Gender
COVID, se i media nascondono il focolaio LGBT

La scorsa estate il centro per le epidemie americano CDC (Centers for Disease Control) scatenò il panicorivelando che durante la prima metà di luglio c’era stato un grande picco di casi di COVID-19 provenienti da una pittoresca destinazione turistica balneare, dove il 74% degli infetti era completamente vaccinato.
Perché si è verificata un’epidemia a Provincetown, un piccolo villaggio sulla punta di Cape Cod (Massachusetts) e non in nessuna delle migliaia di altre località lungo le coste degli Stati Uniti o in qualsiasi altro luogo di festa, urbano o rurale?
Il rapporto del CDC non lo menzionava, e nemmeno il media mainstream: Provincetown è la mecca delle vacanze LGBT estive d’America e durante il periodo di due settimane compreso tra il 3 e il 17 luglio, quando i casi sono aumentati, decine di migliaia di uomini gay intasavano il resort. Pensate ad una Mykonos sull’Atlantico.
Coloro che si sono ammalati di COVID-19 hanno riferito di «aver partecipato a eventi interni ed esterni densamente affollati in luoghi che includevano bar, ristoranti, pensioni e case in affitto» scriveva il rapporto del CDC, che si ferma ben lungi dal mettere in discussione il ruolo che spesso il sesso anonimo e casuale tra maschi o gruppi di maschi – che nelle località di elezioni dei gay non manca – potrebbe aver giocato nella trasmissione del temuto virus.
«Cosa è più probabile che faciliti la trasmissione di COVID-19: persone senza maschera ammassate insieme per il 4 luglio o migliaia di incontri omosessuali con estranei e conoscenti?»
Si chiede Lifesitenews: «cosa è più probabile che faciliti la trasmissione di COVID-19: persone senza maschera ammassate insieme per il 4 luglio o migliaia di incontri omosessuali con estranei e conoscenti?»
Parrebbe che nel mondo orwelliano che viviamo, dove alcuni sono più uguali degli altri, bisogna prevenire i barbecue in famiglia ma consentire, anzi, promuovere eventi orgiastici.
Alla conclusione del suo allarmante rapporto, il CDC fa un accenno, ma non se la sente di dirla tutta:
«I dati demografici dei casi probabilmente riflettono quelli dei partecipanti alle riunioni pubbliche, poiché gli eventi sono stati commercializzati per i partecipanti maschi adulti; sono in corso ulteriori studi per identificare altre caratteristiche della popolazione tra i casi, come ulteriori caratteristiche demografiche e condizioni di salute sottostanti, comprese le condizioni di immunocompromissione».
Insomma gli epidemiologi brancolano nel buio, la parola gay non viene mai scritta (è sostituita da «maschi adulti»: inquietante).
Forse una briciola, lasciata a mo’ di Pollicino, è il riferimento all’«immunocomprimissione», che vuol dire HIV-AIDS, una malattia che purtroppo ha falcidiato la comunità homo, dove epperò alcune frange arrivano addirittura a praticare una ricerca volontaria dell’infezione con il virus – è il fenomeno dei bugchasers e dei giftgivers, emerso addirittura in programmi d’inchiesta della TV italiana.
Tuttavia l’eventuale immunocompromissione, come riportato da Renovatio 21, non è più, contrariamente a quanto dettoci in questi decenni, un motivo per non vaccinarsi: anzi. La siringa dell’mRNA inizia proprio da loro.
Non c’è stata traccia della questione degli incontri omosessuali nel discorso della Casa Bianca in reazione al focolaio
Non c’è stata traccia della questione degli incontri omosessuali nel discorso della Casa Bianca in reazione al focolaio: «La cosa più importante è in realtà piuttosto semplice. Abbiamo bisogno di più persone da vaccinare», ha dichiarato la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre a seguito del rapporto del CDC.
In nessun modo viene anche solo immaginato di poter dare alla comunità omosessuale le direttive draconiane date durante alla pandemia agli altri: niente abbracci, niente visite, mascherine sempre. A proposito di protezioni, per fare un raffronto, un editoriale del New York Times del 2018 raccontava come l’uso del preservativo stesse scomparendo in un gran numero di uomini gay.
Il resto dei media ha prontamente evitato di pronunciare anche solo la parola «gay».
