Politica
18 settembre, proteste per la libertà in tutto il mondo
Non solo l’Italia lo scorso sabato è scesa in piazza per la libertà.
In tutto il mondo le manifestazioni si sono moltiplicate.
Parigi
For the 10th consecutive weekend, people all across France have taken to the streets to protest against the domestic vaccine pass in the country.
????Paris, France pic.twitter.com/2cGgPrVgTH
— Marie Oakes (@TheMarieOakes) September 18, 2021
La protesta si è spostata anche sulla stazione ferroviaria Gare de l’Est
Protesters against the domestic vaccine pass have overtaken police and entered the Gare de l’Est railway station in Paris, France.
Under France’s current rules, without a vaccine pass you cannot take public transit including trains. pic.twitter.com/LJc2vIi1fC
— Marie Oakes (@TheMarieOakes) September 18, 2021
Amsterdam
Amsterdam walk for freedom. Saturday 18th September. #ams180921 #NoVaccinePassportsAnywhere #Amsterdam https://t.co/0otinwwjsm pic.twitter.com/NzxY71YXci
— Orwell2024 (@orwell2022) September 18, 2021
Londra
Thousands protest in London today against vaccine passports, coercion and mandates #NoVaccinePassports#LeaveOurKidsAlone #DoNotComply #mybodymychoice #londonprotests pic.twitter.com/Fd5RVMdS2p
— Richard Ings (@richardcings) September 18, 2021
Melbourne, la polizia non riesce a contenere la protesta che avanza
This is absolutely epic.. Melbourne has shut down its city, called in 3000 police, shut down the rail systems.. but they still couldn’t stop the #freedomrally ????❤️???? pic.twitter.com/kthInISW0H
— Pelham (@Resist_05) September 18, 2021
Lilla, la polizia lancia gas lacrimogeni sui manifestanti
Police use teargas against protesters protesting the domestic vaccine pass in Lille, France. pic.twitter.com/1LtRkiBI06
— Marie Oakes (@TheMarieOakes) September 18, 2021
New York, Stato USA dove il passaporto vaccinale è realtà
Large protest is taking place in Manhattan in New York City against the vaccine pass and mandatory vaccination. pic.twitter.com/LPWzWTC4iR
— Marie Oakes (@TheMarieOakes) September 18, 2021
Tel Aviv
Protests in Israel against COVID law and vaxx mandates. pic.twitter.com/PbjxKz6Ss9
— Aaron Ginn (@aginnt) September 19, 2021
Toronto
You got this Toronto! Record breaking crowds dominate Bloor Street as the Freedom Rally proceeds west. ???????? pic.twitter.com/dXcsmx8bVt
— Rowan (@canmericanized) September 18, 2021
Belgrado
????Serbia, Belgrade ???????????????????????? 18.09.21
Worldwide protest against mandatory ???? and restrictions pic.twitter.com/8T8Ant1Y2f— France Résistance (@FranceRsistanc1) September 19, 2021
Città del Capo
Hundreds of people marched in Sea Point in Cape Town to protest against the COVID-19 vaccines. @TimesLIVE pic.twitter.com/UYu7k9d2Iy
— Esa Alexander (@ezaap) September 18, 2021
Berna, 17 settembre
Bern, Switzerland.. massive crowds continue to gather to protest against the human rights violation of the vaccine passports pic.twitter.com/gdSNX7DE3F
— Pelham (@Resist_05) September 16, 2021
Riga
Latvia, Riga ???????? 18.09.21
Worldwide protest against mandatory ???? and restrictions pic.twitter.com/9OJundYYRY— Maggie-HX (@hx_maggie) September 18, 2021
Brisbane
Most attention has been on the Melbourne anti-lockdown protests today but Brisbane has also seen a large turnout. pic.twitter.com/p29cxflS34
— Eden Gillespie (@edengillespie) September 18, 2021
Lubiana, 16 settembre
Slovenia. Massive demonstration in Ljubljana against the Covid pass that came into effect.
