Epidemie
Con il dottor Amici, contro il Farmamaccartismo
Il canale TV La 7 – una sorta di Pravda privata al servizio del governo del nulla – qualche sera fa ha toccato il fondo mandando in onda lo spettacolo più rivoltante visto sinora dentro il kolossal pandemico. Dopo avergli teso una squallida imboscata per mezzo di un agente provocatore, nella trasmissione Piazzapulita hanno approntato, in onore di un medico reo di avere curato e guarito dal supervirus tutti i suoi numerosi pazienti, un plotone di esecuzione che in tempi normali si sarebbe definito caricaturale. Ma oggi rientra tra le cronache di ordinaria repressione. Vedere per credere.
Il dottor Mariano Amici, che gestisce una rete di circa seimila assistiti, ha salvato dal COVID tutti i malati che ha curato, non ha registrato alcun decesso, nemmeno alcun ricovero. Mentre negli ospedali avveniva la strage. Questo è un dato di fatto, oggettivamente e agevolmente verificabile.
Quando il dottore ha osato ricordarlo in studio, il bravo conduttore gli ha risposto: «e checc’entra». E si capisce: per la regia, l’importante non è salvare vite umane, ma rispettare protocolli fallimentari, e i sopravvissuti ai protocolli vaccinarli a tappeto
Quando il dottore ha osato ricordarlo in studio, il bravo conduttore gli ha risposto: «e checc’entra». E si capisce: per la regia, l’importante non è salvare vite umane, ma rispettare protocolli fallimentari, e i sopravvissuti ai protocolli vaccinarli a tappeto, e andare avanti a tutta velocità senza voltarsi indietro, nonostante quegli strani focolai e tante strane morti contrassegnate da una strana coincidenza temporale. Bizzarre casualità.
Quella di mettere in discussione con dati empirici e argomenti scientifici il fideismo scientista, apodittico e inderogabile, sposato dai programmi di Stato, non può che essere una colpa inestirpabile. Ancor peggio è ottenere risultati dirimenti, perché allora la gente comincia a farsi qualche domanda e a darsi qualche risposta, e sono guai.
Plotoni di esecuzione
Ecco dunque la triade di prodi giustizieri convocati per l’operazione di pulizia etnica televisiva.
Il conduttore, Corrado Formigli è un signore premiato dal sistema televisivo per comprovata obbedienza, dote emersa grazie al lavoro nell’antico latifondo TV dell’ex padrone Michele Santoro. Dopo essersi allenato facendo la posta a Previti, teatrini come quello dell’altra sera gli vengono facili. Come gli viene facile sparare raffiche di accuse all’ospite per poi fargli togliere l’audio appena gli toccherebbe la replica. Prima lo invita, e poi «io non è che le do la tribuna così».
Una serie di offese alternate a minacce messe lì in favore di telecamera, senza veli e senza vergogna. Compresa la chiamata in causa del presidente dell’Ordine dei medici di Roma affinché intervenga esemplarmente con sollecitudine contro il pericoloso dissidente (quello che li ha guariti tutti)
Nel plotone era rappresentato ovviamente anche lo Stato, in persona del viceministro della salute che, per marcare la propria pretesa superiorità sull’interlocutore e sul popolo bue in ascolto, ha subito ricordato a tutti il suo triplo titolo di medico, di professore universitario e di uomo delle istituzioni, così spalancando in un colpo solo un abisso su tutte e tre le categorie.
Con la stessa gran classe, Sileri, duettando col padrone di casa secondo copione, ha rivolto una serie di insulti e di avvertimenti al dottor Amici: quello incommentabile, quello che va bene per far tagliate di frutta, quello che nemmeno Vesalio nel 500 scriveva stupidaggini del genere, quello che non stiamo parlando con un medico ma con uno studentello di medicina, quello che ancora non ha aperto manco un libro, quello che non sa neanche cos’è un ribosoma né sa come funziona un vaccino, quello che se mia mamma va su Wikipedia ne sa di più di lui; soprattutto, quello che di sicuro rimarrà ancora per poco al suo posto di medico di base; e che, qualora provasse a denunciare qualcuno, attenzione, ne pagherebbe tutte le conseguenze.
