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Comizio di Kamala nel caos: promette Beyoncé ma lei non si esibisce

Il raduno di Kamala Harris a Houston dell’altra sera era stato pubblicizzato come un concerto di Beyoncé.
Tutti, compresi i media, credevano che la cantante si sarebbe esibita dopo l’annuncio fatto all’inizio della settimana, ma tutto quello che ha fatto è stato uscire e fare un discorso di una manciata di minuti. Poi l’evento politico è sprofondato nel caos più totale.
Beyoncé showed her support for Vice President Kamala Harris at a campaign rally focused on abortion rights in Houston on Friday. https://t.co/0AX0WPM4as pic.twitter.com/BnNMlJLcB8
— ABC News (@ABC) October 26, 2024
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Secondo quanto riportato, al comizio della Harris si erano presentate 30.000 persone e hanno fatto la fila perché credevano che si trattasse di un concerto di Beyoncé.
La stampa locale ha scritto che un milione di persone avrebbero cercato di acquistare i biglietti perché pensavano si trattasse di un concerto di Beyoncé.
La manifestazione è poi sfociata nel caos più assoluto: alcune persone se ne sono andate, mentre altre hanno fatto storie perché Beyoncé non cantava.
JUST IN: Kamala Harris’ rally in Houston, Texas descends into chaos as she fails to control the rally attendees.
Boos and yelling were heard at the rally as Harris failed to calm down the rowdy crowd.
It’s unclear at the moment what exactly is going on. pic.twitter.com/9RIg7QIkf5
— Collin Rugg (@CollinRugg) October 26, 2024
I media hanno fatto passare la notizia come una «protesta» dei sostenitori di Trump, e Harris ha ripetuto una frase in cui si diceva di indicare loro la strada per un «comizio più piccolo lungo la strada», riferendosi all’evento di Trump.
Non si trattava, tuttavia, di sostenitori di Trump, ma di persone adirate per essere stati ingannati.
People were heckling Kamala like crazy all night…the secret service was stressed out pic.twitter.com/Dvk9zv960o
— Alex Stein #99 (@alexstein99) October 26, 2024
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They were promised a Beyoncé concert. They got two minutes to hear her speak. Imagine their disappointment. pic.twitter.com/8AFYllP5Eq
— Ian Miles Cheong (@stillgray) October 26, 2024
My friend went to the Kamala Harris rally with Beyoncé and as soon she Beyonce left people started walking out
Via Amir Odom on IG pic.twitter.com/DdzLZbG1KV
— Linda Catalina (@wakeupwithlinda) October 26, 2024
Non si tratta della prima volta che ciò accade. Settimane fa, per un evento di Kamala fresca di nomina a candidato presidenziale in sostituzione di Biden, il giornalista ex CNN Don Lemon riferì sui social che «aveva sentito» che ci sarebbe stata Beyoncé e avrebbe cantato.
Così non è stato neanche allora. La falsità della campagna Harris e del Partito Democratico non conosce limiti.
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Immagine di J.ébey via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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Mons. Viganò offre la sua preghiera per il pittore Gasparro

