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Coccodrillo scatena il panico in istrada

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L’insolita passeggiata lungo una strada cittadina tra i veicoli è stata ripresa in un video in India.

 

Secondo i resoconti dei media indiali, il filmato del grande loricato è stato registrato lungo la costa nella città di Chiplun del distretto di Ratnagiri nel Maharashtra.

 

La clip è già diventata virale sui social media e, a quanto si dice, è stata girata da un conducente di risciò di passaggio. La regione è stata colpita da forti piogge e si sospetta che il coccodrillo sia strisciato fuori dal fiume Shiva, noto come un popolare ritrovo per i coccodrilli palustri che si trovano in tutta la regione, secondo un servizio di NDTV.

 

L’anno scorso, la gente di Vadodara, Gujarat, ha avvistato un coccodrillo sulla strada vicino al fiume Vishwamitri mentre il monsone arrivava nella regione. I funzionari forestali hanno quindi catturato il rettile e lo hanno rilasciato nel suo habitat naturale, secondo India Today.

 

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Reagendo al video su X, una persona ha commentato che il numero di coccodrilli nella regione sta crescendo «in modo esponenziale» e ha affermato che le lamentele della gente del posto sulla situazione non erano state ascoltate dalle autorità. «Siamo noi umani ad aver invaso il loro habitat, non il contrario”, ha scritto un altro commentatore.

 

Un’altra persona ha suggerito che i coccodrilli sono «innocui», aggiungendo: «Date loro da mangiare del pollo e fate amicizia con loro». Il pollo, purtroppo, non è un alimento popolare tra gli indiani di religione indù o non dediti al bodybuilding.

 

L’India ha tre specie di coccodrilli, che sarebbero tuttavia tra i rettili più minacciati del pianeta.

 

Molte parti dell’India sono state colpite da forti piogge a causa dell’inizio della stagione dei monsoni. L’Assam, nel nord-est del paese, è stato colpito da gravi inondazioni per diversi giorni a causa delle piogge torrenziali che hanno causato il gonfiamento del fiume Brahmaputra.

 

Secondo l’Assam State Disaster Management Authority (ASDMA), le inondazioni hanno colpito circa 260.000 persone, causando oltre 30 vittime, hanno riferito i media locali. Gli stati settentrionali di Himachal Pradesh e Uttarakhand riceveranno probabilmente forti piogge a luglio, il che potrebbe causare frane e inondazioni, ha affermato lunedì il capo del Dipartimento meteorologico indiano Mrutyunjay Mohapatra.

 

Nella capitale indiana, almeno 11 persone sono morte a causa di una forte pioggia improvvisa. Venerdì scorso, le piogge hanno causato il crollo di una parte del tetto del nuovo edificio dell’aeroporto di Nuova Delhi, uccidendo una persona e ferendone diverse altre.

 

L’arrivo tempestivo del monsone, tuttavia, è cruciale per l’economia indiana, che si basa fortemente sull’agricoltura. Le piogge sono essenziali per una robusta produzione agricola e prezzi alimentari stabili, poiché oltre il 50% della superficie coltivata netta e il 44% della produzione alimentare dipendono dalle piogge monsoniche.

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Immagine screenshot da Twitter

 

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Animali

Rivelazioni sul cane di Biden che azzanna gli agenti dei servizio segreto. Non lo sopprimono per privilegio presidenziale esteso ai quadrupedi?

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Commander, il pastore tedesco di Joe Biden ha aggredito quantità di agenti del Secret Service, l’agenzia preposta alla sicurezza del presidente. Lo riporta un ABC News, che rivela dettagli di un incidente accaduto nel settembre 2023.   Lo scorso anno il cane bideniano aveva morso diversi altri membri della sicurezza presidenziale, avevano riferito i giornali statunitensi.   Le nuove rivelazioni vengono da e-mail che fanno parte della causa intentata dall’organizzazioni Judicial Watch per ottenere e-mail dei servizi segreti statunitensi tramite un Freedom of Information Act (FOIA). Un’e-mail scrive che, sebbene la pelle non fosse rotta, il cappotto dell’agente presentava morsi di cane.

