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Spazio

Asteroide in arrivo il giorno di San Valentino, dice la NASA

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Un asteroide appena scoperto delle dimensioni di una piscina olimpionica che potrebbe schiantarsi sulla Terra il giorno di San Valentino tra 23 anni, ha rivelato l’agenzia spaziale NASA questa settimana.

 

In un tweet di mercoledì, il Planetary Defense Coordination Office della NASA ha affermato che l’asteroide, soprannominato 2023 DW, «ha una possibilità molto piccola di colpire la Terra», aggiungendo che gli analisti dell’orbita continueranno a monitorare l’oggetto e aggiorneranno le loro previsioni non appena saranno disponibili ulteriori informazioni.

 

I dati dell’agenzia spaziale suggeriscono che la distanza più vicina alla Terra dalla roccia spaziale di 49 metri è di 1,8 milioni di chilometri, il che accadrebbe il 14 febbraio 2046.

 

La NASA ha stimato le probabilità di impatto in 1 su 560, mentre l’Agenzia spaziale europea le ha messe in 1 su 625. Entrambe le agenzie spaziali hanno classificato l’asteroide 1 su 10 sulla Torino Impact Hazard Scale, uno strumento per misurare la minaccia da potenziali eventi di impatto.

 

Livello uno significa che «la possibilità di collisione è estremamente improbabile senza motivo di attenzione pubblica o preoccupazione pubblica», secondo il Jet Propulsion Laboratory della NASA, lo studio missilistico creato dal seguace di Aleister Crowley Jack Parson.

 

Riferendosi al livello uno, afferma anche che «le nuove osservazioni telescopiche molto probabilmente porteranno alla riassegnazione al livello 0», il che significa che la probabilità di una collisione con l’oggetto spaziale è effettivamente zero.

 

Tuttavia, anche una minaccia di livello uno è estremamente insolita poiché tutti gli altri asteroidi elencati hanno zero valutazioni.

 

La scoperta della NASA arriva dopo che ha cambiato con successo la traiettoria di un asteroide nell’ottobre dello scorso anno facendo schiantare intenzionalmente un razzo contro di esso.

 

La missione, soprannominata Double Asteroid Redirection Test (DART), è stata salutata come un importante passo avanti per la difesa planetaria.

 

L’idea che il mondo possa essere distrutto a San Valentino ha fatto ricordare a molti una scena della pellicola Blockbuster 2, dove in un’improbabile trasmissione TV locale sul paranormale, una sedicente rapita dagli alieni rivelava a Bill Murray che il mondo, secondo le sue fonti, sarebbe finito il 14 gennaio 2016.

 

«Il giorno di San Valentino. Peccato» rispondeva serafico il Murray.

 

 

 

 

 

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Bizzarria

Astronauta lesbica non violò i conti bancari della «moglie» mentre era in orbita: nessun crimine spaziale

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Summer Worden, ex «moglie» di un’astronauta della NASA, si è dichiarata colpevole di aver fornito false informazioni alle autorità federali riguardo a quanto ritenuto il primo reato commesso nello spazio.

 

Secondo l’ufficio del procuratore statunitense per il distretto meridionale del Texas, la 50enne del Kansas rischia ora fino a cinque anni di carcere federale e una multa fino a 250.000 dollari per le bugie raccontate su Anne McClain.

 

«Nel luglio 2019, Summer Heather Worden ha accusato il suo ex coniuge di aver indovinato la password e di essere entrato illegalmente nel suo conto bancario mentre era in missione sulla Stazione Spaziale Internazionale», ha spiegato l’ufficio.

 

Tuttavia, la «Worden aveva aperto il conto nell’aprile 2018, e entrambe le parti vi avevano accesso fino a gennaio 2019, quando Worden ne aveva cambiato le credenziali». L’inchiesta ha appurato che Worden aveva concesso l’accesso al coniuge almeno dal 2015, condividendo regolarmente le credenziali bancarie.

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La denuncia iniziale della Worden – la prima accusa di un crimine spaziale – aveva innescato indagini da parte della Federal Trade Commission e dell’Ispettore generale della NASA, come riportato dal New York Times.

