Oligarcato
Bill Gates ricattato da Epstein per una storia con una giovane giocatrice di bridge russa
Il misterioso finanziere pedofilo Jeffrey Epstein avrebbe ricattato Bill Gates con la minaccia di rendere pubblica la storia di Gates con una giovane giocatrice di Bridge russa. Lo riporta il Wall Street Journal in un nuovo articolo di rivelazioni sul caso Epstein.
Secondo il WSJ, Epstein ha tentato di usare la sua conoscenza della presunta relazione di Gates per costringere il miliardario tecnologico a investire nelle sue iniziative finanziarie.
Gates ha incontrato la giocatrice di bridge russa Mila Antonova intorno al 2010 durante un torneo di bridge, riporta il quotidiano di Nuova York. Uno dei consiglieri di Gates all’epoca, Boris Nikolic (poi enigmaticamente reso esecutore testamentario di riserva di Epstein), presentò Antonova a Epstein nel 2013 per raccogliere fondi per l’idea imprenditoriale della giocatrice di bridge russa chiamata «BridgePlanet».
Sebbene alla fine Epstein abbia deciso di non investire, il ricco pedofilo aveva pagato gli studi di Antonova in programmazione software. Secondo le fonti citate dal WSJ, Epstein ha inviato un’e-mail a Gates nel 2017 chiedendo il rimborso del costo del corso di informatica dell’Antonova.
«La somma era irrilevante per i due uomini e il tono del messaggio era che Epstein sapeva della vicenda e poteva denunciarla», afferma l’articolo del WSJ, citando l fonti.
Il messaggio era stato recapitato a Gates dopo che il pedofilo, che ricordiamo era già stato condannato 18 mesi di carcere nel 2008 per «adescamento e procura di una persona di età inferiore ai 18 anni per la prostituzione», aveva tentato senza successo di convincere il fondatore di Microsoft a investire «in un fondo di beneficenza multimiliardario che Epstein ha cercato di stabilire con JPMorgan Chase».
«L’implicazione dietro il messaggio, secondo le persone che l’hanno visto, era che Epstein avrebbe potuto rivelare la relazione se Gates non avesse mantenuto un’associazione tra i due uomini», ha riferito il WSJ.
Una portavoce di Gates sembrava confermare che il co-fondatore di Microsoft avesse una «relazione» con Antonova, dicendo al WSJ che «il signor Gates ha incontrato Epstein esclusivamente per scopi filantropici. Avendo ripetutamente fallito nel trascinare il signor Gates al di là di queste questioni, Epstein ha cercato senza successo di sfruttare una relazione passata per minacciare il signor Gates».
La portavoce ha inoltre aggiunto che Gates non ha rimborsato Epstein per il corso di programmazione di Antonova. «Il signor Gates non ha avuto rapporti finanziari con Epstein», ha affermato.
Nell’agosto 2019, Epstein è stato trovato morto nella sua cella, poche settimane dopo essere stato arrestato e accusato di traffico sessuale. La sua morte è stata considerata un suicidio dal medico legale, ma le circostanze della sua morte sono estremamente dubbie. Le due telecamere di sicurezza davanti alla cella di Epstein avrebbero «funzionato male» la notte in cui Epstein è morto e le guardie carcerarie «non sono riuscite a seguire una procedura durante la notte per effettuare controlli separati su tutti i prigionieri ogni 30 minuti».
La relazione di Gates con Epstein è iniziata intorno al 2011 dopo che Epstein era già stato condannato per adescamento di un minore alla prostituzione. I registri di volo rivelano che Gates ha volato sul famigerato aereo “Lolita express” di Epstein dal New Jersey alla Florida, anche se Gates ha il suo aereo privato.
