Geopolitica
A Parigi Zelens’kyj respinge l’appello di Trump alla pace. Donald non voleva nemmeno incontrarlo
Il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj ha respinto l’appello del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump a una tregua immediata e a colloqui di pace tra Ucraina e Russia.
Dopo un incontro tra Trump, Zelens’kyj e il presidente francese Emmanuel Macron a Parigi sabato dove era in corso la cerimonia di riapertura della cattedrale di Notre Dame, il presidente eletto statunitense ha pubblicato un lungo post sulla sua piattaforma Truth Social affermando che «dovrebbe esserci un cessate il fuoco immediato e dovrebbero iniziare i negoziati” per risolvere il conflitto in Ucraina. Secondo Trump, l’Ucraina “vorrebbe raggiungere un accordo e fermare la follia».
Tuttavia, Zelensky ha chiarito che non è questo il caso in un post ancora più lungo pubblicato domenica su X, in cui ha affermato oscuramente che il conflitto «non può semplicemente concludersi con un pezzo di carta e qualche firma».
Yesterday, I visited President @EmmanuelMacron at the Élysée Palace and had a good meeting with President @realDonaldTrump.
We discussed important issues on the battlefield and in the global situation, from our frontlines to North Korea. I stated that we need a just and enduring…
— Volodymyr Zelenskyy / Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) December 8, 2024
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«Un cessate il fuoco senza garanzie può essere riattivato in qualsiasi momento… Per garantire che gli ucraini non subiscano più perdite, dobbiamo garantire l’affidabilità della pace e non chiudere un occhio sull’occupazione», ha affermato il leader ucraino, sottolineando che «nei territori occupati dell’Ucraina restano almeno diversi milioni di persone», escludendo ancora una volta la possibilità che Kiev faccia delle concessioni territoriali a Mosca in cambio della pace.
«È proprio questa pace attraverso la forza che discutiamo con tutti i nostri partner, così come i passi e le garanzie necessarie per il popolo e lo Stato attaccati dalla Russia», ha detto lo Zelens’kyj.
Secondo la testata americana Axios, Trump era «riluttante» ad incontrare l’ucraino. Secondo quanto riportato, iMacron ha dovuto convincereTrump a incontrare Zelens’kyj durante la loro visita del fine settimana a Parigi.
Trump era arrivato a Parigi sabato per partecipare alla riapertura della cattedrale di Notre Dame, danneggiata da un incendio nel 2019. Si tratta del primo viaggio all’estero di Trump dopo la vittoria alle elezioni americane del mese scorso. L’incontro trilaterale tra Trump, Macron e Zelens’kyj ha avuto luogo poco dopo la cerimonia di riapertura.
Wouldn’t it be great if President Trump told Zelensky here in Paris; that in return for all the money we’ve sent to Ukraine, we are shipping all of our illegal population there for Zelensky to take care of with those American 💵… 3-2-1🤯. pic.twitter.com/xURIVJbyJC
— Farm Girl Carrie 👩🌾 (@FarmGirlCarrie) December 7, 2024
Una fonte ha detto ad Axios che Trump era stato inizialmente «riluttante» a incontrare Zelens’kyj e ha preso la decisione di andare avanti con l’incontro all’ultimo momento. Secondo i resoconti dei media francesi, l’incontro è durato solo circa 45 minuti. Nessuno dei tre uomini ha parlato alla stampa in seguito o ha rivelato dettagli specifici dell’incontro.
Zelensky in France pandering for more taxpayer money.
Trump laughing that he said no more money for Ukraine.
We want a refund. pic.twitter.com/61tRciPS0D
— Ptross_the_general 🇺🇸⭐️⭐️ (@peat_ross_) December 7, 2024
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Tuttavia, tutti e tre hanno poi pubblicato sui social media, con Macron che ha affermato su X che l’incontro era incentrato sul conflitto in Ucraina e su «un’azione comune per la pace e la sicurezza”» Sempre su X, lo Zelens’kyj aveva descritto i colloqui come «buoni e produttivi», ringraziando Trump per essere stato «risoluto» e segnalando che Kiev, Parigi e Washington «vogliono che questa guerra finisca il prima possibile» e ha affermato che «la pace attraverso la forza è possibile», senza elaborare tale osservazione.
United States, Ukraine, and France. Together on this historic day. Gathered for Notre-Dame. Let us continue our joint efforts for peace and security. pic.twitter.com/hEYGEklihT
— Emmanuel Macron (@EmmanuelMacron) December 7, 2024
Come riportato da Renovatio 21, il rapporto tra Trump e Zelens’kyj è realtà molto teso. L’ucraino ha più volte espresso irritazione, ai limiti dell’insulto, riguardo l’idea di Trump di risolvere il conflitto in 24 ore; poi aveva attaccato il vicepresidente eletto JD Vance per il suo scetticismo riguardo l’Ucraina. Tre mesi fa, prima del risultato elettorale, lo Zelens’kyj aveva dichiarato che le promesse di Trump sulla fine del conflitto «non sono reali», spingendosi perfino a insultare l’allora candidato alla Casa Bianca come «presidente perdente».
