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Che cos’è l’islamo-goscismo?

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Renovatio 21 pubblica questo articolo di Réseau Voltaire. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

 

 

La Francia – in minor misura altri Paesi europei – è attraversata da un dibattito sull’islamo-gauchisme [islamo-sinistrismo, ndt]: esponenti della sinistra che sostengono l’islam politico, nonostante Daesh. Diversamente da quanto si potrebbe credere, non è tattica elettorale estemporanea, bensì risultato d’una strategia della guerra fredda, rafforzata dall’amministrazione Biden.

 

 

 

 

Nel XVI e XVII secolo gli europei distinguevano la sfera pubblica, visibile a tutti, dalla sfera privata, più intima. Tuttavia, nel XVIII secolo la Rivoluzione francese diede a queste locuzioni significati diversi: la «sfera privata» divenne l’ambito del lavoro, della famiglia e della religione; la «sfera pubblica» quello della politica e della nazione. Da allora, appare incongruo che militanti politici, pur traendo da una religione la forza della propria militanza, sostengano una religione particolare.

L’islam politico consiste, di fatto, nel mobilitare le folle in nome della religione mussulmana. I mezzi possono essere diversi e gli obiettivi persino opposti, dipende da come questa religione viene concepita

 

Un’ottica oggi però soppiantata dal sostegno di alcune personalità e gruppi politici a movimenti islamisti. Per islamismo non intendo qualcosa che è in relazione con la religione mussulmana, ma un’ideologia politica che la strumentalizza. Maometto è stato profeta, ma al tempo stesso leader politico e capo militare; il suo insegnamento può essere facilmente fuorviato.

 

 

L’islam politico

L’islam politico consiste, di fatto, nel mobilitare le folle in nome della religione mussulmana. I mezzi possono essere diversi e gli obiettivi persino opposti, dipende da come questa religione viene concepita. Il ricorrere a motivazioni religiose per fare politica consente di ottenere una disponibilità al sacrificio estremo, che presto può volgersi in fanatismo. La lingua araba, che attribuisce più valore alle emozioni che al raziocinio, probabilmente rende gli arabi molto più ricettivi di altri a una militanza di questo genere.

 

Il ricorrere a motivazioni religiose per fare politica consente di ottenere una disponibilità al sacrificio estremo, che presto può volgersi in fanatismo

Nel XX secolo, per contrastare la setta del Mahdi in Sudan, i britannici chiesero al muftì di al-Azhar di redigere un’unica versione del Corano, di cui all’epoca esistevano quaranta versioni. Inoltre, per disporre di un mezzo di pressione sul potere egiziano, chiesero a Hasan al-Banna di fondare una società segreta, sul modello della Grande Loggia Unita d’Inghilterra: la Fratellanza Mussulmana. Durante la guerra fredda, la CIA infiltrò nella società segreta sunnita due agenti, Sayyed Qutb e Saïd Ramadan, per teorizzare la jihad.

 

In epoca contemporanea si sono sviluppate altre scuole di pensiero dell’islam politico, dapprima all’interno del sufismo, in opposizione agli imperi russo e cinese, poi in seno allo sciismo – con Ruhollah Khomeini – contro l’impero britannico.

 

La scuola sufi si è alleata con la Fratellanza Mussulmana, attorno al presidente turco Recep Tayyp Erdoğan, entrambe hanno concluso con la scuola sciita un accordo di non-ingerenza reciproca. Nella guerra di Bosnia-Erzegovina hanno tuttavia combattuto insieme i russi, agli ordini della NATO. All’epoca credevano di condividere la stessa ideologia, oggi invece sono concordi nel ritenere che non era, e ancora non è, così.

Pensatori di sinistra attribuiscono ai mussulmani nel loro insieme la stessa funzione di avanguardia popolare che nel XIX secolo svolse il proletariato. Una stupidaggine

 

I francesi datano il sostegno dei pensatori di sinistra all’islamismo al periodo di esilio dell’ayatollah Khomeini in regione parigina (1978-79). Jean-Paul Sartre e Michel Foucault lo incontrarono e gli manifestarono il proprio appoggio: avevano pienamente compreso il significato della sua lotta all’imperialismo occidentale. Zbigniew Brzeziński (consigliere per la Sicurezza Nazionale del presidente Jimmy Carter) lo giudicava invece, ingiustamente, superficiale.

