5G
Coronavirus e 5G, decreto «Cina Italia»
Non è vero che le notizie i grandi giornali le lisciano tutte. È solo che bisogna andarsele a pescare fra le righe, sepolte da pletore di articoli inutili. L’articolo più illuminante, all’alba del sorpasso italiano sui morti C19 cinesi, lo ha scritto Francesco Verderami, il notista politico del Corriere della Sera. Il pezzo non è che sul quotidiano lo abbiano messo a pagina intera con richiamo in prima: dovete cercarvelo all’interno, senza immagini e senza fronzoli.
L’informazione che dà è piuttosto dirompente, ma pare che nessuno abbia voluto raccogliere: «I ritardi nel via libera dovuti alla gara per il 5G e al rischio che sia la Cina a vincere il bando: l’Italia non può permettere che i suoi dati sensibili siano gestiti da società su cui Pechino ha il diretto controllo statale».
In pratica, il decreto urgente per tentare di far uscire il Paese dall’inferno del virus cinese non esce perché qualcuno vorrebbe dare il futuro dell’infrastruttura informatica nazionale, il 5G, al potere cinese.
In pratica, il decreto urgente per tentare di far uscire il Paese dall’inferno del virus cinese non esce perché qualcuno vorrebbe dare il futuro dell’infrastruttura informatica nazionale, il 5G, al potere cinese.
Messo così limpido fa impressione.
Vi sarebbero cinque articoli firmati dal ministro per l’Innovazione M5S Pisano inseriti per la riforma della Pubblica amministrazione digitale. Lo scopo, nel momento in cui tutti parlano di smart-working (la parola «telelavoro», troppo greco-romana, è scomparsa) sarebbe il «favorire il lavoro agile».
Le norme introdotte suggerirebbero «la selezione dell’operatore di forniture high-tech andrebbe fatta attraverso una procedura negoziata con gara al massimo ribasso».
A questo punto le narici di alcuni lettori hanno già cominciato a tirare: chi sarà mai in grado di offrire il massimo ribasso?
«Cosa succederebbe infatti se a vincere la gara fosse un’azienda cinese? E siccome i cinesi sono i favoriti, l’Italia non può permettere che i suoi dati sensibili vengano gestiti da società su cui Pechino ha il diretto controllo statale: vorrebbe dire che dalla sponda Atlantica il Paese farebbe rotta verso la “Via della Seta”».
Il Consiglio dei ministri aveva dato il semaforo verde. Perché, sussurra al Corriere un rappresentante del governo, «durante la riunione si è discusso sui titoli dei provvedimenti» inseriti nel decreto, senza cioè approfondire il contenuto degli articoli.
Ma certo, come fanno al bar con i giornali: si legge solo il titolo, mica l’articolo, anche se ti interessa: l’importante è il cappuccino, il cornetto, la chiacchiera.
Siccome un decreto per il Paese in questo momento non è esattamente come la Gazza, qualcuno che lo ha guardato fino in fondo, misteriosamente, c’è stato.
«Ad un esame attento delle norme è scattato l’allarme. Conte era ancora in conferenza stampa quando dalla Difesa il ministro Guerini avvertiva che — attraverso il decreto — c’era “il rischio di far rientrare dalla finestra quello che abbiamo finora tenuto fuori dalla porta”».
Quest’ultima frase risulta un po’ oscura al lettore, ma non tutto in quell’articolo è spiegato bene. Non capiamo esattamente cosa ci sia «fuori dalla porta», tanto più che in questo momento fuori dalla porta non ci possiamo nemmeno andare.
Qualcosa ci viene spiegato.
«Cosa succederebbe infatti se a vincere la gara fosse un’azienda cinese? E siccome i cinesi sono i favoriti, l’Italia non può permettere che i suoi dati sensibili vengano gestiti da società su cui Pechino ha il diretto controllo statale: vorrebbe dire che dalla sponda Atlantica il Paese farebbe rotta verso la “Via della Seta”».