Una serie di offese alternate a minacce messe lì in favore di telecamera, senza veli e senza vergogna. Compresa la chiamata in causa del presidente dell’Ordine dei medici di Roma affinché intervenga esemplarmente con sollecitudine contro il pericoloso dissidente (quello che li ha guariti tutti). Alla faccia del diritto e dei suoi inutili orpelli.
Si manifestano ancora una volta, pornograficamente, le mirabolanti capriole dei saltimbanchi pentastellati – di cui Sileri è esponente – che sulla libertà vaccinale avevano costruito una decisiva porzione del loro consenso
La violenta denigrazione orchestrata e scatenata contro il dottor Amici investe le sue posizioni critiche, oltre che sulla gestione della emergenza e sulla attendibilità dei tamponi, anche sull’efficacia e sulla sicurezza degli ultimi vaccini.
Si manifestano ancora una volta, pornograficamente, le mirabolanti capriole dei saltimbanchi pentastellati – di cui Sileri è esponente – che sulla libertà vaccinale avevano costruito una decisiva porzione del loro consenso: circolano ancora in rete i commenti trionfali di Bonafede che si autocelebra presso il mentore Grillo (Beppe) per avere ottenuto per un bambino autistico un risarcimento di un danno da vaccino col suo studio professionale, o i cinguettii della Grillo (Giulia) sulla correlazione tra autismo e vaccini, la bestemmia imperdonabile (o forse no) contro lo spirito santo farmaceutico.
Quanto a Sileri, lo vogliamo ricordare, è lo stesso tenerone che durante il primo periodo di chiusura rilasciava l’indimenticata intervista in cui lodava gli amici e ne piangeva la forzata lontananza, perché «a un amico puoi dire cose che non dici a tua moglie quando torni a casa»; e li includeva quindi, ex auctoritate, nella creativa nozione di «congiunti», cioè quelli che si potevano andare a trovare, purché però – attenzione – non fossero semplici amici, ma «amici amici, amici veri». Non è uno scherzo, è tutto vero. Ora il summenzionato cantore dell’amicizia, nella tenzone col dottor Amici, vive una curiosa nemesi onomastica.
Infine nella terna inquisitoria non poteva poi mancare, in quota rosa, il prodotto di laboratorio massmediatico che va sotto il nome di Selvaggia Lucarelli; una che non più tardi di un anno fa, nello stesso identico studio di Formigli, trangugiava involtini primavera per fermare il virus del razzismo contro i cinesi. Folgorata sulla via di Wuhan, oggi come niente fosse, mostrando in rete un breve video, probabilmente girato dal balcone di casa sua, che immortala la polizia mentre ferma l’unica persona presente in un parco deserto, esulta: «Bene così Milano». Nessuna sorpresa, fa tutto parte del mestiere che fa.
Lo Stato di diritto, quello stupido impianto che ciancia di giusto processo, di diritto di difesa, di principio del contraddittorio, nell’ora presente non vale più una cicca: siccome ho il potere in mano, ti rendo persona non grata, ti tolgo il lavoro, ti distruggo le finanze, ti ridicolizzo in diretta TV
Il sicofante come modello di virtù
Il tema della delazione, tuttavia, non è affatto peregrino. Sia Sileri sia Formigli ammiccavano con beffarda insistenza all’Ordine dei Medici, e personalmente al presidente della sezione romana, Antonio Magi. L’indomani il profilo Twitter della trasmissione Piazzapulita riportava in maiuscolo trionfale la notizia che l’Ordine dei Medici si era già preso in carico il caso Amici. Come dire, c’è chi può: la macchina del fango istituzionale funziona a meraviglia e produce sempre i frutti sperati.
Lo Stato di diritto, quello stupido impianto che ciancia di giusto processo, di diritto di difesa, di principio del contraddittorio, nell’ora presente non vale più una cicca: siccome ho il potere in mano, ti rendo persona non grata, ti tolgo il lavoro, ti distruggo le finanze, ti ridicolizzo in diretta TV. Un servizio veloce e pulito, bando alle formalità.
La delazione, del resto, rientrava tra le luminose raccomandazioni del governo (Speranza lo disse apertamente da Fazio) contro gli assembramenti sediziosi tipo le cene in famiglia. Allora fu la polizia a prendere le distanze dalla trovata ministeriale, ricordando che precedenti del genere erano forse ravvisabili nella Germania degli anni Trenta.
