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Combattete contro l’élite globalista satanica che vi tiene in ostaggio: il messaggio di mons. Viganò al popolo USA

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Renovatio 21 pubblica il messaggio di monsignor Carlo Maria Viganò per il «Reawaken America Tour» tenutosi in Florida in questi giorni. Le opinioni degli scritti pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Cari Amici,

 

permettetemi di rivolgermi a voi anzitutto per ringraziarvi per la testimonianza che state dando ai vostri concittadini americani: il risveglio delle coscienze è il primo passo verso la liberazione da questa cupola eversiva che occupa le istituzioni nazionali e internazionali.

 

Perché aprire gli occhi e guardare la realtà è indispensabile per comprendere quello che sta accadendo, denunciare il colpo di Stato globalista e riappropriarsi della sovranità nazionale e delle libertà fondamentali che vi sono state sottratte.

 

Avete tutti assistito, in questi ultimi anni, ad un cambiamento radicale della società; un cambiamento programmato da personaggi senza alcun mandato elettorale e imposto da governanti venduti.

 

Gli Stati Uniti d’America, come molte altre nazioni ostaggio dell’Agenda 2030, si trovano dinanzi ad una crisi gravissima: inflazione, crisi migratoria auto-indotta fuori controllo, tratta umana, traffico di bambini, criminalità dilagante e depotenziamento delle forze dell’ordine, liberalizzazione del crimine e impunità, degrado sociale ovunque, nuove droghe che trasformano gli uomini in relitti umani; e poi le aberrazioni dell’ideologia woke, l’agenda LGBTQ+ imposta nelle scuole, la discriminazione dei bianchi.

 

E ancora: la guerra al Presidente Donald Trump, le frodi elettorali per le Presidenziali, i piani del Great Reset che sembrano procedere senza intoppi, il pozzo senza fondo dei finanziamenti e degli aiuti militari per protrarre il conflitto in Ucraina e insabbiare i crimini della famiglia Biden e dei Democratici. Il terribile scenario della guerra in Medio Oriente. Questo assedio su più fronti ha tutte le caratteristiche di una guerra non convenzionale, più devastante di un conflitto armato.

 

L’élite globalista vuol farci credere che i cambiamenti che ci sta imponendo senza alcuna legittimazione democratica siano per il nostro bene. Questo processo apparentemente inesorabile è stato concepito da decenni, e chi lo ha pensato e voluto appartiene a lobby dichiaratamente anticristiane e anticristiche: divorzio, aborto, eutanasia, transizione di genere, pedofilia, corruzione morale di ogni genere, cancel culture, immigrazione e crisi pilotate, sono un modo per sradicare ogni traccia della morale cristiana dalle nostre società e per creare deliberatamente l’impoverimento della popolazione e favorire la guerra civile.

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Il loro scopo è dividerci, renderci nemici uno dell’altro, guardarci mentre combattiamo tra di noi anziché unirci e combattere loro, e alla fine avere il pretesto per reprimere le proteste con nuove restrizioni. Questi eversori vogliono a tutti i costi farci pensare che non c’è alternativa, che le crisi che essi provocano – la farsa pandemica, l’emergenza climatica, la crisi energetica e idrica, le guerre per procura – siano irreversibili e inevitabili.

 

Oggi sappiamo che non è così: da questo inferno in terra possiamo e dobbiamo uscire, e possiamo farlo solo se comprendiamo due cose importanti e legate tra loro.

 

La prima: i globalisti sono certamente organizzatissimi e con mezzi economici enormi, ma sono numericamente inferiori a noi e i membri di questa élite di tiranni hanno quasi tutti un nome e un volto, ad iniziare dai Rothschild e dai Rockefeller, con Bill Gates, George Soros e Klaus Schwab. Tutte le loro ricchezze e i loro profitti derivano dallo sfruttamento dei popoli e dalla complicità dei governanti che hanno corrotto e comprato.