La cosiddetta nuova Via della Seta, che i cinesi chiamano con il nome anglico di Belt and Road Initative, è il progetto di infrastrutture di trasporto più grande e costoso della storia umana, intrapreso da Pechino da qualche anno. Tramite esso, le merci arrivano in Europa e in Africa tramite rotte di terra e di mare, con velocità multiple a quelle con cui arrivano ora da noi le infinite serque di prodotti manufatti in Cina. La Via della Seta, di fatto ossifica per sempre il primato economico industriale mondiale che Pechino ha raggiunto tra gli anni Novanta e gli anni 2000.
Tuttavia non è l’unica infrastruttura in gioco ora, e nemmeno – nonostante gli investimenti per trilioni di dollari – non è la più importante e strategica.
Chi controlla il 5G, potrà controllare non solo la sicurezza nazionale, ma anche le informazioni private riguardo ai singoli cittadini
Il 5G, l’infrastruttura dell’internet mobile di nuova generazione, è un fattore chiave per il futuro. Chi controlla il 5G, potrà controllare non solo la sicurezza nazionale, ma anche le informazioni private riguardo ai singoli cittadini. Di più: può sommarne i dati e ottenere modelli predittivi di comportamento, del singolo e della massa, per la politica e per il consumo. I dati sono l’oro blu del nuovo millennio, dicono; parimenti, se Roma costruiva strade per dominare il mondo, la Cina duemila anni dopo costruisce infostrade.
Se siete rabbrividiti quando poche ore fa l’assessore lombardo Gallera ha fatto capire che poteva spiare i movimenti dei milanesi dagli agganci delle celle dei cellulari, non avete capito quanto è pervasivo invece un potere che può entrare nel tuo telefono, nel tuo iPad, telecamera, smartwatch, TV, auto, baby monitor. Qualsiasi cosa costruita in IoT – elettrodomestici collegati alla rete – potrebbe divenire accessibile da una forza straniera.
Non lo dice Renovatio 21. Lo dicono gli apparati di sicurezza italiani, e gli americani, che da quando è arrivato Trump – l’unico presidente a non aver digerito questa cosa della globalizzazione cinese – combattono contro il 5G cinese e il suo volto primario, cioè Huawei, in modo forsennato.
Sommare i dati e ottenere modelli predittivi di comportamento, del singolo e della massa, per la politica e per il consumo. I dati sono l’oro blu del nuovo millennio, dicono; parimenti, se Roma costruiva strade per dominare il mondo, la Cina duemila anni dopo costruisce infostrade
Gli americani sono probabilmente dietro all’arresto in Canada della figlia del patron di Huawei, un ex ingegnere dell’esercito fortemente sospettato di essere sempre in contiguità con servizi e Stato profondo cinesi.
Gli americani sono coloro che hanno tentato in ogni modo di proibire ai membri dei Five Eyes – il consorzio di Paesi anglofoni che va dal Canada alla Nuova Zelanda – di lasciare entrare Huawei nella loro infrastruttura informatica nazionale, e in Australia a riguardo vi sono già spy story col morto. Gli americani sono arrivati a proibire la vendita di telefoni Huawei dentro le loro basi militari, e poi proibire la tecnologia Huawei tout court.
Quindi, forse solo un elettore o un parlamentare grillino (cose per lo più intercambiabili davvero) possono stupirsi del fatto che gli yankee si siano incazzati.
«Fonti qualificate raccontano che di lì a poco l’allarme si sarebbe propalato anche all’ambasciata statunitense».
«Per ben due volte le norme volute dal ministro Pisano (assai vicina a Casaleggio) sono state al centro di una trattativa di revisione»
Appare il quadretto dello schieramento: spezzoni del PD (probabilmente davvero depurate da Prodi) sono rimaste atlantiste, mentre la nuova guardia pare apertamente fare il tifo per il Celeste Impero: «nel governo iniziava un estenuante braccio di ferro (…) nel Pd anche il titolare dell’Economia Gualtieri e il capodelegazione Franceschini prendevano posizione, con Conte e Di Maio sull’altro fronte».
«Per ben due volte le norme volute dal ministro Pisano (assai vicina a Casaleggio) sono state al centro di una trattativa di revisione: l’ultima versione prevede che a gestire la gara sia un comitato tecnico insediato a Palazzo Chigi».
