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Candace Owens dice che Trump le ha detto di smettere di parlare di Brigitte Macron

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La celebre commentatrice statunitense Candace Owens ha affermato la scorsa settimana che il presidente americano Donald Trump le ha chiesto personalmente di smettere di parlare della moglie del presidente francese Emmanuel Macron, Brigitte, che Owens ha precedentemente affermato essere un uomo, dopo che le era stato detto che Macron aveva sollevato l’argomento durante la discussione sui colloqui di pace tra Russia e Ucraina. Lo riporta LifeSite.

 

La settimana scorsa durante una trasmissione in diretta del suo podcast Candace, Owens ha raccontato come il 24 febbraio un’amica le abbia detto che qualcuno «molto in alto» alla Casa Bianca le aveva chiesto di smettere di parlare di Brigitte Macron, sulla quale aveva svolto ricerche approfondite per la sua serie Becoming Brigitte. Nella serie di podcast la Owens dà voce a giornalisti che ritengono che la première dame francese sia nata come uomo.

 

Per tali incredibili affermazioni, la Owens ha già ricevuto più lettere dai legali dei Macron.

 

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La Owens afferma di aver inizialmente rifiutato la richiesta di tacere, insistendo sul suo diritto alla «libertà di parola». Quando, a quanto pare, avrebbe richiamato l’amica per discutere ulteriormente della questione, le è stato detto che Macron stava «bloccando i negoziati per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina» finché Owens non avesse smesso di parlarne.

 

All’inizio di quest’anno, la Owens aveva dichiarato di aver ricevuto una lettera da uno studio legale che rappresentava Emmanuel e Brigitte Macron, che sostanzialmente, dice, avrebbe funto da «minaccia legale». Secondo quanto raccontato dalla giovane giornalista madre di quattro figli, la lettera affermerebbe che «la signora Macron non vi deve la prova di essere, e di essere sempre stata, una donna».

 

La Owens dice di aver notato, poco prima di ricevere la chiamata dalla sua amica il 24 febbraio, che Macron quel giorno si trovava a Washington e che aveva lasciato la Casa Bianca solo poche ore prima. Disse all’amica che avrebbe riflettuto e pregato per la richiesta. All’epoca avrebbe anche detto al marito, il cattolico britannico George Farmer, che «nessuno avrebbe mai creduto» a quello che era appena successo.

 

Poco dopo, la Owens ha raccontato di aver ricevuto una chiamata da un membro dello staff della Casa Bianca che le ha detto di «fare semplicemente quello che dice il presidente» riguardo a Brigitte. Candace racconta di essere rimasta infastidita da quello che ha descritto come l’atteggiamento «pomposo» del membro dello staff. «Non avrebbe potuto essere… più arrogante», ha detto riferendosi alla persona che aveva chiamato.

 

L’opinionista cattolica ha poi dichiarato di aver deciso di contattare Tucker Carlson per chiedere consiglio, che le avrebbe detto, in sostanza: «alla fine, la verità è ciò che conta, ma se potessi porre fine alla guerra tra Ucraina e Russia, lo farei».

 

«Non vuoi che il sangue dei cristiani sia sulla tua coscienza, ma anche la libertà di parola è importante» le avrebbe consigliato il Carlson. «Dovresti dire che lo farai, “finché…”, ma a un certo punto devi informare la gente di quanto accaduto».

 

Candace racconta di aver quindi ricevuto una telefonata dal presidente Trump in persona. Il presidente sarebbe subito entrato nella questione, dicendole: «sto negoziando… questa persona vuole questo e quest’altra vuole quest’altro… e non hai idea di quanto sia complicato portare a termine uno di questi accordi».

 

Secondo la Owensa, Trump ha continuato a raccontarle di come, mentre accompagnava Macron alla sua auto durante la sua recente visita alla Casa Bianca, il presidente francese gli avesse chiesto se conoscesse Candace, e poi lui gli avesse chiesto di «smettere di parlare» di sua «moglie».

 

Trump avrebbe detto durante la loro telefonata che Brigitte è «vecchia, questo la sta davvero, davvero colpendo», prima di aggiungere: «l’ho vista da vicino e mi sembra una donna».

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La Owens avrebbe spiegato a Trump che l’aspetto di Brigitte è dovuto al fatto che si rivolge a un «medico straordinario» specializzato in interventi chirurgici per transgender. Candace gli avrebbe anche detto di non essere «molto soddisfatta della richiesta», insistendo rispettosamente sul fatto che non era «colpa» sua se Macron aveva sposato un uomo.