La delazione, del resto, rientrava tra le luminose raccomandazioni del governo (Speranza lo disse apertamente da Fazio) contro gli assembramenti sediziosi tipo le cene in famiglia
Ma ciò non ha impedito che la pratica delatoria, specie se esercitata al buio, all’insaputa di chi la subisce, si stia affermando come nuova virtù civica.
E pensare che era ritenuta condotta talmente ripugnante da fare schifo perfino ai bambini («Chi fa la spia non è figlio di Maria non è figlio di Gesù quando muore va laggiù»), per gli antichi il sicofante era annoverato tra i tipi umani più spregevoli. Non poteva che esserne questa l’evoluzione, nell’epoca invertita dove l’onore non vale più nulla perché la virilità è considerata sostanza tossica.
La damnatio memoriæ dell’ora presente
Ora, per capire bene edificanti spettacoli come questo, è opportuno che prendiamo dimestichezza con un neologismo coniato oltreoceano per indicare la damnatio memoriae delle voci alternative: deplatforming.
È opportuno che prendiamo dimestichezza con un neologismo coniato oltreoceano per indicare la damnatio memoriae delle voci alternative: deplatforming
Traslitterato, sta per «de-piattaformazione». Si moltiplicano i casi di commentatori, aziende, siti, improvvisamente cancellati da Twitter, da YouTube, da Facebook, e su su verso l’app store di Apple e Google (senza i quali non si può arrivare ai telefoni e quindi alle persone), fino all’apoteosi: all’indomani del Campidoglio, Amazon elimina i server che ospitavano Parler, la piattaforma alternativa a Twitter e Facebook, che d’improvviso sparisce dalla faccia della Terra.
In realtà, non è che ti tolgono solo la voce: vediamo banche che chiudono, senza spiegazioni, i conti delle aziende di Trump; grandi distributori che annunciano la rescissione dei rapporti con imprenditori che si sono esposti a suo sostegno; i fondatori del social Gab che si vedono annullare dalla Visa le carte di credito proprie e perfino dei propri ai loro famigli.
Negli USA, la patria delle libertà, coloro che hanno simbolicamente occupato il Campidoglio (ricevendone in cambio pallottole) sono demonizzati e criminalizzati sotto la definizione nuova di zecca di «domestic terrorist».
Quanto stiamo vivendo non è altro che la riproposizione su scala più ampia della catastrofe sanitaria derivata dal capolavoro della Lorenzin sulla obbligatorietà vaccinale, in conformità all’accordo stipulato a Washington insieme a Ranieri Guerra (il giro è sempre lo stesso) con GAVI, cioè Bill Gates, grazie al quale l’Italia veniva eletta paese cavia delle vaccinazioni selvagge
Ma i ribelli dell’Epifania non sono che una sineddoche: il problema vero– e l’apparato non lo nasconde – sono tutti i patrioti vecchi e nuovi, i vecchi e nuovi sostenitori del candidato disallineato. Cioè una ottantina di milioni di persone: la più enorme quantità di consensi della storia americana, escludendo ovviamente il presidente in carica, uno talmente popolare da essere votato, come noto, anche dai morti. Vale a dire che una porzione enorme della popolazione, in molti Stati totalmente maggioritaria, riferita dalle istituzioni centrali come un nemico – paragonato nientemeno che ad Al Qaeda sia dal generale McChrystal sia dall’ex capo della CIA Brennan – da sterminare se necessario col pugno duro dell’esercito più forte del mondo e qualche drone assassino. Per non parlare dei discorsi che girano su progetti di deprogrammazione degli elettori trumpiani – concetto psichiatrico familiare a chi combatte le sette e i radicalismi – o su eventuali campi di rieducazione.
Nihil sub sole novi
Va poi considerato come il trattamento riservato al dottor Amici non sia una novità.
Chi ha visto colpire proditoriamente i dottori Gava, Miedico, Rossaro, Lesmo, sa perfettamente cosa tenteranno di infliggere al dottor Amici e agli altri medici liberi che onorano il loro giuramento e la loro coscienza
L’opera di demonizzazione e successiva radiazione dei medici non allineati ai dogmi ufficiali dettati dalle multinazionali del farmaco e dai filantropi del mestiere era cominciata ben prima dell’emergenza
Quanto stiamo vivendo non è altro che la riproposizione su scala più ampia della catastrofe sanitaria derivata dal capolavoro della Lorenzin sulla obbligatorietà vaccinale, in conformità all’accordo stipulato a Washington insieme a Ranieri Guerra (il giro è sempre lo stesso) con GAVI, cioè Bill Gates, grazie al quale l’Italia veniva eletta paese cavia delle vaccinazioni selvagge.
