Geopolitica
Don Trump jr. infuriato contro Zelens’kyj: «vergognoso»
Il figlio maggiore di Donald Trump si è scagliato contro Volodmyr Zelens’kyj, definendo «vergognose» le critiche del leader ucraino alla candidatura presidenziale repubblicana.
Donald Trump Jr. stava reagendo a un’intervista che Zelensky ha rilasciato alla rivista New Yorker lunedì prima di volare negli Stati Uniti. Il leader ucraino ha descritto il compagno di corsa di Trump, il senatore dell’Ohio JD Vance, come «troppo radicale» sul conflitto Russia-Ucraina, e ha suggerito che lo stesso Donald Trump «non sa davvero come fermare la guerra, anche se potrebbe pensare di saperlo».
Vance ha sostenuto che il conflitto non è di primaria importanza per gli interessi degli Stati Uniti e che Kiev dovrà scendere a compromessi con la Russia per risolvere le ostilità. Trump ha ripetutamente affermato che potrebbe porre fine al conflitto in Ucraina entro 24 ore, se tornasse alla Casa Bianca.
«Quindi un leader straniero che ha ricevuto miliardi di dollari di finanziamenti dai contribuenti americani, viene nel nostro Paese e ha il coraggio di attaccare la candidatura del Partito Repubblicano per la presidenza? E lo fa subito dopo che un fanatico filo-ucraino ha cercato di assassinare mio padre? Vergognoso!» ha scritto Trump Jr. in un post su X.
So a foreign leader who has received billions of dollars in funding from American taxpayers, comes to our country and has the nerve to attack the GOP ticket for President? And he does this right after a pro-Ukraine zealot tried to assassinate my father? Disgraceful! https://t.co/WyB73UkFjr
— Donald Trump Jr. (@DonaldJTrumpJr) September 23, 2024
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Don jr. si riferisce a Ryan Wesley Routh, il 58enne identificato dai media statunitensi come il sospettato nel tentativo di sparare a Donald Trump nel suo campo da golf in Florida all’inizio di questo mese. È un sostenitore dichiarato dell’Ucraina, nonché un criminale pregiudicato, che ha rilasciato numerose interviste alla stampa americana, compreso il New York Times.
Lo Zelens’kyj è in visita negli Stati Uniti per partecipare all’ONU e promuovere il suo «piano di vittoria», una presunta tabella di marcia per sconfiggere la Russia con l’aiuto dell’Occidente. È pronto a presentarla al presidente Joe Biden e ai due principali candidati alla presidenza: Trump e la vicepresidente Kamala Harris.
Lunedì, il governatore della Pennsylvania Josh Shapiro, un democratico, ha accompagnato l’ospite ucraino in visita a uno stabilimento di munizioni fuori Scranton, in Pennsylvania, dove ha firmato i proiettili di artiglieria destinati alle truppe ucraine.
We must all do our part in the fight for freedom — from the workers in Scranton who make Pennsylvania the arsenal of democracy to the brave Ukrainian soldiers protecting their country.
We stand with Ukraine in their just defense of their homeland in the face of Russian… pic.twitter.com/5VnYRfQOm5
— Governor Josh Shapiro (@GovernorShapiro) September 23, 2024
Lo Shapiro era considerato come candidato vicepresidente della Harris, ma poi gli fu preferito il controverso Tim Walz – lo Shapiro si era rivelato in realtà ancora più controverso: ebreo, volontario dell’esercito israeliano, era poi finito accusato di conflitto di interessi da uno YouTuber riguardo a quando era procuratore generale della Pennsylvania ed aveva archiviato la morte dell’insegnante Ellen Greenberg, trovata senza vita con inflitte 20 coltellate nel gennaio 2011, come suicidio. Il fidanzato della Greenberg, Sam Goldberg, non era mai stato arrestato o accusato nel caso. Lo Shapiro si è ritirato dal caso nel 2022 dopo che uno YouTuber ha affermato che la famiglia di Goldberg aveva contribuito alla campagna di Shapiro.
La scena dei politici che in favore di macchine fotografiche e telecamere autografano ordigni di morte è grottesca e disperante sino all’indicibile. Ma è anche rivelatrice, però.
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Immagine screenshot da Twitter
Geopolitica
Putin: la Russia raggiungerà tutti i suoi obiettivi nel conflitto ucraino
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Geopolitica
Lavrov elogia la comprensione di Trump delle cause del conflitto in Ucraina
Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha dichiarato che il presidente statunitense Donald Trump rappresenta l’unico leader occidentale in grado di cogliere le vere motivazioni alla base del conflitto ucraino.
Parlando mercoledì al Consiglio della Federazione, la camera alta del parlamento russo, Lavrov ha spiegato che, mentre gli Stati Uniti manifestano una «crescente impazienza» verso il percorso diplomatico mirato a cessare le ostilità, Trump è tra i pochissimi esponenti occidentali a comprendere le dinamiche che hanno originato la crisi.
«Il presidente Trump… è l’unico tra tutti i leader occidentali che, subito dopo il suo arrivo alla Casa Bianca nel gennaio di quest’anno, ha iniziato a dimostrare di aver compreso le ragioni per cui la guerra in Ucraina era stata inevitabile», ha dichiarato.
Lavrov ha proseguito sottolineando che Trump possiede una «chiara comprensione» delle dinamiche che hanno forgiato le politiche ostili nei confronti della Russia da parte dell’Occidente e dell’ex presidente statunitense Joe Biden, strategie che, a suo dire, «erano state coltivate per molti anni».
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Il ministro ha indicato che «si sta avvicinando il culmine dell’intera saga» ucraina, affermando che Trump ha sostanzialmente ammesso che «le cause profonde identificate dalla Russia devono essere eliminate».
Il vertice della diplomazia russa ha menzionato in modo specifico le storiche riserve di Mosca sull’aspirazione ucraina all’adesione alla NATO e la persistente violazione dei diritti della popolazione locale.
Lavrov ha poi precisato che Trump resta «l’unico leader occidentale a cui stanno a cuore i diritti umani in questa situazione», contrapposto ai governi dell’UE che, secondo Mosca, evadono il tema. Ha svelato che la roadmap statunitense per un’intesa includeva esplicitamente la tutela dei diritti delle minoranze etniche e delle libertà religiose in Ucraina, «in linea con gli obblighi internazionali».
Tuttavia, sempre secondo Lavrov, tali clausole sono state indebolite nel momento in cui il documento è stato sottoposto all’UE: il testo è stato modificato per indicare che l’Ucraina dovrebbe attenersi agli standard «adottati nell’Unione Europea».
Da tempo Mosca denuncia la soppressione della lingua e della cultura russa da parte di Kiev, oltre ai sforzi per limitare i diritti delle altre minoranze nazionali, e al contempo accusa i leader ucraini di fomentare apertamente il neonazismo nel paese.
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Immagine dell’Ufficio stampa della Duma di Stato della Federazione Russa via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
Geopolitica
Gli europei sotto shock per la strategia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti per il 2025
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