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Sport e Marzialistica

Conor McGregor torna a combattere in UFC

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L’ex campione Conor McGregor tornerà nell’ottagono a giugno per combattere Michael Chandler, ha confermato sabato il presidente dell’UFC Dana White. McGregor ha combattuto professionalmente l’ultima volta nel 2021, quando si è improvvisamente rotto una gamba in un incontro con Dustin Poirier.

 

McGregor e Chandler combatteranno come pesi welter alla fine dell’International Fight Week della UFC a Las Vegas, ha annunciato White dopo l’evento UFC 300 di sabato. Chandler, che attualmente è il sesto peso leggero della federazione, aveva ripetutamente chiesto un incontro da quando entrambi gli uomini avevano allenato squadre opposte nella stagione dello scorso anno del reality show della UFC «The Ultimate Fighter».

 

«È tutta una questione di tempismo. Chandler era pronto ma Conor non lo era», ha detto White. «Quello che non vuoi che faccia è accettare un combattimento quando ha un sacco di obblighi e non può allenarsi al 100% per un combattimento, quindi eccoci qui stasera».

 

Dopo aver fatto il suo debutto in UFC nel 2013, McGregor ha ottenuto una serie di vittorie, culminate in uno straordinario knockout in 13 secondi contro il campione dei pesi piuma Jose Aldo nel 2015. La prima sconfitta in UFC di McGregor è arrivata in un incontro dei pesi welter con Nate Diaz nel marzo 2016, anche se il mancino irlandese riuscì a sconfiggere il californiano in agosto e a rivendicare la cintura dei pesi leggeri dal campione della divisione Eddie Alvarez a novembre.

 

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La perfetta vittoria di McGregor su Alvarez lo ha reso il primo campione in due divisioni dell’UFC, ma non ha mai difeso nessuno dei due titoli ed è stato privato di entrambe le cinture a causa dell’inattività. Da allora il dublinese ha combattuto solo a intermittenza, e la sua ultima incursione nell’ottagono nel 2021 si è conclusa in un disastro quando ha perso per la seconda volta in un anno contro Dustin Poirier dopo essersi rotto la tibia al primo turno.

 

 

Dopo anni di successi incontrastati, che lo portarono perfino sul ring di un evento attesissimo con il campione di boxe di pesi superwelter Floyd Mayweather, la carriera di McGregor aveva preso una piega inaspettata quando aveva perso contro il lottatore daghestano Khabib Nurmagomedov, figlio di un allenatore di sambo ed idolo delle Russie.

 

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Da quando aveva smesso, il McGregor si è concentrato sulla promozione del suo marchio di whisky e ha fatto il suo debutto a Hollywood nel remake del film Il duro del Road House, uscito il mese scorso.

 

In una recente intervista con il conduttore del talk show James Corden, McGregor ha affermato che intende competere in «quattro incontri in un anno». «Sono stato colpito solo una volta e poi mi si è rotta la gamba», ha detto. «Questo è tutto. Quindi, per quanto riguarda la freschezza, sono quanto di più fresco si possa desiderare in questo settore».

 

Nell’ambiente degli appassionati dell’UFC sono state fatte speculazioni, in primis dal commentatore MMA e popolarissimo podcaster Joe Rogan, sul recente uso di sostanze anabolizzanti da parte del McGregor, accuse al quale questi ha risposto con sdegno. Nel frattempo, alcuni hanno speculato che il nuovo McGregor abbia perfino cambiato faccia.

 

Come riportato da Renovatio 21, nell’ambito una rivolta di popolo che ha incendiato Dublino mesi fa quando un nordafricano aveva accoltellato per strada una donna e dei bambini, il McGregor aveva protestato pubblicamente, ottenendone in cambio dalle autorità un’indagine per hate speech.

 

Alcuni hanno speculato che lo stesso campione di MMA potesse voler correre per la carica di prossimo Taoiseach.

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Immagine di Andrius Petrucenia via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic 

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Geopolitica

L’Ucraina aggiunge la stella russa del pattinaggio artistico alla kill list

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La stella russa del pattinaggio artistico Petr Gumennik è stata inserita nella «kill list» del sito ucraino Mirotvorets, sostenuto dallo Stato, che pubblica i dati personali di individui etichettati come «nemici» dell’Ucraina. Lo riporta la stampa russa.   Secondo un articolo del 9 novembre, Gumennik è accusato di «propaganda di guerra» e di «attacchi alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina», ed è considerato «complice» dei presunti «crimini» russi contro il Paese.   L’articolo mostrava foto di Gumennik accanto ad altre personalità pubbliche russe già presenti su Mirotvorets e citava suo padre, Oleg Gumennik, sacerdote della Chiesa ortodossa russa (ROC). Sotto il regime di Kiev, la chiesa ucraina affiliata alla ROC ha subito perquisizioni, arresti e divieti per presunti legami con il Cremlino.

