Gender
I detenuti transessuali continuano ad aggredire sessualmente le detenute nelle carceri americane
Continuano gli episodi di aggressioni sessuali nelle carceri femminili ad opera di transessuali. Lo riporta LifeSite.
Il quotidiano britannico Daily Mail riporta il caso di D.S.G., 66 anni e un ergastolo per aver derubato e ucciso gli anziani vicini negli anni Novanta, che racconta di aver iniziato a condividere una cella con il detenuto maschio transidentificato all’inizio del 2023 e che inizialmente i rapporti erano «davvero amichevoli». La situazione, dice, è cambiata quando divenne prima verbalmente violento e poi sessualmente violento. Una notte, l’uomo ha lanciato un assalto a tutto campo. «È venuto nella mia zona del letto, si è abbassato i pantaloni e mi ha spinto il c***o in faccia», ha detto Gray all’Independent Women’s Forum.
La detenuta ha descritto l’esperienza come «terrificante e disgustosa». La donna ha detto all’uomo di fare marcia indietro. La prima aggressione, dice, era semplicemente una «dimostrazione di dominio maschile». La notte successiva, e questa volta «mi ha messo quella mano da omone sulla schiena, sulla scapola» mentre lei dormiva. G. si è svegliata in preda al panico e gli ha detto: «Stai fuori dalla mia c***o di zona. Non venire mai nella mia zona. Non toccarmi mai».
Lo ha detto a una guardia e l’uomo è stato trasferito da un’altra parte, ma sempre nel carcere femminile. Non ha presentato una denuncia formale per presunta aggressione per paura di essere isolata.
G. non è l’unica detenuta ad essere stata aggredita negli ultimi tempi. La California ha inviato transessuali nelle carceri femminili dal 2020, quando il disegno di legge 123 del Senato è stato convertito in legge dal governatore Gavin Newsom. Gli uomini possono essere mandati nelle carceri femminili semplicemente dichiarando di essere una donna – la cosiddetta «autoidentificazione» – e non devono sottoporsi ad alcuna procedura di cambio di sesso o trattamenti ormonali prima del trasferimento. Secondo le testimonianze di varie detenute, l’arrivo dei maschi nelle carceri femminili li ha trasformati.
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«Non voglio nessuno di loro qui. Voglio che se ne vadano. Degrada così tanto le donne. Molte donne, ha aggiunto, sono poco istruite e particolarmente vulnerabili» dice la prigioniera.
Il Daily Mail ha riferito che il sistema carcerario della California ha 1.997 detenuti che attualmente si identificano come transgender e non binari, e 345 prigionieri maschi hanno richiesto il trasferimento nelle carceri femminili. Finora «46 sono stati approvati, 64 sono stati respinti e 87 detenuti hanno cambiato idea».
Il dipartimento penitenziario della California insiste affinché tutte le richieste vengano esaminate attentamente e che i trasferimenti vengano approvati solo quando è «sicuro farlo». Tuttavia, storie di donne aggredite sessualmente da uomini transidentificati dietro le sbarre sono emerse ovunque la pratica sia stata implementata, inclusi Canada, Regno Unito e Stati Uniti.
Un cinquantenne «transidentificato», è stata accusato di aver violentato due donne dopo essere stato trasferito al Women’s Facility della California centrale. È alto un metro e ottanta e una delle sue vittime era una donna magra sulla trentina. L’ha violentata sotto la doccia del loro dormitorio condiviso.
Esempi del fenomeno sono diffusi in tutto il mondo.
In Spagna, un assassino che sta scontando una pena detentiva di 30 anni per aver ucciso la sua vicina di casa si sta ora identificando come donna e viene trasferito in un carcere femminile. Anche altri criminali si stanno lanciando nella trovata, sperando che possa portare a condanne più comode: un violento stupratore seriale in Scozia ha appena annunciato il suo passaggio in prigione e ha chiesto cure di «affermazione di genere» (le autorità scozzesi hanno dichiarato che il violentatore plurimo non costituiva una minaccia per le detenute); un pedofilo americano condannato per aver violentato la figliastra di 7 anni fa appello contro la sua condanna all’ergastolo dopo aver annunciato di essere ora transgender; il mese scorso, un pedofilo britannico è stato condannato a soli 16 mesi di prigione e afferma di identificarsi come una bambina di 5 anni.
