Guerra cibernetica
Attacco hacker «anonimo» blocca le stazioni di benzina in tutto l’Iran
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di Asianews
Le modalità ricordano quelle del luglio scorso che avevano interrotto la circolazione ferroviaria. Agli automobilisti che hanno cercato di usare i buoni governativi compariva la scritta: «cyberattack 64411». Il riferimento è all’ufficio della guida suprema Khamenei. Le immagini delle lunghe code alle stazioni rilanciate in tutto il Paese.
Un attacco hacker al sistema che regola i sussidi per i rifornimenti di carburante, un programma controllato dal governo di Teheran, ha causato il blocco del funzionamento delle stazioni di servizio nel Paese.
Le modalità ricordano quelle del luglio scorso che avevano interrotto la circolazione ferroviaria
La TV di Stato iraniana ha diffuso immagini di lunghe file di auto in attesa (invano) di fare il pieno nella capitale e nelle più importanti città; a ogni tentativo, gli utenti si vedono comparire la scritta «cyberattack 64411», che evoca un episodio analogo avvenuto a luglio ai danni della rete ferroviaria.
I vertici della Repubblica islamica hanno ammesso l’attacco informatico dopo che nel Paese hanno iniziato a circolare foto e video delle code ai benzinai, poi trasmesse anche dalla televisione. I funzionari del ministero del Petrolio sarebbero impegnati in queste ore in una riunione di emergenza nel tentativo di risolvere il problema.
L’agenzia semi-ufficiale Isna aggiunge che quanti hanno cercato di acquistare il carburante con la carta governativa si sono visti comparire un messaggio con scritto «Attacco informatico 64411», il cui numero appartiene all’ufficio della guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei.
L’emergenza carburante innescata dal cyber-attacco si inserisce in un quadro di profonde difficoltà per l’economia iraniana, affossata dalle sanzioni USA per il programma nucleare di Teheran e dalla crisi innescata dalla pandemia di COVID-19.
Agli automobilisti che hanno cercato di usare i buoni governativi compariva la scritta: «cyberattack 64411». Il riferimento è all’ufficio della guida suprema Khamenei
In una situazione di estrema precarietà la maggior parte dei cittadini si affida ai sussidi per il rifornimento delle auto e l’attacco, che finora non è stato rivendicato, rischia di inasprire le difficoltà e alimentare un clima già diffuso di malcontento.
Alcuni canali satellitari in lingua farsi hanno diffuso video girati da alcuni automobilisti a Isfahan in cui sui cartelloni elettronici compariva la scritta: «Khamenei! Dov’è la tua benzina?». Un altro diceva: «Benzina gratis alla stazione di Jamaran», con un riferimento all’abitazione dell’ex guida suprema, il grande ayatollah Ruhollah Khomeini.
Lo stesso numero utilizzato oggi era comparso in un attacco a luglio, contro la rete ferroviaria. All’epoca la società di sicurezza informatica israeliana Check Point aveva attribuito il gesto a un gruppo di hacker chiamato Indra, il nome del Dio indù della guerra, già responsabile di attacchi in Siria contro il presidente Bashar al-Assad e istituzioni governative.
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Immagine di Blondinikard Froberg via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0); immagine modificata
Guerra cibernetica
Il blackout di Amazon mette offline importanti siti web
Un guasto ad Amazon Web Services (AWS) ha provocato disagi generalizzati a siti web e servizi online, colpendo piattaforme che includono streaming, servizi bancari, comunicazioni e media.
Il problema, verificatosi lunedì, ha coinvolto diverse grandi aziende, tra cui la piattaforma di Amazon, la piattaforma di intrattenimento in streaming Disney+, Lloyds Bank, l’app di trasporto Lyft, il New York Times, il forum Reddit e il celeberrimo (dopo la pandemia) servizio di teleconferenze Zoom.
AWS ha comunicato di aver rilevato «un incremento dei tassi di errore e delle latenze» su vari servizi, sottolineando di essere al lavoro «su più fronti paralleli per accelerare il ripristino». L’azienda ha successivamente riportato «progressi significativi» e promesso ulteriori aggiornamenti.