Di suo Trump ha definito Zelens’kyj «il più grande venditore della storia» per la quantità di miliardi di dollari che si porta a casa ogni volta che arriva a Washington. In altre occasione Trump ha detto che l’Ucraina è «andata» e Zelens’kyj «ha perso». L’incontro tra i due a Nuova York di due mesi fa è stato visibilmente teso, con la rigidità di The Donald più che visibile.
Contro l’ex comico divenuto presidente a Kiev si è scagliato spesse volte, e con sempre maggiore veemenza, il primogenito del presidente eletto, Don jr, che ha lamentato la persecuzione della Chiesa Ortodossa ucraina, definita «vergognosa» l’immagine di Zelens’kyj che autografa bombe in produzionein uno stabilimento americano. Don jr. ha poitrollato poche settimane fa Zelens’kyj dicendo che i tempi della «paghetta» sono finiti.
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Immagine screenshot da YouTube
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Trump annuncia attacchi terrestri in Venezuela «presto»
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Geopolitica
La Slovacchia «non sosterrà nulla» che contribuisca a prolungare il conflitto in Ucraina
Il primo ministro slovacco Robert Fico ha annunciato che la Slovacchia si opporrà a qualsiasi misura che permetta di impiegare i beni russi congelati per fornire armi all’Ucraina, mettendo in guardia sul fatto che ulteriori sostegni militari non farebbero che protrarre l’«insensata uccisione quotidiana di centinaia di migliaia di russi e ucraini».
In seguito all’escalation del conflitto nel 2022, gli alleati occidentali di Kiev hanno bloccato circa 300 miliardi di dollari di asset della banca centrale russa, in gran parte depositati nell’UE. Da quel momento è divampata una disputa tra i Paesi intenzionati a usare tali fondi come collaterale per un «prestito di riparazione» a favore di Kiev e quelli che si oppongono fermamente. La decisione finale spetterà ai membri dell’UE nel voto previsto per la prossima settimana.
Fico, da sempre critico del piano, ha illustrato la propria posizione in dettaglio in una lettera inviata all’inizio della settimana al Presidente del Consiglio europeo António Costa. In un post su X pubblicato venerdì, ha riferito di aver poi avuto un colloquio telefonico con Costa, durante il quale ha ribadito il suo rifiuto all’invio di armi a Kiev. Fico ha dichiarato di aver avvertito che proseguire con i finanziamenti prolungherebbe le ostilità e accrescerebbe le vittime, mentre Costa «ha parlato solo di soldi per la guerra».
«Se per l’Europa occidentale la vita di un russo o di un ucraino non vale un cazzo, non voglio far parte di un’Europa occidentale del genere», ha affermato Fico. «Non appoggerò nulla, anche se dovessimo restare a Bruxelles fino al nuovo anno, che comporti il sostegno alle spese militari dell’Ucraina».
Today I held an almost hour-long phone conversation with the President of the European Council, A. Costa. I fully respect him, but while he spoke about money for the war in Ukraine, I kept repeating the senseless daily killing of hundreds to thousands of Russians and Ukrainians.… pic.twitter.com/0f9JiitWjG
— Robert Fico 🇸🇰 (@RobertFicoSVK) December 12, 2025
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Vari Stati membri dell’UE hanno manifestato riserve sul programma di prestiti, evidenziando rischi di natura legale e finanziaria. Secondo Politico, venerdì Italia, Belgio, Bulgaria e Malta hanno sollecitato la Commissione europea a considerare opzioni alternative al sequestro degli asset, quali un meccanismo di prestito comunitario o soluzioni temporanee. Obiezioni sono arrivate anche da Ungheria, Germania e Francia.
Venerdì la Commissione Europea ha dato il via libera a una norma controversa che potrebbe prorogare indefinitamente il congelamento dei beni russi, qualificando la materia come emergenza economica e non come misura sanzionatoria. Questo passaggio è interpretato come propedeutico all’attuazione del «prestito di riparazione», in quanto permette decisioni a maggioranza qualificata invece che all’unanimità, eludendo così i veti dei Paesi dissidenti.
Mosca ha stigmatizzato come illegittimo ogni tentativo di appropriarsi dei suoi asset. La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha affermato questa settimana che, con il programma di «prestiti di riparazione», l’Europa sta adottando un comportamento «suicida». Riferendosi al voto di venerdì, ha etichettato l’UE come «truffatori».
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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
Geopolitica
Orban come John Snow
Hungary PM Orbán as Jon Snow from Game of Thrones in defending the EU’s legal&financial system from crazy EU bureaucratic warmongers—fighting them to reduce migration, increase competitiveness, and restore sanity, values and peace. 🕊️
Help is coming as Russian CB sues Euroclear pic.twitter.com/jHyav6mk0f — Kirill Dmitriev (@kadmitriev) December 12, 2025
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Unmasked NATO’s Mark Rutte.
He does not have family or children. He wants war. But peace will prevail. 🕊️ https://t.co/lDPBucIAkA pic.twitter.com/JjqVogOSWM — Kirill Dmitriev (@kadmitriev) December 12, 2025
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