Le pedine era già tutte al loro posto da allora. Chi ha visto colpire proditoriamente i dottori Gava, Miedico, Rossaro, Lesmo, sa perfettamente cosa tenteranno di infliggere al dottor Amici e agli altri medici liberi che onorano il loro giuramento e la loro coscienza.
Chi quattro anni fa ha già visto calpestato l’articolo 32 della Costituzione («Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario…») non può stupirsi della voglia matta di imporre TSO permanenti e generalizzati, o dell’orgia di provvedimenti amministrativi monocratici con cui sono state soppresse le libertà fondamentali e sono stati conculcati i diritti costituzionali, a partire da quello al lavoro garantito all’art. 1; non può non capire cosa ci sia dietro l’incredibile divieto di praticare autopsie e dietro l’obbligo disumano di cremare i cadaveri.
Chi quattro anni fa ha già visto calpestato l’articolo 32 della Costituzione («Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario…») non può stupirsi della voglia matta di imporre TSO permanenti e generalizzati, o dell’orgia di provvedimenti amministrativi monocratici con cui sono state soppresse le libertà fondamentali e sono stati conculcati i diritti costituzionali
Le prove generali erano già state fatte e il terreno era bello che pronto.
Uno per tutti, tutti per uno
Né si fermeranno al dottor Amici. Verranno a cercare anche voi. Sanno cosa pensate e vi staneranno perché pensate e quindi siete pericolosi. Ciò che succede negli USA succederà anche nelle colonie dell’impero.
Il potere mondialista non vuole convincervi, vuole schiacciarvi. Non vuole ascoltarvi, vuole zittirvi. Non vuole comprendervi, vuole annientarvi. I lacché di questa macchina infernale stanno nei media e al governo, diade unita oggi come non mai.
Noi stiamo con il dottor Amici, e non con la sozzura dell’establishment, perché il dottor Amici ha curato migliaia di persone senza che gliene morisse una.
Noi stiamo con il dottor Amici perché crediamo in quello che dice sulla psicopandemia, sui tamponi, sulle cure, sul vaccino.
Il potere mondialista non vuole convincervi, vuole schiacciarvi. Non vuole ascoltarvi, vuole zittirvi. Non vuole comprendervi, vuole annientarvi. I lacché di questa macchina infernale stanno nei media e al governo, diade unita oggi come non mai
Stiamo con il dottor Amici, e con i medici liberi e perseguitati, con i giornalisti indipendenti, con chiunque stia combattendo la sua personale battaglia contro un sistema liberticida e criminale, perché quel sistema vorrà anche la nostra pelle.
Stiamo con ogni «strega» che il farma-maccartismo vuole bruciare. Perché se ci salveremo, ci salveremo insieme.
Perché vogliamo riprenderci la vita e la libertà.
Roberto Dal Bosco
Elisabetta Frezza
Epidemie
Gli Stati Uniti sotto l’amministrazione Trump non celebreranno più la Giornata mondiale contro l’AIDS
Per la prima volta dal 1988, l’amministrazione statunitense ha deciso di non proclamare il 1º dicembre come «Giornata mondiale contro l’AIDS». Lo riporta il
In una circolare indirizzata al personale, il Dipartimento di Stato ha esplicitamente vietato l’impiego di risorse pubbliche per onorare tale ricorrenza.
La misura si inquadra in una linea direttiva più ampia che impone di «evitare di veicolare comunicazioni in occasione di qualsivoglia giornata commemorativa, ivi inclusa quella dedicata alla lotta contro l’AIDS».
Iscriviti al canale Telegram ![]()
Ai funzionari è stato ordinato di «rinunciare a qualsivoglia promozione pubblica della Giornata mondiale contro l’AIDS tramite canali di diffusione, inclusi social network, apparizioni mediatiche, orazioni o altri annunci rivolti all’opinione pubblica».
