Animali
Circondati dai cinghiali. Cosa vogliamo fare?
Famiglie di cinghiali si stanno impadronendo del Paese.
Non c’è settimana in cui nelle cronache italiane non vi sia un accenno a una puntata degli ungulati negli spazi umani, dove scorrazzano in massa in maniera sempre più tracotante.
A inizio giugno in Liguria si registrarono tre donne assalite nell’arco di poche ore. Una sessantenne della zona di San Martino, che portava a spasso il cane, è stata aggredita da una famiglia di cinghiali. Al pronto soccorso è stata medicata per ferite al braccio e alla gamba.
Nella stessa area un’altra donna ha subito una carica di un ungulato, finendo a terra. La polizia locale è intervenuta.
Sempre a San Martino a fine maggio vi sono stati diversi incidenti stradali legati ai cinghiali in strada.
Le bestie si allargano, e invadono pure una delle più belle spiagge d’Italia, quella sotto l’abbazia di San Fruttuoso a Camogli. In totale tranquillità, i suini selvatici girano tra i bagnanti stesi sui teli da mare. L’uomo non fa più paura. Come altre categorie sociali che scorrazzano per l’Italia, sanno di essere impuniti.
Ma non è solo la Liguria.
Da anni Roma è vittima del bullismo spinto degli esemplari di Sus scrofa, che si godono i parchi pubblici più dei romani, circondano gli ospedali, terrorizzano i pedoni, stazionano fuori dai supermercati taglieggiando le signore che fanno la spesa, girano indisturbati per le strade della città, rendendo i cittadini «ostaggi nelle nostre case», è stato detto.
????HAKUNA MATATA…????#roma #cinghiali pic.twitter.com/6CktYajx34
— Morelembaum (@Morelembaum1) September 21, 2021
Roma, branco di cinghiali insegue una donna fuori da un supermercato e le ruba la spesa pic.twitter.com/UASGwHL1AM
— Tony Romano (@thonyromano) May 13, 2021
Roma. 18 de enero de 2023. Roma 18 gennaio 2023 #cinghiali pic.twitter.com/h2NHRlc5Eg
— Fr. Emilio José Martínez (@ProfEmilioMart1) January 19, 2023
Cinghiali all'ospedale San Pietro sulla Cassia.
Volevano assistenza sanitaria senza pagare il ticket.
Ma con Gualtieri la pacchia è finita!!! pic.twitter.com/dZBOZUp6My— The Baseball Furies (@DavideR46325615) July 2, 2022
E' tutta colpa della Raggi! Ormai Roma è invasa. I cinghiali sono diventati grandi come tori e aprono i cassonetti da soli. Guardate che roba! pic.twitter.com/KmyKKAPY9E
— Paolo Ferrara (@Paolo__Ferrara) May 3, 2022
I cinghiali a Roma ci sono e stanno diventando un problema di sicurezza pubblica.
Nonostante la competenza sia regionale, non mi sembra che @nzingaretti abbia ricevuto lo stesso linciaggio mediatico a cui è stata sottoposta @virginiaraggi pic.twitter.com/REBy7869S6
— Alessandro Ieva (@ale_ieva) May 9, 2022
E non è nemmeno solo Roma. È l’Italia intera.
Ad Ariccia un signore è stato circondato dai cinghiali. Ne ha contati 18.
A Vibo Valentia un 83enne è stato attaccato da un cinghiale appena fuori casa: era uscito per mandarli via.
A Fabriano si stanno avvicinando sempre più alle case, e il problema è finito in Consiglio comunale.
A Vasto è stato aggredito un imprenditore che stava sistemando il cavallo nella stalla.
A Varese dicono di essere «assediati dai cinghiali».
A Matera stanno distruggendo frutteti e orti.
Ieri a Brescia è stata assalita un’anziana, che se li è ritrovati in giardino.
Si tratta, con ogni evidenza, di un fenomeno che è sfuggito di mano all’autorità – ammesso che esse abbiano mai voluto considerarlo, come ci capita di pensare sia per il problema dell’invasione delle cimici.
La domanda che si fanno molti è: qualcuno farà qualcosa? La Liguria ha appena dato il via libera a 800 cacciatori di procedere con gli abbattimenti; ad Asti, in Piemonte, ne avrebbero già abbattuti 1060. E le altre regioni? Basterà?
I cittadini vogliono restare nella condizione di vedere la propria vita minacciate da orde di ungulati aggressivi?
