Economia
Anche in Austria e Romania girano messaggi su un possibile blackout europeo

Qualche settimana fa ha cominciato a girare uno spot tedesco che preparava i cittadini alla possibilità di un inverno senza riscaldamento.
Si tratta di un video del Bundesamt für Bevölkerungsschutz und Katastrophenhilfe (BBK), l’ufficio federale tedesco della protezione civile e dell’assistenza in caso di catastrofi, una sorta di Protezione Civile Teutonica.
Il BBK consiglia come coprire le finestre usando carta stagnola in modo da trattenere la temperatura e come realizzare una sorta di piccolo camino con vasi e candele.
«Un’interruzione della corrente può accadere per molte ragioni diverse» dice il BBK, quindi, è «bene essere preparati». L’ente ha pure fatto la promozione del ricettario «Cucinare senza elettricità», dove sono annotate le 50 «migliori ricette» per le emergenze apocalittiche.
La réclame aveva fatto scalpore in rete, tanto che pure i giornaloni italiani se ne occuparono.
Il fenomeno, tuttavia, è globale. Renovatio 21 ha di recente segnalato come la Cina stia comunicando ai cittadini di preparare scorte per l’inverno.
Per la Repubblica Popolare Cinese si tratta di un problema già concreto: come abbiamo riportato, alcune città cinesi vivono già situazioni di blackout.
Ora, comunicazioni simili spuntano in Austria. A metà ottobre il ministero della Difesa di Vienna ha lanciato la campagna di affissioni in tutta l’Austria «Blackout – Cosa fare quando tutto è a posto?», dove si iniziava a parlare di blackout su larga scala.
«L’Austria non è un’isola dei beati, ma si trova nel cuore dell’Europa. Ciò significa che anche noi dobbiamo aspettarci un blackout nel prossimo futuro», ha dichiarato il ministro della Difesa Klaudia Tanner al quotidiano viennese Wiener Zeitung.
La questione, insomma, è già militare – come per i vaccini, notiamo noi.
«Cosa fare se davvero non funziona più niente? Niente elettricità, niente acqua e nessuna infrastruttura funzionante. Il verificarsi di un blackout ha gravi conseguenze. Con la nostra campagna vogliamo sensibilizzare la popolazione su questo possibile pericolo e allo stesso tempo offrire suggerimenti e le informazioni su come farlo possono prepararsi allo scenario peggiore. Un blackout in tutta l’Austria può accadere in qualsiasi momento e il nostro esercito si sta preparando nel miglior modo possibile», ha affermato il ministro della Difesa.
Lo Zeitung scrive che le forze armate austriache si stanno gradualmente preparando al blackout “per poter offrire protezione e aiuto in questi casi”. Con caserme autosufficienti, attrezzature moderne ed esercitazioni regolari, le organizzazioni di emergenza dovrebbero essere fornite e supportate nel miglior modo possibile dalle forze armate».
Militarizzazione o no, anche la Romania pare essere entrata nel giro.
Circola in rete uno screenshot, probabilmente una foto fatta col telefonino allo schermo TV.
Renovatio 21 ve lo traduce:
Allerta! Blackout di una settimana in tutta l’Europa
Radio con le pile
Torcie ( e pile da riserva)
Candele, fiamiferi
Acqua (2 L a persona/gg), bevande, tisane, caffe
Cibo a lunga conservazione
Due informazioni da paura. Dobbiamo prepare provviste. Non è da scherzare
Stiamo verificando la fonte. Ci dicono che potrebbe essere il canale Antena 3, una canale news 24 che trasmette anche in Serbia. Ma anche se fosse una bufale di qualche bontempone di quelle parti, la sostanza del pattern globale.
L’aumento del 40% della bolletta, che il popolo italiano si sta bevendo senza protestare più di tanto, è parte di un fenomeno più grande?
Cosa sta succedendo?
Nel frattempo, è giusto ascoltare questi consigli. Preparatevi. Ma non solo con i generi alimentari. Preparato tutto il resto. Lo spirito, soprattutto.
Ve lo ripetiamo: la pandemia potrebbe essere solo l’inizio.
Economia
Il debito francese è un pericolo per tutta l’Eurozona