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Dopo che la stampa aveva riferito che un altro agente era stato morso, almeno uno degli agenti si è sentito frustrato, come dimostrano le e-mail.   «Possiamo per favore trovare un modo per mettere la museruola a questo cane», ha scritto l’agente senza nome.   Commander (letteralmente: «il comandante») un canide di razza pastore tedesco, aveva morso un agente dei servizi segreti responsabile della sicurezza della prima famiglia americana nel settembre 2023.   Secondo ABC News, Biden stava portando a spasso il suo cane nel giardino di Jacqueline Kennedy fuori dalla Casa Bianca il 12 settembre 2023, quando è stato avvicinato da un agente dei servizi segreti.   «Quando ho iniziato ad avvicinarmi per vedere se aveva bisogno di aiuto, Commander è corso tra le sue gambe e mi ha morso il braccio sinistro attraverso la parte anteriore della giacca», ha detto l’agente senza nome al canale americano. «Ho tirato via la mano e ho urlato “no”».   Tuttavia, il viziato cane lupo presidenziale non sembra accettare «no» come risposta. L’agente ha quindi raccontato che dopo essersi voltato per chiudere la porta, la bestia gli è saltata addosso di nuovo e ha morso la stessa mano una seconda volta.   Il Commander è arrivato alla famiglia Biden da cucciolo nel dicembre 2021, ma ha iniziato a mostrare aggressività nell’ottobre 2022.   I servizi segreti hanno intensificato la supervisione e l’addestramento del sanguinario «first dog» dell’amministrazione Biden per garantire la sicurezza sia dei loro agenti che della famiglia del presidente.   A febbraio, la CNN ha riferito che Commander aveva attaccato il personale dei servizi segreti almeno 24 volte.   Il Commanderro è stato rimosso dalla Casa Bianca nel 2021 poiché non riusciva ad adattarsi alla vita in presenza di estranei e mordeva regolarmente le guardie. Il cane è stato portato nel Delaware per l’addestramento e ora vive con gli amici dei Biden.   È il caso di chiedersi come una belva simile sia ancora in vita: in genere, animali così pericolosi vengono soppressi dalle autorità, e gli americani hanno anche un termine per la questione, «problem dog». Un caso di soppressione di «problem dog» ha investito la politica USA quando il governatore del Sud Dakota, la bella Kristi Noem (figura che fino ad allora sembrava in ascesa e quasi pronta ad essere scelta come candidata vicepresidente da Trump) aveva scritto nella sua biografia di aver ucciso un cucciolo che non poteva essere addestrato, scioccando l’opinione pubblica.

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Per Commander, quindi, deve esserci una sorta di privilegio presidenziale esteso anche alla parte canina della famiglia. Lo stesso magari che investe il figlio Hunter Biden, appena condannato per una quisquilia e non per l’enormità di questioni – politiche, pornografiche, nucleari, drogastiche, sessuali, di corruzione, di bioarmicontenute nel suo laptop.   Come riportato da Renovatio 21, la questione dell’eutanasia del cane era apparsa anche in una metafora usata in uno spettacolo pubblico dal comico Rob Schneider. «Se Biden fosse un cane, lo sopprimerei» aveva scherzato lo Schneider, con una battuta al limite dell’illegale, perché negli USA – Paese traumatizzato da svariati presidenticidi – la legge non consente di parlare dell’uccisione di un presidente in carica, neanche per scherzo.   Schneider, di recente convertitosi al cattolicesimo, è stato cacciato pochi giorni fa da un evento per le sue battute su Biden.   Commander non è tuttavia l’unico cane presidenziale a comportarsi in malo modo.   Come riportato da Renovatio 21, a fine 2023 il cane del presidente moldavo Maia Sandu morse drammaticamente la mano del presidente austriaco Alexander Van der Bellen in visita a Chisinau.   Nel filmato è possibile sentire distintamente la creatura che, mentre addenta la mano del vertice dello Stato austriaco, emette un ringhio impressionante: «aaaaurgghh».  

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Tigri massacrano esseri umani: il Nepal cerca una soluzione diplomatica

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Il Nepal è alle prese con un problema che è al contempo domestico e diplomatico: le tigri.

 

Il Paese himalayano è infatti lanciato in quella che chiamano «diplomazia della tigre», ossia l’uso della fauna locale come strumento di relazione internazionale. L’esempio più lampante di tale politica è la cosiddetta «diplomazia del Panda» mandata avanti nei decenni da Pechino, dove il tozzo orso bicolore viene utilizzato come grimaldello per istituire rapporti con le nazioni estere, per qualche ragione desiderose di avere a noleggio dai cinesi il pigro plantigrado bianconero.