 

Trump avrebbe risposto: «siamo davvero vicini a concludere questa cosa», riferendosi ai negoziati di pace tra Ucraina e Russia. «È stato davvero facile lavorare con Macron».

 

La giornalista ha affermato che, sebbene Trump non le abbia detto specificamente che Macron aveva minacciato di ostacolare i negoziati di pace, le ha detto che lui e Macron avevano discusso della guerra tra Russia e Ucraina «tutto il giorno» e che lui stava cercando di negoziare un accordo di pace.

 

Owens avrebbe detto a Trump di essere disposta a smettere di parlare di Brigitte a breve termine, ma ha chiarito di aspettarsi che entro pochi mesi avrebbe potuto tornare a parlare di Brigitte. Inizialmente Trump si sarebbe mostrato aperto a questo compromesso, ma poi avrebbe insistito sulla necessità di poter collaborare con Macron «a lungo termine». Pertanto, la chiamata si sarebbe conclusa in un vicolo cieco.

 

Commentando la sua interazione con Trump, la Candazza ha rincarato la dose nel suo podcast chiedendo a Emmanuel Macron di «dimettersi» dalla carica di presidente della Repubblica Francese.

 

«Non c’è esempio più grande della mancanza di moralità di un leader» che minacciare di bloccare i negoziati di pace e «lasciare morire la gente» finché un podcaster non smetterà di parlare di sua moglie, ha affermato.

 

«Sono terrorizzati. Perché ovviamente tutto quello che ho scoperto è vero. La finzione non ti farebbe fare una cosa del genere», ha continuato Owens.

 

La Owens afferma di credere che la reazione provocata dai suoi commenti non sia semplicemente una risposta ai suoi tentativi di denunciare la possibilità che Brigitte sia un uomo, ma piuttosto che coinvolga una rete di eventi «profondamente sinistra» che coinvolge una rete mondiale di persone, aggiungendo di avere sentore che dietro la richiesta di smettere di parlare della coppia ci sia qualcuno più potente dei Macron.

 

Come chiarito nei suoi podcasti, Candace ipotizza che esista una setta pedofila al potere – non necessariamente confinata a un solo paese, ma che esiste anche in Francia – il che, secondo lei, spiega la reazione negativa alle narrazioni di cui ha parlato nel suo podcast.

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In uno degli ultimi episodi, la Owens ha celebrato il fatto che Macron è tornato a parlare con Putin dopo tre anni, attribuendosi una parte del merito, ma dicendo al contempo che quello era il segnale per cui poteva, come da accordi con Trump, riprendere a parlare della questione Brigitte.

 

Candace ha dichiarato di aver più volte reiterato il suo invito alla prima dama di Francia ad essere intervistata per mettere a tacere ogni dubbio, ma la risposta degli avvocati della coppia presidenziale (ultimamente sulle cronache per un supposto litigio con manata in faccia visti sull’aereo che li portava in Vietnam) è stata quella di dire che la moglie di Macron non deve provare niente.

 

Ancora un anno fa Macron aveva respinto pubblicamente le voci sul sesso della moglie.

 

Come riportato da Renovatio 21, la giornalista francese che sosteneva che la Macron fosse un uomo cinque mesi fa ha chiesto asilo in Russia. L’anno scorso un tribunale francese aveva multato due donne che sostenevano la tesi di Brigitta nata maschio.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

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Vescovo austriaco nominato da Bergoglio assume omosessuale «sposato» come segretario personale

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Un vescovo austriaco ha nominato un uomo dichiaratamente omosessuale e civilmente «sposato» come suo segretario personale. Lo riporta Novus Ordo Watch.   Il vescovo Johannes Freitag, vescovo ausiliare della diocesi di Graz-Steckau, avrebbe assunto D. K.-W. come suo segretario particolare. Monsignor Freitag è stato nominato vescovo ausiliare di Graz-Steckau il 31 gennaio 2025 da Bergoglio.   Una foto sul profilo Instagram del partner dell’uomo li mostra mentre celebrano il loro quarto anniversario di «matrimonio». Una foto sul sito web della Salinenmusik Altaussee documenta la cerimonia, avvenuta il 21 luglio 2018.   Prima di diventare segretario di monsignro Freitag, K.W. avrebbe lavorato come segretario generale della comunità ebraica di Graz, come indica una versione archiviata del sito web. Non è chiaro se aderisca o meno ai principi dell’ebraismo, della fede cattolica o di un altro credo.

