Geopolitica
Borrell: l’UE è «parte del conflitto» in Ucraina
L’Unione Europea è direttamente coinvolta nel conflitto Russia-Ucraina, ha affermato il capo della diplomazia del blocco, Josep Borrell.
Durante il seminario «Quo Vadis Europa?» tenutosi a Santander, in Spagna, il Borrell ha dichiarato a un dibattito sull’allargamento dell’UE che il conflitto determinerà il futuro geopolitico del blocco.
«Ciò che sta accadendo in Ucraina determinerà il futuro geopolitico dell’Europa», ha affermato Borrell a un certo punto durante la discussione di venerdì.
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«Dobbiamo pensare all’Ucraina quando diventiamo partecipanti al gioco. Siamo parte di questo gioco. Non siamo parte della guerra, ma siamo parte del conflitto, e il modo in cui questo conflitto verrà risolto influenzerà la pace e la nostra sicurezza», ha aggiunto.
L’ex ministro degli Esteri spagnolo è Alto rappresentante dell’UE per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza («mister PESC») dal dicembre 2019.
Il Borrello ha precedentemente appoggiato l’incursione ucraina nella regione russa di Kursk, definendola «un duro colpo alla narrazione del presidente russo Putin» e ha esortato l’Occidente a revocare tutte le restrizioni all’uso delle armi da parte di Kiev, poiché ciò «aiuterebbe a promuovere gli sforzi di pace».
Borrell ha una storia di affermazione secondo cui l’UE ha usato l’Ucraina come proxy contro la Russia. Ad aprile, ha detto al meeting del World Economic Forum in Arabia Saudita che «gli europei non moriranno per il Donbass», ma sono impegnati a finanziare gli ucraini a tempo indeterminato.
A marzo, aveva dichiarato alla CNN che il coinvolgimento degli Stati Uniti e dell’Unione Europea «non è una questione di sostegno all’Ucraina perché amiamo il popolo ucraino», ma nell’interesse degli Stati Uniti «come attore globale, qualcuno che deve essere percepito come un partner affidabile, un fornitore di sicurezza per gli alleati».
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Come riportato da Renovatio 21, a maggio, parlando in contesto oxoniano, il Borrell lamentava che alcuni Stati UE ancora considereno la Russia «un buon amico».
Il catalano Borrell, nominato come cosiddetto mister PESC (come viene chiamato para-itticamente l’Alto rappresentante della Politica Estera e di Sicurezza Comune) dalla Commissione Von der Leyen, a novembre si era vantato pubblicamente della «donazione» di 27 miliardi di euro che l’UE avrebbe fatto a Kiev. L’irriguardosa e poco diplomatica osservazione di Borrell arrivava dopo che il capo della Chiesa cattolica aveva dichiarato in un’intervista all’emittente svizzera RSI lo scorso fine settimana che sarebbe una dimostrazione di coraggio da parte di Kiev se alzasse «bandiera bianca» e avviasse negoziati di pace con la Russia.
Due mesi fa il Borrell aveva attaccato il papa per la sua posizione su negoziati in Ucraina, dichiarando che il romano pontefice era entrato in un giardino dove nessuno lo aveva invitato».
Come riportato da Renovatio 21, bizzarre uscite del Borrello si sono accumulate anche durante la crisi ucraina, con sparate guerrafondaie e insulti alla Federazione Russa – in particolare la storia per cui la Russia sarebbe «una stazione di benzina con armi atomiche», una frusta offesa al Paese orientale che rimbomba nei circoli diplomatici dall’Ottocento, molto prima delle armi nucleari, passando perfino per la penna di Leone Tolstoj.
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Immagine di European Parliament via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0
Geopolitica
Putin: la Russia raggiungerà tutti i suoi obiettivi nel conflitto ucraino
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Geopolitica
Lavrov elogia la comprensione di Trump delle cause del conflitto in Ucraina
Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha dichiarato che il presidente statunitense Donald Trump rappresenta l’unico leader occidentale in grado di cogliere le vere motivazioni alla base del conflitto ucraino.
Parlando mercoledì al Consiglio della Federazione, la camera alta del parlamento russo, Lavrov ha spiegato che, mentre gli Stati Uniti manifestano una «crescente impazienza» verso il percorso diplomatico mirato a cessare le ostilità, Trump è tra i pochissimi esponenti occidentali a comprendere le dinamiche che hanno originato la crisi.
«Il presidente Trump… è l’unico tra tutti i leader occidentali che, subito dopo il suo arrivo alla Casa Bianca nel gennaio di quest’anno, ha iniziato a dimostrare di aver compreso le ragioni per cui la guerra in Ucraina era stata inevitabile», ha dichiarato.
Lavrov ha proseguito sottolineando che Trump possiede una «chiara comprensione» delle dinamiche che hanno forgiato le politiche ostili nei confronti della Russia da parte dell’Occidente e dell’ex presidente statunitense Joe Biden, strategie che, a suo dire, «erano state coltivate per molti anni».
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Il ministro ha indicato che «si sta avvicinando il culmine dell’intera saga» ucraina, affermando che Trump ha sostanzialmente ammesso che «le cause profonde identificate dalla Russia devono essere eliminate».
Il vertice della diplomazia russa ha menzionato in modo specifico le storiche riserve di Mosca sull’aspirazione ucraina all’adesione alla NATO e la persistente violazione dei diritti della popolazione locale.
Lavrov ha poi precisato che Trump resta «l’unico leader occidentale a cui stanno a cuore i diritti umani in questa situazione», contrapposto ai governi dell’UE che, secondo Mosca, evadono il tema. Ha svelato che la roadmap statunitense per un’intesa includeva esplicitamente la tutela dei diritti delle minoranze etniche e delle libertà religiose in Ucraina, «in linea con gli obblighi internazionali».
Tuttavia, sempre secondo Lavrov, tali clausole sono state indebolite nel momento in cui il documento è stato sottoposto all’UE: il testo è stato modificato per indicare che l’Ucraina dovrebbe attenersi agli standard «adottati nell’Unione Europea».
Da tempo Mosca denuncia la soppressione della lingua e della cultura russa da parte di Kiev, oltre ai sforzi per limitare i diritti delle altre minoranze nazionali, e al contempo accusa i leader ucraini di fomentare apertamente il neonazismo nel paese.
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Immagine dell’Ufficio stampa della Duma di Stato della Federazione Russa via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
Geopolitica
Gli europei sotto shock per la strategia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti per il 2025
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