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«Se qualche paese desidera ottenere una tigre da noi, possiamo fornirne una come parte della diplomazia della tigre. La diplomazia della fauna selvatica è praticata in tutto il mondo e credo che aiuterà gli sforzi di conservazione della tigre in Nepal» ha dichiarato al corrispondente nepalese di Russia Today il direttore generale del Dipartimento dei parchi nazionali e della conservazione della fauna selvatica (DNPWC) Sindhu Dhungana.

 

Tuttavia, con la proliferazione di un numero sempre crescente di tigri sul territorio, il suo dipartimento deve affrontare la pressione dell’opinione pubblica. «Le tigri spesso invadono gli insediamenti umani e rappresentano una minaccia per gli esseri umani», ha detto. «Spesso le persone ci esortano a tenere le “nostre” tigri confinate nella giungla».

 

Secondo un censimento delle tigri del 2022, il Nepal ospita 355 esemplari, un aumento rispetto alle 121 del 2009. L’obiettivo fissato al Summit delle tigri di San Pietroburgo del 2010 – al quale parteciparono Putin e Leonardo di Caprio – era quello di raddoppiare la popolazione delle tigri, un obiettivo che il Paese aveva superato nel 2018, con 235.

 

«Il Nepal ha scoperto che alcuni Paesi hanno preferenze specifiche per quanto riguarda la fauna selvatica. L’Indonesia vuole i cervi, la Cina vuole i rinoceronti con un corno e il Qatar vuole il panda rosso» scrive RT. «Il DNPWC nepalese ha istituito una task force per risolvere questo problema».

 

Il censimento del 2021 dei rinoceronti con un corno in Nepal è arrivato a 752. Il Nepal ha donato due coppie di rinoceronti con un corno alla Cina nel 2018 e il Paese ha una storia di fornitura di questi rinoceronti a Germania, Austria, Regno Unito e Stati Uniti.

 

Negli ultimi cinque anni in Nepal, circa 75 persone sono state uccise dalle tigri, di cui 22 nel Parco Nazionale di Bardiya, che ospita 125 tigri adulte. Il Nepal ha quattro parchi nazionali: Parsa, Chitwan, Bardiya e Suklafata. Bardiya ospita la seconda popolazione di tigri più grande del Nepal.

 

Con l’aumento delle vittime umane e dei danni alle case, alle fattorie, all’allevamento e ai raccolti, il DNPWC si è trovato incapace di fornire aiuti.

 

«Non abbiamo il budget per assistere le persone», ha detto il Dhungana a RT. «Il numero delle vittime è raddoppiato rispetto a cinque anni fa».

 

La politica del governo in materia di aiuti prevede un pagamento una tantum di 9.500 dollari per ogni decesso. Secondo i dati del DNPWC, il governo ha distribuito aiuti per un totale di circa 1,2 milioni di dollari. Tuttavia, molti non hanno ricevuto sostegno, così come vengono lasciati soli coloro il cui bestiame viene sbranato dall’orrido felino.

 

Anche i crescenti episodi di conflitto tra uomo e fauna selvatica rappresentano un problema per le tigri. Nonostante la crescente richiesta di controllarle, i Parchi Nazionali non possono limitarsi a mettere in gabbia le tigri problematiche. Il DNPWC attualmente tiene in gabbia 16 tigri problematiche. Il portavoce della DNPWC ha detto che non hanno più spazio sufficiente, e che tigri messe in gabbia lontano dal loro habitat finiscono per morire.

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A marzo una tigre è stata uccisa in una gabbia nel Parco nazionale di Parsa. Questa tigre era stata catturata intorno al Parco Nazionale di Chitwan dieci mesi prima, in seguito ad un attacco al bestiame. Nel giro di un anno, tre tigri sono state uccise nel Parco Nazionale di Parsa e una nel Parco Nazionale di Bardiya, tutte confinate perché ritenute problematiche.

 

D’altra parte, sono stati identificati anche casi di tigri uccise intenzionalmente mediante avvelenamento e fucilazione.

 

A marzo, una tigre è stata trovata morta con ferite da arma da fuoco nella foresta del distretto di Bara, vicino al Parco nazionale di Parsa. Nello stesso mese, un’altra tigre fu trovata avvelenata nella foresta adiacente al Parco Nazionale di Chitwan. Un altro è stato trovato ucciso a Kailali, vicino al Parco Nazionale di Bardiya.