«Una giornata di sensibilizzazione non costituisce una strategia», ha dichiarato al quotidiano il portavoce del dipartimento di Stato Tommy Pigott. «Sotto la presidenza Trump, il Dipartimento opera in sinergia con governi esteri per preservare vite umane e promuovere maggiore accountability e compartecipazione agli oneri».
In una nota ad ABC News, il portavoce della Casa Bianca Kush Desai ha liquidato il Presidential Advisory Council on HIV/AIDS (PACHA) come un «ente prevalentemente simbolico i cui componenti sono immersi in un’inutile kermesse di relazioni pubbliche, svincolata dal concreto impegno dell’amministrazione Trump contro HIV e AIDS».
Dall’esordio dell’epidemia negli anni Ottanta, circa 300.000 uomini gay negli Stati Uniti hanno perso la vita per complicanze legate all’AIDS.
Negli ultimi quarant’anni, a livello globale, oltre 44 milioni di individui sono deceduti per AIDS; nel 2024, la malattia ha causato circa 630.000 morti. Le cure per l’AIDS furono inizialmente oggetto di feroci critiche da parte degli stessi omosessuali, che si scagliavano apertamente contro l’allora figura principale della lotta alla malattia Anthony Fauci.
Come riportato da Renovatio 21, il Fauci, mentre proponeva farmaci altamente tossici e faceva esperimenti allucinanti con gli orfani di Nuova York, arrivò a dire in TV che l’HIV era trasmissibile per «contatti domestici».
Iscriviti al canale Telegram ![]()
Ora il tema dell’AIDS è più raramente utilizzato dalla comunità omosessuale, dove una frangia – i cosiddetti bugchasers e gift givers – si impegna incredibilmente nell’infezione volontaria del morbo. Grindr, l’app per incontro gay, per un periodo presentava pazzescamente su ogni profilo la spunta sulla sieropositività dell’utente.
Come riportato da Renovatio 21, quattro anni fa studio avanzato sul vaccino contro l’HIV in Africa condotto dalla multinazionale farmaceutica Johnson & Johnson era stato interrotto dopo che i dati hanno mostrato che le iniezioni offrivano solo una protezione limitata contro il virus. Lo studio era stato finanziato da Johnson & Johnson, dall’immancabile Bill and Melinda Gates Foundation e dal National Institutes of Health, la Sanità Nazionale USA dove il dominus (in realtà a capo del ramo malattie infettive) è Tony Fauci, che già in modo molto controverso – e fallimentare – si era occupato dell’AIDS allo scoppio dell’epidemia negli anni Ottanta.
Il premio Nobel Luc Montagnier sconvolse il mondo, attirandosi censure dei social tra fact checker e insulti, disse che analizzando al microscopio il SARS-nCoV-2 aveva notato delle strane somiglianze con il virus HIV – per la scoperta del quale Montagnier vinse appunto il Nobel. «Per inserire una sequenza HIV in questo genoma, sono necessari strumenti molecolari, e ciò può essere fatto solo in laboratorio» disse Montagnier in un’intervista per il podcast Pourquoi Docteur. Oltre a supportare l’allora screditatissima ipotesi del virus creato in laboratorio a Wuhan, Montagnier metteva sul piatto un’idea ancora più radicale: quella di un vaccino anti-AIDS come possibile origine del coronavirus.