Come riportato da Renovatio 21, in New Jersey si era avuto il caso di detenute che hanno preso a rimanere incinte, fenomeno prima sconosciuto nelle carceri femminili. Lo stesso carcere era noto per denunce delle carcerate di aggressione sessuale da parte di transgender.
Sei mesi fa si era avuta notizia del fatto che nello Stato americano dell’Oregon un transessuale che aveva dato in pasto due persone ai maiali era stato incarcerato come donna in una prigione femminile.
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L’Italia è ora una grande discoteca gay. Ma quanto durerà ancora la musica?
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La faccenda è che, parrebbe, la faccenda potrebbe non durare. Un signore, padre di famiglia ed investitore famigliare, ha vergato pochi giorni fa un lungo post su Twitter, raccontando di aver notato come Greenport, un ricco paesino turistico della costa di Long Island, si è svuotato dal flusso di famiglie allegre ed altri visitatori. Come mai? Lui fa capire che è perché una serie di negozi hanno esposto la bandiera omotransessuale, e le famiglie in USA cominciano a non sentirsi più sicure davanti a questo segno.Joe Biden appears to freeze during White House Juneteenth celebration 🤦♂️
pic.twitter.com/TQH2mJOkCf — Clown World ™ 🤡 (@ClownWorld_) June 11, 2024
To whom it may concern,
There is a small town on the North Fork of Long Island in New York called Greenport. It’s wine country and has been booming for the last couple of decades and really exploded during Covid. Always used to be filled with bachelorette parties, families and… pic.twitter.com/doicpcusvC — Petey B (@realpeteyb123) June 30, 2024
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I gay lo hanno capito? Gli oligarchi, loro creatori, pure? Probabilmente no, non ancora. È l’atteggiamento classico di chi sa che qualcosa di fondamentale esiste – tipo: Dio, la natura, la morale, la coscienza, etc. – ma preferisce far finta di niente e ignorare tutto. Fino al «ritorno del rimosso», un altro concetto del Freud ora in via di divieto totale. Cioè, fino a che la realtà, la verità, non torna in superficie, e ti esplode in faccia. Ma, con questo ritmo che pompa, qualcuno si preoccupa? Per il momento, tutti in strada a ballare. Perché l’Italia, l’Europa, il mondo, è una grande discoteca gay. One-Big-Gay-Disco. Il problema è che la musica potrebbe finire prima di quello che pensano. Roberto Dal BoscoWest Virginia State Police are actively investigating a driver who, while driving a red van, left burn marks and tire marks on LGBT graffiti painted on the road with taxpayer money a few days ago. pic.twitter.com/ONcqAyAl8S
— S p r i n t e r F a m i l y (@SprinterFamily) June 15, 2024
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Castrazione e uteri artificiali: le élite promuovono il transumanesimo ai festival intellettuali
L’annuale Hay Festival of Literature and Arts, una volta descritto da Bill Clinton come «la Woodstock della mente», si è tenuto dal 23 maggio al 2 giugno di quest’anno.
Il giornale britannico Guardian ha riassunto i suoi contenuti titolando «gli uomini e gli altri mammiferi vivono più a lungo se vengono castrati, dice il ricercatore».
L’idea pare essere stata trasmessa da Cat Bohannon, una ricercatrice Ph.D. della Columbia University, nota per essere autrice di un libro bestseller – Eve: How the Female Body Drove 200 Million Years of Human Evolution («Eva: come il corpo femminile ha guidato 200 milioni di evoluzione umana»)
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Nonostante i suoi studi sul corpo della donna, la Bohannon ha affermato con fermezza che «le donne trans sono donne», ma la contraddizione non sembra colta da nessuno.
Durante il suo intervento all’Hay Festival, la Bohannon si è riferita ai testicoli come a «due piccole pepite della morte» suggerendo dunque che una «orchiectomia» – la rimozione chirurgica dei testicoli – potrebbe far vivere più a lungo gli uomini. Secondo la ricerca, ha detto, gli uomini castrati vivono più a lungo dei loro «coetanei regolarmente palluti» (sic).
Castrazione e longevità: si tratta di una materia di cui non sappiamo molto, ha ammesso la Bohannona, tuttavia «si sta facendo molta buona scienza in questo ambito».