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Il sito web della diocesi indica K.-W. come segretario e maestro di cerimonie di Freitag, riporta LifeSite.   L’uomo possiederebbe anche competenze sartoriali professionali e le avrebbe dimostrate disegnando i costumi per un evento LGBT Pride austriaco chiamato Tuntenball, come sarebbe rivelato un articolo della rivista arcobaleno Panthera del febbraio 2016   La diocesi di Graz-Steckau è guidata dal vescovo Wilhelm Krautwaschl che, nel dicembre 2023, ha accolto con favore il documento vaticano sulle «benedizioni» per le persone dello stesso sesso, Fiducia Supplicans.   «Chiunque chieda una benedizione dimostra di aver bisogno della presenza salvifica di Dio, e questa benedizione non deve essere negata», ha affermato Krautwaschl.   Il presule austriaco ha sostenuto che l’ultimo documento vaticano è una continuazione del metodo di «cura pastorale» praticato da papa Francesco fin dalla sua lettera post-sinodale Amoris Laetitia, che sembrava dare autorità alla Comunione per i divorziati «risposati».

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Immagine degli interni barocchi del Duomo di Graz Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia  
 
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Il cardinale Zen condanna il «pellegrinaggio» LGBT nella Basilica di San Pietro: «offesa a Dio»

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Il cardinale Joseph Zen ha denunciato il pellegrinaggio LGBT in Vaticano e si è unito agli appelli di altri vescovi affinché compiano riparazioni per la profanazione della Basilica di San Pietro. Lo riporta LifeSite.

 

In una dichiarazione in lingua cinese pubblicata mercoledì, Zen ha scritto: «recentemente è emersa la notizia che un’organizzazione LGBTQ+ ha organizzato un evento per l’Anno Santo, in cui i partecipanti sono entrati nella Basilica di San Pietro a Roma per attraversare la Porta Santa».

 

«Ostentavano oggetti di scena color arcobaleno, indossavano abiti con slogan e coppie dello stesso sesso si tenevano per mano con passione: era puramente un’azione di protesta», ha osservato il vescovo emerito di Hong Kong.

 

«Questo non era un pellegrinaggio giubilare (in cui i credenti rinnovano i voti battesimali, si pentono dei peccati e si impegnano a riformarsi). Tali azioni offendono gravemente la fede cattolica e la dignità della Basilica di San Pietro: una grave offesa a Dio!»

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«Il Vaticano era a conoscenza di questo evento in anticipo, ma non ha poi emesso alcuna condanna. Troviamo ciò davvero incomprensibile!»

 

Zen ha sottolineato che «coloro che provano attrazione per persone dello stesso sesso» dovrebbero essere trattati con beneficenza; tuttavia, «non possiamo dire loro che il loro stile di vita è accettabile».

 

«Non siamo Dio», ha continuato. «Dio ci chiama a trasmettere ciò che Gesù ci ha insegnato: il vero amore per loro. Dobbiamo aiutarli a ottenere la grazia attraverso la preghiera e i sacramenti per resistere alla tentazione, vivere virtuosamente e percorrere la via verso il cielo».

 

Zen ha fatto riferimento alla richiesta di atti di riparazione avanzata da quattro vescovi: il vescovo Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Astana, Kazakistan; il vescovo Joseph Strickland, vescovo emerito di Tyler, Texas; il vescovo Marian Eleganti, vescovo ausiliare emerito di Coira, Svizzera; e il vescovo Robert Mutsaerts, ausiliare di ‘s-Hertogenbosch, Paesi Bassi.

 

Il porporato cinese ha affermato di sostenere fermamente questo appello e ha suggerito che, dopo la Festa di metà autunno in Cina, i fedeli dovrebbero «riunirsi con i parrocchiani vicini per tre giorni per recitare le preghiere allegate».

 

«Inoltre, compite un atto di abnegazione o un atto di carità per offrire riparazione davanti a Dio per i peccati dei nostri fratelli e sorelle che hanno sbagliato», ha concluso.

 

Il cardinale Zen ha allegato al suo messaggio la preghiera di riparazione compilata dai quattro vescovi e recitata alla Conferenza sull’identità cattolica lo scorso fine settimana.

 

Il vescovo emerito di Hong Kong si aggiunge alla lista dei prelati ortodossi che hanno pubblicamente condannato il «pellegrinaggio LGBT» in Vaticano. Oltre ai quattro vescovi che hanno redatto la preghiera di riparazione, l’evento è stato criticato anche dal cardinale Gerhard Müller, che ha affermato che si trattava «indubbiamente» di un sacrilegio.