Nel 2021 Moderna, azienda biotecnologica salita alla ribalta per il vaccino mRNA contro il COVID – il primo prodotto mai distribuito della sua storia aziendale – si era dichiarata pronta per iniziare la sperimentazione sugli esseri umani per il primo vaccino genico contro l’HIV. L’anno scorso era emerso che i test avevano riscontrato un effetto collaterale alla pelle, con una percentuale insolitamente alta di riceventi ha sviluppato eruzioni cutanee, pomfi o altre irritazioni cutanee.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Epidemie
Solo 1 tedesco su 7 con test PCR positivo aveva l’infezione da COVID
Sostieni Renovatio 21
I test PCR hanno portato a un «significativo sovrastima» delle infezioni da COVID
Lo studio condotto da tre ricercatori tedeschi, pubblicato il mese scorso su Frontiers in Epidemiology, ha utilizzato due modelli matematici per analizzare quanto i risultati dei test PCR fossero allineati con i risultati degli esami del sangue per la ricerca degli anticorpi SARS-CoV-2. I risultati si basano sui dati ottenuti da laboratori accreditati in Germania che hanno gestito circa il 90% dei test PCR nel Paese da marzo 2020 all’inizio del 2023 e che hanno anche eseguito test del sangue per la ricerca di anticorpi (IgG) fino a maggio 2021. I ricercatori, Michael Günther, Ph.D., Robert Rockenfeller, Ph.D., e Harald Walach, Ph.D., hanno affermato che i loro modelli hanno allineato i dati dei test PCR che rilevano «piccole porzioni di materiale genetico virale nel naso o nella gola» e i test sugli anticorpi che mostrano se il sistema immunitario di una persona «ha risposto a un’infezione reale settimane o mesi prima». Hanno detto al Defender: «Quando abbiamo confrontato il numero di positivi alla PCR con i risultati successivi degli anticorpi, solo circa 1 persona su 7 positiva alla PCR ha mostrato il tipo di risposta immunitaria che indica una vera infezione. Con ipotesi conservative, la percentuale potrebbe essere più vicina a 1 su 10». La loro analisi ha anche mostrato che entro la fine del 2021, «quasi tutti» in Germania erano stati «contagiati, vaccinati o entrambi». Secondo il modello matematico dello studio, il dato di 1 su 7 relativo al test PCR è «quasi perfettamente» in linea con un tasso di immunità dell’intera popolazione a fine anno del 92%. I ricercatori hanno spiegato che i test sugli anticorpi «ci dicono che una persona è stata infettata in un momento qualsiasi dell’ultimo anno circa», mentre un risultato positivo al test PCR può indicare un’infezione, o «una breve esposizione senza infezione, frammenti virali residui o un rilevamento a livelli molto bassi che non portano mai alla malattia». Hanno affermato che il loro studio ha dimostrato che solo circa il 14% dei test PCR positivi corrispondeva a infezioni reali che avevano attivato gli anticorpi IgG, il che suggerisce che i test PCR hanno portato a un «significativo sovrastima» delle infezioni.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
I test PCR di massa «aumentano la quota relativa di falsi positivi»
I critici delle politiche ufficiali sul COVID-19 hanno spesso citato la dipendenza dai test PCR e le incongruenze nelle soglie virali utilizzate per generare un risultato «positivo» del test. Karl Jablonowski, Ph.D., ricercatore senior presso il CHD, ha affermato che i test PCR sono uno strumento inaffidabile per rilevare e tracciare le epidemie di malattie infettive. Ha citato un incidente del 2006 al Dartmouth-Hitchcock Medical Center, dove una presunta epidemia di pertosse ha portato a 134 risultati positivi ai test. «Sono state distribuite oltre 1.300 prescrizioni di antibiotici e 4.500 persone sono state vaccinate profilatticamente», nonostante non ci fossero «casi confermati in laboratorio». L’ uso improprio dei test PCR ha portato le autorità sanitarie a dichiarare falsamente un’epidemia, ha affermato. Un test PCR «non è un test diagnostico per una popolazione», ha affermato Jablonowski. «È meglio usarlo come test di conferma, essenzialmente per rispondere alla domanda “Quale virus ti ha infettato?” e non “Sei infetto?”». I ricercatori tedeschi hanno affermato che i loro risultati non indicano che la tecnologia PCR sia «imperfetta come metodo di laboratorio». Tuttavia, lo studio dimostra che il modo in cui i test PCR sono stati utilizzati per i test di massa durante la pandemia «non ha indicato in modo affidabile quante persone siano state effettivamente infettate». Hanno affermato che i test PCR rilevano in modo affidabile frammenti di DNA virale, anche in «quantità estremamente piccole» che «non rappresentano alcun rischio di infezione», ma non sono in grado di stabilire se il virus si sta replicando nell’organismo. I risultati positivi non dovrebbero essere utilizzati «come indicatori di infezione», perché i test PCR di massa «aumentano la quota relativa di falsi positivi», hanno concluso i ricercatori.Aiuta Renovatio 21
