Politica
Assassinato l’ex premier giapponese Abe
Secondo i media giapponesi, l’ex premier nipponico Shinzo Abe è stato dichiarato morto.
Abe è stato vittima di un attentato nella città di Nara, antica capitale del Regno, mentre partecipava ad un comizio per sostenere per la campagna elettorale in corso il locale candidato del suo partito, il Jiminto, di solito tradotto come Partito Liberaldemocratico.
L’ospedale di Nara lo avrebbe dichiarato morto.
Around 11:30 am on the 8th, Ex-Japanese Prime Minister Shinzo Abe, who was giving a speech on the street, was shot with a shotgun in front of Kintetsu Yamato-Saidaiji Station in Nara City.
Two gunshots during the speech by former Prime Minister Abe, the scene is noisy pic.twitter.com/AzCvbCAwN9
— World News 24 (@DailyWorld24) July 8, 2022
CAUGHT ON CAMERA: The attempted assassination of Shinzo Abe.
The former Japanese PM is one of the region’s fiercest opponents of the CCP.
I hope he pulls through.
— Avi Yemini (@OzraeliAvi) July 8, 2022
???????? High quality footage of the former Prime Minister of Japan, Shinzo Abe, being shot at from behind with an improvised double barreled shotgun. pic.twitter.com/5hAguOc8fo
— Brian X- Veterans for the Constitution (@admiral747) July 8, 2022
#ShinzoAbe #安倍さん
Offender, 41-year-old Japanese national Tetsue Yamagami, served in the Navy.
With a homemade double-barreled gun, 2 shots, hit the lung. Abe in critical condition. pic.twitter.com/oS9QTQbQgK— Random Cassette (@RandomCassette) July 8, 2022
Abe è stato certamente il principale politico giapponese più potente dell’ultima decade, con il record di longevità sulla poltrona più alta della politica del Paese (dal 2006 al 2007 e dal 2012 al 2020). Viene ricordato per la spinta di ricostruzione, morale ed economica oltre che infrastrutturale, del dopo Fukushima, e per la politica economica liberale ribattezzata Abenomics.
Abe, come la stragrande maggioranza dei rappresentanti giapponesi di livello, proviene da una famiglia di politici: erano in politica sia il nonno Kan Abe che il padre Shintaro Abe, che sfiorò la carica di primo ministro, ma dovette desistere a causa di uno scandalo. La madre di Shinzo era figli del premier Nobusuke Kishi, fratello di un altro primo ministro, Eisaku Satō.
Un problema di salute gli aveva fatto lasciare il ruolo di premier nel settembre 2020. Al suo posto, misero l’attuale premier Fumio Kishida, che è considerabile sia come oggetto del sostegno di Abe che come suo rivale in una lotta intestine tra correnti del Jiminto. Abe controllava la corposa corrente del partito di carattere conservatore e nazionalista, senza la quale non è possibile governare,
Abe aveva portato le spese per la difesa del paese al 2% del PIL, quando una norma non scritta vorrebbe un tettl dell’1%: come noto, per via dell’articolo 9 della Costituzione nipponica, il Paese non può avere un esercito, ma delle «Forze di Autodifesa». Abe si era impegnato quindi anche in un’aperta riforma della Costituzione pacifista.
È da notare che, come il Sud Corea, in questo momento anche il Giappone sta rinforzando la partnership con la NATO.
Come riportato da Renovatio 21, Abe aveva sostenuto in un recente dibattito TV che, vista la situazione in Ucraina, bisognava trovare un accordo con gli USA sulla condivisione delle armi atomiche, una prospettiva tabù per Tokyo, sulla quale il premier successore Kishida aveva espresso netta contrarietà,
Inoltre, il governo nipponico ha di recente aumentato gli sforzi per sostenere Taiwan diplomaticamente e non solo.
Si sa ancora poco sull’assassino e le sue motivazioni. È stato fermato il 41enne Tetsuya Yamagami, un ex membro della marina giapponese.
Il Giappone ha una storia di attentati pubblici contro i politici, iniziati nel 1960 con l’assassinio sul palco a fil di katana del presidente del Partito Socialista Giapponese Inejiro Asanuma perpetrato dal 17enne ultranazionalista Otoya Yamaguchi, figlio di un alto ufficiale delle Forze di Autodifesa e nipote di uno scrittore di romanzi che esaltavano la violenza Yakuza.
Le gesta di Yamaguchi ispirarono altri attentati dell’ultradestra giapponese, nonché almeno due romanzi del premio Nobel Kenzaburo Oe, Seventeen e Morte di un giovane militante.
Politica