Lo scrittore comico irlandese Graham Linehan ha reagito all’articolo sulle affermazioni della ricercatrice con una sentenza sintetica e fulminea: «castrare i bambini è una buona cosa in realtà»:
Castrating children is Good Actually pic.twitter.com/cGt1HXEiM0
— Graham Linehan (@Glinner) June 1, 2024
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La castrazione dell’intera popolazione maschile sta quindi entrando nella finestra di Overton.
La Bohannon nel suo intervento festivaliero è andata oltre riuscendo a farlo divenire possibilmente ancora più inquietante: ha annunciato che «un giorno avremo un utero artificiale», e per la ricercatrice i dubbi etici vertono solo sul fatto che dovremmo sapere «molto di più sui corpi femminili per provare a costruirne uno falso».
«Cerchiamo di essere davvero utopici riguardo a questa merda, OK», ha detto al pubblico. «Diciamo che è disponibile per tutti, non è solo una cosa da donne ricche, non è solo una cosa da donne bianche – qualunque cosa significhi tra centinaia di anni – diventa quindi etico chiedere a una persona con un utero di rimanere incinta se si può fare al di fuori di un corpo?»
L’intervento della ricercatrice fa comprendere come l’utopia dell’élite sia in realtà la distopia del popolo, e come transgenderismo e transumanesimo siano due facce della stessa medaglia. Questi ideologici non credono che tu sia il tuo corpo.
«Entrambe queste ideologie “trans” si basano sulla convinzione che possiamo trascendere il nostro corpo; che possiamo modificarlo per adattarlo alle nostre identità interne» scrive LifeSite «o che alla fine possiamo fonderci con le macchine e diventare una specie ibrida. Se ci credi, la castrazione, o gli uteri artificiali, o i 72 sessi potrebbero avere senso. Potrebbe anche sembrarti un’utopia».
Come ribadito varie volte da Renovatio 21, l’utero artificiale – spinto dalle fandonie femministe sul patriarcato – è oramai inevitabile. Il suo studio procede anche con fondi dell’Unione Europea. Due anni fa in Inghilterra è nato un bambino a seguito un innesto di tessuto ovarico, cosa che potrebbe far presagire avanzamenti nella tecnologia di questo tipo. Poco prima ricercatori israeliani hanno prodotto in un utero artificiale un embrione di topo peraltro derivato da cellule staminali e non da gameti.
Come riportato da Renovatio 21, l’industria dell’utero in affitto ucraina è già pronta a saltarci sopra, con il fondatore della prima clinica di riproduzione artificiale e uteri affittati dell’Ucraina che ha dichiarato che l’ectogenesi sarà realtà tra 5-7 anni.
Non sappiamo dire quanti allocchi pro-vita finiranno nella trappola che offrirà all’ectogenesi, cioè all’utero artificiale: niente più aborti, con l’embrione che verrà semplicemente trasferito in una capsula industriale e portato a termine, per divenire cosa non sappiamo, ma lo sanno ancora meno i prolife ebeti che hanno accettato la catastrofe dei bambini in provetta (in Italia, la legge 3072004) senza nemmeno voler guardare dove il pendìo scivoloso li avrebbe portati.
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Il problema è che non si fermeranno nemmeno lì: la gametogenesi, cioè la produzione di cellule sessuali a partire da qualsiasi cellula del corpo, è dietro l’angolo.
La gametogenesi potrebbe permettere il sogno proibito del movimento LGBT: la riproduzione omosessuale. La gametogenesi permette di trasformare cellule non sessuali in gameti, cioè spermatozoi ed ovuli. Quindi, si ipotizza, diventerà possibile ottenere un ovulo da un uomo, di modo di farlo fecondare dal partner, oppure di ottenere uno spermatozoo da una donna, di modo che fecondi l’ovulo della compagna.
Un’altra possibilità – folle e inutile quanto si vuole ma il XXI secolo è ancora lungo – sarebbe quella di procreare invertendo il genere dei genitori: la donna mette lo spermatozoo, l’uomo l’ovulo. Ogni combinazione diviene possibile, nell’umiliazione terrificante della legge naturale.
La gametogenesi è stata già ottenuta in esperimenti con i topi. Gli esseri umani sono, giocoforza, la prossima fermata.
Intanto i cattolici scemi piangano (o meglio, fingano di piangere) per l’aborto, mentre la tecnologia riproduttiva e il sovvertimento della morale stanno facendo divenire il mondo come un teatro di morte massiva senza fine.
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Immagine di Andrew Lih via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
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