Salute
Ballerino indiano crolla al suolo durante una performance
Una scena che abbiamo imparato, purtroppo, a conoscere sempre meglio.
Una performance pubblica di un ballerino, un cantante, un attore. Quindi la caduta sul palco del protagonista: improvvisa, inspiegata, violenta.
Casi del genere sono stati registrati in tutto il mondo, dalla Spagna al Sud America. Ora è il turno dell’India, dove pare che, neanche qui, si tratti di eventi rari.
Un ballerino di nome Yogesh Gupta si stava esibendo vestito da dea indiana Parvati nello stato indiano del Jammu. Il Gupta eseguiva una serie di passi di danza e rotazioni del corpo come da sua routine.
Eccolo che cade a terra, incapace di rialzarsi, muovendosi a stento mentre è steso sul palco.
एक और हादसा।
हंसते-गाते-नाचते हुए एक और मौत की LIVE तस्वीर। यह बहुत चिंताजनक ट्रेंड है। अब इसपर बहुत गंभीरता से व्यापक तरीक़े से बात होनी चाहये pic.twitter.com/FGPxQvWHit
— Narendra nath mishra (@iamnarendranath) September 8, 2022
«La musica è continuata senza che nessuno si rendesse conto di cosa fosse successo», riporta l’Economic Times of India, fino a che «un altro attore vestito da Shiva è salito sul palco e ha cercato di tirarlo su».
Il canale NDTV riferisce che i membri del pubblico credevano, anche qui come in altre occasioni simili in giro per il modno, che l’improvviso collasso del danzatore fosse parte della performance».
«Le fonti dicono che l’uomo, Yogesh Gupta, è morto per un attacco di cuore», riferisce NDTV , aggiungendo che «diversi incidenti di questo tipo sono stati segnalati in tutto il Paese».
Un giornalista che ha twittato il video dell’incidente ha commentato: «Un altro incidente. Immagine dal vivo di un’altra morte mentre si ride e si balla. Questa è una tendenza molto preoccupante. Ora questo deve essere discusso in modo molto serio».
Tali eventi sembrano verificarsi in India su base regolare.
L’India era stata teatro anche di un altro recente video virale di questo tipo, quello dell’allenatore di Ghaziabad, uno sportivo ripreso da un video di sorveglianza mentre stava morendo per un attacco cardiaco mentre faceva poco più che sedersi su una sedia.
#NDTVBeeps | Video: Ghaziabad Gym Trainer Dies Of Heart Attack While Sitting On Chair pic.twitter.com/4US4gZcBft
— NDTV (@ndtv) October 19, 2022
Due settimane fa si era avuto il caso del popolare cantante haitiano Mikaben, collassato e morto sul palco davanti al suo pubblico durante un enorme concerto a Parigi.
Another major artist collapses and dies on stage in France of a heart attack.
Michael “Mikaben” Benjamin. Haitian recording artist was 41#SuddenAdultDeathSyndrome pic.twitter.com/oNEditBT8l
— Hello Dave (@David83823494) October 16, 2022
Più o meno nelle stesse ora, cadeva al suolo in diretta TV la cantante e attrice colombiana Mary Perdomo.
???????????????? pic.twitter.com/8EwbZdlJWw
— NiCoLeEliSei (@NiCoLeEliSei1) October 17, 2022
A inizio anno si era avuto il caso dell’attrice comica Heather McDonald, che crollò sul palco durante una performance mentre faceva una battuta sulla terza dose ricevuta e su Gesù Cristo.
Heather McDonald was "hopped up" on the clot shots+ too. pic.twitter.com/5Q2Xl7rgAz
— Ric Wonders (@ric_wonders) October 29, 2022
Avevamo iniziato un anno fa con i calciatori. Il lettore di Renovatio 21 lo ricorderà: già dall’inizio 2021 c’era questa strana trafila, statisticamente calcolata, di sportivi che crollavano in campo.
????????????????????????????????#plandemic #NoCovidPassports #nogreenpaas #NoCovidID pic.twitter.com/5KGkqjAoby
— Theodosius 402 (@TheodosiusTG) December 13, 2021
Renovatio 21 aveva nell’arco di questi anni registrato anche casi non dissimili fra guardie reali, raccattapalle e giornalisti.
Weer ene! Pedro Martinez and Federico Delbonis rush to the aid of a ball boy who collapsed at the Australian Open this morning.
I've watched tennis for many years, not once seen a ball boy collapse, "new normal". pic.twitter.com/IedO96falc
— Fepke , https://gab.com/Fepke , (@rhgfdrth) January 18, 2022
???????? Brazilian Reporter Collapses Live on TV
Rafael Silva, 36, From Tv AlterosaHe Was Quickly Rescued and Taken to The Hospital, Where He Is Now In ICU. On The Way, He Suffered Five Cardiac Arrests.He Took the Booster Shot on December 28th
JustDudeChannel pic.twitter.com/AwTLNghqEt
— Dusty Desert Dweller (@dusty_dweller) January 4, 2022
Nessuno pare sfuggire ai questi dannati malori in aumento in tutte le categorie professionali.