Cioè, pare di capire, Conte e Di Maio volevano le norme che avrebbero favorito… chi? L’articolista diventa criptico, ed è bene ribadire che il nome di Huawei non viene qui mai scritto, ma quel «assai vicina a Casaleggio» fa riemergere certe memorie…. Per esempio quando Casaleggio a novembre scorso fece quell’evento sulle smart company invitando l’AD di Huawei Italia, attirandosi da qualcuno timide accuse di conflitto di interesse. Oppure, più plateale, quando sempre in quel novembre l’ambasciatore cinese incontrò in privato Beppe Grillo, per dirsi che cosa non si sa.
L’ambasciatore era lo stesso, del resto, che stava in streaming con Di Maio sulla pista di atterraggio dell’aereo con i medici che la Cina ci ha prestato. C’erano a bordo la bellezza di 40 respiratori (la sola Pechino ha 70 e passa ospedali: si sono sforzati) e dei dottori che provengono dal Paese che dice di aver sconfitto il COVID-19 ma non ha né trovato un farmaco, né un vaccino, né ci pare ci abbiano dato statistiche epidemiche utili, visto che la percentuale degli infetti asintomatici non è stata trovata a Wuhan e Chongqing ma a Vo’ Euganeo la settimana scorsa.
C’è il decreto «Cura Italia» da fare. Basterebbe che cambiassero due lettere: «Cina Italia». Apprezzeremmo la sincerità.
Non è che siamo i soli ad aver capito questo giochetto. Gli occhi dolci dei 5S a Pechino allarmano qualcuno anche nel partito alleato. «Già il battage della Farnesina sugli aiuti cinesi all’Italia — “amplificati dalla tv pubblica” — aveva provocato forti malumori tra i ministri dem, ma affidare il 5G alla Cina sarebbe troppo».
Per l’Italia, affidare alla Cina il 5G è affidarle il XXI secolo. E importa poco se si tratta di uno Stato totalitario che en passant ha appena infettato noi e il mondo con un morbo che ha provocato la più grande crisi sanitaria della storia, con i morti che saranno da contare in Europa in decine e decine di migliaia.
Pazienza. C’è il decreto «Cura Italia» da fare. Basterebbe che cambiassero due lettere: «Cina Italia». Apprezzeremmo la sincerità.
Roberto Dal Bosco
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Gli scienziati affermano che le revisioni OMS minimizzano i rischi legati alle radiazioni dei cellulari
Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Le recenti revisioni commissionate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sugli effetti delle radiazioni wireless sulla salute non forniscono «alcuna garanzia di sicurezza», secondo un rapporto pubblicato dalla Commissione Internazionale sugli Effetti Biologici dei Campi Elettromagnetici. Il gruppo ha affermato che le revisioni escludono studi chiave e si basano su dati deboli o non corrispondenti.
Secondo un rapporto sottoposto a revisione paritaria della Commissione internazionale sugli effetti biologici dei campi elettromagnetici (ICBE-EMF), le recenti revisioni commissionate dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) sugli effetti delle radiazioni wireless sulla salute non forniscono «alcuna garanzia di sicurezza».
L’ICBE-EMF è un «consorzio di scienziati, medici e professionisti del settore» che studia le radiazioni wireless e raccomanda linee guida sull’esposizione alle radiazioni wireless «basate sulle migliori pubblicazioni di ricerca scientifica sottoposte a revisione paritaria».
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«Le revisioni sistematiche commissionate dall’OMS sono semplicemente inadeguate per concludere che le radiazioni wireless siano sicure», ha affermato in un comunicato stampa il presidente dell’ICBE-EMF John Frank, medico ed epidemiologo presso l’Università di Edimburgo e professore emerito di sanità pubblica presso l’Università di Toronto.
Secondo lui, sarebbe fuorviante per l’opinione pubblica presentare le revisioni dell’OMS come prova che le attuali linee guida sull’esposizione alle radiazioni wireless siano sicure.
La maggior parte delle revisioni dell’OMS presentavano «gravi difetti» – tra cui problemi metodologici e preoccupazioni di parzialità – che hanno minato le loro conclusioni sulla sicurezza delle radiazioni a radiofrequenza (RF), ha affermato l’ICBE-EMF.