 

Ciò di cui si discute oggi ha però tutt’altra natura: pensatori di sinistra attribuiscono ai mussulmani nel loro insieme la stessa funzione di avanguardia popolare che nel XIX secolo svolse il proletariato. Una stupidaggine:

 

  •  i mussulmani appartengono a tutte le classi sociali;

 

Il sostegno di personalità di sinistra alla Fratellanza Mussulmana e all’Ordine dei Naqshbandi è stato organizzato nel 1983 – nel contesto della guerra fredda – dalla National Endowment for Democracy (NED)

  • l’islam è totalmente compatibile con il più sfrenato capitalismo.

 

L’intellighenzia di sinistra ha in realtà sui mussulmani idee preconcette, a seconda che siano sunniti o sciiti: i primi sono progressisti, i secondi reazionari. In Egitto ha sostenuto il Fratello mussulmano filostatunitense Mohamed Morsi, ma in Iran ha denunciato il nazionalista Mahmoud Ahmadinejad.

 

Il presidente Morsi non ha mai cercato di migliorare le condizioni di vita dei più poveri, il presidente Ahmadinejad l’ha fatto invece con successo, fino al termine dei suoi mandati. Inoltre, Morsi è diventato presidente minacciando di morte i magistrati della commissione elettorale e le loro famiglie (1), Ahmadinejad invece è stato eletto democraticamente.

Aureolati del loro passato comunista, hanno convinto la sinistra europea che si trattava di guerra civile e non di attacco degli jihadisti internazionali. Sono persino riusciti a far credere che il Fronte al-Nusra (branca di Al Qaeda in Siria) è un’organizzazione rivoluzionaria siriana

 

Non si può non prendere atto che gli islamo-gauchisti non decidono la propria posizione in base alla politica interna dei politici che sostengono, bensì per la loro politica estera: approvano l’islam politico filostatunitense e denunciano l’islam politico antimperialista.

 

L’islamo-gauchisme esiste solo nei Paesi occidentali. Fa eccezione la Tunisia, dove l’oppositore in esilio Moncef Marzouki ha offerto sostegno alla Fratellanza Mussulmana ed è diventato il primo presidente della repubblica della Primavera araba. Servirà da paravento ai Fratelli di Ennahdha e verrà allontanato dal potere con le elezioni presidenziali del 2014.

 

 

La strategia del NED: alleanza di alcuni trotskisti con alcuni islamisti

Il sostegno di personalità di sinistra alla Fratellanza Mussulmana e all’Ordine dei Naqshbandi è stato organizzato nel 1983 – nel contesto della guerra fredda – dalla National Endowment for Democracy (NED).

 

Il presidente Ronald Reagan aveva raccolto attorno a sé un gruppo di trotskisti ebrei e newyorkesi per battersi contro l’URSS. In forza del conflitto tra il filo-britannico Trotskij (2) e Stalin, questi adepti si unirono ai servizi segreti dei cosiddetti Cinque Occhi (Australia, Canada, Stati Uniti, Nuova Zelanda e Regno Unito). Fondarono in particolare il NED: in un contesto di scandali che assediavano la CIA, pensarono di realizzarne parte delle operazioni per via legale. Per portare avanti la loro battaglia reclutarono personalità trotzkiste in tutto il mondo, in particolare nei teatri operativi del momento: Afghanistan e Libano.

Se inizialmente l’islamo-gauchisme è innanzitutto una pratica dei servizi segreti occidentali, nel 1994 è diventato una teoria politica raccolta attorno a Chris Harman, intellettuale trotskista britannico militante del Socialist Workers Party (Partito Socialista dei Lavoratori)

 

Per la guerra contro i sovietici in Afghanistan, la NED reclutò il french doctor (medico francese) Bernard Kouchner, ex membro dell’Unione degli Studenti Comunisti, che lasciò al momento della purga contro i trotzkisti. Il giovane Kouchner curerà in Pakistan gli anticomunisti afgani e i mudjahidin arabi di Osama Bin Laden, all’epoca applauditi in Occidente come «combattenti per la libertà».

 

Nello stesso periodo la NED incontra però difficoltà nel reclutamento per la guerra civile libanese. Alla fine, si rivolge agli scissionisti del partito comunista siriano, Riyad al-Turk, Georges Sabra e Michel Kilo, che firmano un manifesto in cui la Fratellanza Mussulmana è equiparata a un movimento del nuovo proletariato e in cui s’invoca un intervento militare statunitense in Medio Oriente.

 

Per quanto riguarda la Siria, sostengono apertamente il golpe della Fratellanza ad Hama. Il presidente Hafez al-Assad li farà arrestare e li terrà in carcere fino all’abiura del documento.

