Connettiti con Renovato 21

Bizzarria

Campione MMA e pornostar sostengono i palestinesi. Justin Bieber chiede preghiere per Israele con una foto di Gaza distrutta

Pubblicato

il

Khabib Nurmagomedov, l’ex combattente russo di MMA che è stato il primo musulmano a vincere un titolo UFC, ha condiviso un messaggio di sostegno al popolo palestinese durante i combattimenti in Medio Oriente.

 

Lunedì, l’ex campione dei pesi leggeri nato in Daghestan ha condiviso un post con i suoi 35 milioni di follower su Instagram in cui si pregava Allah di difendere coloro che non possono difendersi. Il messaggio includeva emoji di palme aperte alzate – un gesto di supplica nell’Islam – la bandiera palestinese e un cuore, ma nessun altro contenuto.

 

Nelle scorse ore, al termine di un incontro a cui assisteva Khabib avrebbe preso una bandiera palestinese dal pubblico per piazzarle sulle spalle di un atleta di arte marziali miste che stava accompagnando.

 

 

 

Anche la stella russa delle MMA Khamzat Chimaev, nato nella Repubblica di Cecenia e residente in Svezia, avrebbe pubblicato un messaggio di supporto solo grafico.

 

La sua foto, condivisa dai media russi, includeva il contorno della terra di Palestina, con la bandiera palestinese e un disegno della moschea di Al-Aqsa nella Vecchia Gerusalemme.

 

Sostieni Renovatio 21

Dalle stelle delle arti marziali alle stelle del porno: Playboy ha tagliato i suoi legami con la pornostar Mia Khalifa dopo che l’attrice a luci rosse di origine libanese ha pubblicato una serie di tweet che celebravano l’attacco di Hamas a Israele, ha riferito Fox News martedì. Khalifa ha insistito dicendo di non sostenere la violenza.

 

 

«Negli ultimi giorni, Mia ha fatto commenti disgustosi e riprovevoli celebrando gli attacchi di Hamas contro Israele e l’assassinio di uomini, donne e bambini innocenti», ha detto Playboy in una e-mail lunedì ai creatori di contenuti, secondo il sito di notizie americano. «Noi di Playboy incoraggiamo la libertà di espressione e il dibattito politico costruttivo, ma abbiamo una politica di tolleranza zero per l’incitamento all’odio. Ci aspettiamo che Mia capisca che le sue parole e le sue azioni hanno delle conseguenze».

 

La rivista ha aggiunto che il canale Playboy di Khalifa sarebbe stato cancellato e tutti i suoi video bloccati sul suo sito web.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

La controversia è iniziata sabato quando Khalifa ha pubblicato un tweet incoraggiando «i combattenti per la libertà in Palestina a girare i loro telefoni e filmare in orizzontale», spiegando poi che «voglio solo assicurarmi che ci siano filmati in 4K della mia gente che abbatte i muri della prigione ad aria aperta in cui sono stati costretti a lasciare le loro case e ad entrare, quindi abbiamo buone opzioni per i libri di storia che scrivono su come si sono liberati dall’apartheid».

 

 

Durante tutto il fine settimana, Khalifa aveva pubblicato un flusso di contenuti filo-palestinesi. Ha paragonato la foto di un camion carico di membri armati di Hamas a «un dipinto rinascimentale» e ha dichiarato che chiunque si schierasse con Israele era «dalla parte sbagliata dell’apartheid e la storia lo dimostrerà col tempo».

 

I commenti di Khalifa l’hanno vista anche licenziata dalla Red Light Holland, un’azienda di funghi allucinogeni con la quale ha lavorato come consulente sui social media. «Direi che sostenere la Palestina mi ha fatto perdere opportunità di affari, ma sono più arrabbiata con me stessa per non aver controllato se stavo entrando o meno in affari con i sionisti», ha twittato in risposta.

 

 

Nata in Libano, Khalifa è diventata famosa come la star più apprezzata di Pornhub nel 2014, prima di lasciare il settore dopo soli tre mesi davanti alla telecamera. In seguito ha affermato di aver guadagnato solo 12.000 dollari nel settore della pornografia e da allora è passata alla produzione di contenuti per adulti su OnlyFans, una piattaforma che consente agli utenti di pagare direttamente i creatori per foto, video e altri contenuti erotici virtuali.