 

Come riportato da Renovatio 21, il cardinale Zen la scorsa estate aveva scritto che «il Dio misericordioso è così disgustato dai comportamenti sessuali tra persone dello stesso sesso perché questo crimine è troppo lontano dal piano di Dio per l’uomo (…) Il Suo piano è che un uomo e una donna si uniscano in un solo corpo con un unico ed eterno amore e cooperino con Dio. Una nuova vita può nascere e crescere nel calore della famiglia».

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Come riportato da Renovatio 21, l’anno passato lo Zen si era scagliato contro Fiducia Supplicans arrivando a chiedere le dimissioni dell’autore del testo, il cardinale Victor «Tucho» Fernandez, eletto da Bergoglio a capo del Dicastero per la Dottrina della Fede.

 

Il porporato in questi mesi ha attaccato con estrema durezza il Sinodo sulla Sinodalità, accusando Bergoglio di usare i sinodi per «cambiare le dottrine della Chiesa», nonché «rovesciare» la gerarchia della Chiesa per creare un «sistema democratico».

 

Come riportato da Renovatio 21, pochi giorni fa il cardinale Zen ha celebrato una messa tradizionale per la festa del Corpus Domini e ha guidato una processione per le strade di Hong Kongo, città dove le autorità, ora dipendenti da Pechino, lo hanno arrestato ed incriminato, nel silenzio più scandaloso del Vaticano (mentre, incredibilmente, il Parlamento Europeo esorta la Santa Sede a difenderlo!), con il papa Bergoglio a rifiutarsi di difendere il cardinale in nome del «dialogo» con la Cina comunista che lo perseguita.

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Immagine di Rock Li via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported; immagine tagliata 

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Trump prende in giro l’ideologia transgender «woke» nell’incontro con il premier del Canada

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Durante un incontro di persona con il primo ministro canadese Mark Carney, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump non ha trattenuto le sue critiche, attaccando apertamente l’ideologia transgender estrema e «woke», in particolare la partecipazione di uomini negli sport femminili e le mutilazioni genitali sui minori.   «Non abbiamo sport maschili e femminili. Voglio dire, cose basilari. Non ti porteremo via un figlio e non gli cambieremo il sesso», ha dichiarato a Carney alla Casa Bianca.   Trump ha poi rincarato la dose, dicendo al primo ministro canadese: «Non faremo cose del genere. Quello che stanno facendo al Paese è incredibile. E l’hanno fatta franca, con tutta la loro roba woke, e ora è finita. E noi abbiamo un Paese che si basa sul buon senso, sulla forza e sull’intelligenza».      

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Carney ha una figlia che si identifica come non binaria. Il governo federale liberale canadese, precedentemente guidato da Justin Trudeau e ora da Carney, ha investito miliardi per promuovere l’agenda LGBT.   Carney si trovava a Washington per discutere di accordi commerciali con Trump. Al termine dell’incontro, ha dichiarato che il Canada intende investire 1.000 miliardi di dollari negli Stati Uniti nei prossimi anni, a condizione che si raggiunga un’intesa commerciale.   In passato, Trump ha proposto pesanti dazi doganali sui prodotti canadesi e ha più volte suggerito che il Canada diventi uno stato americano, spesso accompagnando tali dichiarazioni con l’introduzione o la discussione di dazi sui prodotti canadesi.   Durante il vertice del G7 di giugno, tenutosi nella zona di Kananaskis, in Alberta, Carney ha lodato la «leadership» mondiale di Trump, nonostante avesse espresso critiche significative nei suoi confronti durante la campagna elettorale.   Le evidenze indicano che le persone sottoposte a procedure di «transizione di genere» hanno un rischio maggiore di suicidio rispetto a coloro che non si sottopongono a tali interventi irreversibili. Oltre a sostenere la falsa convinzione che il sesso di una persona possa essere modificato, gli interventi chirurgici e i farmaci per le persone transgender sono stati associati a danni fisici e psicologici permanenti, tra cui malattie cardiovascolari, perdita di densità ossea, cancro, ictus, coaguli di sangue e infertilità.   Nel frattempo, uno studio sugli effetti collaterali degli interventi chirurgici di «cambio di sesso» ha rilevato che l’81% di coloro che vi si sono sottoposti negli ultimi cinque anni ha riferito di aver provato dolore anche con i normali movimenti nelle settimane e nei mesi successivi, oltre a numerosi altri effetti collaterali negativi.  

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