Thorbjørn Jagland, l’ex primo ministro della Norvegia, ha anche attestato i lucrativi interessi commerciali su cui Epstein e Gates stavano lavorando insieme, affermando che in un incontro del 2013 presso la residenza di Jagland riguardante la produzione di vaccini «Bill Gates ed Epstein sono arrivati insieme, seguiti dagli altri». Il quotidiano norvegese DN Magasinet ha osservato che «Epstein, che conosceva Gates, è stata la persona che ha presentato il miliardario all’IPI [International Peace Institute]», che in seguito ha collaborato con Gates nella «lotta contro la poliomielite».
È stato raccontato che Epstein avrebbe raccontato a Gates di potergli aprire la strada per il Nobel per la Pace. Tuttavia il rapporto tra i due potrebbe avere altre basi.
Renovatio 21, che ha dato subito conto della bizzarra amicizia quando essa emerse l’anno scorso grazie ad un exposé del New York Times e riemerse quest’anno con il divorzio dei Gates, ha suggerito la risposta alla domanda che nemmeno il giornalista più coraggioso ha provato a rivolgere al primo donatore mondiale dell’OMS: cosa univa in realtà, nel profondo, Epstein e Gates? Nessuno dei due aveva bisogno di danaro. Né di donne, riteniamo. E quindi?
La risposta che abbiamo provato a dare è: l’eugenetica.
Epstein era una sorta di transumanista apocalittico: aveva avuto l’idea di mettere il suo seme «superiore» e quello di geni accademici nel grembo delle ragazzine che sfruttava. Da lì si sarebbe potuto ripopolare il pianeta con una razza eletta di superuomini cervelloni
«È possibile che Gates vedesse in Epstein – con le sue isole, i suoi ranch, i suoi progetti di fanciulle ingravidate con il seme suo e di supergeni scienziati – qualcuno che comprendesse la sua visione del mondo e la sua rara capacità di renderla reale?» si chiedeva Renovatio 21 un anno fa.
L’argomento dell’eugenetica era discusso apertamente da Bill e la moglie Melinda dentro e fuori della loro Fondazione; era il tema preferito prima di quello delle Pandemie e dei vaccini, che del controllo della popolazione è diretta conseguenza.
Renovatio 21 ha altresì riportato di altre cene che in quegli anni Gates faceva con i Soros, i Rockefeller, i Buffet, etc. L’argomento, trapelò, era proprio quello: il controllo della popolazione mondiale, la sua riduzione.
Nell’ultima informata di documenti rivelatori su Epstein pubblicata dal WSJ vi sono ulteriori novità che parlano dei progetti eugenetici di Epstein, che tratteremo in un altro articolo.
Rimane chiara l’immagine che di sé diede Gates quando fu intervistato sul suo rapporto con Epstein due anni fa.
«Non c’è assolutamente nessuna novità» ribadisce all’interlocutore, per poi chiudere l’argomento in modo inquietante: «lui è morto».
«Lui è morto» ripete ancora Gates parlando del suo rimpianto per averlo incontrato, «in generale, sai, devi stare attento».
Immagine screenshot da YouTube
Oligarcato
Papa Leone conferisce a Carlo III, capo della Chiesa d’Inghilterra, la cattedra permanente nella basilica papale
Papa Leone XIV è pronto a compiere un gesto senza precedenti in occasione della visita ufficiale di re Carlo III la prossima settimana.
Leone XIII nominerà Carlo, capo della Chiesa d’Inghilterra, «confratello reale» di San Paolo fuori le Mura, una delle quattro basiliche papali. A tal proposito, a Carlo sarà concesso l’uso di una cattedra speciale e permanente.
Carlo III pregherà inoltre insieme al papa nella Cappella Sistina, durante un «servizio ecumenico» pubblico.
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«Segnerà un momento significativo nelle relazioni tra la Chiesa cattolica e la Chiesa d’Inghilterra, di cui Sua Maestà è il Governatore Supremo, riconoscendo il lavoro ecumenico intrapreso e riflettendo il tema dell’anno giubilare di camminare insieme come “Pellegrini della speranza”», ha dichiarato un portavoce di Buckingham Palace.