Il gruppo ha affermato che, nonostante le lacune, una delle revisioni dell’OMS ha dimostrato che l’esposizione alle radiazioni RF riduce la fertilità maschile, mentre un’altra ha collegato l’esposizione alle radiazioni dei cellulari a due tipi di cancro negli animali.
L’ICBE-EMF ha pubblicato un documento supplementare insieme al suo rapporto, in cui vengono descritti esempi dei legami degli autori della revisione dell’OMS con il settore della telefonia mobile.
L’ICBE-EMF ha chiesto una «revisione approfondita e più indipendente» delle prove.
«Finché ciò non sarà fatto, esortiamo vivamente il pubblico e le autorità di regolamentazione a livello internazionale a considerare che gli attuali limiti di esposizione sicura raccomandati dall’OMS sono potenzialmente troppo elevati per proteggere completamente il pubblico e l’ambiente», ha affermato Frank durante una conferenza stampa.
Il gruppo ha inoltre esortato le autorità di regolamentazione a fare «tutto il possibile» per ridurre l’esposizione pubblica alle radiazioni RF, in particolare per le donne incinte, i bambini e le persone con disabilità, ha affermato Frank.
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L’OMS si prepara a pubblicare una «monografia» utilizzata per stabilire regolamenti e limiti di sicurezza
L’ICBE-EMF ha pubblicato il suo rapporto il 2 ottobre su Environmental Health in risposta a 12 revisioni sistematiche sostenute dall’OMS sui possibili effetti sulla salute delle radiazioni RF.
Secondo i Centers for Disease Control and Prevention, una revisione sistematica «tenta di raccogliere e analizzare tutte le prove che rispondono a una domanda specifica».
L’OMS sta pubblicando le revisioni in preparazione di una monografia sui criteri di salute ambientale dell’OMS sui possibili rischi per la salute derivanti dalle radiofrequenze. I governi utilizzeranno probabilmente la monografia per stabilire standard di sicurezza e normativi.
Ron Melnick, Ph.D., consulente senior dell’ICBE-EMF, ha affermato che l’ICBE-EMF ha esaminato le revisioni dell’OMS «per via del nostro coinvolgimento di lunga data in questa ricerca e della potenziale influenza che queste revisioni potrebbero avere sulle future decisioni politiche».
Melnick è l’ex tossicologo senior presso il National Toxicology Program e il National Institute of Environmental Health Sciences.
L’ICBE-EMF ha segnalato che gli autori delle revisioni dell’OMS hanno escluso studi rilevanti, si sono basati su studi deboli e hanno combinato in modo improprio studi con condizioni di esposizione molto diverse. Questi difetti metodologici hanno distorto le conclusioni delle revisioni.
Ad esempio, la maggior parte degli autori ha cercato di riassumere matematicamente i risultati di studi molto diversi in un’unica revisione.
Raggruppare diversi studi in un’unica revisione può nascondere differenze importanti, ha affermato durante la conferenza stampa Joel Moskowitz, Ph.D., direttore del Center for Family and Community Health presso l’Università della California, Berkeley.
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«Nonostante questi problemi, gli autori delle revisioni dell’OMS si sono basati su questi risultati errati per trarre conclusioni certe, generalmente senza effetti [negativi sulla salute]», ha affermato.
Moskowitz ha affermato che i principali esperti, tra cui quelli della Cochrane Collaboration, «un’organizzazione per la ricerca sanitaria di fama mondiale», mettono in guardia dal riassumere matematicamente i risultati degli studi quando questi sono troppo pochi o troppo diversi. I ricercatori sono invece incoraggiati a descrivere gli studi a parole, non con i numeri.
Moskowitz ha affermato che solo una delle 12 revisioni sostenute dall’OMS ha seguito tale consiglio.
Quella revisione sistematica ha concluso che vi sono prove «altamente certe» che l’esposizione alle radiazioni dei cellulari causi due tipi di cancro negli animali, tra cui gliomi maligni nel cervello e schwannomi maligni, o tumori nervosi, nel cuore. La revisione ha osservato che studi sugli esseri umani avevano precedentemente rilevato entrambi i tipi di tumore.