I test PCR di massa hanno causato «danni sociali, economici e personali non necessari»
L’affidamento dei governi ai risultati dei test PCR per monitorare i livelli di infezione da COVID-19 ha portato a restrizioni legate alla pandemia che hanno contribuito a «danni sociali, economici e personali non necessari», hanno affermato i ricercatori. I governi hanno utilizzato i risultati dei test PCR per giustificare rigide restrizioni, nonostante le agenzie sanitarie pubbliche avessero accesso a dati di test sugli anticorpi di qualità superiore. «Erano disponibili informazioni migliori di quelle comunicate pubblicamente», hanno affermato i ricercatori. Ciò ha sollevato «seri interrogativi sulla trasparenza e sul fatto che le politiche fossero basate sui dati più informativi disponibili». Jablonowski ha affermato che nei primi giorni della pandemia, i test PCR hanno probabilmente fornito un quadro più accurato della diffusione dell’infezione, poiché i kit per i test erano scarsi e venivano quindi utilizzati su coloro che avevano maggiori probabilità di essere infettati. Ma man mano che i test diventavano più facilmente disponibili, «venivano utilizzati su persone asintomatiche e obbligatori per i ricoveri ospedalieri, i viaggi aerei, i datori di lavoro e molte altre attività ad accesso controllato», ha affermato Jablonowski. Gli autori dello studio tedesco hanno affermato che un approccio più scientificamente valido avrebbe incluso dati più accurati sui test PCR che mostravano i risultati in proporzione al numero di test eseguiti, un monitoraggio di routine dei livelli di anticorpi nella popolazione e una «comunicazione trasparente… che indicasse chiaramente cosa la PCR può e non può misurare». «Questo insieme di pratiche… dovrebbe guidare le future politiche di sanità pubblica», hanno affermato i ricercatori. Documenti del governo tedesco trapelati lo scorso anno suggerivano che la risposta ufficiale del Paese alla pandemia di COVID-19 si basava su obiettivi politici e che le contromisure e le restrizioni raccomandate dalla Germania spesso contraddicevano le prove scientifiche. Durante un’intervista del 2022 al podcast «RFK Jr. The Defender Podcast» di Robert F. Kennedy Jr., il matematico Norman Fenton, Ph.D., ha affermato che i funzionari governativi di tutto il mondo hanno manipolato i dati dei test PCR per esagerare l’entità della pandemia. Jablonowski ha affermato che «l’isteria dei test PCR obbligatori ha preparato la mentalità della popolazione alle vaccinazioni obbligatorie che sarebbero arrivate. I test non avevano nulla a che fare con la salute della popolazione, ma solo con il controllo della popolazione». I test PCR per il COVID-19 sono molto meno diffusi oggi rispetto al picco della pandemia. Tuttavia, i ricercatori hanno affermato che il loro studio «è importante oggi perché l’errore strutturale che rivela – trattare i positivi alla PCR come infezioni – non è stato corretto». «Dato che ci troviamo di fronte a nuovi agenti patogeni, come l’influenza aviaria , affidarci solo alla PCR rischia di ripetere gli stessi errori», hanno affermato i ricercatori.Iscriviti al canale Telegram ![]()
Risposta «polarizzata», poiché i risultati «mettono in discussione le ipotesi che hanno plasmato la politica pandemica»
I ricercatori hanno affermato di aver incontrato «notevoli difficoltà» nel pubblicare il loro articolo. Tra queste, il rifiuto da parte di altre sei riviste, di cui solo due hanno inviato il manoscritto per la revisione paritaria. Queste riviste hanno cercato di «proteggere la narrativa prevalente, piuttosto che affrontare il nocciolo della nostra analisi», hanno affermato i ricercatori. I ricercatori hanno affermato che due dei tre revisori originali di Frontiers in Epidemiology «si sono ritirati dai loro incarichi». Ciò ha costretto la redazione a reclutare un quarto revisore, ritardando la pubblicazione dell’articolo. La risposta all’articolo è stata «polarizzata», hanno affermato. «Alcuni lettori hanno accolto con favore il confronto quantitativo dei dati PCR e IgG, ritenendolo in ritardo, mentre altri hanno messo in dubbio le implicazioni dello studio o hanno tentato di liquidarlo senza approfondire la metodologia di base». Ciò non sorprende, «dato che i risultati mettono in discussione i presupposti che hanno plasmato la politica pandemica», hanno affermato. Michael Nevradakis Ph.D. © 26 novembre 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD. Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Epidemie
Il CDC chiude i laboratori con scimmie tra i timori della tubercolosi
Il CDC, l’ente nazionale USA per il controllo epidemico, porrà fine a ogni indagine su primati non umani svolta nelle sue sedi, costituendo la prima occasione dal ritiro degli scimpanzé da parte dei National Institutes of Health nel 2015 in cui un’agenzia sanitaria federale di primo piano ha decretato la cessazione totale di un proprio protocollo interno sulle scimmie. Lo riporta la rivista Science.