L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha scritto su X un messaggio di solidarietà per l’artista Giovanni Gasparro, che ora rischia sei mesi di carcere per aver dipinto un quadro che ritrae il martirio di San Simonino, il bambino secondo la tradizione cattolica (che, fino al Concilio Vaticano II, lo venerava come beato) trucidato dagli ebrei di Trento in un atto di omicidio rituale.
«La rappresentazione del martirio di San Simone di Trento risponde alla narrazione riportata negli atti processuali ed è confermata dagli studi di Ariele Toaff, in particolare da “Pasque di sangue”, pubblicato nel 2007» scrive monsignor Viganò, ricordando il famoso caso editoriale che oramai quasi due decenni fa sconvolse l’Italia e il mondo.
«Quanti accusano di antisemitismo i Cattolici che venerano come Martire il piccolo Simonino sono più preoccupati dei carnefici che della vittima, verso cui continuano a vomitare il loro odio».
La rappresentazione del martirio di San Simone di Trento risponde alla narrazione riportata negli atti processuali ed è confermata dagli studi di Ariele Toaff, in particolare da “Pasque di sangue”, pubblicato nel 2007.
Quanti accusano di antisemitismo i Cattolici che venerano… https://t.co/RQOVzgxvsI
— Arcivescovo Carlo Maria Viganò (@CarloMVigano) September 25, 2025
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«Questa narrazione non incanta più nessuno» dichiara l’arcivescovo, che offre «Tutta la mia preghiera e solidarietà per Giovanni Gasparro».
Simonino di Trento, noto da tutti come San Simonino (1472-1475), bambino di due anni e mezzo, fu trovato morto durante la Pasqua del 1475, venerato come beato dalla Chiesa cattolica sino al Concilio Vaticano II. A seguito del ritrovamento in una roggia del corpo (che, secondo voci, da qualche parte ancora dovrebbe esserci…), quindici ebrei di Trento furono interrogati con la tortura, e confessarono. Furono messi a morte. Il culto di Simonino divenne nei secoli, e non solo per il mondo cattolico, la prova dell’esistenza dell’omicidio rituale ebraico.
Lo studio storico Pasque di Sangue, edito per i tipi prodiani de Il Mulino esamina il contesto storico e culturale dell’ebraismo ashkenazita medievale in diaspora, dove nacque l’accusa agli ebrei di compiere omicidi rituali di bambini cristiani durante la Pasqua, utilizzando il loro sangue per presunti riti anticristiani.
Nel saggio, da un lato Toaff rigetta l’idea di omicidi rituali come mito cristiano, in linea con la storiografia tradizionale che considera tali accuse una montatura delle autorità cristiane, dall’altro suggerisce che, pur mancando prove dell’uso magico o superstizioso del sangue, non si può escludere che singoli individui, forse legati a gruppi estremisti ashkenaziti, possano aver compiuto tali pratiche. In particolare, vi sarebbero elementi che farebbero pensare a collegamenti con culti cabalistici dell’ebraismo dell’Europa orientale.
Il libro fu precipitosamente ritirato dalle librerie poche ore dopo l’uscita, mentre sui giornali impazzava la polemica.
Toaff, va ricordato, è figlio del già rabbino capo di Roma Elio Toaff, la cui «amicizia» con Giovanni Paolo II è stata spesso raccontata ai media. Ariel, professore universitario che insegna storia medievale ad Haifa, ha recentemente pubblicato un post in lingua italiana sui social in cui condanna senza appello quanto Israele sta facendo a donne e bambini palestinesi.
Una smentita alle storie sull’omicidio di bambini è giunta la scorsa settimana per bocca dello stesso premier israeliano Beniamino Netanyahu in un suo intervento alla TV americana per negare che Israele abbia ucciso Charlie Kirk.
🚨🇮🇱🇺🇸 BREAKING: NETANYAHU claims “ISRAEL did NOT ASSASSINATE Charlie Kirk”
What an odd thing for a world leader who is busy bombing 7 countries to say… pic.twitter.com/Nc6WMWENif
— Jackson Hinkle 🇺🇸 (@jacksonhinklle) September 12, 2025
«Nei secoli, specialmente nel Medio Evo, sono state dette le peggiori cose che si potevano dire riguardo agli ebrei: avvelenavamo i pozzi, noi bevevamo il sangue dei bambini cristiani… di tutto e di più… ciò è continuato sino all’Olocausto, i nazisti hanno detto le stesse cose» ha spiegato Netanyahu al canale della destra americana Newsmax, raccontando che ogni volta che queste cose sono state creduto ciò a portato a massacri, «culminando con il più grande massacro di tutti, l’Olocausto».
Nel frattempo, nel mondo impazzano le accuse per l’uccisione di migliaia di bambini, per bombe o per fame, nella campagna militare israeliana a Gaza.
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Quadro su San Simonino da Trento, chiesti sei mesi di carcere per il pittore Gasparro

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