Dopo l’orso, il lupo, quante altre specie di fiere verranno lasciate libere?
Abbiamo parlato, su Renovatio 21, del piano transnazionale di innalzamento della bestia feroce contro l’umanità, dei suoi propositi, dei suoi grandi finanziatori. Intanto però c’è da risolvere, immantinente, il problema dei cinghiali che ci assalgono. Vero.
Tuttavia, bisogna pure chiedersi: da dove saltano fuori, queste quantità mostruosa di bestie che mettono in pericolo gli esseri umani?
Quale cultura li ha generati, ha permesso loro di prosperare sino a divenire una minaccia per tutti noi?
Davvero, cosa vogliamo fare?
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Fiume infestato dai coccodrilli pronto per le Olimpiadi in Australia
Gli organizzatori delle Olimpiadi hanno scelto il fiume Fitzroy, noto per la presenza di coccodrilli, come sede per le competizioni di canottaggio e canoa ai Giochi di Brisbane 2032, in Australia. Lo riporta la stampa locale.
Situato a circa 600 km a nord di Brisbane, il fiume è stato selezionato a marzo come sede olimpica, ma ha ricevuto critiche da organizzazioni nazionali e internazionali per non rispettare gli standard tecnici. Oltre alla popolazione dei letali loricati, il fiume è caratterizzato da forti maree.
Martedì, però, il deputato del Queensland Matt Canavan ha dichiarato ai media che il fiume ha superato i test preliminari condotti dalla Games Independent Infrastructure and Coordination Authority (GIICA).
«Abbiamo ricevuto l’approvazione per il canottaggio nel 2032. Tutti i dati sono disponibili e non ci sono più impedimenti per ospitare gli eventi di canottaggio qui», ha affermato Canavan.
Il funzionario ha respinto le preoccupazioni sulla sicurezza, sottolineando che i nuovi dati dimostrano che il corso d’acqua è «piatto come una tavola».
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«Se Gesù Cristo tornasse al mondo, questo sarebbe un posto ideale per lui, perché è abbastanza pianeggiante da poterci camminare sopra», ha aggiunto blasfemamente. Il fiume Fitzroy è un habitat naturale per i coccodrilli marini, con avvistamenti di esemplari lunghi fino a quattro metri vicino a un golf club locale situato nell’area di gara olimpica e paralimpica. Tuttavia, il fiume è già utilizzato per il canottaggio da scuole, un club locale e per allenamenti di alto livello.
Sarah Black, presidente del Rockhampton Fitzroy Rowing Club, ha assicurato che le strutture saranno pronte per ospitare una regata olimpica prima del 2032. Black ha evidenziato l’esistenza di protocolli per segnalare gli avvistamenti di coccodrilli, sottolineando che la convivenza con questi animali è parte della vita locale.
Brisbane ha ottenuto l’assegnazione delle Olimpiadi estive del 2032 nel luglio 2021, diventando la terza città australiana a ospitare i Giochi, dopo Melbourne nel 1956 e Sydney nel 2000.
Come riportato da Renovatio 21, gli olimpionici del nuoto erano già stati umiliati a Parigi quando furono costretti a nuotare nella Senna infestata dalle feci. Vari atleti, dopo la nuotata nel fiume fecale, furono ricoverati in ospedale.
Un triatleta vomitatore ripreso in mondovisione, il canadese Tyler Mislawchuk, una volta terminata la gara segnando un tempo di 1:44:25, si è immediatamente gettato a terra e iniziato a vomitare copiosamente. «Ci ho provato, non ho rimpianti: ho vomitato 10 volte. Non sono venuto qui per arrivare tra i primi 10, ma ho dato tutto quello che avevo», ha detto con amarezza e acidità di stomaco l’olimpico del rigetto.
Canadian Olympic athlete vomits 🤮 after swimming in the contaminated waters of the Seine River.
Despite France spending €1 billion on a cleanup operation before the Paris Olympics.
“Did I vomit once? No, I vomited 10 times, the last four kilometers were brutal, and I started… pic.twitter.com/Y6hC1IjQKZ
— Juan Torres (@juanpodcast1) August 1, 2024
«Mentre nuotavo sotto il ponte, ho sentito e visto cose a cui non dovremmo pensare troppo», ha detto Jolien Vermeylen, triatleta che si è classificata 24ª, aggiungendo che le acque non avevano esattamente il sapore di «Coca-Cola o Sprite». Tra le cose che ha veduto è possibile ipotizzare non vi fossero coccodrilli, tuttavia grandi toponi forse sì.
