Politica
Deputati turchi si picchiano come fabbri in Parlamento
Decine di legislatori di Ankara si sono scontrati durante una tempestosa sessione del parlamento venerdì, dopo che un parlamentare del partito al governo ha colpito un collega dell’opposizione che aveva definito il governo «terrorista».
Gli animi si sono infiammati mentre la legislatura turca discuteva del destino di Serafettin Can Atalay, un parlamentare dell’opposizione attualmente in prigione per il suo presunto ruolo nelle rivolte del Gezi Park del 2013. Il rappresentante della provincia di Hatay è stato privato dell’immunità ed espulso a gennaio, ma la Corte costituzionale ha annullato tale decisione all’inizio di questo mese.
«Non sorprende che tu definisca Atalay un terrorista», ha affermato il deputato Ahmet Sik del Partito dei lavoratori turco (TIP) durante la sessione, secondo l’agenzia AFP.
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«Tutti i cittadini dovrebbero sapere che i più grandi terroristi di questo paese sono quelli seduti su quei banchi», ha aggiunto Sik, indicando i legislatori del Partito della Giustizia e dello Sviluppo (AKP) del presidente Recep Tayyip Erdogan. «La verità fa sempre male. Non avete vergogna o dignità», ha aggiunto.
A quel punto sono state botte da orbi, bistecche di platano, con deputati che si menano sicut fabri ferrarii.
Democracy in Turkey – in a Turkish parliament session several officials of Erdogans AKP stood up and attacked officials from the Kurdish DEM Party pic.twitter.com/IgLvJczbw5
— ScharoMaroof (@ScharoMaroof) August 16, 2024
Il membro dell’AKP Alpay Ozalan, ex calciatore, si è quindi avvicinato al palco e ha colpito Sik. Decine di legislatori si sono poi riversati sul palco, sia tirando pugni sia cercando di separare i combattenti, che hanno iniziato a picchiarsi come fabbri.
Il vicepresidente ha chiesto una pausa di 45 minuti dopo la rissa. Le riprese dall’interno del parlamento hanno mostrato il personale che puliva le macchie di sangue dal pavimento in seguito.
TİP Milletvekili Ahmet Şık, AK Parti sıralarına “Gerçek her zaman acıtır. Zerre miskal utanmanız haysiyetiniz yok” dedi, TBMM’de yumruklu kavga çıktı pic.twitter.com/qLnejrjxpR
— ANKA Haber Ajansı (@ankahabera) August 16, 2024
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L’Atalay è uno dei sette imputati condannati nel 2022 per aver tentato di rovesciare il governo organizzando proteste contro la sostituzione di un parco di Istanbul con un centro commerciale. Il governo di Erdogan ha affermato che sarebbe collegato alla «rete terroristica» guidata dal religioso esiliato Fetullah Gulen, che un tempo sosteneva l’AKP prima di litigare con il presidente.
Dal carcere di Marmara a Istanbul, Atalay si è candidato alle elezioni generali del maggio scorso nella provincia di Hatay, colpita dal terremoto, diventando uno dei tre parlamentari del TIP.
Dopo che la corte suprema d’appello turca ha confermato la condanna di Atalay a gennaio, il parlamento si è mosso per privarlo dell’immunità. Tuttavia, la Corte costituzionale ha stabilito il 1° agosto che la sua espulsione era «nulla e priva di valore» e violava la costituzione turca.
Il Parlamento ha già votato a favore della revoca dell’immunità dei politici dell’opposizione, molti dei quali di etnia curda, accusati dal governo di mantenere legami con gruppi curdi definiti terroristi da Ankara.
Riteniamo le immagini di deputati che si corcano come sempre molto edificanti.
Come riportato da Renovatio 21, esaltanti episodi simili si sono visti nel Parlamento di Taiwano e in quello georgiano. Anche il Parlamento italiano post-Prima Repubblica spesso ci ha fatto sognare, ma sembra essersi, in questi ultimi tempi, un po’ addormentato.
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Immagine screenshot da YouTube
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Trump definisce il New York Times una «minaccia alla sicurezza nazionale»
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Politica
Funzionari USA ammettono: gravi violazioni delle elezioni del 2020
I funzionari elettorali dello Stato americano della Georgia hanno riconosciuto gravi infrazioni alle procedure di certificazione dei voti nel corso delle elezioni presidenziali del 2020. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, battuto da Joe Biden, ha più volte sostenuto che le consultazioni elettorali fossero state «rubate» e compromesse da frodi e irregolarità diffuse.
La rivelazione, avvenuta all’inizio di questo mese, è scaturita da una denuncia depositata dall’attivista per l’integrità elettorale David Cross, il quale ha imputato alla contea di Fulton, la più popolosa della Georgia, di aver certificato in modo illegittimo almeno 315.000 schede elettorali nel 2020.
Biden ha superato Trump in Georgia, Stato che assegna 16 grandi elettori, con un margine inferiore a 12.000 voti, per poi prevalere nel Collegio elettorale con 306 voti contro i 232 dell’avversario.
La disputa verte sui nastri tabulatori generati dalle macchine per il voto anticipato. In base alle norme statali, ciascun tabulatore è tenuto a produrre nastri di chiusura sottoscritti dagli scrutatori per attestare i totali dei voti conteggiati.
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Dopo aver inoltrato una richiesta di accesso ai documenti alla contea di Fulton, Cross ha individuato almeno 134 nastri di tabulazione sprovvisti di firme, il che implica che le schede elettorali collegate non potevano essere certificate legalmente.
Cross ha inoltre avanzato accuse relative all’assenza di «nastri zero» finalizzati a verificare che le macchine partissero da zero all’avvio del conteggio, unitamente a incongruenze sui numeri di serie degli scanner e su orari di chiusura dei seggi insolitamente protratti.
Nel corso di una recente audizione presso la Commissione elettorale statale, Ann Brumbaugh, legale della Commissione elettorale e di registrazione della contea di Fulton, ha dichiarato che la contea «non contesta le accuse», ammettendo che l’omissione rappresenta una violazione delle regole della commissione elettorale.
I componenti del consiglio statale hanno definito i riscontri come «molto preoccupanti» e hanno rimesso il caso al procuratore generale della Georgia, sollecitando eventuali sanzioni civili di 5.000 dollari per ciascun nastro privo di firma e ulteriori misure esecutive.
L’esito della Georgia è rimasto al centro delle più estese rimostranze di Trump sulle elezioni del 2020, respinte dai democratici e alla base di numerose azioni legali intentate contro di lui.
Da quando si è rieinsediato alla Casa Bianca, Trump ha impegnato a riformare il sistema elettorale statunitense, prevedendo requisiti più rigorosi per l’identificazione dei votanti, restrizioni al voto per corrispondenza e un ritorno alle schede cartacee, argomentando che tali modifiche siano indispensabili per ricostruire la fiducia nelle elezioni.
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Immagine di Infrogmation of New Orleans via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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Putin offre a Zelens’kyj un accordo sulle elezioni
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