 

Anche qui i nomi sono noti: moltissimi politici e rappresentanti delle istituzioni degli Stati sono usciti dallo Young Global Leaders for Tomorrow, la scuola di eversione del World Economic Forum. In cosa sono diversi dalla mafia gli esponenti di organizzazioni sovranazionali che hanno come scopo il proprio arricchimento e la nostra riduzione in schiavitù? Cosa ci impedisce dal ribellarci a costoro, come ci ribelleremmo a dei capi mafiosi?

 

La seconda cosa importante da tenere presente è che in questa battaglia spirituale l’élite globalista, per quanto potente possa apparire, obbedisce a Satana, l’Avversario, colui che fu omicida sin dal principio, mentre noi, con tutte le nostre debolezze, siamo schierati con Dio, il Signore degli eserciti, con l’Onnipotente. Crediamo forse che il loro padrone, Satana, sia più potente del Signore Iddio?

 

Nostro Signore Gesù Cristo, Figlio Unigenito di Dio, si è incarnato e ha affrontato la Passione e la Morte in croce proprio per spezzare le catene del peccato e della morte con cui Satana ci tiene prigionieri. Con la Redenzione siamo stati riscattati dal giogo del diavolo e tramite la Grazia disponiamo degli aiuti soprannaturali per combattere la santa battaglia contro l’Avversario del genere umano.

 

Se comprendiamo che la vittoria è già stata conquistata e che Dio è veramente onnipotente, comprendiamo anche che se ci schieriamo con il Signore e combattiamo con Lui contro i Suoi e nostri nemici avremo parte alla vittoria. La questione non è se Dio vincerà su Satana – cosa che è certissima perché Satana è stato già vinto sulla Croce – ma se noi vogliamo vincere con Dio o perdere inesorabilmente con Satana.

 

È Dio, Dio onnipotente, che tiene le sorti del mondo, Lui che è Signore e dà la vita. A Lui e a Lui solo dobbiamo obbedire, perché è un Padre buono che vuole il nostro bene al punto da dare la vita del Suo Figlio Unigenito per noi! Solo a Dio dobbiamo credere, perché è Verità e non ci inganna!

 

Uscite, nel nome di Dio, da questo orrendo teatro infernale allestito da criminali eversori che ci vuole morti! Non permettete che l’inganno di questo castello degli orrori diventi una realtà distopica. Non lasciatevi uccidere nel corpo e nell’anima da chi odia tutto ciò che è buono, vero e bello perché è un’immagine di Dio e della Sua grandezza! Reagite, svegliatevi, alzatevi!

 

Svegliatevi, cari amici. Svegliatevi dal vostro torpore e ritrovate l’orgoglio di servire il Bene, sapendo che Dio è al vostro fianco e che, per quanto potenti possano apparire i Suoi e nostri nemici, Egli ha già vinto, ma vuole che partecipiamo tutti a questa battaglia spirituale per renderci partecipi della Sua vittoria e del Suo trionfo.

 

E se in questa battaglia vorrete aiutare anche i sacerdoti e i religiosi che resistono con coraggio alla tirannide di una Gerarchia corrotta e apostata, potete farlo con una donazione a Exsurge Domine (www.exsurgedomine.it), l’Associazione internazionale da me fondata che aiuta i sacerdoti e religiosi fedeli a Cristo, e si batte perché la Parola di Dio non sia messa a tacere, perché la luce del Vangelo risplenda nelle tenebre, perché vi sia sempre chi offra alla Maestà divina il Santo Sacrificio della Messa per impetrare al Cielo quelle Grazie di cui oggi più che mai abbiamo tutti bisogno. Ci aiutino in questo la Vergine Santissima, nostra Signora e Regina, e San Michele Arcangelo, Principe delle Milizie celesti.

 

Non lasciatevi ingannare, cari amici: Christus vincit, Christus regnat, Christus imperat! Il Signore vi benedica.