The Covid pass is needed when visiting a bank, post office, gas station, public transport and for visiting a doctor. pic.twitter.com/aFVHW6z5mg
— Protest News (@PROTEST__NEWS) September 16, 2021
Glasgow
Glasgow Scotland vaccine protest pic.twitter.com/Rn04BVK9UU
— Devon blues (@BeachLife7) September 18, 2021
Perth
#AUSTRALIA
Protest in Perth, Australia against containment and health restrictions. #freedomrally #Manifs18septembre #manifestation18septembre pic.twitter.com/YdF0BrpF5Z— Ignorance, the root and stem of all evil (@ivan_8848) September 18, 2021
Chicago
CHICAGO – Citizen User video shows people gathered in Millennium Park for anti-vax mandate protest. pic.twitter.com/tupKn6UWMr
— ShatteredWorldMedia ???? (@MediaShattered) September 18, 2021
Politica
I detenuti minacciano Sarkozy e giurano vendetta vera per Gheddafi
Un video girato con un cellulare nella prigione parigina La Santé sembra mostrare che i detenuti hanno minacciato l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy di vendicare la morte del defunto leader libico Muammar Gheddafi.
Sarkozy, 70 anni, ha iniziato a scontare la sua condanna a cinque anni martedì, dopo che un tribunale di Parigi lo ha dichiarato colpevole di associazione a delinquere finalizzata a finanziare la sua campagna presidenziale del 2007 con denaro di Gheddafi, contro il quale in seguito guidò un’operazione di cambio di regime sostenuta dalla NATO che distrusse la Libia e portò alla morte di Gheddafi.
Martedì hanno iniziato a circolare video ripresi da La Sante, in cui presunti detenuti minacciavano e insultavano Sarkozy, che sta scontando la sua pena nell’ala di isolamento del carcere.
«Vendicheremo Gheddafi! Sappiamo tutto, Sarko! Restituisci i miliardi di dollari!», ha gridato un uomo in un video pubblicato sui social media. «È tutto solo nella sua cella. È appena arrivato… se la passerà brutta».
A viral video shows a prisoner confronting Nicolas Sarkozy, saying, “We’ll avenge Gaddafi. Give back the billions.” The former French president, jailed for conspiracy, is accused of taking Libyan money before leading NATO’s 2011 war that killed Gaddafi. pic.twitter.com/KlAISnFVSX
— comra (@comrawire) October 22, 2025
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Il ministro degli Interni francese Laurent Nunez ha sottolineato che, a causa del pericolo, due agenti di polizia della scorta di sicurezza assegnata agli ex presidenti saranno di stanza in modo permanente nelle celle adiacenti a quella di Sarkozy.
«L’ex presidente della Repubblica ha diritto alla protezione in virtù del suo status. È evidente che sussiste una minaccia nei suoi confronti, e questa protezione viene mantenuta durante la sua detenzione», ha dichiarato Nunez mercoledì alla radio Europe 1.
Sarkozy, che ha guidato la Francia tra il 2007 e il 2012, ha negato tutte le accuse a suo carico, sostenendo che siano di matrice politica. Il suo team legale ha presentato una richiesta di scarcerazione anticipata, in attesa del procedimento di appello.
L’inchiesta su Sarkozy è iniziata nel 2013, in seguito alle affermazioni del figlio di Gheddafi, Saif al-Islam, secondo cui suo padre aveva fornito alla campagna dell’ex presidente circa 50 milioni di euro.
A dicembre 2024, la Corte Suprema francese ha confermato una condanna del 2021 per corruzione e traffico di influenze, imponendo a Sarkozy un dispositivo elettronico per un anno. È stato anche condannato per finanziamento illecito della campagna per la rielezione fallita del 2012, scontando la pena agli arresti domiciliari.
Nel 2011, Sarkozy ha avuto un ruolo di primo piano nell’intervento della coalizione NATO che ha portato alla cacciata e alla morte di Gheddafi, facendo sprofondare la Libia in un caos dal quale non si è più risollevata.
Come riportato da Renovatio 21, all’inizio del 2025 gli era stata revocata la Legion d’Onore. In Italia alcuni hanno scherzato dicendo che ora «Sarkozy non ride più», un diretto riferimento a quando una sua risata fatta con sguardo complice ad Angela Merkel precedette le dimissioni del premier Silvio Berlusconi nel 2011 e l’installazione in Italia (sotto la ridicola minaccia dello «spread») dell’eurotecnocrate bocconiano Mario Monti.