Tale determinazione coinvolge approssimativamente 200 macachi alloggiati nel complesso di Atlanta dei CDC. Un portavoce dell’agenzia ha attestato a Bloomberg che si sta approntando un programma di smantellamento, pur astenendosi dal delineare scadenze precise o sul destino degli esemplari.
La scelta matura all’indomani di lustri di contestazioni da parte di associazioni per la tutela animale e taluni ricercatori, i quali lamentano che i paradigmi su scimmie abbiano generato un apporto traslazionale scarso, soprattutto nella elaborazione di sieri anti-HIV, ove decine d’anni di analisi su primati non hanno ancor prodotto un rimedio omologato. I CDC hanno invocato tanto sensibilità etiche quanto un viraggio tattico verso opzioni antropomorfe, come sistemi organ-on-a-chip, colture cellulari evolute e simulazioni algoritmiche, quali elementi cardine della risoluzione.
Sostieni Renovatio 21
In via distinta, i CDC hanno affrontato episodi di vulnerabilità biosicurezza legati a primati importati. Archivi interni scrutinati dall’organizzazione animalista PETA rivelano che, dal 2021 al 2024, i vagli di quarantena hanno smascherato 69 episodi di tubercolosi nei macachi in transito, con ulteriori 16 occorrenze scoperte post-liberazione verso i laboratori.
«La PETA ha allertato i CDC sin dal 2022 che il loro circuito di importazione di scimmie configura una mina vagante per la tubercolosi», ha dichiarato la dottoressa Lisa Jones-Engel, consulente scientifico per la sperimentazione sui primati della PETA. «Nondimeno, la loro ostinata miopia ha consentito a un pericolo biosicuro manifesto di infiltrarsi negli Stati Uniti. Invitiamo i CDC a interrompere l’afflusso di scimmie nei laboratori, a tutela della salute collettiva, della validità scientifica e degli stessi primati».
La dismissione progressiva si allinea a iniziative federali più estese per comprimere la sperimentazione su animali. Ratificato nel 2022, il Modernization Act 2.0 della Food and Drug Administration (FDA) ha soppresso l’esigenza di prove animali preliminari alla sperimentazione umana, mentre NIH, EPA e FDA hanno esteso gli stanziamenti per metodiche prive di impiego animale.
«Questa svolta è epocale. Per la prima volta, un ente statunitense opta per una scienza contemporanea e umana anziché per un apparato obsoleto di test su scimmie», ha esultato Janine McCarthy, direttrice facente funzioni delle politiche di ricerca al Physicians Committee for Responsible Medicine. «Ora i CDC dovrebbero destinare quei budget alla ricerca antropocentrica e assicurare che queste scimmie siano ricollocate in santuari per il resto dei loro giorni».
«I CDC hanno appena trasmesso un segnale all’intero ecosistema biomedico: l’epoca degli esperimenti su scimmie è conclusa», ha soggiunto McCarthy.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
-



Bioetica2 settimane faMons. Viganò loda Alberto di Monaco, sovrano cattolico che non ha ratificato la legge sull’aborto
-



Morte cerebrale2 settimane faLe ridefinizioni della morte da parte dell’industria della donazione di organi minacciano le persone viventi
-



Vaccini2 settimane faUn nuovo sondaggio rivela che 1 adulto su 10 è rimasto vittima di un grave danno da vaccino COVID
-



Salute2 settimane faI malori della 48ª settimana 2025
-



Spirito1 settimana fa«Rimarrà solo la Chiesa Trionfante su Satana»: omelia di mons. Viganò
-



Politica1 settimana faIl «Nuovo Movimento Repubblicano» minaccia i politici irlandesi per l’immigrazione e la sessualizzazione dei bambini
-



Persecuzioni1 settimana faFamosa suora croata accoltellata: possibile attacco a sfondo religioso
-



Pensiero2 settimane faTrump e la potenza del tacchino espiatorio