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Gumennik non ha commentato la sua inclusione nella lista. A settembre ha conquistato la qualificazione per le Olimpiadi invernali di Milano 2026 e gareggerà come atleta neutrale a causa delle sanzioni imposte dall’Ucraina alla Russia.   Vladislav Dikidzhi, campione russo in carica del singolare maschile e possibile sostituto di Gumennik a Milano, è stato aggiunto al sito lo stesso giorno con accuse analoghe.   Commentando le inserzioni, la leggendaria allenatrice russa Tatyana Tarasova ha affermato che gli atleti sono probabilmente presi di mira per le loro prospettive olimpiche e ha condannato la pubblicazione dei loro dati personali come «una violazione di tutti i diritti umani».   «Non capisco perché il mondo intero, persino il Comitato Olimpico Internazionale, dia ascolto agli ucraini», ha detto. «Sport e politica sono due cose diverse».   Mirotvorets è stata definita una «lista delle uccisioni» dopo che diverse persone incluse sono state successivamente assassinate o sono morte in circostanze sospette. Ogni scheda include il campo «data di eliminazione» della persona presa di mira, subito sotto la data di nascita.   Il sito ha recentemente aggiunto numerose personalità russe e straniere accusate di legami con il governo russo o di diffondere opinioni filo-russe. All’inizio dell’anno sono stati inseriti il regista Woody Allen, l’attore hollywoodiano Mark Eydelshteyn e persino un gruppo di bambini russi, il più piccolo dei quali aveva solo tre anni.   Nel corso degli anni, sono stati inseriti nella lista nera politici e personaggi pubblici occidentali di alto profilo, tra cui il presidente croato Zoran Milanovic, il primo ministro ungherese Viktor Orban (che intercettazioni emerse sulla stampa americana mostrano essere un obiettivo del regime Zelens’kyj), il segretario di Stato statunitense in pensione Henry Kissinger e il Pink Floyd Roger Waters, nonché Al Bano e Toto Cotugno, nonché, per un breve periodo, Elon Musk.   Definite come liste di «traditori che devono rispondere dei loro crimini», tali liste online dei nemici dell’Ucraina, che comprende anche Al Bano, Toto Cutugno, Henry Kissinger, e anche il defunto Silvio Berlusconi. Poiché nel corso degli anni sono stati assassinati numerosi giornalisti di spicco e altri personaggi pubblici descritti sul sito appunto come «nemici dell’Ucraina», qualcuno ritiene si tratti di una vera «kill list» del regime di Kiev.

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Come riportato da Renovatio 21, quando fu trovato Oleksij Kovaljov – un altro parlamentare di opposizione alla Verkhovna Rada – assassinato nella sua casa, la sua voce nella lista della morte ha apposto sulla foto segnaletica il bollino «likvidovan», ossia «liquidato», scritta apparsa nella voce specifica anche dopo l’uccisione della giornalista russa Darja Dugina, nell’agosto 2022. Kiev ha negato qualsiasi coinvolgimento nell’autobomba che è costata la vita alla figlia dell’eminente filosofo e scrittore Aleksandr Dugin, tuttavia secondo quanto riferito i funzionari dell’Intelligence statunitense ritengono che «parti» del governo ucraino erano responsabili.   Il Gummennik non è l’unico campione di sport sul ghiaccio ad essere finito nella kill list ucraina.   Come riportato da Renovatio 21, il campione dell’hockey russo Aleksandr Ovechkin, che ha recentemente battuto il record di punti segnati nella lega hockeistica nordamericana NHL, è stato aggiunto alla lista.

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Immagine di Divmel ic via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International; immagine modificata
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Sport e Marzialistica

L’organismo olimpico valuta il divieto per i trans

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Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) si appresta a proibire alle donne transgender di gareggiare nelle competizioni femminili olimpiche in base a una nuova politica di ammissibilità. Lo riporta il Times citando fonti.

 

La decisione rappresenterebbe un’inversione di rotta rispetto all’attuale approccio del CIO, che permette la partecipazione di atleti transgender con livelli di testosterone ridotti, demandando la definizione dei criteri alle singole federazioni sportive. Il cambiamento segnalato è stato associato alla nuova presidente del CIO, Kirsty Coventry, eletta a marzo e prima donna a guidare l’organismo. Si è impegnata a «proteggere la categoria femminile».

 

Secondo il rapporto di lunedì, è probabile che il CIO annunci la modifica all’inizio del prossimo anno, probabilmente durante la sessione delle Olimpiadi invernali di febbraio.

 

La revisione si fonderebbe su uno studio scientifico su atleti transgender, che ha rilevato che i vantaggi fisici legati al sesso maschile alla nascita possono persistere anche dopo una riduzione farmacologica dei livelli di testosterone. I risultati sono stati illustrati ai membri del CIO la settimana scorsa dal direttore medico e scientifico del CIO, Jane Thornton, e sono stati accolti «enormemente positivamente», ha affermato una fonte.

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La partecipazione di atlete transgender negli sport femminili resta un tema controverso. Casi come quello della nuotatrice statunitense Lia Thomas e della sollevatrice di pesi neozelandese Laurel Hubbard hanno infiammato il dibattito su un eventuale vantaggio ingiusto rispetto alle donne biologiche. Nel 2021, il CIO aveva dichiarato che non dovrebbe esserci «alcuna presunzione di vantaggio» per le donne transgender e, un anno dopo, aveva demandato la responsabilità alle singole federazioni, invitandole a definire i propri criteri. Da allora, alcuni organismi hanno inasprito le regole.

