Cina
Cina, tecnologia di riconoscimento facciale che rileva la «fedeltà al Partito»
La Cina sta sviluppando una tecnologia che utilizza il riconoscimento facciale e l’Intelligenza Artificiale per determinare la lealtà di un cittadino al Partito Comunista Cinese. Lo riporta il quotidiano britannico Telegraph.
Un video pubblicato da un centro scientifico dell’Hefei, successivamente cancellato, mostrava ricercatori che utilizzavano tale tecnologia per «discernere il livello di accettazione dell’educazione ideologica e politica».
I membri del Partito Comunista possono quindi essere valutati nei livelli di «determinazione ad essere grati al partito, ascoltare il partito e seguirlo».
Dopo aver ricevuto una risposta negativa da parte degli utenti della rete, il video è stato rimosso dal sito web dell’istituto e la censura cinese ha iniziato a cancellare ogni menzione dai siti di social media.
«Il video mostrava un ricercatore che guardava contenuti che esaltavano il PCC su uno schermo televisivo mentre i dati biometrici del suo viso, le risposte elettriche della pelle e le informazioni sui segnali cerebrali venivano raccolti dal programma di intelligenza artificiale”, scrive il sito Reclaim The Net.
I dati raccolti dal programma classificano quindi l’«attenzione all’apprendimento» e l’«identificazione emotiva» di una persona, determinando così se ha bisogno di essere ulteriormente rieducata per mostrare il giusto livello di sostegno al governo.
La Cina ha implementato la tecnologia di riferimento facciale in numerose attività, pubbliche e private.
Questo video dall’aeroporto di Urumqi (Xinjiang) mostra un display fornire al passaggero informazioni sul suo volo e sul gate non appena vi si avvicina.
#Wulumuqi airport in #Xinjiang, Western China. Face recognition activated display showing your latest flight time and gate. pic.twitter.com/Rbs9HtvQDx
— Matthew Brennan (@mbrennanchina) July 21, 2019
Stessa cosa all’aeroporto di Xi’an.
An old https://t.co/LcFH17Q2XY 2019, China Xi’an airport, a man use face recognition to inquire flight number and boarding gate. pic.twitter.com/UCE9vAbwrQ
— Sharing Fun (@MyChinaTrip) July 12, 2021
Se il pedone passa con il rosso, scatta immediatamente il riconoscimento facciale.
Facial recognition in China: when you ignore traffic signals, your face will be displayed with warning ⚠️ pic.twitter.com/it2VM1StQq
— Carl Zha (@CarlZha) March 20, 2019
Da tempo è disponibile nel Paese un sistema di pagamento elettronico basato sul riconoscimento facciale.
Paying with just you face in China! Facial recognition: No smartphone needed!!! pic.twitter.com/L5g9QK8RvU
— Carl Zha (@CarlZha) March 11, 2019
Il pagamento elettronico con face recognition vale anche per le vending machine
Face-recognition enabled vending machine in China????@hvgoenka pic.twitter.com/16rjqNa6qU
— ???????????????????????? ???????????????????????????????????? (@SQuisiteStudio) October 1, 2019
Non poteva mancare la tecnologia di riconoscimento facciale anche all’ingresso delle scuole cinesi.
FACE RECOGNITION at SCHOOL, already in use in China#AI #ML@alvinfoo @kashthefuturist @FrRonconi @MikeQuindazzi @Paula_Piccard@ronald_vanloon @jerome_joffre @jblefevre60 @evankirstel @mvollmer1 @HeinzvHoenen @chboursin @KaiGrunwitz @robvank @YuHelenYu @MHiesboeck @andy_lucerne pic.twitter.com/hyHvGV390G
— Pascal Bornet (@pascal_bornet) June 22, 2019
Ma non si tratta solo di riconoscimento facciale: il potere di Pechino già sogna di entrare sottocute, nella mente del cittadino. Come riportato due anni fa da Renovatio 21, nelle scuole cinesi è stata sperimentata una tecnologia cerebrale per controllare i livello di attenzione dei bambini cinesi.
In passato, la Cina è stata accusata di utilizzare l’Intelligenza Artificiale e il riconoscimento facciale per la sorveglianza della minoranza uigura nello Xinjiang. All’epoca emerse una tecnologia possibilmente ancora più inquietante: la capacità di ricreare un volto a partire dal DNA.
Il totalitarismo digitale cinese si estende sempre più. L’Europa, con l’imminente arrivo dell’euro digitale, segue a ruota.
È noto, del resto, come ai progressi nella tecnologia di sorveglianza cinese abbiamo partecipato aziende e università europee.
Il fine del potere è unico in tutto il mondo: il controllo della popolazione.
Immagine screenshot da Twitter
Cina
La Casa Bianca annuncia l’incontro Trump-Xi
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump incontrerà il presidente cinese Xi Jinping la prossima settimana durante un viaggio in Asia, ha dichiarato giovedì la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt.
Trump si recherà in Malesia e Corea del Sud, dove incontrerà Xi Jinping giovedì prossimo a margine del Vertice di Cooperazione Economica Asia-Pacifico (APEC). Leavitt non ha fornito ulteriori dettagli sull’incontro.
L’annuncio giunge in un contesto di crescenti tensioni commerciali tra i due Paesi. La settimana scorsa, Trump ha minacciato di introdurre un ulteriore dazio del 100% sui prodotti cinesi a partire da novembre.