 

+ Carlo Maria Viganò

Arcivescovo

 

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Renovatio 21 offre questo testo di Monsignor Viganò per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Se la realtà esiste, fino ad un certo punto

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I genitori si accorgono improvvisamente che la biblioteca scolastica mette a disposizione degli alunni strani libri «a fumetti» dove si illustra amabilmente il bello della liaison omoerotica.   L’intento degli autori è inequivocabile, quello di presentare un modello antropologico indispensabile per una adeguata formazione dell’individuo in crescita… Meno chiaro appare nell’immediato se la scuola, nel senso dei suoi responsabili vicini o remoti, di questa trovata educativa abbiano coscienza e conoscenza.   Di istinto, i genitori dell’incolpevole alunno si chiedono se tutto ciò sia proprio indispensabile per uno sviluppo armonico della psicologia infantile, magari in sintonia con i suggerimenti più elementari della natura e della fisiologia.   Tuttavia, poiché anche lo zeitgeist ha una sua potenza suggestiva, a frenare un po’ il comprensibile sconcerto, in essi affiora anche qualche dubbio sulla adeguatezza culturale dei propri scrupoli educativi, tanto che sono indotti a porsi il dubbio circa una loro eventuale inadeguatezza culturale rispetto ai tempi, votati come è noto, a sicure sorti progressive.   Ma il caso riassume bene tutto il paradosso di un fenomeno che ha segnato questo quarto di secolo e soltanto incombenti tragedie planetarie, mettono un po’ in sordina, finché dagli inciampi della vita quotidiana esso non riemerge con tutta la sua inaspettata consistenza.   Infatti la domanda sensata che si dovrebbero porre questi genitori, è come e perché una anomalia privata abbia potuto meritare prima una tutela speciale nel recinto sacro dei valori repubblicani, per poi ottenere il crisma della normalità e quindi quello di un modello virtuoso di vita; il tutto dopo essersi insinuata tanto in profondità da avere disattivato anche quella reazione di rigetto con cui tutti gli organismi viventi si difendono una volta attaccati nei propri gangli vitali da corpi estranei capaci di distruggerli.   Eppure, per quanto giovani possano essere questi genitori allarmati, non possono non avere avvertito l’insistenza con cui questa merce sia stata immessa di prepotenza sul mercato delle idee, quale valore riconosciuto, dopo l’adeguata santificazione dei cultori della materia ottenuta col falso martirio per una supposta discriminazione. Quella che già il dettato costituzionale impediva ex lege.

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Ma tutta l’impalcatura messa in piedi intorno a questo teatro dell’assurdo in cui i maschi prendono marito, le femmine si ammogliano nelle sontuose regge sabaude come nelle case comunali di remote province sicule, non avrebbe retto comunque all’urto della ragione naturale e dell’evidenza senza la gioiosa macchina da guerra attivata nel retrobottega politico con il supporto della comunicazione pubblica e lasciata scorrazzare senza freni in un mortificato panorama culturale e partitico.   Nella sconfessione della politica come servizio prestato alla comunità, secondo il criterio antico del bene comune, mentre proprio lo spazio politico è in concreto affollato da grandi burattinai e innumerevoli piccoli burattini, particelle di un caos capace di tenere in scacco «il popolo sovrano». Una parte cospicua del quale si sente tuttavia compensato dalla abolizione dei pronomi indefiniti, per cui tutte e tutti possono toccare con mano tutta la persistenza dei valori democratici.   Non per nulla proprio in omaggio a questi valori è installato nella anticamera della presidenza del Consiglio, da anni funziona a pieno regime un governo ombra, quello terzogenderista dell’UNAR. Un ufficio che ha lavorato con impegno instancabile, e indubbia coerenza personale, alla attuazione del «Piano» (sic) elaborato già sotto i fasti renziani e boschiani, per la imposizione capillare nella società in generale e nella scuola in particolare, di tutto l’armamentario omosessista.   Il cavallo di battaglia di questa benemerita entità governativa è la difesa dei «diritti delle coppie dello stesso sesso», dove sia il «diritto», che la «coppia» hanno lo stesso senso dei famosi cavoli a merenda.   Ecco dunque un esempio significativo ed eccellente di quella desertificazione della politica per cui il governo ombra guidato da interessi particolari in collaborazione e in sintonia con centri di potere radicati in istituzioni sovranazionali, possa resistere ad ogni cambio di governo istituzionale senza che ne vengano disinnescati potere e funzioni.   I partiti, dismessi gli apparati ideologici, e omogeneizzati nella sostanza, sono ridotti a «parti», alla moda di quelle fiorentine che pure un qualche ideale di fondo ce l’avevano, anche se tutte si assestavano su un gioco di potere.   Qui prevale il gioco dei quattro cantoni, dove tutti sono guidati dall’utile di parte che coincide a seconda dei casi con l’utile politico personale o ritenuto tale. Un utile calcolato tra l’altro senza vera intelligenza politica ovvero senza intelligenza tout court. Anche chi si è abbigliato di principi non negoziabili, alla bisogna può negoziare tutto, perché secondo il noto Principio della Dinamica Politica, «Tutto vale fino ad un certo punto».   Tajani, insieme a Rossella O’Hara ci ha offerto il compendio di tutta la filosofia occidentale contemporanea. Quindi dobbiamo stare sereni. Ma i genitori attoniti devono comprendere che quei libretti e questa scuola non sono caduti dal cielo. Sono il frutto di una politica diventata capace di tutto perché incapace a tutto sotto ogni bandiera.   Patrizia Fermani