Secondo l’agenzia Reuters, i due avranno anche un incontro privato per discutere di «sostenibilità climatica».
Il re britannico, ora onorato dalla chiesa cattolica, siede sul trono che dal XVI secolo, dopo lo scisma del re pazzo e malvagio Enrico VIII, perseguitò in maniera cruenta i cattolici, giustiziando e scorticando fedeli e preti (con la loro pelle hanno rivestiti libri ancora oggi in bella mostra) obbligandoli alla clandestinità.
Uno degli eroi di questa catastrofe fu Guido Fawkes, il cattolico che tentò di far saltare Westminister (l’ultimo uomo che vi è entrato con intenzioni sincere, dice una nota battuta circolante nella politica british) per rinstaurarvi un potere cattolico. Fawkes, tradito, fu catturato e torturato, squartato in parti che furono mandate ai quattro angoli del regno, nonostante egli avesse accettato le condizione del re inglese.
Ancora oggi la tradizione vuole che in Inghilterra si brucino le effigi di Fawkes ogni 5 novembre. Per quelle che crediamo essere ragioni di Stato non diverse da quelle che hanno portato al presente e osceno sviluppo, il simbolo di Fawkes non è stato abbracciato dai cattolici, ma dalla teppa pseudo-anarchica, solo, tuttavia, perché rielaborato dal fumettista Alan Moore nella celebrata graphic novel poi divenuta film V per Vendetta.
Non si tratta, tuttavia, solo di storia di secoli fa: a scandalizzare il cattolico dovrebbe essere l’appartenenza della stirpe Windsor alla Cultura della Morte, quella che sostiene – passandosi il compito geneticamente, da Filippo a Carlo a Guglielmo ed Enrico – la riduzione della popolazione e quindi l’astio verso l’essere umano.
Dietro alla facciata ecologista, senza neanche tanto grattare, gli Windsor (che in realtà non sono britannici e non si chiamano Coburgo Gotha: Windsor è il nome di un paesino inglese che suonava bene per il rebranding del loro casato tedesco) si rivelano arconti della Necrocultura – sono una famiglia della morte. Chiedete ad Alfie Evans, a Charlie Gard, a tantissimi di cui non conosceremo mai il nome.
La storia del Carlo, come universalmente noto, ma per qualche ragione non considerato, non è stata limpidissima, dalla morte Diana ai milioni presi dalla famiglia Bin Laden in buste di plastica. Un anno fa emerse che nel 1983 l’allora principe di Galles aveva ricevuto un premio da un veterano nazista, una laurea ad honorem presso l’università dell’Alberta, in Canada.
Andrebbero anche ricordati l’amicizia, e le donazioni milionarie, che a Carlo fece il misterioso petroliere americano (per qualcuno spia KGB) Armand Hammer: quando nel 1988 la piattaforma petrolifera marina Piper Alpha della Occidental Petroleum collassò nelle fiamme a 200 miglia da Aberdeen uccidendo 160 persone, il futuro re si precipitò a difendere Hammer, che se la cavò alla grande. Sulla questione della dinastia degli Hammer, miliardari ebrei americani di origini russe a cui fu permesso per qualche motivo di restare vicini al Cremlino, andrebbe scritto un articolo a parte, specie dopo le accuse, sulle quali oltre ai presunti stupri i giornali hanno pure fatto aleggiare lo spettro di perversioni cannibalistiche, del nipote divo di Hollywood Armie Hammer.
Per non parlare dell’amicizia persona con Jimmy Savile, il popolare DJ e conduttore TV britannico che, secondo accuse emerse appena dopo la sua morte nel 2011 ma che circolavano come voci da decenni, avrebbe abusato in istituti scolastici e manicomiali di cui era donatore di qualcosa come 400 ragazzine.