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Questa escalation segue la decisione di Pechino di imporre restrizioni più severe sulle esportazioni di terre rare, nonostante avesse precedentemente definito «insostenibili» le tariffe elevate. La nuova politica cinese non colpisce direttamente gli Stati Uniti, ma le aziende tecnologiche americane dipendono fortemente dalle forniture cinesi di terre rare.
Sebbene Trump avesse annunciato settimane fa l’intenzione di incontrare Xi al vertice APEC, non aveva specificato la data. Tuttavia, aveva anche accennato alla possibilità di cancellare l’incontro, a causa del disappunto per le restrizioni cinesi sull’export di minerali di terre rare.
Mercoledì, il presidente statunitense ha dichiarato che i due leader avrebbero discusso di temi che spaziano dal commercio all’energia nucleare, aggiungendo che intende affrontare anche la questione degli acquisti di petrolio russo da parte della Cina.
L’incontro in Corea del Sud sarà il primo faccia a faccia tra i due leader da quando Trump è tornato al potere a gennaio. I due si sono parlati almeno tre volte quest’anno, ma l’ultimo incontro di persona risale al 2019, durante il primo mandato di Trump.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Cina
La Cina accusa gli Stati Uniti di un grave attacco informatico
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Cina
La Cina espelle 9 generali di alto rango, tra cui due dirigenti del Partito Comunista, in una purga radicale
In una delle più significative operazioni di epurazione degli ultimi decenni, il presidente cinese Xi Jinping ha avviato una nuova ondata di licenziamenti ai vertici delle forze armate. Il Partito Comunista Cinese (PCC) ha infatti espulso nove generali di alto rango, in quella che gli analisti definiscono una mossa dettata non solo da motivazioni disciplinari, ma anche da logiche di lealtà politica.
Secondo una dichiarazione del ministero della Difesa pechinese, i nove ufficiali sarebbero sotto inchiesta per «grave illecito finanziario». A rendere il caso ancora più insolito è il fatto che la maggior parte di loro erano generali a tre stelle e membri del potente Comitato Centrale del Partito.
Non si è trattato di semplici retrocessioni: la maggior parte dei militari è stata completamente espulsa dalle forze armate. Nella nota ufficiale, il ministero ha accusato i generali di aver «gravemente violato la disciplina di partito» e di essere «sospettati di gravi reati connessi al servizio, che coinvolgevano una quantità di denaro estremamente elevata, di natura estremamente grave e con conseguenze estremamente dannose».
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Le autorità cinesi hanno sottolineato che gli ufficiali «saranno puniti legalmente e militarmente» a seguito dell’indagine, definita «un risultato significativo nella campagna anticorruzione del partito e dell’esercito».
La figura più illustre tra gli epurati è il generale He Weidong, fino a poco tempo fa vicepresidente della Commissione Militare Centrale (CMC) e membro del Politburo, l’élite di 24 dirigenti che guidano il Paese. He era considerato il secondo uomo più potente dell’apparato militare dopo Xi Jinping stesso, che presiede la CMC.
Negli ultimi mesi si erano diffuse voci secondo cui il generale He si fosse scontrato con Xi e con la leadership del Partito. Da marzo, infatti, non era più apparso in pubblico, circostanza che aveva alimentato le speculazioni su una possibile inchiesta interna.
Secondo il Wall Street Journal «il generale He è l’ufficiale militare in servizio attivo più anziano che Xi abbia mai epurato, e il primo vicepresidente in carica della Commissione Militare Centrale a essere estromesso in quasi quarant’anni». Il quotidiano statunitense ricorda inoltre che il 68enne He è «il primo membro in carica del Politburo a essere indagato dal 2017».
L’ultima volta che la Cina aveva assistito a un’epurazione di vertici militari di simile livello risale a circa un decennio fa, quando furono espulsi due vicepresidenti in pensione della CMC per corruzione, durante il primo mandato di Xi Jinping.
Segnali di una possibile purga erano già emersi a luglio, quando la Commissione Militare Centrale aveva emanato nuove linee guida che invitavano a eliminare «l’influenza tossica» nelle forze armate e a seguire «regole ferree» per gli ufficiali di alto grado.
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I nove ufficiali epurati sono He Weidong (vicepresidente della Commissione Militare Centrale, CMC); Miao Hua (direttore del dipartimento di Lavoro Politico del CMCM), He Hongjun (vicedirettore esecutivo del Dipartimento di Lavoro Politico del CMC); Wang Xiubin (vicedirettore esecutivo del Centro di Comando delle Operazioni Congiunte del CMC; Lin Xiangyang (comandante del Teatro Orientale); Qin Shutong (commissario politico dell’Esercito); Yuan Huazhi (commissario politico della Marina); Wang Houbin (Comandante delle Forze Missilistiche); Wang Chunning (comandante della Forza di Polizia Armata).
Secondo osservatori interni, potrebbero esserci ulteriori epurazioni nelle prossime settimane. I licenziamenti, infatti, sono stati annunciati alla vigilia del conclave annuale a porte chiuse del Comitato Centrale del Partito Comunista, in programma dal 20 al 23 ottobre a Pechino, durante il quale si discuterà il prossimo piano quinquennale.
Wen-Ti Sung, analista del Global China Hub dell’Atlantic Council, ha commentato la notizia ai media statunitensi affermando: «Xi sta sicuramente facendo pulizia. La rimozione formale di He e Miao significa che potrà nominare nuovi membri della Commissione Militare Centrale, che è rimasta praticamente mezza vuota da marzo, durante il Plenum».
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Immagine di China News Service via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported
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