Eliminare i requisiti per le maschere è stato un «errore» in, ha dichiarato alla CNN Debbie Nadolney, direttrice e curatrice della AMP Gallery di Provincetown, che spera «che altre parti del Paese imparino dall’esperienza della città e richiedano anche le mascherine e a spingere per più vaccinazioni».
Il resto dei media ha prontamente evitato di pronunciare anche solo la parola «gay».
«Non c’è nessuna persona o luogo da incolpare qui», ha detto Daniel Park, leader del gruppo per la genomica computazionale virale presso il Broad Institute, al quotidiano Washington Post. «Ciò ci dice che abbiamo bisogno di dati migliori per dare linee guida se e quando le persone vaccinate dovrebbero indossare mascherine» è il virgolettato raccolto dal WaPo all’epidemiologa della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health Jennifer Nuzzo. Nessun cenno delle possibili attività di «contatto» che andavano in scena nella ridente destinazione balneare gay.
Va dato atto che il New York Times ha fatto invece una mezza ammissione: Provincetown è stato descritto dalla testa di Nuova York come «un’eccentrica comunità balneare sulla punta di Cape Cod», una comunità di «nordorientali attenti alla salute e di sinistra, conosciuta come una mecca delle vacanze per uomini gay», epperò con «uno dei più alti tassi di vaccinazione nel paese, più del 95% tra i residenti permanenti».
«Nel fine settimana del 4 luglio… Circa 60.000 persone si erano incastrate in una stretta lingua di terra, dove molti si sono radunati, senza mascherina, su piste da ballo e alle feste in casa», ha segnalato l’articolo del Times.
In realtà, si potrebbe andare più a fondo a descrivere le attività di Provincetown in quelle settimane estive. Dal 10 al 17 luglio la località è stata teatro del più grande evento «Bear» al mondo.
I «Bear» (in italiano anche detti «Orsi», o, secondo Wikipedia, «Comunitù ursina») sono una comunità omosessuale nota per la loro attrazione verso «uomini dalla corporatura robusta, spesso pelosi, oppure semplicemente sovrappeso, in genere dall’aspetto mascolino» – diciamo che possono avere Babbo Natale come modello di attrazione sessuale, e sembra che nessuno finora, si sia spinto a dare una spiegazione psicologica che includa l’assenza della figura paterna (cioè la mancanza interiore, che genera ricerca, del Babbo, senza Natale) come base dell’omosessualità, una teoria che sviluppo in dettaglio Freud, ma che ora è praticamente proibita.
«I Farmaci come PrEP, che molti omosessuali attivi assumono quotidianamente per scongiurare l’HIV/AIDS pur continuando a fare sesso con più partner, inibiscono l’efficacia della “vaccinazione” sperimentale contro il COVID?»
C’è da chiedersi, come fa LSN, se l’obesità degli «orsi» possa essere un fattore responsabile per il contagio durante quei giorni.
Ma torniamo ai focolai LGBT. Un analogo focolaio, si era detto l’anno scorso, era scoppiato nei locali gay di Itaewon, quartiere della movida di Seoul, Corea: anche qui la notizia, come visibili, non ebbe molto risalto, se non su Renovatio 21 e qualche altro sito straniero.
Lifesitenews pone infine un’altra domanda scientificamente rilevante: «I Farmaci come PrEP, che molti omosessuali attivi assumono quotidianamente per scongiurare l’HIV/AIDS pur continuando a fare sesso con più partner, inibiscono l’efficacia della “vaccinazione” sperimentale contro il COVID?»
C’è qualche virologo televisivo che vuole rispondere?
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Vescovo austriaco nominato da Bergoglio assume omosessuale «sposato» come segretario personale

Un vescovo austriaco ha nominato un uomo dichiaratamente omosessuale e civilmente «sposato» come suo segretario personale. Lo riporta Novus Ordo Watch.
Il vescovo Johannes Freitag, vescovo ausiliare della diocesi di Graz-Steckau, avrebbe assunto D. K.-W. come suo segretario particolare. Monsignor Freitag è stato nominato vescovo ausiliare di Graz-Steckau il 31 gennaio 2025 da Bergoglio.
Una foto sul profilo Instagram del partner dell’uomo li mostra mentre celebrano il loro quarto anniversario di «matrimonio». Una foto sul sito web della Salinenmusik Altaussee documenta la cerimonia, avvenuta il 21 luglio 2018.
Prima di diventare segretario di monsignro Freitag, K.W. avrebbe lavorato come segretario generale della comunità ebraica di Graz, come indica una versione archiviata del sito web. Non è chiaro se aderisca o meno ai principi dell’ebraismo, della fede cattolica o di un altro credo.
