Geopolitica
Attentato a Imran Khan. Pakistan nel caos
L’ex primo ministro pakistano Imran Khan è stato colpito a colpi di arma da fuoco durante una manifestazione politica lo scorso giovedì.
Vari media hanno affermanoto che l’ex premier sarebbe stato ferito alla gamba. «Imran Khan, l’ex primo ministro del Pakistan, ha subito una ferita da proiettile alla gamba dopo che un uomo armato ha aperto il fuoco durante una manifestazione a Wazirabad», ha riferito Al Jazeera. «Azhar Mashwani, un funzionario del partito Pakistan Tehreek-e-Insaf di Khan, giovedì ha confermato ad Al Jazeera che il politico è stato colpito a una gamba ma non sarebbe in pericolo».
I servizi di sicurezza pakistani hanno confermato un tentato omicidio contro l’ex primo ministro del paese Imran Khan all’inizio della giornata durante una manifestazione politica.
Un alto leader del partito di Khan, il Pakistan Tehreek-e-Insaf (PTI), n ha detto che Khan è stato colpito a un piede, per il quale è attualmente sottoposto a un intervento chirurgico. «L’ex capitano di cricket pakistano è stato prelevato dal luogo della manifestazione appena fuori dalla città di Gujranwala per ricevere cure a Lahore, a circa due ore e mezza di auto», scrive la CNN.
Footage of the firing. Assassination attempt on Imran Khan. pic.twitter.com/fmSgI2E8jc
— Ihtisham Ul Haq (@iihtishamm) November 3, 2022
Il sospetto attentatore, che avrebbe già confessato, è stato bloccato dalla folla degli astanti e dalla polizia, che lo ha arrestato in flagrante subito dopo aver sparato al Khan che stava partecipando ad una parata politica dove, con il suo staff, stava in piedi su un grande container.
L’attacco avrebbe ucciso una persona e ferito altre sei. La violenza arriva in quadro politico incandescente dove il Khan stava conducendo una marcia di protesta verso la capitale Islamabad nel tentativo di indurre il governo a indire elezioni anticipate.
Riprese delle telecamere a circuito chiuso dell’assassino che ha sparato a Imran Khan. L’assassino è stato successivamente arrestato dai membri del PTI e consegnato alla polizia pakistana. pic.twitter.com/zrHSs8kq4m
– Guerre Sovietiche-Afghane Samurai 1980 (@Samurai19801) 3 novembre 2022
Ci sono notizie contrastanti secondo cui un secondo tiratore stesse sparando con un’arma automatica. Non è assolutamente chiaro, al momento, chi possa essere il mandante.
Imran Khan was shot in the leg but was stable while being taken to hospital.I saw the assassin while firing from top of container, he fired a burst from his pistol & he was on the left side. He celebrated after firing so it was a planned assassination attempt. pic.twitter.com/OcNJhHTNcg
— Musa Virk (@MusaNV18) November 3, 2022
Come riportato da Renovatio 21, il Khan è stato di recente detronizzato in quello che lui stesso ha definito «un complotto USA». Da premier, aveva mostrato politiche filo-Repubblica Popolare Cinese (di fatto da sempre alleata del Pakistan contro l’India) e negli ultimi tempi filo-russe, posizione più nuova per un premier pakistano. Il Khan aveva altresì avviato accordi con il Tehreek-i-Labbaik Pakistan, il partito islamista del Paese.
Khan, ex campione di cricket – inaffrontabile sport nazionale di Pakistan e India, aveva sposato in prime nozze l’erede di una importante famiglia dell’oligarcato britannico, Jemina Goldsmith. Le ultramiliardarie fortune Goldsmith, casato di origine ebraico-tedesca (erano Goldschmidt prima di anglicizzare il proprio nome), si intrecciano nella storia con quelle di un casato simile, quello dei Rothschild. Le ultime generazioni dei Goldsmith si sono distinte – in linea con gli Windsor – per l’impegno ambientalista, raggiungendo anche la politica: l’ex cognato di Khan, Lord Frank Zacharias Robin «Zac» Goldsmith, dopo lo scranno parlamentare per il Partito Conservatore, ha ottenuto nei governi Truss e ora Sunak il ruolo di Ministro per l’Asia, l’Energia, il Clima e l’Ambiente.
Dei tempi in cui Khan era sposato alla Goldsmith risale questa potente fotografia d’ensemble, dove ad una cena in Sud Africa è possibile vedere, oltre al padrone di casa Mandela, anche Mia Farrow, Quincy Jones, Naomi Campbell e Charles Taylor, signore della guerra, re del traffico di diamanti accusato di ordinare il cannibalismo ai suoi soldati.
Ich bezweifle stark, dass "Ehre" die passende Beschreibung ist. #Mandela trifft sich gerne mit Gaunern und umgekehrt. Einige Beispiele sind David Rockefeller, George Soros, Robert Maxwell, Charles Taylor, Naomi Campbell ua. pic.twitter.com/NdRXax4QaW
— SheepNoMore (@SheepNoMore7) June 25, 2022
Divorziato dalla Goldsmith, il Khan tornò in patria e si sposò prima con una giornalista e poi con una figura enigmatica, la murshid (guida spirituale) Bushra Bibi, appartenente ad un molto influente clan del Punjab, i Manika. Khan l’avrebbe sposata senza averla mai vista in volto, causa velo totale: l’ex campione disse che aveva di lei solo una vecchia foto. La Bibi sarebbe poi divenuta l’unica premier dame totalmente velata della storia del Pakistan, cosa che la espone a diverse critiche in patria.