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Un momento in cui la malvagità della corona britannica è emerso è stato quando nel maggio 2024 è stato presentato in pompa magna il ritratto ufficiale del re, un’immagine che sembra uscita dall’inferno, composta da un artista noto per aver praticato in passato collage con riviste pornografiche.
«You can Stick your Royal Family Up Your Arse», «puoi ficcarti la famiglia reale su per il» aveva cantato la curva del Celtic, la squadra della comunità cattolica della città di Glasgow, al momento dell’incoronazione di Carlo.
Sì: gli ultras scozzesi, oggi, possono essere più cattolici del papa.
Nel frattempo, l’odierno malvagio re britannico a Roma riceve il plauso pure dei parlamentari italiani.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
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Il principe Andrea rinuncia ai titoli a causa dello scandalo Epstein
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Fico: Boris Johnson ha tratto profitto dal conflitto in Ucraina
L’ex primo ministro britannico Boris Johnson aveva interessi economici nel prolungamento del conflitto in Ucraina, ha sostenuto il primo ministro slovacco Robert Fico.
Parlando giovedì al parlamento slovacco, Fico ha citato recenti articoli della stampa britannica che collegano Johnson all’imprenditore Christopher Harborne, attivo nella produzione di armi. Harborne avrebbe donato 1 milione di sterline (1,15 milioni di euro) a Johnson dopo la fine del suo mandato nel 2022 e lo avrebbe accompagnato in almeno una visita a Kiev nel 2023.
Fico ha indicato questo caso come esempio di ciò che ha definito corruzione e speculazione bellica tra i politici occidentali, collegandolo al ruolo di Johnson nell’ostacolare un accordo di pace tra Russia e Ucraina negoziato in Turchia nelle prime fasi del conflitto.
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«Boris Johnson si è battuto per prolungare la guerra. Poi ha ricevuto un milione di sterline da un produttore di armi», ha dichiarato Fico. «Non voleva porre fine al conflitto perché sapeva di avere un amico che gli avrebbe dato denaro e, in cambio, lo avrebbe aiutato con le armi in Ucraina».
Il leader slovacco ha aggiunto che «molte persone hanno tratto enormi profitti» dal conflitto, mentre gli ucraini «sono stati e continuano a essere le principali vittime di questa guerra».
Fico ha anche fatto riferimento all’ex presidente francese Nicolas Sarkozy, fervente sostenitore dell’intervento NATO in Libia nel 2011. A settembre, Sarkozy è stato condannato a cinque anni di carcere per finanziamento illecito della campagna elettorale, legato a donazioni ricevute dal leader libico Muammar Gheddafi, deposto e ucciso durante l’intervento NATO.
Il primo ministro di Bratislava ha espresso a lungo critiche verso l’approccio occidentale al conflitto ucraino, opponendosi alla continua fornitura di armi a Kiev, una politica fortemente appoggiata da Johnson.
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«Molti Paesi occidentali vogliono davvero che questa guerra continui», ha detto giorni fa Fico, che a dicembre 2024 aveva preoconizzato che «gli ucraini saranno traditi» dai Paesi occidentali e Kiev «perderà territorio», forse fino a un terzo del totale, e «non sarà invitata nella NATO».
Come riportato da Renovatio 21, settimane fa Fico aveva aspramente criticato il presidente americano Joe Biden dichiarando che muovere le restrizioni all’uso da parte dell’Ucraina di missili a lungo raggio forniti dagli Stati Uniti contro obiettivi in territorio russo è insensato e controproducente. «Si tratta di un’escalation di tensioni senza precedenti», ha affermato Fico, definendola un tentativo di influenzare negativamente le politiche del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump e di «frustrare e ritardare» qualsiasi colloquio di pace.
Dopo l’attentato subito, assicurando che la Slovacchia avrebbe posto il veto sull’entrata di Kiev nell’Alleanza Atlantica, Fico aveva detto che «l’adesione dell’Ucraina alla NATO significa una Terza Guerra Mondiale garantita».
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Immagine di Number 10 via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
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