 

Il quotidiano descrive la Worden come un’ex ufficiale decorata dell’intelligence dell’Aeronautica USA, mentre McClain – diplomata a West Point, veterana della guerra in Iraq ed entrata alla NASA nel 2013 – è rientrata sulla Stazione Spaziale Internazionale a marzo come comandante della missione SpaceX Crew-10, atterrando in agosto.

 

La Worden e la McClain, lesbiche «sposate» dal 2014, hanno divorziato a gennaio 2020, dopo che McClain l’aveva accusata di aggressione (caso poi archiviato), secondo KSDK.

 

I procuratori hanno precisato che la sentenza per Worden sarà emessa il 12 febbraio 2026, e che le è concessa la libertà su cauzione in attesa dell’udienza.

 

La McClain non è la prima lesbica spaziale: Sally Ride è riconosciuta come la prima donna omofila orbitante. Il pubblico venne a conoscenza del suo orientamento sessuale dopo la sua morte nel 2012 attraverso il suo necrologio, che menzionava la sua relazione durata 27 anni con Tam O’Shaughnessy. La Ride fu anche la prima donna americana nello spazio, raggiungendo questo traguardo nel 1983: la prima femmina che gli USA hanno mandato in orbita era omosessuale.

 

La comunità LGBT, la cui egemonia culturale è oramai al capolinea, ritiene che la vita e la successiva rivelazione della sua sessualità della Ride mettono in luce la comunità queer nascosta nell’esplorazione spaziale, un’operazione che hanno tanto con altri settori, come con l’industria cinematografica hollywoodiana e i suoi omosessuali nascosti.

 

Ora, tuttavia, il lesbismo può esistere, venendo pure ovviamente promosso, alla luce del sole, anche al di fuori dell’atmosfera.

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Spazio

La Terra potrebbe essere intrappolata in un enorme bizzarro vuoto

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Gli astronomi che hanno esaminato le onde sonore del Big Bang affermano che la Terra, e l’intera galassia della Via Lattea, potrebbero essere intrappolate in un enorme vuoto largo miliardi di anni luce.   Il loro studio, presentato al National Astronomy Meeting della Royal Astronomical Society nel Regno Unito, potrebbe risolvere uno dei più grandi misteri della cosmologia: la tensione di Hubble, ovvero il motivo per cui l’universo più vecchio sembra espandersi più lentamente delle regioni più giovani.   «La tensione di Hubble è in gran parte un fenomeno locale, con poche prove che il tasso di espansione sia in disaccordo con le aspettative della cosmologia standard più indietro nel tempo. Quindi una soluzione locale come un vuoto locale è un modo promettente per risolvere il problema», ha affermato Indranil Banik, cosmologo dell’Università di Portsmouth che ha guidato la ricerca, in una dichiarazione sul lavoro.    Il nostro universo si sta espandendo a un ritmo accelerato, ma quale sia esattamente il ritmo è oggetto di intenso dibattito. Quando gli astronomi analizzano la radiazione cosmica di fondo a microonde, la luce residua del Big Bang e la luce più antica dell’universo, il ritmo è inferiore rispetto a quello derivato dalle osservazioni nell’universo vicino di supernove di tipo Ia e stelle luminose e pulsanti note come Cefeidi.   La discrepanza è diventata innegabile e le sue implicazioni sono così profonde che è stata definita una «crisi cosmologica». La nostra comprensione dell’universo è sbagliata? Esiste forse qualche nuova fisica di cui non siamo ancora a conoscenza?   Ma quest’ultima ricerca potrebbe frenare un po’. Se la Terra si trovasse vicino al centro di un «vuoto» a bassa densità nello spazio, con un raggio di circa un miliardo di anni luce e circa il 20% al di sotto della densità media dell’universo, questo potrebbe spiegare chiaramente la discrepanza.   Il Banik spiega che una tale regione «farebbe sì che la materia venisse attratta dalla gravità verso l’esterno del vuoto, dove la densità è più elevata, facendo sì che il vuoto diventi più vuoto col tempo».   «Mentre il vuoto si svuota», continua, «la velocità degli oggetti che si allontanano da noi sarebbe maggiore rispetto a quella che si avrebbe se il vuoto non ci fosse. Questo dà quindi l’impressione di un tasso di espansione locale più rapido».   L’idea di un vuoto locale era già stata avanzata in precedenza. Ma quest’ultimo lavoro aggiunge credibilità alla teoria analizzando le oscillazioni acustiche barioniche (BAO), o come le chiamano i ricercatori, il «suono del Big Bang» – emanazioni prodotte quando il mare uniforme di materia calda formatosi dal Big Bang si è ripetutamente contratto e poi espanso in un tiro alla fune con la gravità, prima di raffreddarsi definitivamente.   «Queste onde sonore hanno viaggiato solo per un breve periodo prima di congelarsi sul posto una volta che l’universo si è raffreddato abbastanza da permettere la formazione di atomi neutri», ha ribadito il Banik, consentendo agli astronomi di usarle come «righello standard» per misurare il cosmo.   Se questo vuoto esistesse, sostiene Banik, allora distorcerebbe il BAO in un modo che potremmo misurare. Dopo aver analizzato tutte le misurazioni del BAO effettuate negli ultimi 20 anni, questo è esattamente ciò che Banik afferma di aver scoperto.   Il problema più grande in cui incorre questa teoria è che sfida la nostra comprensione della struttura dell’universo: alle scale più grandi, dovrebbe apparire uniforme e distribuito uniformemente. Una regione di miliardi di anni luce di diametro che è in qualche modo meno densa di tutto ciò che la circonda viola chiaramente questa regola.   Ciononostante, lo scienziato intende testare il suo modello di vuoto locale con altri metodi per stimare l’espansione dell’universo.  