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Il sito web della diocesi indica K.-W. come segretario e maestro di cerimonie di Freitag, riporta LifeSite.
L’uomo possiederebbe anche competenze sartoriali professionali e le avrebbe dimostrate disegnando i costumi per un evento LGBT Pride austriaco chiamato Tuntenball, come sarebbe rivelato un articolo della rivista arcobaleno Panthera del febbraio 2016
La diocesi di Graz-Steckau è guidata dal vescovo Wilhelm Krautwaschl che, nel dicembre 2023, ha accolto con favore il documento vaticano sulle «benedizioni» per le persone dello stesso sesso, Fiducia Supplicans.
«Chiunque chieda una benedizione dimostra di aver bisogno della presenza salvifica di Dio, e questa benedizione non deve essere negata», ha affermato Krautwaschl.
Il presule austriaco ha sostenuto che l’ultimo documento vaticano è una continuazione del metodo di «cura pastorale» praticato da papa Francesco fin dalla sua lettera post-sinodale Amoris Laetitia, che sembrava dare autorità alla Comunione per i divorziati «risposati».
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Immagine degli interni barocchi del Duomo di Graz
Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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Il cardinale Zen condanna il «pellegrinaggio» LGBT nella Basilica di San Pietro: «offesa a Dio»

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Trump prende in giro l’ideologia transgender «woke» nell’incontro con il premier del Canada

Durante un incontro di persona con il primo ministro canadese Mark Carney, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump non ha trattenuto le sue critiche, attaccando apertamente l’ideologia transgender estrema e «woke», in particolare la partecipazione di uomini negli sport femminili e le mutilazioni genitali sui minori.
«Non abbiamo sport maschili e femminili. Voglio dire, cose basilari. Non ti porteremo via un figlio e non gli cambieremo il sesso», ha dichiarato a Carney alla Casa Bianca.
Trump ha poi rincarato la dose, dicendo al primo ministro canadese: «Non faremo cose del genere. Quello che stanno facendo al Paese è incredibile. E l’hanno fatta franca, con tutta la loro roba woke, e ora è finita. E noi abbiamo un Paese che si basa sul buon senso, sulla forza e sull’intelligenza».
BREAKING: President Trump calls out the trans insanity right in front of Canada PM Carney whose child is a trans activist. https://t.co/9TThX5Auip pic.twitter.com/bdYRgymB9P
— John-Henry Westen (@JhWesten) October 7, 2025
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Carney ha una figlia che si identifica come non binaria. Il governo federale liberale canadese, precedentemente guidato da Justin Trudeau e ora da Carney, ha investito miliardi per promuovere l’agenda LGBT.
Carney si trovava a Washington per discutere di accordi commerciali con Trump. Al termine dell’incontro, ha dichiarato che il Canada intende investire 1.000 miliardi di dollari negli Stati Uniti nei prossimi anni, a condizione che si raggiunga un’intesa commerciale.
In passato, Trump ha proposto pesanti dazi doganali sui prodotti canadesi e ha più volte suggerito che il Canada diventi uno stato americano, spesso accompagnando tali dichiarazioni con l’introduzione o la discussione di dazi sui prodotti canadesi.
Durante il vertice del G7 di giugno, tenutosi nella zona di Kananaskis, in Alberta, Carney ha lodato la «leadership» mondiale di Trump, nonostante avesse espresso critiche significative nei suoi confronti durante la campagna elettorale.
Le evidenze indicano che le persone sottoposte a procedure di «transizione di genere» hanno un rischio maggiore di suicidio rispetto a coloro che non si sottopongono a tali interventi irreversibili. Oltre a sostenere la falsa convinzione che il sesso di una persona possa essere modificato, gli interventi chirurgici e i farmaci per le persone transgender sono stati associati a danni fisici e psicologici permanenti, tra cui malattie cardiovascolari, perdita di densità ossea, cancro, ictus, coaguli di sangue e infertilità.
Nel frattempo, uno studio sugli effetti collaterali degli interventi chirurgici di «cambio di sesso» ha rilevato che l’81% di coloro che vi si sono sottoposti negli ultimi cinque anni ha riferito di aver provato dolore anche con i normali movimenti nelle settimane e nei mesi successivi, oltre a numerosi altri effetti collaterali negativi.
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Immagine da Twitter
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