È proprio un bel mistero.
Immagine screenshot da Twitter
Essere genitori
Livelli pericolosamente elevati di metalli tossici nei giocattoli di plastica per bambini
Un recente studio brasiliano ha rilevato concentrazioni allarmanti di metalli tossici nei giocattoli per bambini commercializzati nel Paese. Lo riporta Science Daily.
Ricercatori di due università brasiliane hanno esaminato un vasto campionario di giocattoli di plastica, sia di produzione nazionale che importati, conducendo l’indagine più completa mai realizzata sulla contaminazione chimica di questi articoli.
Il dato più inquietante riguarda il bario: in molti campioni la sua concentrazione è risultata fino a 15 volte superiore al limite di sicurezza previsto dalla normativa brasiliana. L’esposizione prolungata al bario è associata a gravi danni cardiaci e neurologici, inclusa la paralisi.
«Sono state rilevate anche elevate quantità di piombo, cromo e antimonio. Il piombo, associato a danni neurologici irreversibili, problemi di memoria e riduzione del QI nei bambini, ha superato il limite nel 32,9% dei campioni, con alcune misurazioni che hanno raggiunto quasi quattro volte la soglia accettata» scrive Science Daily. «L’antimonio, che può scatenare problemi gastrointestinali, e il cromo, un noto cancerogeno, erano presenti al di sopra dei livelli accettabili rispettivamente nel 24,3% e nel 20% dei giocattoli».
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Attraverso la spettrometria di massa al plasma, lo studio ha identificato ben 21 elementi tossici: argento (Ag), alluminio (Al), arsenico (As), bario (Ba), berillio (Be), cadmio (Cd), cerio (Ce), cobalto (Co), cromo (Cr), rame (Cu), mercurio (Hg), lantanio (La), manganese (Mn), nichel (Ni), piombo (Pb), rubidio (Rb), antimonio (Sb), selenio (Se), tallio (Tl), uranio (U) e zinco (Zn).
«Questi dati rivelano uno scenario preoccupante di contaminazione multipla e mancanza di controllo. Tanto che nello studio suggeriamo misure di controllo più severe, come analisi di laboratorio regolari, tracciabilità dei prodotti e certificazioni più stringenti, soprattutto per i prodotti importati», ha dichiarato uno degli autori principali della ricerca.
Gli studiosi hanno inoltre calcolato i tassi di rilascio delle sostanze: la percentuale che effettivamente passa dal giocattolo al bambino durante l’uso normale (inclusa la pratica di portarli alla bocca). I valori oscillano tra lo 0,11% al 7,33%, quindi solo una piccola parte del contaminante viene assorbita. Tuttavia, le elevatissime concentrazioni iniziali e l’esposizione quotidiana prolungata (per mesi o anni) rendono il rischio sanitario comunque significativo.
I ricercatori ritengono che i metalli pesanti entrino nei giocattoli soprattutto durante la produzione, in particolare con le vernici e i pigmenti utilizzati. Le correlazioni tra gli elementi rilevati suggeriscono, in molti casi, una fonte comune di contaminazione.
In studi precedenti, lo stesso gruppo aveva già documentato la presenza nei giocattoli di interferenti endocrini (sostanze che alterano l’equilibrio ormonale), associati a problemi di fertilità, disturbi metabolici e aumento del rischio oncologico.
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Salute
Le microplastiche potrebbero causare malattie cardiache
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Cancro
I tatuaggi collegati ad un rischio più elevato di cancro della pelle. Per il fegato chiedete alla Yakuza
Un recente studio ha rilevato che chi porta tatuaggi corre un rischio del 29% superiore di ammalarsi di una variante aggressiva di tumore cutaneo.
Gli studiosi hanno indagato il nesso tra tatuaggi e melanoma cutaneo, una neoplasia che origina dalle cellule preposte alla produzione di melanina, il pigmento responsabile della colorazione di pelle, capelli e iride.
Il melanoma cutaneo è ritenuto la forma più insidiosa di cancro della pelle e, se non curato per tempo, può metastatizzare con rapidità ad altre zone del corpo. Pur potendo insorgere in qualunque distretto corporeo, tipicamente si manifesta nelle zone cutanee esposte ai raggi solari. I ricercatori hanno vagliato le cartelle cliniche di oltre 3.000 svedesi tra i 20 e i 60 anni, riscontrando un incremento del 29% nella probabilità di melanoma cutaneo tra i tatuati.