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Putin: il futuro risiede nella «visione sovrana del mondo»

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Le nazioni devono basarsi sulle proprie tradizioni storiche e spirituali, oltre che su una «visione sovrana del mondo», mentre plasmano il loro avvenire, ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin in un messaggio scritto ai partecipanti del II Simposio Internazionale «Inventare il Futuro» a Mosca. L’evento, in programma il 7 e 8 ottobre, accoglierà oltre 7.000 partecipanti provenienti da quasi 80 Paesi.

 

Discussioni aperte e innovative sul futuro dell’umanità supportano i governi nel rispondere adeguatamente alle nuove sfide, ha osservato il presidente russo. «Le conclusioni e i risultati di un dialogo così profondo e sostanziale sono di grande valore», ha aggiunto Putin. «Sono fiducioso che dobbiamo creare il nostro futuro sulla base di una visione del mondo sovrana».

 

Promosso su iniziativa del presidente russo, il simposio comprende circa 50 eventi, organizzati in tre aree tematiche: società, tecnologia e cooperazione globale. Il forum ospiterà oltre 200 relatori provenienti da Russia, Cina, Stati Uniti, Italia e da Paesi di Africa, America Latina, Medio Oriente e Sud-est asiatico, che discuteranno di temi che spaziano dalle sfide demografiche all’intelligenza artificiale (IA) e all’esplorazione spaziale.

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Nel primo giorno del simposio si è svolta una tavola rotonda incentrata sul futuro delle tecnologie di intelligenza artificiale e sul loro potenziale di diventare non solo uno strumento professionale di nicchia, ma una base per un’infrastruttura globale e un nuovo «linguaggio della realtà» per governi e imprese private.

 

Un altro dibattito tenutosi martedì si è concentrato sulle prospettive di collaborazione tra Russia e Africa nei prossimi decenni, fino al 2063. Mosca mira a rafforzare i legami con il continente, promuovendo attivamente la condivisione di tecnologie con le nazioni africane, contribuendo a garantire la sicurezza regionale e sostenendo la sovranità degli attori locali, oltre a favorire un approccio più equo nelle relazioni internazionali.

 

Al forum del Club Valdai, a Sochi, giorni prima Putin aveva parlato dei «valori tradizionali» anche in merito alla «disgustosa atrocità» dell’assassinio di Charlie Kirk.

 

«Sapete, questa disgustosa atrocità, e ancora di più, dal vivo», ha detto Putin a un forum organizzato dal Valdai Discussion Club a Sochi, in Russia. «In effetti, l’abbiamo vista tutti, ma non so, è davvero disgustoso. Era orribile». «Prima di tutto, naturalmente, porgo le mie condoglianze alla famiglia del signor Kirk e a tutti i suoi cari», ha continuato il leader russo. «Siamo solidali e solidali, soprattutto perché ha difeso quei valori tradizionali».

 

Putina aveva aggiunto che la sparatoria mortale è il segno di una «profonda frattura nella società», secondo Reuters. «Negli Stati Uniti, non credo ci sia bisogno di aggravare la situazione all’esterno, perché la leadership politica del Paese sta cercando di ristabilire l’ordine a livello nazionale», ha affermato Putin.