Il crescente debito sovrano della Francia, unito alle lotte politiche interne, potrebbe minacciare la stabilità fiscale dell’Eurozona. Lo riporta l’emittente pubblica tedesca Deutsche Welle, citando un esperto.
La Francia ha uno dei debiti nazionali più elevati dell’UE, attualmente pari a 3,35 trilioni di euro (3,9 trilioni di dollari), pari a circa il 113% del PIL. Si prevede che il rapporto salirà al 125% entro il 2030. Il deficit di bilancio è previsto al 5,4-5,8% quest’anno, ben al di sopra del limite del 3% previsto dall’Unione.
Friedrich Heinemann del Centro Leibniz per la Ricerca Economica Europea ZEW di Mannheim, in Germania, ha dichiarato alla testata in un articolo pubblicato sabato: «dovremmo essere preoccupati. L’eurozona non è stabile in questo momento».
Un drastico piano di austerità proposto dal primo ministro francese François Bayrou, membro del governo di minoranza, ha innescato un voto di sfiducia, che ha perso lunedì sera, portando al collasso il governo francese.
Il piano del Bayrou prevedeva tagli ai posti di lavoro nel settore pubblico, una riduzione della spesa sociale e la soppressione di due festività. Il Rassemblement National di Marina Le Pen, i Socialisti e il partito di sinistra La France Insoumise si sono opposti con veemenza alla proposta.
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Anche un sondaggio Elabe condotto prima del voto ha mostrato che la maggior parte degli intervistati era contraria alle misure.
Lo Heinemann ha dichiarato a DW di dubitare che la Francia troverà presto una via d’uscita, visti gli aspri scontri politici.
A luglio, Bloomberg, citando gli esperti di ING Groep NV, ha affermato in modo analogo che il crescente debito della Francia potrebbe rappresentare una «bomba a orologeria» per la stabilità finanziaria dell’UE.
Nonostante il considerevole deficit di bilancio, la Francia prevede di aumentare la spesa militare a 64 miliardi di euro nel 2027, il doppio di quanto speso nel 2017.
Il presidente Emmanuel Macron ha ripetutamente citato una presunta minaccia russa. Il Cremlino ha costantemente liquidato le accuse come «assurdità», accusando l’UE di una rapida militarizzazione.
A maggio, gli Stati membri hanno approvato un programma di debito da 150 miliardi di euro per l’approvvigionamento di armi.
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Immagine di Philippe Druesne via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
Economia
Trump porge il ramoscello d’ulivo a Musk. Cui Tesla prepara un possibile pagamento da un trilione

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Economia
La Turchia interrompe totalmente gli scambi commerciali con Israele

La Turchia ha interrotto tutti i legami commerciali ed economici con Israele, chiudendo il suo spazio aereo ad alcuni voli israeliani, ha annunciato il Ministro degli Esteri Hakan Fidan. I due Paesi sono in conflitto da mesi a causa della campagna militare israeliana a Gaza, con la Turchia che accusa il Paese di aver commesso un genocidio.
In un discorso al parlamento nazionale di venerdì, il Fidan ha affermato che la Turchia ha «completamente interrotto i nostri scambi commerciali con Israele» e «chiuso i nostri porti alle navi israeliane».
«Non permettiamo alle navi portacontainers che trasportano armi e munizioni verso Israele di entrare nei nostri porti e agli aerei di entrare nel nostro spazio aereo», ha aggiunto il ministro di Ankara, affermando che alle navi battenti bandiera turca è vietato fare scalo nei porti israeliani e che alle imbarcazioni israeliane è vietato entrare nei porti turchi.
Come riportato da Renovatio 21, la guerra commerciale con Israele era partita un anno fa con la sospensione degli scambi.
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Una fonte diplomatica turca ha dichiarato all’agenzia Reuters che le restrizioni ai voli riguardano solo i voli ufficiali israeliani e gli aerei con armi o munizioni, non il transito di routine dei vettori commerciali.
L’agenzia ha inoltre riferito che le autorità portuali turche stanno ora richiedendo informalmente agli agenti marittimi di attestare che le navi non sono collegate a Israele e non trasportano carichi militari o pericolosi diretti nel Paese.
Tuttavia, un funzionario israeliano ha dichiarato al Jerusalem Post che la Turchia aveva «già annunciato in passato la rottura delle relazioni economiche con Israele, e che tali relazioni sono continuate», riferendosi apparentemente alla sospensione delle importazioni ed esportazioni da parte di Ankara a maggio.
I commenti del ministro sono l’ultimo segnale del deterioramento delle relazioni tra Turchia e Israele, rese ancora più tese dalla guerra a Gaza. La Turchia, unendosi agli altri Paesi che hanno portato il caso al tribunale dell’Aia, ha accusato Israele di aver commesso un genocidio a Gaza. Il presidente Recep Tayyip Erdogan in precedenza aveva definito il primo ministro Benjamin Netanyahu «il macellaio di Gaza», suggerendo a un certo punto – in una reductio ad Hitlerum che è andata in crescendo, con contagio internazionale – che la portata dei suoi crimini di guerra superasse quelli commessi dal cancelliere della Germania nazionalsocialista Adolfo Hitlerro.
Nel 2023 la Turchia ha richiamato il suo ambasciatore da Israele e nel 2024 ha interrotto tutti i rapporti diplomatici. Mesi fa Ankara aveva dichiarato che Israele costituisce una «minaccia per la pace in Siria». Erdogan ha più volte chiesto un’alleanza dei Paesi islamici contro Israele.
Come riportato da Renovatio 21, in settimana i turchi hanno guidato gli sforzi per far sospendere Israele all’Assemblea generale ONU. L’anno scorso il presidente turco aveva dichiarato che le Nazioni Unite dovrebbero consentire l’uso della forza contro lo Stato degli ebrei.
Un anno fa Erdogan aveva ventilato l’ipotesi che la Turchia potesse invadere Israele.
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Immagine di Rob Schleiffert via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC 4.0
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