Moskowitz ha affermato che l’OMS dovrebbe rimettere in funzione le revisioni e richiedere agli autori di descrivere gli studi con parole, non con numeri, per evitare di caratterizzare in modo impreciso i risultati degli studi.
Oltre al rapporto, l’ICBE-EMF ha pubblicato un documento supplementare in cui spiega come la maggior parte delle revisioni abbia prodotto risultati inaffidabili.
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Linee guida scientifiche sulla sicurezza delle radiazioni RF «urgentemente necessarie»
Un’indagine condotta da The Defender ha scoperto che la Federal Communications Commission (FCC) basa il suo standard di sicurezza sulle radiazioni RF per gli esseri umani in gran parte su alcuni studi su piccoli campioni condotti negli anni Settanta e Ottanta.
La FCC ha basato il suo standard, che non è stato aggiornato dal 1996, sul presupposto che le radiazioni RF possano causare danni solo a livelli sufficientemente elevati da riscaldare i tessuti corporei.
Nel 2022, l’ICBE-EMF ha pubblicato un articolo sottoposto a revisione paritaria che confutava questa ipotesi, denominato «paradigma solo termico».
L’ICBE-EMF ha affermato nel suo rapporto del 2 ottobre che «sono urgentemente necessarie linee guida riviste e basate sulla scienza, che proteggano la salute umana e l’ambiente».
La FCC non ha ancora ottemperato all’obbligo imposto dal tribunale di spiegare in che modo ha stabilito che le sue attuali linee guida proteggono adeguatamente gli esseri umani e l’ambiente dagli effetti nocivi dell’esposizione alle radiazioni RF.
Brenda Baletti
Ph.D.
© 16 ottobre 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
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I bambini che vivono in case con alti livelli di radiazioni wireless hanno un rischio triplo di ritardi nello sviluppo
Cosa hanno scoperto i ricercatori
Lo studio ha dimostrato che i bambini nei gruppi ad alta e media esposizione hanno ottenuto risultati peggiori, in media, rispetto ai bambini nel gruppo a bassa esposizione in abilità quali motricità grossolana, motricità fine, comunicazione, risoluzione dei problemi e abilità personali e sociali. I bambini nei gruppi ad alta e media esposizione avevano una probabilità più di tre volte maggiore di mostrare ritardi nelle capacità di risoluzione dei problemi, come capire come raggiungere un giocattolo, rispetto a quelli nel gruppo a bassa esposizione (rispettivamente 3,67 e 3,12). I bambini nel gruppo ad alta esposizione avevano quasi tre volte più probabilità (2,74) di mostrare ritardi nella coordinazione occhio-mano, come difficoltà ad impilare i blocchi, rispetto al gruppo a bassa esposizione. I soggetti appartenenti al gruppo di esposizione media avevano un rischio di ritardi personali e sociali quasi triplo (2,67) rispetto al gruppo di esposizione bassa. Il gruppo ad alta esposizione presentava anche la percentuale più alta (11,5%) di neonati con problemi emotivo-sociali, rispetto al gruppo a bassa esposizione (0%).Come hanno condotto lo studio i ricercatori
Un ingegnere ha misurato il livello dei campi elettromagnetici a radiofrequenza (RF-EMF) nelle case di 105 bambini a Mumbai, in India, per ottenere una valutazione reale delle radiazioni wireless emesse dai dispositivi wireless di ogni casa, tra cui router Wi-Fi, cellulari e gadget Bluetooth, e dalle torri cellulari vicine. Sulla base delle misurazioni effettuate dall’ingegnere, gli autori hanno suddiviso i neonati in gruppi con esposizione alle radiazioni alta, media e bassa. Durante il controllo di routine del benessere di ogni bambino, i genitori hanno completato gli strumenti di screening utilizzati dagli autori dello studio per valutare i ritardi dello sviluppo neurologico. Gli strumenti hanno misurato la capacità di problem solving, la comunicazione, le capacità motorie fini e grossolane e l’interazione sociale del bambino. Quando i genitori hanno completato le valutazioni, i bambini avevano un’età compresa tra 2 e 12 mesi. Utilizzando analisi statistiche, gli autori hanno confrontato le capacità neuroevolutive dei bambini nei tre gruppi. Secondo lo studio, i neonati esposti a livelli più elevati di radiazioni hanno avuto esiti peggiori nello sviluppo neurologico, anche dopo aver tenuto conto delle differenze di peso alla nascita, stato socioeconomico e sesso. I risultati non dimostrano che l’esposizione alle radiazioni wireless abbia causato ritardi, hanno affermato gli