Nell’affaire Gheddafi finì accusata di «falsificazione di testimonianze» e «associazione a delinquere allo scopo di preparare una frode processuale e corruzione del personale giudiziario» anche la moglie del Sarkozy, l’algida ex modella torinese Carla Bruni, la quale, presentatole il presidente dall’amico comune Jacques Séguela (pubblicitario autore delle campagne di Mitterand e Eltsin) secondo la leggenda avrebbe confidato «voglio un uomo dotato della bomba atomica».
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Politica
Il Giappone elegge una donna conservatrice come primo ministro
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Politica
Elezioni in Bolivia, il Paese si sposta a destra
Domenica si è svolto in Bolivia il ballottaggio per le elezioni presidenziali, che ha visto contrapporsi due candidati di destra: il senatore centrista Rodrigo Paz Pereira e l’ex presidente conservatore Jorge Quiroga.
I risultati preliminari indicano che Paz ha ottenuto il 54,6% dei voti, mentre Quiroga si è fermato al 45,4%. Sebbene sia prevista un’analisi manuale delle schede, è improbabile che il risultato definitivo differisca significativamente dal conteggio iniziale, basato sul 97% delle schede scrutinate.
Le elezioni segnano la fine del ventennale dominio del partito di sinistra Movimiento al Socialismo (MAS), che ha subito una pesante sconfitta nelle elezioni di fine agosto. Il presidente uscente Luis Arce – che ha recentemente accusato gli USA di controllare l’America latina sotto la maschera della «guerra alla droga» – non si è ricandidato, e il candidato del MAS, il ministro degli Interni Eduardo del Castillo, ha raccolto solo il 3,16% dei voti, superando di poco la soglia necessaria per mantenere lo status legale del partito.
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Nel primo turno, la destra ha dominato: Paz ha ottenuto il 32,1% dei voti e Quiroga il 26,8%. Il magnate di centro-destra Samuel Doria Medina, a lungo favorito nei sondaggi, si è classificato terzo con il 19,9% e ha subito appoggiato Paz per il ballottaggio.
Entrambi i candidati hanno basato la loro campagna sullo smantellamento dell’eredità del MAS, differendo però nei metodi. Paz ha promesso riforme graduali, mentre Quiroga ha sostenuto cambiamenti rapidi, proponendo severe misure di austerità per affrontare la crisi.
Il MAS non si è mai ripreso dai disordini del 2019, quando l’ex presidente Evo Morales fu deposto da un colpo di Stato subito dopo aver ottenuto un controverso quarto mandato. In precedenza, Morales aveva perso di misura un referendum per modificare la norma costituzionale che limita a due i mandati presidenziali e vicepresidenziali. Più di recente, Morales ha accusato tentativi di assassinarlo ed è entrato in sciopero della fame, mentre i suoi sostenitori hanno dato vita ad una ribellione. Il Morales, recentemente accusato anche di stupro (accuse che lui definisce «politiche»), in una lunga intervista aveva detto che dietro il suo rovesciamento nel 2019 vi erano «la politica dell’impero, la cultura della morte» degli angloamericani.
Il colpo di Stato portò al potere la politica di destra Jeanine Áñez, seconda vicepresidente del Senato. Tuttavia, il MAS riconquistò terreno nelle elezioni anticipate dell’ottobre 2020, mentre Áñez fu incarcerata per i crimini commessi durante la repressione delle proteste seguite al golpe.
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Il passaggio storico è stato definito da alcuni come la prima «guerra del litio», essendo il Paese ricco, come gli altri Stati limitrofi, della sostanza che rende possibile la tecnologia di computer, telefonini ed auto elettriche.
Come riportato da Renovatio 21, un tentato colpo di Stato vi fu anche l’anno scorso quando la polizia militare e veicoli blindati hanno circondato il palazzo del governo nella capitale La Paz.
Sotto il presidente Arce la Bolivia si era avvicinata ai BRICS e aveva iniziato a commerciare in yuan allontanandosi dal dollaro.
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