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La questione di Heidegger

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Negli scorsi mesi è scoppiata sul quotidiano La Verità una bizzarra diatriba riguardo ad un pensatore finito purtroppo per essere centrale nel nostro panorama filosofico accademico, Martin Heidegger (1889-1976), già noto per la collaborazione con il nazismo e per l’adulterio consumato con la celebre ebrea Hannah Arendt, all’epoca sua studentessa, e da alcuni, per qualche ragione, considerato come un filosofo «cattolico».   Un articolista con fotina antica a nome Boni Castellane (supponiamo si chiami Bonifazio, ma lo si trova scritto così, con il diminutivo, immaginiamo) ha cominciato, con un pezzo importante, a magnificare le qualità dell’Heidegger lo scorso 17 agosto:«Omologati e schiavi della Tecnologia – Heidegger ci aveva visti in anticipo».   Giorni dopo, aveva risposto un duo di autori, tra cui Massimo Gandolfini, noto, oltre che la fotina con il sigaro, per aver guidato (per ragioni a noi sconosciute) eventi cattolici di odore vescovile, che come da programma non sono andati da nessuna parte, se non verso la narcosi della dissidenza rimasta e il compromesso cattolico. Sono seguite altri botta e risposta sul ruolo del «sacro» secondo l’Heideggerro e la sua incompatibilità con il cristianesimo.   Il Gandolfini e il suo sodale scrivono, non senza ragione, che «il dio a cui si riferisce Heidegger non è il nostro». Una verità non nota agli intellettuali cattolici che, in costante complesso di inferiorità nei confronti del mondo, hanno iniziato ad importare il pensatore tedesco dalle Università italiane – dove ha tracimato, dopo un progetto di inoculo sintetico non differente da quello avutosi con Nietzsche – per finire addirittura nei seminari.

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Il progetto, spiegava anni fa Gianni Collu al direttore di Renovatio 21, era del tutto identico a quello visto con Nietzsche, recuperato dall’ambito della cultura nazista, purgato nell’edizione Adelphi di Giorgio Colli e Mazzino Montinari – la cura dell’opera omnia nicciana arriva prima in italiano che in tedesco! – e servito alla massa del ceto medio riflessivo italiota, e mondiale, per distoglierlo dal marxismo e introdurre elementi di irrazionalismo e individualismo nichilista nella vita del popolo – di lì all’esoterismo di massa, il passo diventa brevissimo.   Con Heidegger si è tentato un lavoro simile, ma Collu aveva profetizzato allo scrivente che stavolta non avrebbe avuto successo, perché era troppo il peso del suo legame con l’hitlerismo, e troppa pure la cifra improponibile del suo pensiero. Di lì a poco, vi fu lo scandalo dei cosiddetti «Quaderni neri», scritti ritenuti inaccettabili che improvvisamente sarebbero riemersi – in verità, molti sapevano, ma il programma di heidegerizzare la cultura (compresa quella cattolica) imponeva di chiudere un occhio, si vede. Fu ad ogni modo divertente vedere lo stupore di autori e autrici che avevano dedicato una buona porzione della carriera allo Heidegger – specie se di origini ebraiche.   L’incompatibilità di Heidegger – portatore di una filosofia oscura e disperata – con il cattolicesimo è, comunque, totale. Di Heidegger non vanno solo segnalati i pericoli, va combattuto interamente il suo pensiero, che altro non è se non un ulteriore sforzo per eliminare la metafisica, e quindi ogni prospettiva non materiale – cioè spirituale – per l’uomo.   Molto vi sarebbe da dire sul personaggio, anche a partire dal suo dramma biografico. Lasciamo qui la parola al professor Matteo D’Amico, che ha trattato il tema dell’influenza di Heidegger nel mondo cattolico, e la difformità di questo personaggio e del suo pensiero, in un intervento al Convegno di studi di Rimini della Fraternità San Pio X nel 2017.    

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  Immagine di Landesarchiv Baden-Württemberg, Staatsarchiv Freiburg W 134 Nr. 060680b / Fotograf: Willy Pragher via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International  
 
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