 

Il Nepal ha annunciato la creazione di zoo in sette province, ma l’iniziativa deve ancora iniziare. Dhakal del DNPWC afferma che, se gli zoo saranno pronti, alcune tigri potranno essere trasferite.

 

Esperti di fauna selvatica c sono preoccupati per l’aumento del conflitto tra fauna selvatica e esseri umani. Secondo alcuni, se non sarà possibile gestirlo, il conflitto avrà un impatto sugli sforzi di conservazione a lungo termine del Nepal.

 

La situazione fa pensare ad un antico sketch della trasmissione di comicità nonsense britannica Big Train, che riprendeva uno degli attori (Simon Pegg) che andava in strada con un banchetto di un’organizzazione per eliminare la tigre, sostenendo che si trattava di un animale pericoloso, crudele ed orribili, quindi erano tutte da eliminare.

 

Ad ogni modo la sorte delle tigri nepalesi sembra essere migliore di quella di certe colleghe occidentali. Ci ritorna in mente il caso della povera tigre residente in un giardino zoologico svedese trovata positiva al COVID e quindi, come da tipica usanza nordica, sottoposta ad immediata eutanasia.

 

Il mondo, comunque, si sta già preparando alla bistecca di tigre coltivata in laboratorio.

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Alimentazione

Il Vietnam limita il consumo della carne di cani e gatti per ripulirsi l’immagine turistica

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   Giro di vite delle autorità cittadine su una pratica che resta diffusa nonostante i divieti ufficiali per ragioni igienico-sanitarie. Si stima siano complessivamente quattro milioni gli animali che ogni anno finiscono in tavola nel Paese. L’allarme accresciuto anche da recenti focolai di rabbia con vittime anche tra gli umani.   Il Vietnam – insieme a Cina e Corea del Sud – restano i Paesi dove, nonostante i divieti ufficiali per ragioni igienico-sanitarie, l’uso della carne di cane e di gatto resta diffusa, in particolare nelle fasce di età medie e alte, anche per ragioni legate alla farmacopea tradizionale.   Sarebbero una trentina e una decina di milioni rispettivamente gli animali uccisi ogni anno per alimentazione umana in Asia. Se i numeri più alti si registrano in Cina – dieci e quattro milioni – anche in Vietnam si stima siano complessivamente quattro milioni i cani e i gatti consumati ogni anno.   Per questo è significativa la notizia di un nuovo giro di vite ad Hanoi: le autorità della capitale hanno infatti diffuso una direttiva severa per impedire il consumo nell’area cittadina. Un provvedimento che è parte di una strategia fatta di tre azioni: applicazione delle leggi e regolamenti vigenti, collaborazione fra le agenzie governative coinvolte, ispezioni sul campo.   Come strumento di maggiore pressione, la direttiva ricorda i recenti focolai di rabbia (un centinaio) registrati in una trentina di località del Paese che hanno provocato anche vittime tra gli umani. Per questo, l’iniziativa pone da subito l’accento su una estesa campagna vaccinale antirabbica che interesserà almeno il 90% dei cani e gatti domestici dell’area urbana.   Significativamente, il provvedimento chiama anche a una maggiore sensibilizzazione i residenti sulle problematiche che nascono dalla convivenza con queste due specie animali, il cui contatto con gli umani rende possibile la reciproca trasmissione di diverse malattie.

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Infine, le autorità sottolineano l’aspetto umanitario ma anche pratico, di promozione turistica, della fine dell’uso alimentare di animali domestici per «trasformare Hanoi in una città civile e a misura del turismo secondo gli standard internazionali che riguardano il benessere degli animali e la sicurezza alimentare».   L’intento è dunque quello di promuovere anche l’immagine turistica della capitale, spesso poco considerata, mettendola in prima fila nel movimento contrario allo sfruttamento commerciale e alimentare di animali altrove solo di compagnia.   In realtà in questa direzione spingono già da tempo diverse organizzazioni e municipalità impegnate a sradicare pratiche tradizionali che non trovano giustificazione nel contesto attuale del Paese. La prima era stata, alla fine 2021, Hoi An, città del Vietnam centrale, località storica fra le principali mete turistiche del Paese.   L’accordo firmato con l’organizzazione Four Paws International ha portato da allora a ripulire la città da una pratica negativa per la sua immagine e la sua economia.   Invitiamo i lettori di Renovatio 21 a sostenere con una donazione AsiaNews e le sue campagne. Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.  

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