autori, ma «è necessario monitorare lo sviluppo neurologico dei bambini nei quali si prevede che le radiazioni RF-EMF siano più elevate». Ciò include le case molto vicine alle torri della telefonia mobile o dotate di numerosi dispositivi wireless. Le abitazioni del gruppo ad alta esposizione presentavano un livello di radiazione mediano di 32,36 milliwatt per metro quadrato (mW/m²). I livelli di radiazione mediano nei gruppi a media e bassa esposizione erano rispettivamente di 8,66 e 0,62 mW/m². L’Institute of Building Biology & Sustainability classifica tutto ciò che supera 1 milliwatt per metro quadrato nella fascia di «estrema preoccupazione», ha affermato Fariha Husain, responsabile del programma sulle radiazioni elettromagnetiche (EMR) e wireless del Children’s Health Defense (CHD). I limiti della Federal Communications Commission per le radiazioni wireless per la popolazione generale sono di 10.000 milliwatt per metro quadrato, ma tali limiti sono «ridicolmente alti per progettazione», ha affermato Husain. Eric Windheim, specialista certificato in EMR di Building Biology che misura regolarmente le radiazioni wireless nelle case degli Stati Uniti, ha affermato di osservare raramente livelli pari o superiori a 32,36 mW/m². Quando ciò accade, si verifica in case molto vicine a un ripetitore cellulare o quando si trova a meno di un metro da un cellulare o da un router Wi-Fi. Gli autori dello studio non hanno specificato in quale punto esatto delle case dei bambini siano state effettuate le misurazioni delle radiazioni. Lo studio è in corso e gli autori intendono pubblicare i risultati futuri man mano che i bambini si svilupperanno. The Defender ha contattato l’autore corrispondente dello studio per chiedere un commento, ma non ha ricevuto risposta entro la scadenza.L’industria wireless deve «iniziare a competere sulla sicurezza»
Un numero crescente di studi collega gli effetti negativi sulla salute all’esposizione alle radiazioni wireless, ha affermato Miriam Eckenfels, direttrice del programma EMR & Wireless del CHD. «Persino l’Organizzazione Mondiale della Sanità, accusata di aver coinvolto ricercatori di parte, ha recentemente pubblicato una revisione sistematica che dimostra come esistano solide prove che collegano le radiazioni dei cellulari al cancro negli animali», ha affermato Eckenfels. Brown, un radiologo diagnostico con oltre 30 anni di esperienza, ha pubblicato all’inizio di quest’anno una ricerca che dimostrava che le cellule del sangue di una donna adulta sana si aggregavano in modo anomalo dopo appena cinque minuti in cui teneva un cellulare inattivo appoggiato sulla gamba. Ha affermato che il nuovo studio condotto sui bambini potrebbe suscitare nelle giovani generazioni una maggiore urgenza di affrontare i pericoli delle radiazioni wireless rispetto agli studi condotti sugli adulti. «Come padre, riconosco che i genitori sono disposti a fare sacrifici significativi al proprio stile di vita per proteggere i loro figli piccoli», ha affermato Brown. Joe Sandri, presidente e consulente generale dell’Environmental Health Trust, ha affermato che il nuovo studio, «insieme ai troppi studi precedenti che mostrano effetti negativi sulla salute derivanti dalle radiazioni wireless», rafforza la necessità per l’industria delle telecomunicazioni e i suoi enti regolatori di dare priorità alla salute umana. Ad esempio, secondo gli scienziati della Commissione internazionale sugli effetti biologici dei campi elettromagnetici, i produttori di cellulari potrebbero apportare delle «semplici soluzioni ingegneristiche» che ridurrebbero drasticamente la quantità di radiazioni emesse dai telefoni. «È giunto il momento che l’industria inizi a competere sulla sicurezza», ha affermato Sandri. «I consumatori la richiedono e gli azionisti dell’industria dovrebbero aspettarselo». Suzanne Burdick Ph.D. © 20 agosto 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD. Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.5G
Le radiazioni dei cellulari causano anomali grumi di sangue in soli 5 minuti: studio
Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Secondo un nuovo studio sottoposto a revisione paritaria e pubblicato su Environment: Science and Policy for Sustainable Development, l’esposizione al telefono cellulare ha causato un’aggregazione anomala delle cellule del sangue di una donna sana, anche quando il telefono si trovava a un pollice di distanza dalla pelle.