 

Le Olimpiadi di Parigi 2024 hanno ravvivato la polemica, attirando critiche per scandali e per una cerimonia di apertura che ha visto omosessuali, transessuali e drag queen simulare un Baccanale di fondamentalismo anticristico ispirato al dipinto di Leonardo da Vinci «L’Ultima Cena», più altre immagine di violenza sanguinaria che lasciavano intravedere dietro allo spettacolo la cultura esoterico-rivoluzionaria che ammorba la Francia e la sua élite da almeno il  Settecento..

 

Nel pugilato femminile, la pugile algerina Imane Khelif, precedentemente dichiarata ineleggibile ai Campionati del Mondo per il suo genere, ha conquistato l’oro sconfiggendo l’italiana Angela Carini. La boxeuese partenopea ha abbandonato l’incontro dopo soli 45 secondi, dichiarando «questo è ingiusto!» e sostenendo di essere stata colpita più duramente che mai e di temere di essersi rotta il naso.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’ex presidente del CIO Thomas Bach sosteneva all’epoca che non esisteva «un sistema scientificamente solido» per distinguere tra uomini e donne nello sport.

 

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Immagine di Andy Miah via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC 2.0

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Sport e Marzialistica

Scoppia lo scandalo del gioco d’azzardo nella NBA: mafia implicata, grandi giocatori arrestati

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Uno scandalo senza precedenti sta scuotendo il mondo della NBA, il campionato di basket americano che rappresenta l’apice del cestismo mondiale.   Un’indagine dell’FBI ha portato all’incriminazione di oltre 30 persone, tra cui figure di spicco come l’allenatore dei Portland Trail Blazers Chauncey Billups, la guardia dei Miami Heat Terry Rozier e l’ex giocatore NBA Damon Jones, accusati di coinvolgimento in un’operazione di gioco d’azzardo illegale con legami alla criminalità organizzata. Lo riporta il Wall Street Journal.   L’inchiesta ha rivelato un sofisticato schema di frode che utilizzava tecnologie avanzate, come tavoli a raggi X, lenti a contatto speciali e mescolatori di carte truccati, per manipolare partite di poker clandestine, truffando vittime per «decine di milioni di dollari». Secondo il procuratore statunitense Joseph Nocella jr., l’organizzazione aveva radici profonde nella mafia, coinvolgendo membri delle famiglie della mafia neoeboracena Bonanno, Gambino e Genovese, che intascavano una parte dei profitti e gestivano i debiti di gioco.

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L’FBI ha descritto un sistema altamente organizzato: le partite di poker, tenutesi in località prestigiose come gli Hamptons, Miami, Las Vegas e Manhattan, attiravano vittime, soprannominate «fish», con la promessa di giocare accanto a celebrità NBA, chiamate «figure cards». In realtà, tutti i partecipanti – dal mazziere, dai giocatori al croupier – erano complici della truffa.   «Ciò che le vittime non sapevano è che tutti gli altri al tavolo, comprese le figure, erano coinvolti nella truffa», ha dichiarato Nocella. Tecnologie come mescolatori di carte modificati, che leggevano segretamente le carte e trasmettevano i dati a un operatore esterno, e tavoli a raggi X, che rivelavano le carte coperte, garantivano vincite sicure ai truffatori.   Chauncey Billups, arrestato giovedì mattina in Oregon, è accusato di aver gestito un’operazione di poker illegale legata alla mafia sin dal 2019. Terry Rozier, fermato a Orlando dopo la partita d’apertura degli Heat, è implicato per aver manipolato le sue prestazioni durante una partita contro i Pelicans il 23 marzo 2023, influenzando le scommesse accessorie sulle sue statistiche.   Secondo il canale sportivo ESPN, un’insolita quantità di scommesse sull’«Under» di Rozier aveva sollevato sospetti, spingendo alcuni bookmaker a bloccare le puntate sulle sue quote. Nonostante un’indagine della NBA non abbia portato a punizioni immediate, la lega NBA ha sospeso Rozier e Billups con effetto immediato, dichiarando: «prendiamo queste accuse con la massima serietà, l’integrità del nostro gioco è la priorità assoluta».   Il direttore dell’FBI Kash Patel ha definito lo scandalo «sconcertante», sottolineando che l’indagine pluriennale ha smascherato «decine di milioni di dollari di frodi, furti e rapine». Nocella ha descritto il caso di Rozier come «uno dei più sfacciati schemi di corruzione sportiva» dall’avvento delle scommesse sportive online legalizzate negli Stati Uniti. Nel frattempo, il New York Post riporta che l’ex guardia dei Pistons Malik Beasley è sotto indagine per accuse simili legate alle scommesse.   Lo scandalo, con i suoi legami con la criminalità organizzata e l’uso di tecnologie all’avanguardia per imbrogliare, rappresenta una macchia senza precedenti per la NBA, sollevando interrogativi sull’integrità del mondo di uno sport professionistico tanto amato in tutto il mondo.

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Immagine di Keith Allison via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
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