 

Nel 1994 Harman pubblicò su Socialism International un articolo dal titolo The prophet and the proletariat (Il profeta e il proletariato), in cui tentò di dimostrare che i mussulmani non sono né fascisti né progressisti, bensì il nuovo proletariato

La guerra di Bosnia-Erzegovina è l’occasione per la NED di reclutare il saggista Bernard-Henri Lévy, che diventerà consigliere mediatico del presidente Alija Izetbegović. Quest’ultimo prenderà contestualmente come consigliere politico il neoconservatore Richard Perle e come consigliere militare Osama Bin Laden.

 

Nel contesto della guerra fredda, tutte le personalità che abbiamo citato hanno probabilmente creduto in buona fede di agire per il meglio. Ma dopo il crollo dell’URSS, alcune hanno perseverato in questa ripugnante direzione.

 

Al-Turk, Sabra e Kilo sono così diventati portavoce del Pentagono in Siria. Aureolati del loro passato comunista, hanno convinto la sinistra europea che si trattava di guerra civile e non di attacco degli jihadisti internazionali. Sono persino riusciti a far credere che il Fronte al-Nusra (branca di Al Qaeda in Siria) è un’organizzazione rivoluzionaria siriana.

 

L’islamo-gauchisme non si spiega tanto come rincorsa ai voti dei mussulmani immigrati in Europa, quanto come inversione di valori dal crollo dell’Unione Sovietica

Quanto a Lévy, dopo aver fatto l’apologia di Guantánamo è diventato portavoce degli jihadisti libici. Ha presentato la Jamahiriya Araba Libica – regime che s’ispirava ai socialisti utopisti francesi del XIX secolo – come una dittatura. Ha sostenuto il bombardamento di Tripoli da parte della NATO e la nomina di un capo storico di Al Qaeda, Abdelhakim Belhadj, a governatore militare di Tripoli. Per finire, ha persino contribuito al ricevimento ufficiale di quest’ultimo al ministero degli Esteri francese, a Parigi.

 

 

La teorizzazione dell’islamo-gauchisme

Se inizialmente l’islamo-gauchisme è innanzitutto una pratica dei servizi segreti occidentali, nel 1994 è diventato una teoria politica raccolta attorno a Chris Harman, intellettuale trotskista britannico militante del Socialist Workers Party (Partito Socialista dei Lavoratori). Nel 1994 Harman pubblicò su Socialism International un articolo dal titolo The prophet and the proletariat (Il profeta e il proletariato), in cui tentò di dimostrare che i mussulmani non sono né fascisti né progressisti, bensì il nuovo proletariato.

La sparizione dei partiti comunisti ha lasciato libero campo a una sinistra atlantista, che ha spontaneamente scelto la direzione ideologica dei suoi alleati USA. L’ha abbracciata al punto di partecipare ai suoi atti deviati, in particolare alla strumentalizzazione dell’islam politico sunnita

 

I trotzkisti di Reagan come Chris Harman hanno tutti aderito alla teoria di Yigael Gluckstein (detto Tony Cliff) della «rivoluzione permanente deviata», secondo cui tutti i cosiddetti Stati comunisti (Cina, Corea del Nord, Cuba) sono in realtà stalinisti. Una visione che permette loro sia di militare per la rivoluzione mondiale sia di condannare gli avversari degli Stati Uniti. Sono stati esclusi dalla Quarta Internazionale. Dunque non si tratta di fare di ogni erba un fascio e di associare alla loro deriva l’insieme dei trotzkisti.

 

Alla luce di questi elementi, l’islamo-gauchisme non si spiega tanto come rincorsa ai voti dei mussulmani immigrati in Europa, quanto come inversione di valori dal crollo dell’Unione Sovietica. La sparizione dei partiti comunisti ha lasciato libero campo a una sinistra atlantista, che ha spontaneamente scelto la direzione ideologica dei suoi alleati USA. L’ha abbracciata al punto di partecipare ai suoi atti deviati, in particolare alla strumentalizzazione dell’islam politico sunnita.

 

Adesso la logica dei servizi segreti e la logica delle ideologie sono sovvertite dal risveglio (woke) del puritanesimo statunitense, che riconosce nella Fratellanza Mussulmana lo stesso anelito di Purezza che anima loro stessi.

 

Adesso la logica dei servizi segreti e la logica delle ideologie sono sovvertite dal risveglio (woke) del puritanesimo statunitense, che riconosce nella Fratellanza Mussulmana lo stesso anelito di Purezza che anima loro stessi

Il 13 giugno 2013 diversi membri dell’amministrazione Biden parteciparono alla riunione del Consiglio per la Sicurezza Nazionale, cui fu invitato un delegato ufficiale della Fratellanza, sceicco Abdallah Bin Bayyah.

