Militaria
10 anni fa moriva Mikhail Kalashnikov, inventore del mitico fucile d’assalto
Lo scorso sabato ha segnato il decimo anniversario della morte di Mikhail Kalashnikov, il veterano della Seconda Guerra Mondiale che divenne uno dei più noti progettisti nella storia degli armamenti.
L’AK-47 è stato il modello più famoso del Kalashnikov e rimane il pilastro di quasi 100 eserciti in Europa, Asia, Africa e America Latina.
Il tenente generale Mikhail Timofeevič Kalashnikov era un progettista autodidatta. Creò il leggendario «Avtomat Kalashnikova» («Fucile automatico di Kalashnikov»), basandosi sulle esperienze che lui e i suoi commilitoni avevano in prima linea al fronte durante la «Grande Guerra patriottica», cioè come i russi chiamano ancora la Seconda Guerra Mondiale.
Il giovane progettista voleva costruire un’arma solida e affidabile e, soprattutto, che non fosse afflitta dai disturbi così comuni alle mitragliatrici e ai fucili d’assalto dell’epoca.
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Introdotto in servizio con l’esercito sovietico nel 1949, il design del fucile d’assalto da 7,62 mm del Kalashnikov superò tutte le aspettative, rivelandosi notoriamente quasi incapace di incepparsi, con una portata effettiva di 800 metri, una cadenza di fuoco di 600 colpi al minuto e un calibro pesante in grado di colpire con forza.
Tale combinazione lo ha reso un’arma versatile e micidiale, soprattutto in condizioni di guerra urbana.
Gli AK-47 sovietici e oltre una dozzina di varianti prodotte da altri Paesi si diffusero rapidamente a macchia d’olio in tutto il mondo, diventando popolari sia tra i militari che tra i gruppi armati, che apprezzavano la costruzione semplice e la leggendaria durata dei fucili.
La piattaforma del Kalashnikov è utilizzata in almeno 106 Paesi del mondo, con almeno 85 milioni di unità prodotte più altri 100 milioni di derivati del solo AK-47. Secondo alcune stime vi sarebbero al mondo mezzo milione di AK-47.
Si tratta dunque dell’arma da fuoco più diffusa al mondo.
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I Kalashnikov sono così radicati nella psiche popolare che sono raffigurati nelle bandiere di diversi Paesi: il mitragliatore russo compare nella drappo del Mozambico, dello Zimbabwe, nonché dal 1984 al 1997 nella bandiera del Burkina Faso. L’AK-47 appare anche, assieme a libri, arco e frecce, spighe e pannocchie nello stemma della Repubblica Democratica di Timor Est.
In lingua pashtun (parlata in Afghanistan) e nelle lingue di origine persiana la parola per «fucile d’assalto» coincide proprio con «Kalashnikov». In Egitto, sulle rive della Penisola del Sinai, è stato eretto un monumento al Kalashnikov.
L’AK-47 originale si chiamava ufficialmente «fucile automatico 7.62 Kalashnikov modello 1947», talvolta abbreviato in russo con la parola «Kalash». L’arma da carica ha un peso di 4,3 kg.
Come riportato da Renovatio 21, a marzo il consorzio di difesa russo Rostec ha comunicato di aver finalizzato un aggiornamento del fucile d’assalto AK-12 sostenendo che l’ultimo modello avrebbe iniziato ad essere prodotto entro l’anno. Si tratta della quinta generazione della leggendaria arma da fuoco.
Il nuovo design dell’AK riflette l’esperienza acquisita dalle truppe russe durante l’operazione militare in Ucraina, ha dichiarato il capo di Rostec, Sergej Chemezov.
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Immagine di Armémuseum (The Swedish Army Museum) via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International; immagine modificata
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L’esercito russo dice di aver circondato oltre 10 mila soldati ucraini
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Ex comandante NATO afferma che l’Irlanda unita potrebbe aiutare Russia e Cina
Un ex comandante della NATO ha messo in guardia sul fatto che l’eventuale unificazione dell’Irlanda potrebbe rappresentare un grave colpo alla sicurezza occidentale, aprendo la strada a un’espansione dell’influenza di Russia e Cina nell’Atlantico settentrionale.
Parlando mercoledì durante un briefing per membri del Parlamento e della Camera dei Lord, il contrammiraglio britannico in pensione Chris Parry ha sostenuto che la perdita della posizione del Regno Unito nell’Irlanda del Nord offrirebbe un’importante opportunità strategica a Mosca e Pechino.
Il Parry ha evidenziato l’importanza delle acque tra l’Irlanda del Nord e la Scozia per i sottomarini nucleari britannici, definendole «essenziali per il nostro deterrente strategico».
«Con un’Irlanda unita, non vi è alcuna garanzia che potremmo schierare i nostri missili balistici», ha dichiarato il contrammiraglio, suggerendo che l’unificazione irlandese potrebbe consentire agli avversari della NATO di minacciare i cavi sottomarini cruciali.
«Il Regno Unito deve valutare la minaccia che una Repubblica d’Irlanda neutrale rappresenta per sé stesso. Credo che il modo migliore per sostenere l’Irlanda ora sia incrementare l’attività della NATO e degli Alleati nelle acque della sua zona economica esclusiva», ha affermato l’ex militare.
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Il Parry ha persino proposto che la NATO conduca esercitazioni nelle acque sotto il controllo irlandese «indipendentemente dall’approvazione di Dublino», sottolineando che il blocco deve essere pronto a «contrastare i nostri potenziali avversari nelle acque irlandesi». Ha aggiunto che la Repubblica dovrebbe avvicinarsi a una cooperazione militare più stretta con la NATO e abbandonare la sua neutralità.
«Se qualcuno attacca la Gran Bretagna, attaccherà anche l’Irlanda… La neutralità non può più essere vista come un’obiezione di coscienza. Se fai parte del mondo libero, devi essere pronto a difenderlo. La Repubblica deve ridurre le sue vulnerabilità», ha dichiarato.
L’Irlanda mantiene una neutralità militare dall’indipendenza nel 1921 e non è membro della NATO, pur collaborando con l’alleanza.
L’idea della riunificazione irlandese – l’unione della Repubblica d’Irlanda con l’Irlanda del Nord, parte del Regno Unito – è contemplata dall’Accordo del Venerdì Santo del 1998. Questo accordo ha posto fine a tre decenni di conflitto tra nazionalisti irlandesi e unionisti filo-britannici, istituendo un governo di condivisione del potere a Belfast e stabilendo che lo status dell’Irlanda del Nord può essere modificato solo con il consenso della maggioranza tramite un voto.
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Immagine di Mike Weston ABIPP/MOD via Wikimedia pubblicata su licenza Open Government Licence version 1.0
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Zelens’kyj elogia il successo del test del «Flamingo», missile da crociera che può colpire Mosca
War in Ukraine 🇺🇦🇷🇺 FIRST COMBAT USE. Ukraine’s new Flamingo cruise missiles strike deep into Russian territory! These domestically-produced weapons carry 2.5x the warhead of a Tomahawk and have a 3000km range. Game changer? #Ukraine #Flamingo #Russia pic.twitter.com/2qBrbT4NgF
— Skënderbej_ (@AncientAlien01) September 1, 2025
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