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Non è emersa alcuna correlazione tra l’estensione del tatuaggio e un pericolo accresciuto di insorgenza tumorale. «I tatuaggi policromi, sia isolati sia abbinati a neri o grigi, paiono legati a un lieve innalzamento del rischio di melanoma cutaneo», hanno osservato gli autori. «Non si è rilevato che i tatuati con forte esposizione ai raggi UV manifestino un pericolo maggiore di melanoma cutaneo rispetto a quelli con minor irraggiamento. Dunque, i nostri risultati indicano che la scomposizione accelerata dei pigmenti indotta dai raggi UV non amplifica il rischio di melanoma oltre quello intrinseco all’esposizione ai tatuaggi stessi».
La ricerca ha pure evidenziato che il picco di vulnerabilità si registra tra chi esibisce tatuaggi da 10 a 15 anni.
L’inchiostro tatuato è percepito dal corpo come un corpo estraneo, scatenando una reazione immunitaria: i pigmenti vengono racchiusi dalle cellule del sistema immunitario e convogliati ai linfonodi per lo stoccaggio.
Secondo i dati disponibili, il numero di italiani tatuati sarebbe stimato intorno ai 7 milioni, pari a circa il 12,8-13% della popolazione over 12 anni. Questa cifra proviene principalmente da un’indagine condotta dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) nel 2015, su un campione di oltre 7.600 persone rappresentative della popolazione italiana dai 12 anni in su, e confermata in report successivi di altri enti. Se si includono gli “ex-tatuati” (chi ha rimosso il tatuaggio), la percentuale sale al 13,2%.
In Italia le donne sono leggermente più tatuate (13,8%) rispetto agli uomini (11,7-11,8%). I minorenni (12-17 anni) costituirebbero circa il 7,7-8% dei tatuati, con l’età media del primo tatuaggio intorno ai 25 anni. La fascia d’età in cui il tattoo è più diffuso è quella dei 35-44 anni (23,9% tra i tatuati).
Alcuni articoli e sondaggi parlano di un 48% della popolazione tatuata, che renderebbe l’Italia il paese più tatuato al mondo, prima di Svezia 47% e USA 46%. Tuttavia alcuni non ritengono questa cifra attendibile.
Secondo quanto riportato solo il 58,2% degli italiani è informato sui rischi (infezioni, allergie, ecc.). Il 17-25% dei tatuati vorrebbe rimuoverlo, per un totale di oltre 1,5 milioni di potenziali rimozioni.
La categoria sociale più vastamente tatuata del mondo è probabilmente quella dei mafiosi giapponesi, i famigerati Yakuza. Secondo varie fonti storiche, giornalistiche e culturali, i membri di alto livello della Yakuza (i cosiddetti oyabun o boss) soffrono spesso di problemi epatici gravi, come cirrosi o insufficienza epatica, e i tatuaggi tradizionali (irezumi) sono considerati un fattore contributivo importante
I tatuaggi Yakuza sono estesi (coprono spesso schiena, braccia, petto e gambe in un «body suit» completo) e realizzati con tecniche tradizionali manuali (tebori), usando aghi di bambù o metallo e inchiostri a base di carbone (sumi). Ciò può portare al blocco delle ghiandole sudoripare, con la densità dell’inchiostro e le cicatrici multiple impediscono al sudore di evaporare normalmente dalla pelle. Il sudore aiuta a eliminare tossine (come alcol e metaboliti), quindi il fegato deve «lavorare di più» per processarle, accelerando il danno epatico. Questo è un problema comune tra i boss anziani, che hanno tatuaggi completati in anni di sessioni dolorose.
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Vi sarebbe inoltre il rischio di infezioni e epatite C: gli aghi non sterilizzati (comuni nelle sessioni tradizionali) trasmettono facilmente virus come l’epatite C, che attacca direttamente il fegato causando infiammazione cronica e cirrosi. Molti boss hanno contratto l’epatite proprio durante i tatuaggi, e questo è un fattore dominante nei casi documentati.
Infine, la tossicità dell’inchiostro: i pigmenti tradizionali possono causare febbri sistemiche e accumulo di metalli pesanti (come piombo o cromo), che sovraccaricano il fegato nel tempo, specialmente con un abuso di alcol (comune nella Yakuza per «festeggiamenti» e rimedio allo stress).
L’esempio più noto è quello di Tadamasa Goto (ex-boss del clan Goto-gumi, noto come «il John Gotti del Giappone»): nel 2001, a 59 anni, ha dovuto volare negli USA per un trapianto di fegato al UCLA Medical Center, saltando una lista d’attesa di 80 persone – secondo quanto scrissero i media, pagando 1 milione di dollari e fornendo info all’FBI. La sua cirrosi era dovuta a epatite C da tatuaggi non sterili, alcolismo e stile di vita.
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