I detenuti minacciano Sarkozy e giurano vendetta vera per Gheddafi
Un video girato con un cellulare nella prigione parigina La Santé sembra mostrare che i detenuti hanno minacciato l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy di vendicare la morte del defunto leader libico Muammar Gheddafi.
Sarkozy, 70 anni, ha iniziato a scontare la sua condanna a cinque anni martedì, dopo che un tribunale di Parigi lo ha dichiarato colpevole di associazione a delinquere finalizzata a finanziare la sua campagna presidenziale del 2007 con denaro di Gheddafi, contro il quale in seguito guidò un’operazione di cambio di regime sostenuta dalla NATO che distrusse la Libia e portò alla morte di Gheddafi.
Martedì hanno iniziato a circolare video ripresi da La Sante, in cui presunti detenuti minacciavano e insultavano Sarkozy, che sta scontando la sua pena nell’ala di isolamento del carcere.
«Vendicheremo Gheddafi! Sappiamo tutto, Sarko! Restituisci i miliardi di dollari!», ha gridato un uomo in un video pubblicato sui social media. «È tutto solo nella sua cella. È appena arrivato… se la passerà brutta».
A viral video shows a prisoner confronting Nicolas Sarkozy, saying, “We’ll avenge Gaddafi. Give back the billions.” The former French president, jailed for conspiracy, is accused of taking Libyan money before leading NATO’s 2011 war that killed Gaddafi. pic.twitter.com/KlAISnFVSX
— comra (@comrawire) October 22, 2025
Iscriviti al canale Telegram ![]()
Il ministro degli Interni francese Laurent Nunez ha sottolineato che, a causa del pericolo, due agenti di polizia della scorta di sicurezza assegnata agli ex presidenti saranno di stanza in modo permanente nelle celle adiacenti a quella di Sarkozy.
«L’ex presidente della Repubblica ha diritto alla protezione in virtù del suo status. È evidente che sussiste una minaccia nei suoi confronti, e questa protezione viene mantenuta durante la sua detenzione», ha dichiarato Nunez mercoledì alla radio Europe 1.
Sarkozy, che ha guidato la Francia tra il 2007 e il 2012, ha negato tutte le accuse a suo carico, sostenendo che siano di matrice politica. Il suo team legale ha presentato una richiesta di scarcerazione anticipata, in attesa del procedimento di appello.
L’inchiesta su Sarkozy è iniziata nel 2013, in seguito alle affermazioni del figlio di Gheddafi, Saif al-Islam, secondo cui suo padre aveva fornito alla campagna dell’ex presidente circa 50 milioni di euro.
A dicembre 2024, la Corte Suprema francese ha confermato una condanna del 2021 per corruzione e traffico di influenze, imponendo a Sarkozy un dispositivo elettronico per un anno. È stato anche condannato per finanziamento illecito della campagna per la rielezione fallita del 2012, scontando la pena agli arresti domiciliari.
Nel 2011, Sarkozy ha avuto un ruolo di primo piano nell’intervento della coalizione NATO che ha portato alla cacciata e alla morte di Gheddafi, facendo sprofondare la Libia in un caos dal quale non si è più risollevata.
Come riportato da Renovatio 21, all’inizio del 2025 gli era stata revocata la Legion d’Onore. In Italia alcuni hanno scherzato dicendo che ora «Sarkozy non ride più», un diretto riferimento a quando una sua risata fatta con sguardo complice ad Angela Merkel precedette le dimissioni del premier Silvio Berlusconi nel 2011 e l’installazione in Italia (sotto la ridicola minaccia dello «spread») dell’eurotecnocrate bocconiano Mario Monti.
Nell’affaire Gheddafi finì accusata di «falsificazione di testimonianze» e «associazione a delinquere allo scopo di preparare una frode processuale e corruzione del personale giudiziario» anche la moglie del Sarkozy, l’algida ex modella torinese Carla Bruni, la quale, presentatole il presidente dall’amico comune Jacques Séguela (pubblicitario autore delle campagne di Mitterand e Eltsin) secondo la leggenda avrebbe confidato «voglio un uomo dotato della bomba atomica».
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine screenshot da YouTube
Politica
Il Giappone elegge una donna conservatrice come primo ministro
Iscriviti al canale Telegram ![]()
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Politica
Elezioni in Bolivia, il Paese si sposta a destra