 

Esiste perciò un pericolo reale che l’islamo-gauchisme s’inserisca durevolmente nei partiti politici, tanto più che gli Occidentali non hanno ancora afferrato che tutti i capi di Al Qaeda e di Daesh sono o sono stati membri della Fratellanza Mussulmana.

 

 

Thierry Meyssan

 

 

NOTE

1) «La Commissione elettorale presidenziale egiziana cede al ricatto dei Fratelli Mussulmani», Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 25 aprile 2016.

2) Non è mai stato dimostrato che Trotskij fosse un agente della Corona inglese, mentre è stato dimostrato che la sua segretaria lo era. Ciononostante Leon Trotskij decapitò la Marina russa, di cui fece assassinare quasi tutti gli ufficiali, per la grande gioia del Regno Unito

 

 

 

Articolo ripubblicato su licenza Creative Commons CC BY-NC-ND

 

 

Fonte: «Che cos’è l’islamo-gauchisme?», di Thierry Meyssan, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 9 marzo 2021.

 

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

 

 

 

 

 

 

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Geopolitica

La Cina snobba il ministro degli Esteri tedesco

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Il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul ha dovuto cancellare un viaggio previsto in Cina dopo che Pechino si sarebbe rifiutata di organizzare incontri di alto livello con lui, secondo quanto riportato venerdì da diversi organi di stampa.

 

Il Wadephul sarebbe dovuto partire per Pechino domenica per discutere delle restrizioni cinesi sull’esportazione di terre rare e semiconduttori, oltre che del conflitto in Ucraina.

 

«Il viaggio non può essere effettuato al momento e sarà posticipato a data da destinarsi», ha dichiarato un portavoce del Ministero degli Esteri tedesco, citato da Politico. Il Wadephullo avrebbe dovuto incontrare il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, ma l’agenda prevedeva troppo pochi incontri di rilievo.

 

Secondo il tabloide germanico Bild, i due diplomatici terranno presto una conversazione telefonica.

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Questo intoppo diplomatico si inserisce in un contesto di crescenti tensioni commerciali tra Cina e Unione Europea. Nell’ultimo anno, Bruxelles e Pechino si sono scontrate sulla presunta sovrapproduzione industriale cinese, mentre la Cina accusa l’UE di protezionismo.

 

All’inizio di questo mese, Pechino ha rafforzato le restrizioni sull’esportazione di minerali strategici con applicazioni militari, una mossa che potrebbe aggravare le difficoltà del settore automobilistico europeo.

 

La Germania è stata particolarmente colpita dal deterioramento del clima commerciale.

 

Come riportato da Renovatio 21, la Volkswagen sospenderà la produzione in alcuni stabilimenti chiave la prossima settimana a causa della carenza di semiconduttori, dovuta al sequestro da parte dei Paesi Bassi del produttore cinese di chip Nexperia, motivato da rischi per la sicurezza tecnologica dell’UE. In risposta, Pechino ha bloccato le esportazioni di chip Nexperia dalla Cina, causando una riduzione delle scorte che potrebbe portare a ulteriori chiusure temporanee di stabilimenti Volkswagen e colpire altre case automobilistiche, secondo il quotidiano.

 

Venerdì, il ministro dell’economia Katherina Reiche ha annunciato che Berlino presenterà una protesta diplomatica contro Pechino per il blocco delle spedizioni di semiconduttori, sottolineando la forte dipendenza della Germania dai componenti cinesi.

 

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Immagine di UK Government via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic

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Vance in Israele critica la «stupida trovata politica»: il voto di sovranità sulla Cisgiordania è stato un «insulto» da parte della Knesset

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La proposta di applicare la sovranità israeliana sulla Cisgiordania occupata, considerata da molti come un’equivalente all’annessione totale del territorio palestinese, ha suscitato una forte condanna internazionale, incluso un netto dissenso da parte degli Stati Uniti.   Il disegno di legge ha superato di stretta misura la sua lettura preliminare martedì, con 25 voti a favore e 24 contrari nella Knesset, composta da 120 membri. La proposta passerà ora alla Commissione Affari Esteri e Difesa per ulteriori discussioni.   Una dichiarazione parlamentare afferma che l’obiettivo del provvedimento è «estendere la sovranità dello Stato di Israele ai territori di Giudea e Samaria (Cisgiordania)».   Il momento del voto è stato significativo e provocatorio, poiché è coinciso con la visita in Israele del vicepresidente J.D. Vance, impegnato in discussioni sul cessate il fuoco a Gaza e sul centro di coordinamento gestito dalle truppe statunitensi e dai loro alleati, incaricato di supervisionare la transizione di Gaza dal controllo di Hamas. Vance ha percepito la tempistica del voto come un gesto intenzionale, accogliendolo con disappunto.