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Il fornitore di servizi cloud ha individuato l’origine del problema in una specifica parte della sua infrastruttura che serve la costa orientale degli Stati Uniti, senza però chiarire immediatamente le cause.
Un’interruzione simile su vasta scala si era verificata a luglio 2024, quando un aggiornamento software dell’azienda di sicurezza informatica CrowdStrike aveva causato crash globali dei sistemi Microsoft Windows.
Elon Musk si è vantato del fatto che la sua piattaforma social, X, è invece resistita al blackouto. «X funziona» ha twittato laconicamente ed ironicamente il miliardario, che con Jeff Bezos di Amazon ha una rivalità anche sul lato di industria spaziale.
𝕏 works
— Elon Musk (@elonmusk) October 20, 2025
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La scorsa primavera a subire un’interruzione delle comunicazioni, un mese dopo aver visto un enorme blackout elettrico, fu il Regno di Spagna.
Un collasso delle grandi piattaforme internet di Meta si registrò nel marzo 2024, con alcuni che dettero la colpa ai miliziani Houthi che avrebbero tagliato i cavi del Mar Rosso.
Come riportato da Renovatio 21, già tre anni fa si era registrato un aumento delle interruzioni dell’internet in tutto il globo.
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Cina
La Cina accusa gli Stati Uniti di un grave attacco informatico
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Guerra cibernetica
Aeroporti nordamericani hackerati con messaggi pro-Hamas
Messaggi che elogiavano Hamas e attaccavano alti funzionari americani e israeliani sono stati trasmessi tramite sistemi di diffusione sonora e visualizzati su schermi digitali in tre aeroporti canadesi e uno statunitense lo scorso martedì. Lo ha riportato la stampa locale.
Le autorità hanno avviato indagini su quello che appare come un attacco informatico coordinato.
L’attacco hacker avrebbe colpito i display informativi e i sistemi audio di due aeroporti nella Columbia Britannica, l’aeroporto internazionale di Windsor in Ontario e l’aeroporto internazionale di Harrisburg in Pennsylvania.
Dear @realDonaldTrump,
Canada’s Kelowna airport had a serious security breach. Hacked with Hаmаs propaganda.
Mark Carney won’t stand up to the Muslim Brotherhood, but will stand up for them.
🇨🇦 is a security threat to the world.
Thank you for your attention to this matter. pic.twitter.com/hm0DyMd3Nx
— dahlia kurtz ✡︎ דליה קורץ (@DahliaKurtz) October 15, 2025
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Le immagini dei display aeroportuali, diffuse dai notiziari locali, mostravano il messaggio «Israele ha perso la guerra, Hamas ha vinto con onore», insieme a una dichiarazione offensiva contro il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Sullo schermo è apparsa anche la firma digitale «Hackerato da Mutarrif Siberislam». Le trasmissioni audio includevano, secondo quanto riferito, slogan pro-palestinesi come «Palestina libera» e insulti rivolti sia a Trump che al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
Le autorità dell’aeroporto di Kelowna hanno confermato l’incidente, spiegando che una terza parte aveva avuto accesso sia agli schermi informativi sui voli sia al sistema di diffusione sonora. Un portavoce dell’aeroporto internazionale di Victoria ha precisato che solo il sistema audio dell’aeroporto era stato compromesso.
Transport Canada ha dichiarato di essere a conoscenza degli attacchi, incluso un ulteriore incidente all’aeroporto internazionale di Windsor.
Le autorità di Harrisburg hanno confermato che l’episodio è sotto indagine da parte di funzionari locali, statali e federali.
Come riportato da Renovatio 21, due anni fa il sistema dell’aviazione canadese fu oggetto di un misterioso attacco hacker che lo paralizzò totalmente, poco dopo che uno stop fosse dato agli aerei delle Filippine e un «problema tecnico» (questa la versione ufficiale) mettesse a terra tutti gli aerei USA, evento che non ha avuto precedenti se non nelle ore dopo l’attentato dell’11 settembre 2001. In quel caso, alcuni ipotizzarono un attacco di hacking di tipo ransomware, con riscatto pagato in bitcoin, il cui valore, in quelle ore, di fatto aumentò.
Come riportato da Renovatio 21, un attacco hacker ha colpito il mese scorso anche grandi aeroporti europei.
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Immagine screenshot da Twitter
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