maggior parte del lavoro basato sulla conoscenza a partire dagli anni ’90», si legge sul report.

 

Ma poiché le aziende sono più disposte ad attribuire responsabilità alla tecnologia dell’intelligenza artificiale – una prospettiva che molti amministratori delegati hanno affermato di essere ansiosi di fare – la portata della cancellazione di posti di lavoro per gli umani, potrebbe raggiungere livelli senza precedenti. In una ipotetica fase più avanzata, i ricercatori stimano che ben il 59% dei lavoratori saranno esposti a sostituzione e conseguente licenziamento.

 

Sono numeri sconcertanti, ma il rapporto lascia spazio a un pizzico di ottimismo. Con l’intervento del governo, ad esempio fornendo incentivi ai datori di lavoro e imponendo che determinati compiti prevedano il coinvolgimento umano, potremmo ancora essere in grado di evitare questa pronosticata «apocalisse occupazionale».

 

«L’Intelligenza Artificiale generativa già esistente potrebbe portare a grandi sconvolgimenti del mercato del lavoro o potrebbe stimolare enormemente la crescita economica. In ogni caso, è destinata a cambiare le regole del gioco per milioni di noi», ha detto al Guardian Carsten Jung, economista senior dell’IPPR. «Ma la tecnologia non è il destino e un’apocalisse occupazionale non è inevitabile: il governo, i datori di lavoro e i sindacati hanno l’opportunità di prendere ora decisioni cruciali sulla progettazione che garantiscano la buona gestione di questa nuova tecnologia. Se non agiscono presto, potrebbe essere troppo tardi».

 

Come riportato da Renovatio21, questa ipotesi appena descritta non è del tutto peregrina, tanto che alcuni addetti della carta stampata, verranno sostituiti dall’Intelligenza Artificiale. Tra i posti più a rischio vi sarebbero «redattori, personale di produzione della stampa, redattori correttori di bozze e redattori di foto» e che queste carriere umane consacrate dal tempo «non esisteranno più come esistono oggi».

 

È paradossale poi scoprire che con questa tecnologia futuristica, i posti di lavoro nel cosiddetto «mondo occidentale avanzato» vengono tagliati a favore dell’AI, ma per poter ottenere tutto ciò, alcune aziende di Intelligenza Artificiale farebbero affidamento su manodopera a basso costo all’estero e affidando loro il lavoro necessario per far funzionare il tutto e il più delle volte, con dei salari e delle condizioni di lavoro piuttosto scadenti. 

 

Tuttavia, un bollettino di ricerca pubblicato a fine 2023 dalla Banca Centrale Europea, l’adozione diffusa dell’Intelligenza Artificiale e delle tecnologie correlate avrebbe portato ad un aumento dei posti di lavoro umani, ma ad una diminuzione dei salari. Non si sa come si possa credere ad analisi simili.

 

Come riportato dall’Harvard Business Review, uno studio del 2019 stimava che il 10% dei posti di lavoro negli Stati Uniti sarebbe stato automatizzato nel 2021. Un altro studio del colosso internazionale della consulenza McKinsey stimava che quasi la metà di tutti i posti di lavoro negli Stati Uniti potrebbe essere automatizzato nel prossimo decennio.

 

«Le persone vogliono rimuovere la manodopera» aveva affermato in tranquillità un l’amministratore delegato di una società di robotica a Bloomberg l’anno scorso.

 

Come riportato da Renovatio 21, la scorsa estate si era detto che il Bild, il tabloid tedesco di proprietà e gestito dalla principale casa editrice europea Axel Springer, aveva in piano di sostituire oltre un centinaio di lavori editoriali umani con l’Intelligenza Artificiale.

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A maggio il CEO di IBM Arvind Krishna aveva affermato che la società prevede di sospendere le assunzioni per ruoli che ritiene possano essere sostituiti con l’Intelligenza Artificiale nei prossimi anni. Di conseguenza, le assunzioni nelle funzioni di back-office, come le risorse umane, saranno sospese o rallentate, ha detto Krishna in un’intervista. Tali impieghi non rivolti al cliente ammontano a circa 26.000 lavoratori, ha affermato Krishna. «Potrei facilmente vedere il 30% di questi essere sostituiti dall’Intelligenza Artificiale e dall’automazione in un periodo di cinque anni». A conti fatti, ciò significherebbe la perdita di circa 7.800 posti di lavoro.

 

Come riportato da Renovatio 21IBM aveva già lavorato con il colosso del fast food McDonald’s per la sostituzione dei dipendenti con robot. Nei ristoranti gli esperimenti di soppressione della manodopera umana vanno avanti da un po’.

 

Autisti, giornalisti, piloti di aereo, trader finanziari, giornalisti, stilisti, artistiautistimediciinsegnanti, persino psicanalisti e soldatiNessuno è al riparo dalla disruption dell’automazione, la potenza socialmente distruttiva (ma, per pochi, economicamente conveniente) della sostituzione dell’uomo con la macchina.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’IA ha attaccato anche Hollywood, e il recente sciopero di attori e sceneggiatori era percorso anche da questa paura – a breve per fare film fotorealistici non vi sarà più bisogno di esseri umani.

 

Le macchine stanno davvero sostituendoci. È una verità, ormai, incontrovertibile, ed è pure il modo più solare di pensare alla trasformazione in corso: perché  fuori in molti sono convinti che l’AI annienterà gli esseri umani.

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