Domenica si è svolto in Bolivia il ballottaggio per le elezioni presidenziali, che ha visto contrapporsi due candidati di destra: il senatore centrista Rodrigo Paz Pereira e l’ex presidente conservatore Jorge Quiroga.
I risultati preliminari indicano che Paz ha ottenuto il 54,6% dei voti, mentre Quiroga si è fermato al 45,4%. Sebbene sia prevista un’analisi manuale delle schede, è improbabile che il risultato definitivo differisca significativamente dal conteggio iniziale, basato sul 97% delle schede scrutinate.
Le elezioni segnano la fine del ventennale dominio del partito di sinistra Movimiento al Socialismo (MAS), che ha subito una pesante sconfitta nelle elezioni di fine agosto. Il presidente uscente Luis Arce – che ha recentemente accusato gli USA di controllare l’America latina sotto la maschera della «guerra alla droga» – non si è ricandidato, e il candidato del MAS, il ministro degli Interni Eduardo del Castillo, ha raccolto solo il 3,16% dei voti, superando di poco la soglia necessaria per mantenere lo status legale del partito.
Aiuta Renovatio 21
Nel primo turno, la destra ha dominato: Paz ha ottenuto il 32,1% dei voti e Quiroga il 26,8%. Il magnate di centro-destra Samuel Doria Medina, a lungo favorito nei sondaggi, si è classificato terzo con il 19,9% e ha subito appoggiato Paz per il ballottaggio.
Entrambi i candidati hanno basato la loro campagna sullo smantellamento dell’eredità del MAS, differendo però nei metodi. Paz ha promesso riforme graduali, mentre Quiroga ha sostenuto cambiamenti rapidi, proponendo severe misure di austerità per affrontare la crisi.
Il MAS non si è mai ripreso dai disordini del 2019, quando l’ex presidente Evo Morales fu deposto da un colpo di Stato subito dopo aver ottenuto un controverso quarto mandato. In precedenza, Morales aveva perso di misura un referendum per modificare la norma costituzionale che limita a due i mandati presidenziali e vicepresidenziali. Più di recente, Morales ha accusato tentativi di assassinarlo ed è entrato in sciopero della fame, mentre i suoi sostenitori hanno dato vita ad una ribellione. Il Morales, recentemente accusato anche di stupro (accuse che lui definisce «politiche»), in una lunga intervista aveva detto che dietro il suo rovesciamento nel 2019 vi erano «la politica dell’impero, la cultura della morte» degli angloamericani.
Il colpo di Stato portò al potere la politica di destra Jeanine Áñez, seconda vicepresidente del Senato. Tuttavia, il MAS riconquistò terreno nelle elezioni anticipate dell’ottobre 2020, mentre Áñez fu incarcerata per i crimini commessi durante la repressione delle proteste seguite al golpe.
Iscriviti al canale Telegram ![]()
Il passaggio storico è stato definito da alcuni come la prima «guerra del litio», essendo il Paese ricco, come gli altri Stati limitrofi, della sostanza che rende possibile la tecnologia di computer, telefonini ed auto elettriche.
Come riportato da Renovatio 21, un tentato colpo di Stato vi fu anche l’anno scorso quando la polizia militare e veicoli blindati hanno circondato il palazzo del governo nella capitale La Paz.
Sotto il presidente Arce la Bolivia si era avvicinata ai BRICS e aveva iniziato a commerciare in yuan allontanandosi dal dollaro.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine screenshot da YouTube
-



Misteri2 settimane faLa verità sull’incontro tra Amanda Knox e il suo procuratore. Renovatio 21 intervista il giudice Mignini
-



Pensiero7 giorni faCi risiamo: il papa loda Don Milani. Torna l’ombra della pedofilia sulla Chiesa e sul futuro del mondo
-



Spirito2 settimane faMons. Viganò: «non c’è paradiso per i codardi!»
-



Sanità1 settimana faUn nuovo sindacato per le prossime pandemie. Intervista al segretario di Di.Co.Si
-



Necrocultura5 giorni fa«L’ideologia ambientalista e neomalthusiana» di Vaticano e anglicani: Mons. Viganò sulla nomina del re britannico da parte di Leone
-



Salute1 settimana faI malori della 42ª settimana 2025
-



Autismo2 settimane faTutti addosso a Kennedy che collega la circoncisione all’autismo. Quando finirà la barbarie della mutilazione genitale infantile?
-



Oligarcato6 giorni faPapa Leone conferisce a Carlo III, capo della Chiesa d’Inghilterra, la cattedra permanente nella basilica papale