Aiuta Renovatio 21

Non estranea alle polemiche, Khalifa è stata accusata di antisemitismo nel 2021 dopo aver pubblicato una foto di se stessa mentre beveva vino dalla Francia occupata dai nazisti, che secondo lei era più antico dello «stato» di apartheid di Israele. Tre anni prima, aveva ricevuto minacce di morte dall’ISIS per aver filmato una scena di sesso indossando un hijab.

 

 

Ieri l’appello rivolto dal cantante Justin Bieber ai suoi 293 milioni di follower su Instagram a «pregare per Israele» era grotterscamente accompagnato da un’immagine del danno inflitto da Israele al territorio palestinese di Gaza.

 

La pop star canadese ha condiviso l’immagine come parte di una storia sulla piattaforma di proprietà di Meta. Ieri pomeriggio, però, mancava dopo che numerosi utenti dei social media avevano sottolineato l’incongruenza. La storia sostitutiva di Bieber ha mantenuto il testo «prega per Israele», ma utilizzava invece uno sfondo bianco e un’emoji con il cuore spezzato.

 

 

La strana combinazione di immagine e sentimento condivisa da Bieber sembra aver avuto origine con Churchome, un gruppo cristiano aconfessionale di cui è membro. Da allora l’hanno cancellato anche dal loro profilo Instagram.

 

La foto dell’Associated Press utilizzata nel post originale mostra le conseguenze di un attacco aereo israeliano su Gaza, un territorio palestinese utilizzato come base da Hamas.

Sostieni Renovatio 21

L’attrice Jamie Lee Curtis, nota per le sue battaglie pro-trans, ha fatto un passo falso simile il giorno prima, condividendo una foto intitolata «terrore dai cieli, Israele» che ha poi cancellato quando è emerso che i bambini nella foto erano in realtà palestinesi a Gaza che guardavano un attacco aereo israeliano in arrivo.

 

 

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato guerra a Hamas, mentre il suo ministro della Difesa, Yoav Gallant, ha definito il gruppo «animali» e ha ordinato un «assedio completo» di Gaza. Il governo degli Stati Uniti ha dato un sostegno inequivocabile a Israele.

 

Il governo russo ha condannato la violenza contro i civili, indipendentemente da chi la perpetra. Martedì il presidente Vladimir Putin ha affermato che la crisi è la prova del fallimento della diplomazia degli Stati Uniti, sostenendo che Washington non si è mai preoccupata degli interessi fondamentali del popolo palestinese.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21



 Immagine screenshot da YouTube
 

Continua a leggere

Bizzarria

Uomo che si chiama J. D. Vance arrestato perché vuole uccidere J.D. Vance

Pubblicato

il

Da

James Donald Vance Jr., 67enne di Grand Rapids nel Michigan – che condivide cognome e iniziali con il vicepresidente J.D. Vance ma non ha legami familiari con lui – è stato condannato questa settimana a due anni di carcere federale per aver minacciato di morte il presidente Donald Trump, il vicepresidente e altri individui.   L’uomo si è dichiarato colpevole a luglio di due reati gravi: minacce di uccisione o lesioni al presidente e al vicepresidente, e trasmissione di comunicazioni minatorie interstatali. Il giudice distrettuale Paul Maloney, a Kalamazoo, ha emesso la sentenza il 17 novembre, come indicato nei registri giudiziari online, optando per 24 mesi di reclusione seguiti da tre anni di libertà vigilata. L’accusa aveva inizialmente richiesto tra 30 e 37 mesi, mentre ogni imputazione prevedeva un massimo di cinque anni di prigione e una multa fino a 250.000 dollari.   Tra marzo e aprile, Vance Jr. ha pubblicato messaggi intimidatori su Bluesky dall’account @diaperJDV. In uno del 1° aprile, ha scritto: «Se Trump, Vance o Musk torneranno mai nella mia città, se ne andranno in un sacco per cadaveri. O mi colpirà un cecchino dei servizi segreti o passerò il resto della vita in prigione. In ogni caso, mi restano solo 10 anni di vita, quindi non me ne frega un cazzo». Un gran giurì lo ha incriminato a giugno.