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Spazio

Tempesta solare record colpisce la Terra: aurore boreali eccezionali ovunque, le immagini

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Una tempesta geomagnetica protrattasi per oltre 42 ore, la seconda più intensa degli ultimi cinque anni, ha investito il nostro pianeta questa settimana, come riferito da esperti di vari Paesi. L’evento naturale ha generato spettacolari aurore boreali multicolori su gran parte dell’emisfero boreale.

 

L’episodio ha avuto genesi nella medesima zona che, appena due giorni prima, aveva innescato un’esplosione ancora più vigorosa, responsabile della tempesta geomagnetica più furiosa dal maggio 2024.

 

In un’analisi distinta, l’ente ha valutato che la perturbazione solare abbia toccato un picco di G4.7 sulla scala NOAA per le tempeste geomagnetiche, con una durata approssimativa di 42 ore. Il sistema di classificazione della National Oceanic and Atmospheric Administration statunitense è lo standard globale per questi fenomeni, dove il grado G5 denota un evento «estremo».

 

 

 

 

 

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Mercoledì, il British Geological Survey ha reso noto che la cosiddetta «tempesta cannibale» ha compromesso le comunicazioni e l’accuratezza dei satelliti del sistema di posizionamento globale (GPS).

 

Una tempesta geomagnetica scaturisce quando particelle cariche dall’atmosfera solare vengono scagliate verso la Terra mediante espulsioni di massa coronale. Queste ultime consistono in colossali deflagrazioni di plasma e campi magnetici dalla corona solare, proiettate nello spazio. Tali particelle, cariche elettricamente, impattano poi il campo magnetico terrestre, con potenziali effetti negativi su tecnologie e individui particolarmente vulnerabili.

 

L’ultima perturbazione ha innescato esibizioni di aurore boreali nell’emisfero settentrionale, avvistate in modo particolare in Canada e Stati Uniti negli ultimi giorni. Tali fenomeni luminosi, di norma relegati alle latitudini prossime al Circolo Polare Artico, questa settimana si sono estesi fino a regioni meridionali come Florida e Alabama.

 

Venerdì, il sito Space.com ha riportato le parole di un responsabile NASA, secondo cui gli astronauti e i cosmonauti sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) sono stati costretti a rifugiarsi in una sezione più schermata per il pericolo accresciuto di radiazioni derivante dalle particelle ad alta energia in arrivo.

 

L’aurora boreale ha fatto capolino anche in Italia, con immagini spettacolari dalla Valle d’Aosta e dal Lago di Garda.

 


 


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Immagine screenshot da Twitter

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