Renovatio 21 ha teorizzato una volonta precipua, di natura esoterico-giacobina, nella persecuzione fisica degli atleti: è il caso di parlare di vero sadismo della Francia repubblicana, che ha tra i suoi eroi, del resto, il marchese De Sade – il quale nelle 120 giornate di Sodoma descrive apppunto la tortura di masse di giovani…
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Grave crisi nel mondo degli avvoltoi, il Sudafrica si dispera. Mentre continua la violenza razzista contro i bianchi
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Il Canada vuole eutanasia di massa anche per gli struzzi
Una controversia legata alla gestione di un focolaio di influenza aviaria ha attirato l’attenzione dell’opinione pubblica canadese. Tutto ha avuto inizio nel 2024, quando i proprietari di un’azienda agricola a conduzione familiare nella Columbia Britannica hanno rilevato sintomi compatibili con l’influenza aviaria in alcuni struzzi del loro allevamento. La malattia si è diffusa rapidamente tra gli uccelli, causando la morte di 69 esemplari nel giro di un mese.
Gli struzzi rimasti, tuttavia, non hanno mostrato segni di malattia nei mesi successivi, suggerendo lo sviluppo di una possibile immunità naturale. Nonostante ciò, l’Agenzia canadese per l’ispezione alimentare (CFIA) ha disposto l’abbattimento dell’intero stormo sopravvissuto, considerandolo un rischio per la salute pubblica e per l’industria avicola nazionale.
La decisione ha suscitato una forte reazione da parte della famiglia proprietaria dell’allevamento, che da mesi si oppone al provvedimento attraverso vie legali e mediatiche. La vicenda ha avuto un nuovo sviluppo lo scorso mercoledì, quando la Corte Suprema del Canada ha concesso una sospensione temporanea dell’abbattimento, bloccando l’operazione in attesa di ulteriori decisioni giudiziarie.
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Nonostante la sospensione, gli agenti della CFIA – coadiuvati da oltre 100 agenti di polizia – continuano a presidiare la proprietà, impedendo ogni accesso non autorizzato agli animali. Secondo i proprietari, l’agenzia ha anche vietato loro di effettuare test diagnostici indipendenti sugli uccelli sopravvissuti, con la minaccia di sanzioni che includono multe fino a 200.000 dollari e pene detentive fino a sei mesi per ogni esemplare testato senza autorizzazione.
La CFIA sostiene che la presenza degli struzzi costituisca ancora una minaccia biologica. Tuttavia, alcuni osservatori hanno sollevato dubbi sulle modalità di gestione della situazione. In particolare, è stato segnalato che, nei giorni iniziali dell’intervento, alcuni operatori dell’agenzia sarebbero entrati nell’area senza adeguati dispositivi di protezione individuale, adottando misure di sicurezza più rigorose solo successivamente. Anche le forze dell’ordine, secondo quanto riferito, non avrebbero utilizzato equipaggiamenti protettivi durante le operazioni di sorveglianza.
La famiglia proprietaria della fattoria, denuncia quella che definisce una violazione dei propri diritti. La figlia dei titolari, ha dichiarato: «Non si tratta solo dei nostri struzzi. È una questione più ampia che riguarda i diritti degli agricoltori e la libertà di gestire le proprie terre».
Il caso ha acceso un dibattito pubblico sull’equilibrio tra misure di biosicurezza e diritti individuali, sollevando interrogativi sulla proporzionalità dell’intervento governativo e sulla trasparenza delle valutazioni scientifiche alla base delle decisioni.
Rimane il fatto che il Canada, anche per i grandi pennuti, è capitale dell’eutanasia di Stato che si dirige verso l’eliminazione dei bambini autistici (anche senza consenso dei genitori), dei malati mentali in genere, dei disabili, dei depressi da lockdown, degli angosciati, dei poveri – etc. Con contorno di record per le predazioni di organi.
Due anni fa il Canada registrò che una persona su 25 moriva per MAiD, il nome della pubblica eutanasia canadese.
Come riportato da Renovatio 21, un altro caso di eutanasia animale sconvolse gli USA, forse spostando anche qualche voto delle presidenziali: quello dello scoiattolo Peanut, strappato dalle amorevoli braccia del suo addestratore ed eutanatizzato dalle autorità statunitensi.
Perché per il malvagio squirrello che invece terrorizza la California, al momento, non è richiesta la morte di Stato?
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Immagine di Mostafameraji via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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