Ripakistinazzata la sua immagine, il Khan vinse le elezioni con un suo partito, divenendo premier in un Paese dove lo Stato profondo, animato da militari, servizi segreti (il noto ISI) e interessi di Washington la fanno da padroni da decenni. La sua detronizzazione è stata rapida, ma lui non ha abbandonato la lotta per tornare al potere.
Nel frattempo, in questi mesi Pakistan è nel caos, con blackout, terrorismo montante con stragi sanguinarie, pressioni del Fondo Monetario Internazionale, fabbriche che chiudono e avvisaglie di guerra civile. Non mancano, nel quadro già tetro, le visite di Bill Gates a generali della potenza nucleare.
Immagine screenshot da Twitter
Geopolitica
La Cina snobba il ministro degli Esteri tedesco
Il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul ha dovuto cancellare un viaggio previsto in Cina dopo che Pechino si sarebbe rifiutata di organizzare incontri di alto livello con lui, secondo quanto riportato venerdì da diversi organi di stampa.
Il Wadephul sarebbe dovuto partire per Pechino domenica per discutere delle restrizioni cinesi sull’esportazione di terre rare e semiconduttori, oltre che del conflitto in Ucraina.
«Il viaggio non può essere effettuato al momento e sarà posticipato a data da destinarsi», ha dichiarato un portavoce del Ministero degli Esteri tedesco, citato da Politico. Il Wadephullo avrebbe dovuto incontrare il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, ma l’agenda prevedeva troppo pochi incontri di rilievo.
Secondo il tabloide germanico Bild, i due diplomatici terranno presto una conversazione telefonica.
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Questo intoppo diplomatico si inserisce in un contesto di crescenti tensioni commerciali tra Cina e Unione Europea. Nell’ultimo anno, Bruxelles e Pechino si sono scontrate sulla presunta sovrapproduzione industriale cinese, mentre la Cina accusa l’UE di protezionismo.
All’inizio di questo mese, Pechino ha rafforzato le restrizioni sull’esportazione di minerali strategici con applicazioni militari, una mossa che potrebbe aggravare le difficoltà del settore automobilistico europeo.
La Germania è stata particolarmente colpita dal deterioramento del clima commerciale.
Come riportato da Renovatio 21, la Volkswagen sospenderà la produzione in alcuni stabilimenti chiave la prossima settimana a causa della carenza di semiconduttori, dovuta al sequestro da parte dei Paesi Bassi del produttore cinese di chip Nexperia, motivato da rischi per la sicurezza tecnologica dell’UE. In risposta, Pechino ha bloccato le esportazioni di chip Nexperia dalla Cina, causando una riduzione delle scorte che potrebbe portare a ulteriori chiusure temporanee di stabilimenti Volkswagen e colpire altre case automobilistiche, secondo il quotidiano.
Venerdì, il ministro dell’economia Katherina Reiche ha annunciato che Berlino presenterà una protesta diplomatica contro Pechino per il blocco delle spedizioni di semiconduttori, sottolineando la forte dipendenza della Germania dai componenti cinesi.
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Immagine di UK Government via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Geopolitica
Vance in Israele critica la «stupida trovata politica»: il voto di sovranità sulla Cisgiordania è stato un «insulto» da parte della Knesset
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Geopolitica
Trump minaccia di togliere i fondi a Israele se annette la Cisgiordania
Israele «perderebbe tutto il sostegno degli Stati Uniti» in caso di annessione della Giudea e della Samaria, nome con cui lo Stato Ebraico chiama la Cisgiordania, ha detto il presidente USA Donald Trump.
Trump ha replicato a un disegno di legge controverso presentato da esponenti dell’opposizione di destra alla Knesset, il parlamento israeliano, che prevede l’annessione del territorio conteso come reazione al terrorismo palestinese.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu, sostenitore degli insediamenti ebraici in quell’area, si oppone al provvedimento, poiché rischierebbe di allontanare gli Stati arabi e musulmani aderenti agli Accordi di Abramo e al cessate il fuoco di Gaza.
Netanyahu ha criticato aspramente il disegno di legge, accusando i promotori di opposizione di una «provocazione» deliberata in concomitanza con la visita del vicepresidente statunitense J.D. Vance. (Lo stesso Vance ha qualificato il disegno di legge come un «insulto» personale)
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«I commenti pubblicati giovedì dalla rivista TIME sono stati espressi da Trump durante un’intervista del 15 ottobre, prima dell’approvazione preliminare alla Knesset di mercoledì – contro il volere del primo ministro – di un disegno di legge che estenderebbe la sovranità israeliana a tutti gli insediamenti della Cisgiordania» ha scritto il quotidiano israeliano Times of Israel.
Evidenziando l’impazienza dell’amministrazione verso tali iniziative, il vicepresidente di Trump, J.D. Vance, ha dichiarato giovedì, lasciando Israele, che il voto del giorno precedente lo aveva «offeso» ed era stato «molto stupido».
«Non accadrà. Non accadrà», ha affermato Trump a TIME, in riferimento all’annessione. «Non accadrà perché ho dato la mia parola ai Paesi arabi. E non potete farlo ora. Abbiamo avuto un grande sostegno arabo. Non accadrà perché ho dato la mia parola ai paesi arabi. Non accadrà. Israele perderebbe tutto il sostegno degli Stati Uniti se ciò accadesse».
Vance ha precisato che gli era stato descritto come una «trovata politica» e «puramente simbolica», ma ha aggiunto: «Si tratta di una trovata politica molto stupida, e personalmente la considero un insulto».
Gli Emirati Arabi Uniti, che hanno guidato i Paesi arabi e musulmani negli Accordi di Abramo, si oppongono da tempo all’annessione della Cisgiordania, sostenendo che renderebbe vani i futuri negoziati di pace nella regione.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
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