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Anche il Segretario di Stato Marco Rubio, in visita in Israele questa settimana, ha espresso critiche prima di lasciare il Paese mercoledì, dichiarando che il disegno di legge sull’annessione «non è qualcosa che appoggeremmo».   «Riteniamo che possa rappresentare una minaccia per l’accordo di pace», ha detto Rubio, in linea con la promozione della pace in Medio Oriente sostenuta ripetutamente da Trump. «Potrebbe rivelarsi controproducente». Vance ha ribadito che «la Cisgiordania non sarà annessa da Israele» e che l’amministrazione Trump «non ne è stata affatto soddisfatta», sottolineando la posizione ufficiale.   Vance, considerato il favorito per la prossima candidatura presidenziale repubblicana dopo Trump, probabilmente ricorderà questo episodio come un momento frustrante e forse irrispettoso, specialmente in un contesto in cui la destra americana appare sempre più divisa sulla politica verso Israele.   Si dice che il primo ministro Netanyahu non sia favorevole a spingere per un programma di sovranità, guidato principalmente da politici oltranzisti legati ai coloni. In una recente dichiarazione, il Likud ha definito il voto «un’ulteriore provocazione dell’opposizione volta a compromettere i nostri rapporti con gli Stati Uniti».   «La vera sovranità non si ottiene con una legge appariscente, ma con un lavoro concreto sul campo», ha sostenuto il partito.   Tuttavia, è stata la reazione di Vance a risultare la più veemente, definendo il voto una «stupida trovata politica» e un «insulto», aggiungendo che, pur essendo una mossa «solo simbolica», è stata «strana», specialmente perché avvenuta durante la sua presenza in Israele.   Come riportato da Renovatio 21, Trump ha minacciato di togliere tutti i fondi ad Israele in caso di annessione da parte dello Stato Giudaico della West Bank, che gli israeliani chiamano «Giudea e Samaria».  

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Trump minaccia di togliere i fondi a Israele se annette la Cisgiordania

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Israele «perderebbe tutto il sostegno degli Stati Uniti» in caso di annessione della Giudea e della Samaria, nome con cui lo Stato Ebraico chiama la Cisgiordania, ha detto il presidente USA Donald Trump.

 

Trump ha replicato a un disegno di legge controverso presentato da esponenti dell’opposizione di destra alla Knesset, il parlamento israeliano, che prevede l’annessione del territorio conteso come reazione al terrorismo palestinese.

 

Il primo ministro Benjamin Netanyahu, sostenitore degli insediamenti ebraici in quell’area, si oppone al provvedimento, poiché rischierebbe di allontanare gli Stati arabi e musulmani aderenti agli Accordi di Abramo e al cessate il fuoco di Gaza.

 

Netanyahu ha criticato aspramente il disegno di legge, accusando i promotori di opposizione di una «provocazione» deliberata in concomitanza con la visita del vicepresidente statunitense J.D. Vance. (Lo stesso Vance ha qualificato il disegno di legge come un «insulto» personale)

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«I commenti pubblicati giovedì dalla rivista TIME sono stati espressi da Trump durante un’intervista del 15 ottobre, prima dell’approvazione preliminare alla Knesset di mercoledì – contro il volere del primo ministro – di un disegno di legge che estenderebbe la sovranità israeliana a tutti gli insediamenti della Cisgiordania» ha scritto il quotidiano israeliano Times of Israel.

 

Evidenziando l’impazienza dell’amministrazione verso tali iniziative, il vicepresidente di Trump, J.D. Vance, ha dichiarato giovedì, lasciando Israele, che il voto del giorno precedente lo aveva «offeso» ed era stato «molto stupido».

 

«Non accadrà. Non accadrà», ha affermato Trump a TIME, in riferimento all’annessione. «Non accadrà perché ho dato la mia parola ai Paesi arabi. E non potete farlo ora. Abbiamo avuto un grande sostegno arabo. Non accadrà perché ho dato la mia parola ai paesi arabi. Non accadrà. Israele perderebbe tutto il sostegno degli Stati Uniti se ciò accadesse».

 

Vance ha precisato che gli era stato descritto come una «trovata politica» e «puramente simbolica», ma ha aggiunto: «Si tratta di una trovata politica molto stupida, e personalmente la considero un insulto».

 

Gli Emirati Arabi Uniti, che hanno guidato i Paesi arabi e musulmani negli Accordi di Abramo, si oppongono da tempo all’annessione della Cisgiordania, sostenendo che renderebbe vani i futuri negoziati di pace nella regione.

 

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