Storia
Credit Suisse ha nascosto i dati sui conti nazisti
Una delle più grandi banche svizzere, la Credit Suisse, ha nascosto agli inquirenti informazioni cruciali sui suoi legami con il Terzo Reich. Lo riporta il Wall Street Journal, citando un’inchiesta in corso della Commissione bilancio del Senato degli Stati Uniti.
Le precedenti indagini condotte negli anni Novanta su Credit Suisse e UBS non erano riuscite a svelare la reale portata della cooperazione delle banche con i nazisti, ha affermato l’agenzia in un articolo pubblicato sabato.
Secondo quanto riportato dal giornale economico neoeboraceno, l’inchiesta del Senato degli Stati Uniti ha scoperto negli archivi di Credit Suisse una serie di file di clienti contrassegnati con la dicitura «lista nera americana», ovvero coloro che finanziavano o commerciavano con i nazisti o i loro partner dell’Asse.
Il WSJ sostiene di aver visionato una lettera inviata al Senato degli Stati Uniti a fine dicembre dal responsabile dell’inchiesta, Neil Barofsky, socio dello studio legale Jenner & Block ed ex procuratore degli Stati Uniti.
Nel documento, Barofsky ha rivelato che «l’indagine ha identificato decine di individui ed entità legali collegate alle atrocità naziste i cui rapporti con Credit Suisse erano stati precedentemente non identificati, o per i quali il rapporto era stato parzialmente identificato ma la natura completa del coinvolgimento della banca non era ancora stata resa pubblica».
Tra le altre cose, l’inchiesta ha scoperto un account precedentemente sconosciuto controllato da ufficiali delle SS e da un intermediario svizzero. Le imprese che lo avevano utilizzato promuovevano le politiche economiche del Terzo Reich, tra cui il sequestro di aziende a proprietari ebrei e il profitto derivante dal lavoro forzato nei campi di concentramento, si legge nel rapporto.
Il Barofsky ha affermato che ci sono indizi che Credit Suisse abbia nascosto i suoi legami con i nazisti durante le indagini degli anni precedenti, non condividendo sempre ciò che sapeva. L’approccio generale della banca è stato quello di fornire solo le informazioni richieste e di non offrire ulteriori approfondimenti, ha spiegato.
Secondo il WSJ, il team del Barofsky sta proseguendo le indagini; si prevede che il rapporto finale verrà pubblicato all’inizio del 2026.
Le precedenti verifiche, condotte tre decenni fa, si erano concluse con il pagamento da parte delle due banche di 1,25 miliardi di dollari di risarcimenti alle vittime dell’Olocausto che avevano perso i loro conti in Svizzera o che erano state utilizzate come schiavi durante la Seconda guerra mondiale.
Come riportato da Renovatio 21, nel 2023, UBS ha acquistato Credit Suisse per evitarne il fallimento, in un grande merger che seguiva la caduta di una serie di banche regionali statunitensi.
Due anni fa un professore di matematica finanziaria all’Università di Zurigo, il prof. Marc Chesney, dichiarò in un talk show elvetico che il CEO di UBS è ora il vero governo della Svizzera.
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Immagine di Hadi via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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Spirito
Turchia, scoperte pagnotte di 1.300 anni con l’immagine di Cristo Seminatore
Nel sito di Topraktepe, nella Turchia meridionale, un gruppo di ricercatori ha scoperto cinque pani carbonizzati recanti iscrizioni e immagini religiose. Uno raffigura Cristo che semina il grano, accompagnato da una dedica in greco, mentre gli altri recano croci maltesi.
La scoperta è avvenuta a Topraktepe, un sito identificato come l’antica città bizantina di Irenopolis, situata nell’attuale provincia turca di Karaman, in Anatolia. Gli archeologi hanno rinvenuto cinque pagnotte carbonizzate che, secondo gli esperti, potrebbero essere state utilizzate durante le celebrazioni liturgiche da una comunità cristiana rurale dedita principalmente all’agricoltura, risalenti al VII o VIII secolo.
«Questi pani, risalenti a oltre 1.300 anni fa, gettano nuova luce su un affascinante capitolo della vita bizantina. Dimostrano che la fede andava oltre preghiere e cerimonie, manifestandosi in oggetti che davano un significato spirituale a un bisogno umano fondamentale: il pane», ha spiegato uno dei membri del team di scavo.
I ricercatori hanno affermato che i pani si sono conservati dopo che un incendio, probabilmente domestico, li ha improvvisamente carbonizzati, preservandone la forma e la decorazione. I funzionari provinciali hanno definito la scoperta «uno degli esempi meglio conservati finora identificati in Anatolia», secondo il quotidiano Posta .
Il sito di Topraktepe aveva già portato alla luce resti di necropoli, camere scavate nella roccia e fortificazioni, ma pochi oggetti riflettevano così direttamente la devozione quotidiana dei suoi abitanti. «Questa scoperta è interpretata come prova del valore simbolico dell’abbondanza e del lavoro nella spiritualità dell’epoca», ha aggiunto una dichiarazione ufficiale citata da Star.
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Come sottolinea Anatolian Archaeology, queste scoperte «forniscono prove materiali dirette di pratiche cristiane provinciali, raramente accessibili al di fuori di fonti scritte. Questo risultato conferisce al sito un interesse molto speciale per lo studio dell’espressione locale e provinciale del cristianesimo bizantino».
Gli studiosi hanno sottolineato che queste testimonianze rurali differiscono dalle forme di culto urbane di Costantinopoli, dimostrando come la religiosità contadina rimanesse strettamente legata al ciclo agricolo. Irenopoli, situata lungo una rotta commerciale, viveva di agricoltura e pastorizia; pertanto, la raffigurazione di Cristo come seminatore rifletteva fedelmente la vita e lo spirito di questa comunità cristiana.
Secondo La Vanguardia, i ricercatori collegano l’iscrizione al brano del Vangelo di San Giovanni (6,35): «Io sono il pane della vita». Questa scoperta, quindi, introduce un nuovo contesto archeologico a una delle metafore più profonde della fede cristiana.
Il team di archeologi prevede di condurre analisi chimiche e botaniche per determinare quali tipi di cereali e lieviti siano stati utilizzati nella preparazione del pane. Stanno anche cercando di stabilire se si trattasse di pane eucaristico, utilizzato nelle celebrazioni liturgiche, o di pane benedetto distribuito ai fedeli.
Va ricordato che il cristianesimo orientale utilizza, per la maggior parte delle chiese o dei riti, pane lievitato, non pane azzimo. Ma va anche notato che il pane antidoron, benedetto, ma non consacrato, veniva distribuito ai fedeli alla fine della messa, come talvolta avviene ancora con il pane benedetto.
Inoltre, sperano di individuare una cappella vicina che sarebbe stata utilizzata per conservare i pani prima dell’uso. «La conservazione del pane liturgico del VII o VIII secolo è estremamente rara. I pani di Topraktepe offrono quindi una finestra unica sul culto cristiano primitivo», ha concluso il team di ricerca.
Articolo previamente apparso su FSSPX.News
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