Iscriviti al canale Telegram

I procuratori, nel memorandum di condanna, hanno evidenziato anche un post di febbraio in cui Vance Jr. aveva caricato la foto di un’arma da fuoco, affermando di essere pronto a rispondere a minacce, e hanno caldeggiato una pena più dura. La difesa, rappresentata dagli avvocati d’ufficio Sean Tilton e Helen Niewenhuis, ha chiesto clemenza invocando abusi psicologici subiti da bambino, attuali problemi di salute e l’assenza di precedenti penali; hanno inoltre precisato che, trattandosi di minacce online, non è stata usata un’arma nel reato, evitando così linee guida punitive più severe.   Il procuratore statunitense per il distretto occidentale del Michigan, Timothy VerHey, ha commentato: «Internet ci permette uno scambio sano di idee, essenziale per la democrazia. Ma alcuni lo usano per minacciare e intimorire, seminando paura e minando i nostri valori democratici. Dicendo di voler uccidere il presidente e il vicepresidente solo perché non era d’accordo con loro, Vance ha oltrepassato un limite che tutti comprendiamo, e va punito».

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Continua a leggere

Bizzarria

Astronauta lesbica non violò i conti bancari della «moglie» mentre era in orbita: nessun crimine spaziale

Pubblicato

il

Da

Summer Worden, ex «moglie» di un’astronauta della NASA, si è dichiarata colpevole di aver fornito false informazioni alle autorità federali riguardo a quanto ritenuto il primo reato commesso nello spazio.

 

Secondo l’ufficio del procuratore statunitense per il distretto meridionale del Texas, la 50enne del Kansas rischia ora fino a cinque anni di carcere federale e una multa fino a 250.000 dollari per le bugie raccontate su Anne McClain.

 

«Nel luglio 2019, Summer Heather Worden ha accusato il suo ex coniuge di aver indovinato la password e di essere entrato illegalmente nel suo conto bancario mentre era in missione sulla Stazione Spaziale Internazionale», ha spiegato l’ufficio.

 

Tuttavia, la «Worden aveva aperto il conto nell’aprile 2018, e entrambe le parti vi avevano accesso fino a gennaio 2019, quando Worden ne aveva cambiato le credenziali». L’inchiesta ha appurato che Worden aveva concesso l’accesso al coniuge almeno dal 2015, condividendo regolarmente le credenziali bancarie.

Iscriviti al canale Telegram

La denuncia iniziale della Worden – la prima accusa di un crimine spaziale – aveva innescato indagini da parte della Federal Trade Commission e dell’Ispettore generale della NASA, come riportato dal New York Times.

 

Il quotidiano descrive la Worden come un’ex ufficiale decorata dell’intelligence dell’Aeronautica USA, mentre McClain – diplomata a West Point, veterana della guerra in Iraq ed entrata alla NASA nel 2013 – è rientrata sulla Stazione Spaziale Internazionale a marzo come comandante della missione SpaceX Crew-10, atterrando in agosto.

 

La Worden e la McClain, lesbiche «sposate» dal 2014, hanno divorziato a gennaio 2020, dopo che McClain l’aveva accusata di aggressione (caso poi archiviato), secondo KSDK.

 

I procuratori hanno precisato che la sentenza per Worden sarà emessa il 12 febbraio 2026, e che le è concessa la libertà su cauzione in attesa dell’udienza.

 

La McClain non è la prima lesbica spaziale: Sally Ride è riconosciuta come la prima donna omofila orbitante. Il pubblico venne a conoscenza del suo orientamento sessuale dopo la sua morte nel 2012 attraverso il suo necrologio, che menzionava la sua relazione durata 27 anni con Tam O’Shaughnessy. La Ride fu anche la prima donna americana nello spazio, raggiungendo questo traguardo nel 1983: la prima femmina che gli USA hanno mandato in orbita era omosessuale.

 

La comunità LGBT, la cui egemonia culturale è oramai al capolinea, ritiene che la vita e la successiva rivelazione della sua sessualità della Ride mettono in luce la comunità queer nascosta nell’esplorazione spaziale, un’operazione che hanno tanto con altri settori, come con l’industria cinematografica hollywoodiana e i suoi omosessuali nascosti.