Le cellule del sangue di una donna sana hanno formato ammassi anomali dopo soli cinque minuti dall’aver tenuto un cellulare inutilizzato sulla gamba. La stessa cosa è accaduta quando i ricercatori hanno tenuto il cellulare a un centimetro di distanza dal corpo della donna, secondo uno studio sottoposto a revisione paritaria pubblicato il 23 aprile su Environment: Science and Policy for Sustainable Development.
Utilizzando gli ultrasuoni, i ricercatori hanno dimostrato che le cellule del sangue della donna avevano sviluppato una formazione anomala di globuli rossi, in cui le cellule si accatastano in lunghe file come pile di monete, secondo MyHematology.com.
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Il dott. Robert Brown, autore dello studio, ha affermato che, sebbene l’impatto della formazione di rouleaux sulla salute non sia ben compreso, esso «non è privo di potenziali conseguenze sulla salute».
Brown è un radiologo diagnostico con oltre 30 anni di esperienza e vicepresidente della Ricerca Scientifica e degli Affari Clinici dell’Environmental Health Trust (EHT). Ha affermato:
«A causa dell’impatto sullo scambio di gas e dell’aumentata viscosità del sangue dovuta all’aggregazione, è possibile che i rouleaux possano spiegare l’insolito aumento di patologie e disturbi un tempo rari, in aumento nella nostra società negli ultimi decenni, tra cui ipertensione, obesità, diabete, ictus, in particolare nella popolazione più giovane , e altri».
Secondo Brown, lo studio è fondamentale per informare la comunità medica su come le radiazioni wireless influiscono sul funzionamento biologico di una persona.
«Se vogliamo vedere un cambiamento nelle normative governative e una riduzione dell’uso indiscriminato della tecnologia wireless, la comunità medica allopatica deve acquisire consapevolezza degli effetti sulla salute delle radiazioni delle comunicazioni wireless», ha affermato Brown. «Credo che questo studio abbia rotto il proverbiale uovo».
Devra Davis, Ph.D., MPH , tossicologa ed epidemiologa, fondatrice e presidente emerita dell’EHT, ha affermato: «Questa scoperta di grumi nel sangue dopo soli cinque minuti di esposizione diretta al cellulare dovrebbe far riflettere tutti coloro che tengono il telefono vicino al corpo».
L’EHT è un gruppo di ricerca e formazione senza scopo di lucro che si concentra sugli effetti delle radiazioni wireless.
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I ricercatori hanno ripetuto l’esperimento più volte
Per i dati di questo studio, Brown e la sua collega Barbara Biebrich, esperta di ecografia, hanno condotto un esperimento iniziale che includeva un’ecografia della vena della gamba di una donna asintomatica di 62 anni, senza alcuna storia di allergie, disturbi del sangue o malattie sistemiche.
Successivamente, hanno posizionato un Apple iPhone XR inutilizzato sul retro del ginocchio della paziente per cinque minuti. Il telefono era connesso alla rete mobile AT&T con Wi-Fi, Bluetooth e antenne cellulari attivate. Tuttavia, il telefono non effettuava chiamate, non inviava messaggi, non riceveva chiamate o messaggi, mentre era posizionato sul retro del ginocchio.
Dopo cinque minuti, i ricercatori hanno eseguito un’altra ecografia. La seconda ecografia ha mostrato che le radiazioni del cellulare avevano causato l’aggregazione delle cellule del sangue nella vena poplitea della donna, situata dietro il ginocchio, in forma di rotoli.