 

Ora, tuttavia, il lesbismo può esistere, venendo pure ovviamente promosso, alla luce del sole, anche al di fuori dell’atmosfera.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

Continua a leggere

Bizzarria

Candidato falliforme perde le elezioni a Tokyo: sconfitta non troppo amara nel comune di Holly e Benji

Pubblicato

il

Da

Renovatio 21 vi ha recentemente informato del ritorno sulla ribalta politica tokyota di Goto Teruki: genio incompreso o folle a piede libero che dir si voglia, il Teruki, questa volta falliforme, difficilmente passa inosservato.   I 48 manifesti elettorali del nostro affissi nel municipio di Katsushika hanno prontamente suscitato le ire di parte della popolazione edochiana. Non sono mancate le telefonate di protesta alla polizia, che ha provveduto ad attenzionare l’aspirante politico.    

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Nonostante le critiche, c’è anche chi ha pensato di dare il suo voto al candidato del partito Amo Tantissimo il Giappone (questo il nome della sua compagine elettorale, di cui è probabilmente l’unico membro, nessun doppio senso): ben 346 cittadini di Katsushika hanno scelto il candidato vestito da organo maschile a rappresentarli. I votanti sono stati circa 140.000 (affluenza del 40%, in calo), quindi si parla dello 0,2%.   Può sembrare poco, ma ben cinque candidati hanno raccolto meno voti di lui. Il corrispondente di Renovatio 21 in Giappone si dichiara quindi fiero di vivere in questo municipio.   Addirittura, un caffè locale praticava sconti a chi dimostrava di avere votato. Spero che qualcuno degli eroici 346 votanti si sia bevuto un caffè scontato.  

Aiuta Renovatio 21

Per la cronaca, a vincere l’elezione con più di 7000 voti è stato il candidato del Sanseito, il 29enne Kanno Yuto. Katsushika è un municipio a forte (per gli standard locali) presenza di immigrati, quindi la vittoria del partito di Sohei Kamiya è comprensibile.   Ora magari i lettori inizieranno a chiedersi che razza di comune sarà mai Katsushika. Beh, avete presente Holly e Benji (che qui chiamano Capitan Tsubasa)? E’nato qui, e la Nankatsu (in Italia era la New Team, la squadra del protagonista) esiste davvero.   La stazione di Yotsugi è completamente decorata a tema Capitan Tsubasa, al punto che il Family Mart antistante la stazione ha l’insegna sfondata da una pallonata di Mark Lenders, che a dispetto delle orride decisioni di adattamento e doppiaggio italiane si chiama in realtà Hyuga Kojiro. In verità, Oliver Hutton si chiama Ozora Tsubasa, Benji Price Wakabayashi Genzo, Tom Becker Misaki Taro, Bruce Harper Ishizaki Ryo, Julian Ross Misugin Jun, Ed Warner Washimazu Ken, i fratelli Derrick sono Kazuo e Masao Tachibana, mentre la tamarrissima Patty si chiama Nakazawa Sanae.   Ecco gli effetti del notorio «Tiro della tigre» (タイガー ショット, «Taiga shotto») del campione popolano (cui non è facile perdonare l’aver militato nella Juventus) sulla facciata del supermercato locale. Siamo consapevoli del fatto che potrebbe anche trattarsi di un «neotiro della Tigre» (ネオタイガー ショット, «Neo taiga shotto») o addirittura di un «Tiro della tigre selvaggia» (ワイルドタイガー ショット, «Wairudotaiga shotto»)    

Iscriviti al canale Telegram

Ma c’è di più, qui sono nati anche gli inquietanti pupazzi Monchichi (c’è un parco a loro dedicato) e le trottole da battaglia Beyblade (con tutto il mondo che le circonda).  

Parco Monchichi, immagine screenshot da YouTube

  Per i giapponesi poi il quartiere è sinonimo di Kocchi Kame (こちら葛飾区亀有公園前派出所, Kochira Katsushika-ku Kameari kōen-mae hashutsujo, cioè tradotto letteralmente «Questa è la cabina di polizia di Kameari nel quartiere Katsushika») manga famosissimo la cui pubblicazione si è protratta per oltre quarant’anni.   Non bastasse quanto scritto sopra, Katsushika offre scorci meravigliosi come questo:   Altalena spettrale e politicamente scorretta dalle parti di Horikiri.   Katsushika vi aspetta!   Taro Negishi Corrispondente di Renovatio 21 da Tokyo

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine screenshot da YouTube
Continua a leggere

Più popolari