Brown e Biebrich hanno ripetuto l’esperimento con la stessa donna più volte nell’arco di tre mesi. «Ogni volta, abbiamo ottenuto gli stessi risultati», ha scritto Brown.
In un’occasione, le cellule del sangue della donna erano già in formazione di rouleaux prima che il cellulare venisse appoggiato sulle sue ginocchia per cinque minuti.
«Sebbene inizialmente fossimo perplessi», ha scritto Brown, «ho chiesto alla partecipante dove avesse tenuto il cellulare poco prima della scansione e lei ha risposto che lo teneva in tasca».
I ricercatori hanno anche modificato l’esperimento posizionando il cellulare a un centimetro dalla pelle della donna, anziché direttamente sul suo corpo. Anche in questo caso, hanno aspettato cinque minuti.
«Si è lanciata in rouleaux, anche se il cellulare era a un passo da lei», ha scritto Brown. «Dimostrando la presenza di rouleaux in una vena profonda della gamba, lo studio conferma che la penetrazione e gli effetti fisiologici associati delle radiazioni wireless non si limitano ai primi millimetri di pelle, ma si verificano, di fatto, in profondità nel corpo», ha affermato Brown.
Questa scoperta ha «importanti implicazioni per la sicurezza», ha affermato.
I limiti di esposizione di sicurezza per le radiazioni wireless stabiliti dalla Federal Communications Commission si basano sul presupposto che le radiazioni possano danneggiare la salute umana solo a livelli sufficientemente elevati da riscaldare i tessuti umani. I cellulari emettono radiazioni a livelli inferiori.
Molti scienziati, tra cui Brown, affermano che vi sono prove che livelli non termici di radiazioni wireless possano influire negativamente sulla biologia umana.
Lo studio fornisce una «manifestazione visibile» del fatto che le radiazioni dei cellulari a livelli non termici hanno effetti biologici.
Lo studio non ha chiarito quale specifica gamma di frequenze di radiazioni dei cellulari, come 4G o 5G, abbia causato l’aggregazione del sangue.
Il cellulare era inattivo e non era impegnato attivamente in una rete 4G o 5G, al di là della normale comunicazione di «handshake» che i cellulari effettuano con le torri cellulari, ha affermato Brown.
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«Sono abbastanza certo che il nostro soggetto non sia un unicorno»
Nel resoconto dell’esperimento, i ricercatori hanno affermato che stanno pianificando uno studio più ampio per valutare quanto sia diffusa nella popolazione generale la formazione di rotoli indotta dalle radiazioni dei cellulari.
«Sebbene l’incidenza della formazione di rouleaux in seguito all’esposizione al cellulare sia sconosciuta, sono abbastanza certo che il nostro soggetto non sia un unicorno», ha affermato Brown.
L’ecografia è relativamente poco costosa e diffusa, quindi dovrebbe essere facile anche per altri ricercatori effettuare studi di follow-up, ha aggiunto.
I ricercatori hanno pubblicato per la prima volta alcuni dei risultati ottenuti utilizzando gli ultrasuoni per dimostrare che le radiazioni dei cellulari inducono un’aggregazione anomala del sangue in un articolo sottoposto a revisione paritaria del 10 febbraio su Frontiers in Cardiovascular Medicine.
Lo studio di aprile pubblicato sulla rivista Environment ribadisce gran parte del rapporto di febbraio pubblicato su Frontiers. Tuttavia, il rapporto su Frontiers non includeva i risultati ottenuti tenendo il cellulare a un pollice di distanza dal corpo della donna, perché i ricercatori non avevano ancora condotto quell’esperimento.
Secondo Brown, entrambi i rapporti sono importanti perché si rivolgono a pubblici diversi.
La rivista Frontiers è una risorsa per la comunità medica, in particolare per cardiologi e chirurghi cardiovascolari, ha spiegato Brown. La rivista Environment è rivolta alla «comunità molto più ampia delle scienze ambientali», ha aggiunto.
Suzanne Burdick
Ph.D.
© 29 aprile 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
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